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Perché, come è chi, cosa, quando e dove tutto in un colpo
Sei cordialmente invitato ad una mostra in forma di domanda
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sei cordialmente invitato ad una mostra in forma di domanda.
Parte dell’evento sarà una discussione con il filosofo sloveno Mladen Dolar
per introdurre una domanda in relazione alla sua ricerca sulla voce,
sviluppata nel suo ultimo testo intitolato “A Voice and Nothing More” (MIT
Press 2006)
1. Appuntamenti:
2. Note curatoriali:
3. Sulla discussione con Mladen Dolar:
4. Su Mladen Dolar:
5. Su Caso
1. Appuntamenti:
4:00pm apertura della mostra
6:30pm discussione con Mladen Dolar
8:00pm reception
2. Note curatoriali:
Artisti partecipanti:
Lucia Aspesi
Erica Boito
Valentina Bresolin
Nicola Buzzolan
Daria Carmi
Francesca Colussi
Chiara Conte
Mauro Corti
Andrea Fabbro
Jessica Maraga
Anna Marchetto
Eloise Stefania Mavian
Spada Marcello
Susin Mafalda
Andrea Tich
Edoardo Tronchin
Zennaro Ilaria
Una cattiva domanda non merita risposta.
Una buona domanda contiene già in se stessa una traccia della risposta.
Anonimo
Ogni domanda, anche la peggiore, merita risposta.
Paolo de Benedetti
Domandare è indagare?
I pensieri che si costruiscono nella mente umana sono la somma di
informazioni acquisite e rielaborate.
Come si può fare di questo meccanismo un metodo che consenta di procedere
nella costruzione di un pensiero, che generi uno spostamento-avanzamento
verso la creazione di un lavoro?
E’ possibile usare la domanda come metodo? ?
Se mi pongo una domanda devo darle una risposta.
Il frutto nutriente di ciò che viene compreso con la risposta ha al suo
interno, come seme, un’altra nuova domanda che genera la nascita di un altro
nuovo frutto. Grazie a questo processo la domanda di volta in volta
trattata sposta il mio pensiero verso altre possibili soluzioni.
Procedendo per domande ogni volta che cerco di formulare una risposta mi
sposto e avanzo per passi successivi verso la creazione di un pensiero
altro, che può essere tradotto in opera d’arte.
Ogni domanda diviene un momento emblematico per lo sviluppo del lavoro.
C’è una possibilità in questo procedere: confutare ogni elemento del
divenire in corso che rivela in ogni apparente sviluppo un rovesciamento
dialettico degli elementi che genera una nuova domanda, la cui risposta è
sempre e comunque fonte di rivelazione.
“Va inteso fondamentalmente come una sopravvivenza del compreso e quindi la
base di minuscoli elementi costruttivi tagliati con nettezza e precisione”
(W.Benjamin).
Ma non è sufficiente avere domande che aspettano risposte.
L’arte di fare le giuste domande è decisiva.
Occorre riconoscere una domanda giusta rispetto ad un’altra poiché ne
determina lo sviluppo, essere critici verso il processo in corso. Poiché per
quanto possa essere condizionata da quella precedente la risposta è nuova e
chiede un nuovo trattamento, la ricerca modifica sempre e comunque l’oggetto
ricercato.
3. Sulla discussione con Mladen Dolar:
La figura della voce ha assunto nella ricerca di pensatori come Derrida e
Lacan negli anni sessanta un ruolo preminente. Mladen Dolar inizia la sua
indagine chiedendosi semplicemente che cosa sia la voce. Qual è la sua
relazione strutturale con il pensiero? Come è possibile che qualcosa di
apparentemente così semplice
ed evidente possa avere un così ampio raggio di risonanza (master’s voice,
la voce della ragione, la voce del popolo, la voce politica, voce attiva e
passiva, la voce narrante). Ha iniziato la sua esplorazione sottolineando le
due relazioni con la voce convenzionalmente riconosciute: 1 la voce
portatrice di messaggio, significato; 2 la voce come oggetto di ammirazione
estetica. Come questa apparentemente semplice indagine, Dolar apre lo spazio
per una riflessione nella quale la voce agisce come intermediario o figura
di confine, rendendo complessa la semplice opposizione natura-cultura,
personale-sociale, corpo-linguaggio, interno-esterno, zoe-bios. Ciò che
emerge è una terza figura della voce, che non corrisponde né alla voce
significnte, né alla voce come oggetto di apprezzamento estetico. Solamente
prestando ascolto a questo suo terzo aspetto, possiamo cominciare ad
afferrare la relazione intrinseca fra la voce nel pensiero e la voce nella
politica.
