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Percorsi 2005
L’intento programmatico della difficile proposta di Off Art è quello di collocare i singoli percorsi artistici, estetici ed esistenziali delle personalità coinvolte nell’operazione, sul terreno fecondo di un cammino comune
Comunicato stampa
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“Ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo.
Percorsi meravigliosi, strade incerte,
il rischio di camminare, camminare ancora, correre, proseguire, curvare, tornare indietro.
I sentieri migliori sono spesso strade sterrate, tortuose percorribili solo a piedi.
Più i piedi fanno male e più è piacevole il riposo, la pace.
L’equilibrista che cammina su un filo sospeso tra realtà e fantasia, sa esattamente come avanzare con cautela e tranquillità, passo dopo passo. Sa che al di qua e al di là del filo elastico c’è l’abisso, la sconfitta, la follia.
A te che procedi bene, che vieni seguito da altri piedi, che confronti il tuo percorso con altri,
non smetterei mai di osservare il tuo cammino, forse per ritrovare il mio” (G. Moretti).
Percorsi vuole essere la metafora di un cammino. E’ uno spostarsi fisico e mentale, un andare altrove, un mettersi in viaggio “oltre il noto e verso l’ignoto, oltre la propria cultura e al di là di quei confini […] che separano noi dagli altri” (S. Puccini). Abbandonare i luoghi del consueto, dell’abitudine al già conosciuto, per assumere il rischio di esistere, significa mettersi su una strada scomoda e impervia e riconoscerla con forza come l’unica via per essere. “Può accadere di tutto oltre l’abitudine, oltre le solite cose” era solito ripetere Miles Davis ai suoi collaboratori.
L’intento programmatico della difficile proposta di Off Art è quello di collocare i singoli percorsi artistici, estetici ed esistenziali delle personalità coinvolte nell’operazione, sul terreno fecondo di un cammino comune, quello dell’ibridazione, della contaminazione, del confronto aperto, del dialogo costruttivo e dello scambio di idee. Trentaquattro artisti di varia estrazione e provenienza si sono così dati appuntamento nello spazio espositivo di Off Art, luogo tangibile e insieme agorà ideale d’incontro/confronto, per cercare di mettere alla prova un bagaglio esperenziale diversificato scegliendo la forma del dialogo come strumento precipuo di crescita artistica ed umana ad un tempo.
Sul piano dell’analisi speculativa e della ricerca concettuale, la scelta è stata quella di non determinare a priori un oggetto specifico d’indagine che condizionasse o limitasse in modo preordinato la sperimentazione dei singoli e il risultato finale, per privilegiare come momento fondante e decisivo, il prodotto generato dalla sinergia e dall’interazione.
Riconoscere il ruolo centrale dello scambio e della contaminazione reciproca come fonte feconda di valori concettuali ha significato però, assumersi consapevolmente anche il grosso rischio di poter produrre risultati difformi, non univoci o in contrasto con l’idea germinale della rassegna. Il pericolo era quello di generare un prodotto finale formato da materiali meramente giustapposti, una statica sovrapposizione di tecniche e abitudini individuali. Ma così non è stato. Uomini di differente formazione, cultura e provenienza, per il semplice fatto di vivere quest’epoca, immersi nella realtà in divenire, nella vita che si fa storia, non potevano che rappresentare la loro esperienza di uomini del XXI secolo. Le paure, i drammi, i sogni, le speranze, i valori e i punti di riferimento, la società e i rapporti di potere, diventano oggetto privilegiato di riflessione critica, pro getto che si fa segno, indagine in forma rappresentata.
Da queste urgenze, dall’esigenza profonda di trovare risposte all’umano vivere, dalla volontà di fornire un metacommento ai complessi fatti della vita, è nata la convergenza dei temi e dei significati prodotti, al di là dei singolari percorsi formali espressi nelle opere presentate. Sul piano delle idee, dunque, il confronto ha segnato un proficuo cammino comune. Lavorando su tematiche condivise, indagando e riflettendo sulla condizione dell’uomo contemporaneo, sull’impari rapporto tra individuo e comunicazione di massa, sui frammentati modelli e paradigmi che determinano i contraddittori valori che informano le scelte all’interno del contesto sociale, gli artisti riuniti nella rassegna rivendicano un ruolo attivo nella critica ai processi comunicativi dominanti, nella produzione di valori umanistici, riportando al centro della realtà l ’Homo Cogitans, l’uomo in quanto essere pensante, costruttore di vie alternative, motore di storia e creatore di percorsi.
Paolo Fortugno
Percorsi meravigliosi, strade incerte,
il rischio di camminare, camminare ancora, correre, proseguire, curvare, tornare indietro.
