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Percorsi
Mostra di scultura
Comunicato stampa
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Motivazioni
Una mostra è un atto di desiderio, uno scritto è la riflessione su quel desiderio.
Per rappresentare l’arte contemporanea abbiamo scelto due strade: una narrativa, quella della mostra e una riflessiva.
Le opere in mostra, in quanto fenomeni significativi di idee e circostanze più vaste, richiedevano infatti l’espressione di annotazioni diverse.
La mostra, attorno a taluni aspetti dell’arte e della cultura, vedono ora la luce come un atto vitale e tangibile legato ad un simbolico traguardo: dare ad un pubblico attento e curioso, la chiave di lettura per entrare nel mondo della scultura contemporanea.
E’ solo un contributo, con precisi punti di riferimento ed il tutto è svelato con attenti appigli iconografici.
Di questi riferimenti, di questi appigli di immagine si è voluta occupare la “Regione Piemonte”, realizzando una serie di eventi che mettono in scena la posizione attuale dell’arte.
L’iniziativa si inquadra nell’ottica della politica di attenzione verso l’arte contemporanea messa in atto dalla Regione Piemonte ed in particolare dalla Direzione Commercio e Artigianato e dal Settore Disciplina e Tutela dell’Artigianato.
Che un filo conduttore leghi ancor oggi le realizzazioni dell’antico artigianato, dell’arte applicata, con le più recenti espressioni del disegno industriale, dell’architettura industrializzata e dell’arte, non deve fare spece, anche se, da molti, la frattura tra il mondo tecnologico d’oggi e il mondo paleotecnico di ieri è considerata netta e irrimediabile.
La mostra
Si tratta dunque di una mosta d’arte e dei suoi modi di esprimersi con opere, sculture, installazioni, che vanno letti come pregetti, appunti, ricordi, riflessioni, percorsi.
Come la mostra “Percorsi” viene reso omaggio ad alcuni artisti piemontesi “eccellenti.
La rassegna si intitola “Percorsi”, perchè all’interno del
panorama contemporaneo d’arte, si muovono vorticosamente forze contrastanti in percorsi che vanno dal passato al presente, dal falso all’autencità, dal kitsch alla cultura, dal machismo al femminismo, dalla fantasia alla realtà,
dalla vita alla morte.
In questi percorsi, a volte gli esseri umani sembrano avere il predominio, a volte gli oggetti prendoni il sopravvento, in una sorta di tito alla fine.
La prima emozione che incontra chi si avvicina alle opere di “Percorsi” è, credo, simile a un’ombra, con certo disturbante.
“Percorsi” è l’emozionante della memoria culturale intorno alla quale si attorcigliano le frasi già a nostra disposizione e la loro eco rimasta, per quanto possibile.
Nella mostra gli artisti si fronteggiano con espressioni differrenti eppure complementari tra loro.
Le loro opere vivono in una situazione compenetrante per cui nessuna preesiste all’altra e si esprimono con uno sguardo sfaccettato alle più diverse minifestazioni legate alla creatività ed alla materia: il tessuto, il vetro e la ceramica.
Gli autori scelti per questa rassegna hanno sicuramente una matrice comune, quella del vivere l’arte come una ragione
di vita, come essenza primaria del loro segno creativo, come evolversi di un mistero sublime che li attanaglia in un percorso di affascinante tensione cosmica.
La mostra rappresenta un compendio della loro espressività.
In mezzo a questo repertorio sparso affiorano le opere di
Valeria Bosco, Soheila Dilfanian, Vera Quaranta e
Pierluigi Novarina con Maria Teresa Sbravati.
Gli autori
In Valeria Bosco l’espressione tessile ha ritrovato modi suoi propri, coniugando forme della propria tradizione con
l’intreccio tra diversi linguaggi, in un equilibrio bilanciato, senza tralasciare i rimandi verso il recupero di un’idea di edonismo puramente gestuale.
Un percorso delineato con forza, con misura, con una progettualità che appartiene al suo essere artista, a quel ritrovare, di volta in volta, la propria identità segreta e, in particolare, di stabilire un determinante rapporto con lo spazio.
Le forme si aprono e si concludono, si immergono nello spazio con una freschezza espressiva che mette in risalto la raffinatezza del modellato, la personalità dell’artista e la sua cifra riconoscibile, la sensibilità lieve della forma volta adefinire, a rinsaladre il volume della raffigurazione che tende all’astrattismo pur partendo dal valore di una realtà trasfigurata e ridefinita con controllata misura.
Con Vera Quaranta l’arte sembra suggerire un atteggiamento, rispettoso dell’intimo rapporto tra i diversi linguaggi
espressivi, con la capacità di leggere i desideri, le aspettative, le inquietudini. L’arte come percorso per alludere ad emozioni ormai sul punto di svanire, dove situazioni epiche tornano ad essere oggetto di riflessione.