4. Su Mladen Dolar:
Mladen Dolar ha insegnato per vent’anni al Dipartimento di Filosofia
all’Università di Ljubljana, Slovenia, dove attualmente lavora come Senior
Research Fellow. E’ autore di diversi libri tra i quali (in collaborazione
con Slavoj Zizek) Opera’s Second Death. Ha scritto diversi testi sulla
figura di Bartleby e MIT ha pubblicato recentemente il suo libro “A voice
and nothing more”.
Link utili:
http://mitpress.mit.edu/books/chapters/0262541874intro1.pdf
5. Su Caso
Questo evento è organizzato in collaborazione con Caso
Caso non è un gruppo né un’organizzazione né una qualsiasi cosa
identificabile, ma coinvolge un collettivo di individui privo di membri
impegnati nel non fare nulla di specifico. Si tratta invece di esplorare le
possibilità del pensiero, del comunicare e dell’inoperosità o il rendere
inoperativi i dispositivi, le istituzioni e le presunzioni-credenze che
costituiscono la base fondante del malessere nella cultura contemporanea e
contribuiscono agli scandali della catastrofe ecologica e socio-politica.
Caso potrà o non potrà disfare alcune cose nel prossimo futuro.
Per maggiori informazioni visitate:
http://caso.perdigiorno.net
qui potete trovare un sito inoperoso, per darvi qualche idea della nostra
modalità di azione.
Scrivete a toon
posta@perdigiorno.net
Parte dell’evento sarà una discussione con il filosofo sloveno Mladen Dolar
per introdurre una domanda in relazione alla sua ricerca sulla voce,
sviluppata nel suo ultimo testo intitolato “A Voice and Nothing More” (MIT
Press 2006)
1. Appuntamenti:
2. Note curatoriali:
3. Sulla discussione con Mladen Dolar:
4. Su Mladen Dolar:
5. Su Caso
1. Appuntamenti:
4:00pm apertura della mostra
6:30pm discussione con Mladen Dolar
8:00pm reception
2. Note curatoriali:
Artisti partecipanti:
Lucia Aspesi
Erica Boito
Valentina Bresolin
Nicola Buzzolan
Daria Carmi
Francesca Colussi
Chiara Conte
Mauro Corti
Andrea Fabbro
Jessica Maraga
Anna Marchetto
Eloise Stefania Mavian
Spada Marcello
Susin Mafalda
Andrea Tich
Edoardo Tronchin
Zennaro Ilaria
Una cattiva domanda non merita risposta.
Una buona domanda contiene già in se stessa una traccia della risposta.
Anonimo
Ogni domanda, anche la peggiore, merita risposta.
Paolo de Benedetti
Domandare è indagare?
I pensieri che si costruiscono nella mente umana sono la somma di
informazioni acquisite e rielaborate.
Come si può fare di questo meccanismo un metodo che consenta di procedere
nella costruzione di un pensiero, che generi uno spostamento-avanzamento
verso la creazione di un lavoro?
E’ possibile usare la domanda come metodo? ?
Se mi pongo una domanda devo darle una risposta.
Il frutto nutriente di ciò che viene compreso con la risposta ha al suo
interno, come seme, un’altra nuova domanda che genera la nascita di un altro
nuovo frutto. Grazie a questo processo la domanda di volta in volta
trattata sposta il mio pensiero verso altre possibili soluzioni.
Procedendo per domande ogni volta che cerco di formulare una risposta mi
sposto e avanzo per passi successivi verso la creazione di un pensiero
altro, che può essere tradotto in opera d’arte.
Ogni domanda diviene un momento emblematico per lo sviluppo del lavoro.
