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Per Pier Maria Pennacchi. Un capolavoro restituito dal restauro
Le Gallerie presentano al pubblico, dopo il restauro, un dipinto su tavola di grande pregio artistico, risalente alla fine del Quattrocento, conservato in una collezione privata veneziana. L’intervento ha offerto le premesse della nuova lettura stilistica dell’opera che viene ora riattribuita, sulla base di una puntuale lettura formale delle componenti linguistiche, al pittore trevigiano Pier Maria Pennacchi
Comunicato stampa
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Le Gallerie dellAccademia di Venezia, dirette da Pola Marini, presentano al pubblico, dopo il restauro, un dipinto su tavola di grande pregio artistico, risalente alla fine del Quattrocento, conservato in una collezione privata veneziana.
Lopera non era più stata esibita in pubblico dal lontano 1961 quando fu esposta alla mostra mantovana dedicata ad Andrea Mantegna con lipotetica attribuzione a Francesco Bonsignori, pittore veronese di stretta osservanza mantegnesca; lattribuzione a Bonsignori sarebbe poi stata scalzata da quella, prevalente negli studi più recenti, a Girolamo Mocetto.
Lintervento conservativo, condotto da Claudia Vittori e diretto da Roberta Battaglia in qualità di funzionario dellallora Soprintendenza speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda Lagunare, ha reso possibile la comprensione dellassetto originario della pala, e la sua parziale restituzione: nata come grande pala a superficie unica a destinazione ecclesiastica, raffigurante la Madonna con il Bambino in trono tra san Giovanni Battista, santo vescovo, santa Lucia , san Giovanni Evangelista e donatore, la tavola è stata pesantemente trasformata nel corso del Settecento probabilmente a seguito di un grave danno dovuto a cause non precisabili: sezionata in tre pannelli, rimontati a forma di trittico, è stata ricoperta da una spessa ridipintura scura intesa ad occultare le parti figurate risultate frammentarie.
Lintervento ha offerto inoltre le premesse della nuova lettura stilistica dellopera che viene ora riattribuita, sulla base di una puntuale lettura formale delle componenti linguistiche, al pittore trevigiano Pier Maria Pennacchi.
Si è ritenuto che limportanza del recupero conseguito dal restauro e linteresse della proposta attributiva meritassero la presentazione del lavoro entro il percorso della collezione permanente delle Gallerie dellAccademia. Si è scelto di esporre accanto al dipinto di collezione privata unopera firmata da Pennacchi, la Madonna col bambino tra i santi Giovanni Battista e Andrea gentilmente concessa in prestito dai Musei civici di Treviso, che, seppure appartenente ad una fase più avanzata della sua produzione, offre riscontri puntuali a supporto di tale proposta attributiva.
La mostra è corredata da apparati didattici relativi allintervento di restauro e da un volume di Roberta Battaglia in cui, oltre a dar conto degli aspetti tecnici legati a tale intervento, si ricostruisce la vicenda collezionistica del dipinto, si discute la complessa questione della sua originaria destinazione ecclesiastica, si argomenta la proposta attributiva supportandola con il riesame del piccolo nucleo di opere firmate da Pier Maria Pennacchi, nel tentativo di definire un percorso artistico coerente e unitario.
Lintero progetto, comprensivo del restauro, studio e valorizzazione dellopera antica, costituisce certo un caso esemplare di tutela unita alla valorizzazione, attività fortemente integrate che non possono essere svolte disgiuntamente.
Lopera non era più stata esibita in pubblico dal lontano 1961 quando fu esposta alla mostra mantovana dedicata ad Andrea Mantegna con lipotetica attribuzione a Francesco Bonsignori, pittore veronese di stretta osservanza mantegnesca; lattribuzione a Bonsignori sarebbe poi stata scalzata da quella, prevalente negli studi più recenti, a Girolamo Mocetto.
Lintervento conservativo, condotto da Claudia Vittori e diretto da Roberta Battaglia in qualità di funzionario dellallora Soprintendenza speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda Lagunare, ha reso possibile la comprensione dellassetto originario della pala, e la sua parziale restituzione: nata come grande pala a superficie unica a destinazione ecclesiastica, raffigurante la Madonna con il Bambino in trono tra san Giovanni Battista, santo vescovo, santa Lucia , san Giovanni Evangelista e donatore, la tavola è stata pesantemente trasformata nel corso del Settecento probabilmente a seguito di un grave danno dovuto a cause non precisabili: sezionata in tre pannelli, rimontati a forma di trittico, è stata ricoperta da una spessa ridipintura scura intesa ad occultare le parti figurate risultate frammentarie.
Lintervento ha offerto inoltre le premesse della nuova lettura stilistica dellopera che viene ora riattribuita, sulla base di una puntuale lettura formale delle componenti linguistiche, al pittore trevigiano Pier Maria Pennacchi.
Si è ritenuto che limportanza del recupero conseguito dal restauro e linteresse della proposta attributiva meritassero la presentazione del lavoro entro il percorso della collezione permanente delle Gallerie dellAccademia. Si è scelto di esporre accanto al dipinto di collezione privata unopera firmata da Pennacchi, la Madonna col bambino tra i santi Giovanni Battista e Andrea gentilmente concessa in prestito dai Musei civici di Treviso, che, seppure appartenente ad una fase più avanzata della sua produzione, offre riscontri puntuali a supporto di tale proposta attributiva.
La mostra è corredata da apparati didattici relativi allintervento di restauro e da un volume di Roberta Battaglia in cui, oltre a dar conto degli aspetti tecnici legati a tale intervento, si ricostruisce la vicenda collezionistica del dipinto, si discute la complessa questione della sua originaria destinazione ecclesiastica, si argomenta la proposta attributiva supportandola con il riesame del piccolo nucleo di opere firmate da Pier Maria Pennacchi, nel tentativo di definire un percorso artistico coerente e unitario.
Lintero progetto, comprensivo del restauro, studio e valorizzazione dellopera antica, costituisce certo un caso esemplare di tutela unita alla valorizzazione, attività fortemente integrate che non possono essere svolte disgiuntamente.
12
novembre 2016
Per Pier Maria Pennacchi. Un capolavoro restituito dal restauro
Dal 12 novembre 2016 al 13 gennaio 2017
arte antica
Location
GALLERIE DELL’ACCADEMIA
Venezia, Campo Della Carità, (Venezia)
Venezia, Campo Della Carità, (Venezia)
Vernissage
12 Novembre 2016, ore 11
Autore
Curatore