In ogni caso, Vera, tende sempre e comunque a una sintesi della forma che appare risolta secondo una linea fluida, armoniosa, elegante.
Una linea che si immette nello spazio senza asprezze, ma caratterizzata da un andante musicale, da una nitida definizione dei volumi, dalla scelta dei materiali che rappresentano l’insostituibile chiave di interpretazione delle sue opere.
Nelle sue sculture si ravvisa un clima di sottile spiritualità, un concretarsi
plastico, un andamento di serena pacatezza, di classica compostezza dello sviluppo e della mobidezza dei volumi.
In Soheila Dilfanian il legame tra oriente e occidente fra donna e donna, fra culture viene tessuto col filo dell’intimità, in una serie di opere che denotano ancora una volta le straordinarie dimensioni del suo intimismo e delle pulsioni spirituali, tracciate con il felice disegno che sa esprimere nei suoi soggetti.
E’ in questo percorso all’interno del vetro si configura all’intervento tecnico e concettuale dell’artista, la tensione con la quale trae dalla massa informe una forma lieve.
E il vetro rappresenta un elemento della sua ricerca mai scontata, ma scondita da una libertà d’esecuzione scevra da fattori meramenti ripetitivi o d’occasione.
Si percepiscce una solennità che, anche nelle forme meno grandi, ha cadenze prive di drammatiticà per consegnare e consegnarci, attraverso i trapassi delicatissimi della luce, e modulazioni della materia divenuta scultura e docimento e testimonianza.
Pierluigi Novarina e Maria Teresa Sbravati riescono a trasmettere allo spettatore che guarda leloro opere le sensazioni derivanti da una visione pittorica di assoluta e peculiare singolarità, con un cronismo virtuosamente
espresso in tonalità di colori di magnifica variabilità, frutto di una eccezionale impostazione stilistica.
Segnali di narrazione che hanno riscontro nell’espressività con cui si dipana il flessuoso articolarsi della materia, in una sistesi plastica e cromatica di raffinato spessore.
Sintesi plastica, quindi e testimonianza di un intervento sulla materia che diviene il mezzo per trasmettere la loro visione della realtà, l’attenzione rivolta al contemporaneo, la vera e indiscutibile possibilità di raggiungere un linguaggio universale mediante il quale comunicare la profondità
del percorso di un’intera esistenza.
Raquel Barriuso Diez
Vittorio Amedeo Sacco
curatori della mostra
Una mostra è un atto di desiderio, uno scritto è la riflessione su quel desiderio.
Per rappresentare l’arte contemporanea abbiamo scelto due strade: una narrativa, quella della mostra e una riflessiva.
Le opere in mostra, in quanto fenomeni significativi di idee e circostanze più vaste, richiedevano infatti l’espressione di annotazioni diverse.
La mostra, attorno a taluni aspetti dell’arte e della cultura, vedono ora la luce come un atto vitale e tangibile legato ad un simbolico traguardo: dare ad un pubblico attento e curioso, la chiave di lettura per entrare nel mondo della scultura contemporanea.
E’ solo un contributo, con precisi punti di riferimento ed il tutto è svelato con attenti appigli iconografici.
Di questi riferimenti, di questi appigli di immagine si è voluta occupare la “Regione Piemonte”, realizzando una serie di eventi che mettono in scena la posizione attuale dell’arte.
L’iniziativa si inquadra nell’ottica della politica di attenzione verso l’arte contemporanea messa in atto dalla Regione Piemonte ed in particolare dalla Direzione Commercio e Artigianato e dal Settore Disciplina e Tutela dell’Artigianato.
Che un filo conduttore leghi ancor oggi le realizzazioni dell’antico artigianato, dell’arte applicata, con le più recenti espressioni del disegno industriale, dell’architettura industrializzata e dell’arte, non deve fare spece, anche se, da molti, la frattura tra il mondo tecnologico d’oggi e il mondo paleotecnico di ieri è considerata netta e irrimediabile.
La mostra
Si tratta dunque di una mosta d’arte e dei suoi modi di esprimersi con opere, sculture, installazioni, che vanno letti come pregetti, appunti, ricordi, riflessioni, percorsi.
Come la mostra “Percorsi” viene reso omaggio ad alcuni artisti piemontesi “eccellenti.
La rassegna si intitola “Percorsi”, perchè all’interno del
panorama contemporaneo d’arte, si muovono vorticosamente forze contrastanti in percorsi che vanno dal passato al presente, dal falso all’autencità, dal kitsch alla cultura, dal machismo al femminismo, dalla fantasia alla realtà,
dalla vita alla morte.
In questi percorsi, a volte gli esseri umani sembrano avere il predominio, a volte gli oggetti prendoni il sopravvento, in una sorta di tito alla fine.