C’è una possibilità in questo procedere: confutare ogni elemento del
divenire in corso che rivela in ogni apparente sviluppo un rovesciamento
dialettico degli elementi che genera una nuova domanda, la cui risposta è
sempre e comunque fonte di rivelazione.
“Va inteso fondamentalmente come una sopravvivenza del compreso e quindi la
base di minuscoli elementi costruttivi tagliati con nettezza e precisione”
(W.Benjamin).
Ma non è sufficiente avere domande che aspettano risposte.
L’arte di fare le giuste domande è decisiva.
Occorre riconoscere una domanda giusta rispetto ad un’altra poiché ne
determina lo sviluppo, essere critici verso il processo in corso. Poiché per
quanto possa essere condizionata da quella precedente la risposta è nuova e
chiede un nuovo trattamento, la ricerca modifica sempre e comunque l’oggetto
ricercato.
3. Sulla discussione con Mladen Dolar:
La figura della voce ha assunto nella ricerca di pensatori come Derrida e
Lacan negli anni sessanta un ruolo preminente. Mladen Dolar inizia la sua
indagine chiedendosi semplicemente che cosa sia la voce. Qual è la sua
relazione strutturale con il pensiero? Come è possibile che qualcosa di
apparentemente così semplice
ed evidente possa avere un così ampio raggio di risonanza (master’s voice,
la voce della ragione, la voce del popolo, la voce politica, voce attiva e
passiva, la voce narrante). Ha iniziato la sua esplorazione sottolineando le
due relazioni con la voce convenzionalmente riconosciute: 1 la voce
portatrice di messaggio, significato; 2 la voce come oggetto di ammirazione
estetica. Come questa apparentemente semplice indagine, Dolar apre lo spazio
per una riflessione nella quale la voce agisce come intermediario o figura
di confine, rendendo complessa la semplice opposizione natura-cultura,
personale-sociale, corpo-linguaggio, interno-esterno, zoe-bios. Ciò che
emerge è una terza figura della voce, che non corrisponde né alla voce
significnte, né alla voce come oggetto di apprezzamento estetico. Solamente
prestando ascolto a questo suo terzo aspetto, possiamo cominciare ad
afferrare la relazione intrinseca fra la voce nel pensiero e la voce nella
politica.
4. Su Mladen Dolar:
Mladen Dolar ha insegnato per vent’anni al Dipartimento di Filosofia
all’Università di Ljubljana, Slovenia, dove attualmente lavora come Senior
Research Fellow. E’ autore di diversi libri tra i quali (in collaborazione
con Slavoj Zizek) Opera’s Second Death. Ha scritto diversi testi sulla
figura di Bartleby e MIT ha pubblicato recentemente il suo libro “A voice
and nothing more”.
Link utili:
http://mitpress.mit.edu/books/chapters/0262541874intro1.pdf
5. Su Caso
Questo evento è organizzato in collaborazione con Caso
Caso non è un gruppo né un’organizzazione né una qualsiasi cosa
identificabile, ma coinvolge un collettivo di individui privo di membri
impegnati nel non fare nulla di specifico. Si tratta invece di esplorare le
possibilità del pensiero, del comunicare e dell’inoperosità o il rendere
inoperativi i dispositivi, le istituzioni e le presunzioni-credenze che
costituiscono la base fondante del malessere nella cultura contemporanea e
contribuiscono agli scandali della catastrofe ecologica e socio-politica.
Caso potrà o non potrà disfare alcune cose nel prossimo futuro.
Per maggiori informazioni visitate:
http://caso.perdigiorno.net
qui potete trovare un sito inoperoso, per darvi qualche idea della nostra
modalità di azione.
Scrivete a toon
posta@perdigiorno.net
11
aprile 2007
Perché, come è chi, cosa, quando e dove tutto in un colpo
Dall'undici aprile all'undici maggio 2007
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA – PALAZZETTO TITO
Venezia, Dorsoduro, 2826, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 2826, (Venezia)
Orario di apertura
dalle ore 10.30 alle ore 17.30; chiuso il lunedì e il martedì
Vernissage
11 Aprile 2007, ore 16
Autore
Curatore