I sentieri migliori sono spesso strade sterrate, tortuose percorribili solo a piedi.
Più i piedi fanno male e più è piacevole il riposo, la pace.
L’equilibrista che cammina su un filo sospeso tra realtà e fantasia, sa esattamente come avanzare con cautela e tranquillità, passo dopo passo. Sa che al di qua e al di là del filo elastico c’è l’abisso, la sconfitta, la follia.
A te che procedi bene, che vieni seguito da altri piedi, che confronti il tuo percorso con altri,
non smetterei mai di osservare il tuo cammino, forse per ritrovare il mio” (G. Moretti).
Percorsi vuole essere la metafora di un cammino. E’ uno spostarsi fisico e mentale, un andare altrove, un mettersi in viaggio “oltre il noto e verso l’ignoto, oltre la propria cultura e al di là di quei confini […] che separano noi dagli altri” (S. Puccini). Abbandonare i luoghi del consueto, dell’abitudine al già conosciuto, per assumere il rischio di esistere, significa mettersi su una strada scomoda e impervia e riconoscerla con forza come l’unica via per essere. “Può accadere di tutto oltre l’abitudine, oltre le solite cose” era solito ripetere Miles Davis ai suoi collaboratori.
L’intento programmatico della difficile proposta di Off Art è quello di collocare i singoli percorsi artistici, estetici ed esistenziali delle personalità coinvolte nell’operazione, sul terreno fecondo di un cammino comune, quello dell’ibridazione, della contaminazione, del confronto aperto, del dialogo costruttivo e dello scambio di idee. Trentaquattro artisti di varia estrazione e provenienza si sono così dati appuntamento nello spazio espositivo di Off Art, luogo tangibile e insieme agorà ideale d’incontro/confronto, per cercare di mettere alla prova un bagaglio esperenziale diversificato scegliendo la forma del dialogo come strumento precipuo di crescita artistica ed umana ad un tempo.
Sul piano dell’analisi speculativa e della ricerca concettuale, la scelta è stata quella di non determinare a priori un oggetto specifico d’indagine che condizionasse o limitasse in modo preordinato la sperimentazione dei singoli e il risultato finale, per privilegiare come momento fondante e decisivo, il prodotto generato dalla sinergia e dall’interazione.
Riconoscere il ruolo centrale dello scambio e della contaminazione reciproca come fonte feconda di valori concettuali ha significato però, assumersi consapevolmente anche il grosso rischio di poter produrre risultati difformi, non univoci o in contrasto con l’idea germinale della rassegna. Il pericolo era quello di generare un prodotto finale formato da materiali meramente giustapposti, una statica sovrapposizione di tecniche e abitudini individuali. Ma così non è stato. Uomini di differente formazione, cultura e provenienza, per il semplice fatto di vivere quest’epoca, immersi nella realtà in divenire, nella vita che si fa storia, non potevano che rappresentare la loro esperienza di uomini del XXI secolo. Le paure, i drammi, i sogni, le speranze, i valori e i punti di riferimento, la società e i rapporti di potere, diventano oggetto privilegiato di riflessione critica, pro getto che si fa segno, indagine in forma rappresentata.
Da queste urgenze, dall’esigenza profonda di trovare risposte all’umano vivere, dalla volontà di fornire un metacommento ai complessi fatti della vita, è nata la convergenza dei temi e dei significati prodotti, al di là dei singolari percorsi formali espressi nelle opere presentate. Sul piano delle idee, dunque, il confronto ha segnato un proficuo cammino comune. Lavorando su tematiche condivise, indagando e riflettendo sulla condizione dell’uomo contemporaneo, sull’impari rapporto tra individuo e comunicazione di massa, sui frammentati modelli e paradigmi che determinano i contraddittori valori che informano le scelte all’interno del contesto sociale, gli artisti riuniti nella rassegna rivendicano un ruolo attivo nella critica ai processi comunicativi dominanti, nella produzione di valori umanistici, riportando al centro della realtà l ’Homo Cogitans, l’uomo in quanto essere pensante, costruttore di vie alternative, motore di storia e creatore di percorsi.
Paolo Fortugno
18
giugno 2005
Percorsi 2005
Dal 18 giugno al 02 luglio 2005
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
OFF-ART – OFFICINA DELLE ARTI
Viterbo, Via Bussi, 24, (Viterbo)
Viterbo, Via Bussi, 24, (Viterbo)
Orario di apertura
dal giovedì alla domenica 17-20
Vernissage
18 Giugno 2005, ore 19
Autore
Curatore