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Percept / Ethos
Giunto alla quarta mostra personale dedicata alla percezione secondo la retorica aristotelica, Percept / Ethos è la mostra conclusiva di questa serie espositiva internazionale che si svolgerà presso gli spazi della Galleria Weber & Weber, Torino dal 2 novembre al 23 dicembre 2021.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’artista irlandese residente a Bruxelles, Colm Mac Athlaoich, ripercorre le fasi della retorica aristotelica
del percepire inteso come perceptum. L’oggetto della percezione dell’artista riguarda la lettura
dell’oggetto pittorico come elemento figurativo e rappresentativo di un soggetto reale che viene
trasfigurato dall’artista sulla tela. Tale processo astrattivo tipico della pittura di Mac Athlaoich sottende
però tematiche più profonde legate alla percezione dell’opera in sé e a ciò che essa rappresenta e sta a
significare.
L’artista, che da principio ha percorso a ritroso le fasi del percepire partendo dal pathos e passando per il
logos, è ora giunto all’ethos, a quella fase iniziale che stabilisce il ruolo centrale dell’oratore nel disporre
le proprie argomentazioni. Così Mac Athlaoich si pone come un oratore visivo che espone le sue
argomentazioni relative al significato intrinseco delle bandiere. Egli ci pone di fronte alla questione
metaforica e narrativa delle bandiere che con la loro iconicità e immediatezza figurativa ci comunicano dei
messaggi politici e sociali. L’intento dell’artista però non è quello di polemizzare o definire alcun
messaggio politico-sociale, bensì quello di destrutturare le immagini per destabilizzare il messaggio e
svelare i vari livelli comunicativi affinché rimanga sulla tela solo l’essenza delle bandiere come elementi
figurativi deducibili spesso solamente dai titoli.
Attraverso il titolo, e quindi l’uso delle parole associato alle immagini, riscopriamo l’importanza della
parola, o per meglio dire parole secondo il binomio saussuriano della langue e della parole, ovvero la
distinzione fra l’aspetto collettivo e sociale (langue) e il segno linguistico (parole). Inoltre, il titolo
assume il compito di metalinguaggio in quanto ci porta a desumere l’immagine in oggetto che secondo la
stessa etimologia antica della parola ‘immagine’ si intende imitari, ovvero un’imitazione del reale. Ed è
proprio ciò che fa Colm Mac Athlaoich: imitando immagini tratte dal reale – immagini provenienti dal
proprio archivio fotografico o reperite su internet sui social media – scompone il messaggio denotato
della fotografia, l’analogon, per introdurci all’interno di un messaggio connotato dall’osservatore che è qui
chiamato come un lector in fabula ad accogliere e completare cognitivamente l’opera che come “un testo
vuole che qualcuno lo aiuti a funzionare” poiché “è un prodotto la cui sorte interpretativa deve far parte
del proprio meccanismo generativo” (U. Eco, Lector in Fabula, 1979).
Questa nuova serie di opere invita, pertanto, alla cooperazione interpretativa fra l’osservatore e l’artista e
a un meccanismo generativo di senso che cambia continuamente a seconda dell’osservatore e
dell’interpretazione che ne conseguirà. L’artista, come un narratore, dà sfogo alla sua creatività
interpretativa dell’oggetto simbolico ‘bandiera’ lasciando però completa libertà sia interpretativa che
visiva all’osservatore che è invitato attivamente a completare l’opera attraverso la propria sensibilità
emotiva e intellettiva. Ogni stratificazione di colore, forma e senso è arbitraria e ciò dimostra come
l’artista voglia oggettivare e destrutturare la bandiera per guardarne all’essenza e sovvertirne il
significato percettivo ed etico.
del percepire inteso come perceptum. L’oggetto della percezione dell’artista riguarda la lettura
dell’oggetto pittorico come elemento figurativo e rappresentativo di un soggetto reale che viene
trasfigurato dall’artista sulla tela. Tale processo astrattivo tipico della pittura di Mac Athlaoich sottende
però tematiche più profonde legate alla percezione dell’opera in sé e a ciò che essa rappresenta e sta a
significare.
L’artista, che da principio ha percorso a ritroso le fasi del percepire partendo dal pathos e passando per il
logos, è ora giunto all’ethos, a quella fase iniziale che stabilisce il ruolo centrale dell’oratore nel disporre
le proprie argomentazioni. Così Mac Athlaoich si pone come un oratore visivo che espone le sue
argomentazioni relative al significato intrinseco delle bandiere. Egli ci pone di fronte alla questione
metaforica e narrativa delle bandiere che con la loro iconicità e immediatezza figurativa ci comunicano dei
messaggi politici e sociali. L’intento dell’artista però non è quello di polemizzare o definire alcun
messaggio politico-sociale, bensì quello di destrutturare le immagini per destabilizzare il messaggio e
svelare i vari livelli comunicativi affinché rimanga sulla tela solo l’essenza delle bandiere come elementi
figurativi deducibili spesso solamente dai titoli.
Attraverso il titolo, e quindi l’uso delle parole associato alle immagini, riscopriamo l’importanza della
parola, o per meglio dire parole secondo il binomio saussuriano della langue e della parole, ovvero la
distinzione fra l’aspetto collettivo e sociale (langue) e il segno linguistico (parole). Inoltre, il titolo
assume il compito di metalinguaggio in quanto ci porta a desumere l’immagine in oggetto che secondo la
stessa etimologia antica della parola ‘immagine’ si intende imitari, ovvero un’imitazione del reale. Ed è
proprio ciò che fa Colm Mac Athlaoich: imitando immagini tratte dal reale – immagini provenienti dal
proprio archivio fotografico o reperite su internet sui social media – scompone il messaggio denotato
della fotografia, l’analogon, per introdurci all’interno di un messaggio connotato dall’osservatore che è qui
chiamato come un lector in fabula ad accogliere e completare cognitivamente l’opera che come “un testo
vuole che qualcuno lo aiuti a funzionare” poiché “è un prodotto la cui sorte interpretativa deve far parte
del proprio meccanismo generativo” (U. Eco, Lector in Fabula, 1979).
Questa nuova serie di opere invita, pertanto, alla cooperazione interpretativa fra l’osservatore e l’artista e
a un meccanismo generativo di senso che cambia continuamente a seconda dell’osservatore e
dell’interpretazione che ne conseguirà. L’artista, come un narratore, dà sfogo alla sua creatività
interpretativa dell’oggetto simbolico ‘bandiera’ lasciando però completa libertà sia interpretativa che
visiva all’osservatore che è invitato attivamente a completare l’opera attraverso la propria sensibilità
emotiva e intellettiva. Ogni stratificazione di colore, forma e senso è arbitraria e ciò dimostra come
l’artista voglia oggettivare e destrutturare la bandiera per guardarne all’essenza e sovvertirne il
significato percettivo ed etico.
02
novembre 2021
Percept / Ethos
Dal 02 novembre al 23 dicembre 2021
arte contemporanea
Location
WEBER & WEBER ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15:30-19:30
Vernissage
2 Novembre 2021, ore 18:00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
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