La prima emozione che incontra chi si avvicina alle opere di “Percorsi” è, credo, simile a un’ombra, con certo disturbante.
“Percorsi” è l’emozionante della memoria culturale intorno alla quale si attorcigliano le frasi già a nostra disposizione e la loro eco rimasta, per quanto possibile.
Nella mostra gli artisti si fronteggiano con espressioni differrenti eppure complementari tra loro.
Le loro opere vivono in una situazione compenetrante per cui nessuna preesiste all’altra e si esprimono con uno sguardo sfaccettato alle più diverse minifestazioni legate alla creatività ed alla materia: il tessuto, il vetro e la ceramica.
Gli autori scelti per questa rassegna hanno sicuramente una matrice comune, quella del vivere l’arte come una ragione
di vita, come essenza primaria del loro segno creativo, come evolversi di un mistero sublime che li attanaglia in un percorso di affascinante tensione cosmica.
La mostra rappresenta un compendio della loro espressività.
In mezzo a questo repertorio sparso affiorano le opere di
Valeria Bosco, Soheila Dilfanian, Vera Quaranta e
Pierluigi Novarina con Maria Teresa Sbravati.
Gli autori
In Valeria Bosco l’espressione tessile ha ritrovato modi suoi propri, coniugando forme della propria tradizione con
l’intreccio tra diversi linguaggi, in un equilibrio bilanciato, senza tralasciare i rimandi verso il recupero di un’idea di edonismo puramente gestuale.
Un percorso delineato con forza, con misura, con una progettualità che appartiene al suo essere artista, a quel ritrovare, di volta in volta, la propria identità segreta e, in particolare, di stabilire un determinante rapporto con lo spazio.
Le forme si aprono e si concludono, si immergono nello spazio con una freschezza espressiva che mette in risalto la raffinatezza del modellato, la personalità dell’artista e la sua cifra riconoscibile, la sensibilità lieve della forma volta adefinire, a rinsaladre il volume della raffigurazione che tende all’astrattismo pur partendo dal valore di una realtà trasfigurata e ridefinita con controllata misura.
Con Vera Quaranta l’arte sembra suggerire un atteggiamento, rispettoso dell’intimo rapporto tra i diversi linguaggi
espressivi, con la capacità di leggere i desideri, le aspettative, le inquietudini. L’arte come percorso per alludere ad emozioni ormai sul punto di svanire, dove situazioni epiche tornano ad essere oggetto di riflessione.
In ogni caso, Vera, tende sempre e comunque a una sintesi della forma che appare risolta secondo una linea fluida, armoniosa, elegante.
Una linea che si immette nello spazio senza asprezze, ma caratterizzata da un andante musicale, da una nitida definizione dei volumi, dalla scelta dei materiali che rappresentano l’insostituibile chiave di interpretazione delle sue opere.
Nelle sue sculture si ravvisa un clima di sottile spiritualità, un concretarsi
plastico, un andamento di serena pacatezza, di classica compostezza dello sviluppo e della mobidezza dei volumi.
In Soheila Dilfanian il legame tra oriente e occidente fra donna e donna, fra culture viene tessuto col filo dell’intimità, in una serie di opere che denotano ancora una volta le straordinarie dimensioni del suo intimismo e delle pulsioni spirituali, tracciate con il felice disegno che sa esprimere nei suoi soggetti.
E’ in questo percorso all’interno del vetro si configura all’intervento tecnico e concettuale dell’artista, la tensione con la quale trae dalla massa informe una forma lieve.
E il vetro rappresenta un elemento della sua ricerca mai scontata, ma scondita da una libertà d’esecuzione scevra da fattori meramenti ripetitivi o d’occasione.
Si percepiscce una solennità che, anche nelle forme meno grandi, ha cadenze prive di drammatiticà per consegnare e consegnarci, attraverso i trapassi delicatissimi della luce, e modulazioni della materia divenuta scultura e docimento e testimonianza.
Pierluigi Novarina e Maria Teresa Sbravati riescono a trasmettere allo spettatore che guarda leloro opere le sensazioni derivanti da una visione pittorica di assoluta e peculiare singolarità, con un cronismo virtuosamente
espresso in tonalità di colori di magnifica variabilità, frutto di una eccezionale impostazione stilistica.
Segnali di narrazione che hanno riscontro nell’espressività con cui si dipana il flessuoso articolarsi della materia, in una sistesi plastica e cromatica di raffinato spessore.
Sintesi plastica, quindi e testimonianza di un intervento sulla materia che diviene il mezzo per trasmettere la loro visione della realtà, l’attenzione rivolta al contemporaneo, la vera e indiscutibile possibilità di raggiungere un linguaggio universale mediante il quale comunicare la profondità
del percorso di un’intera esistenza.
Raquel Barriuso Diez
Vittorio Amedeo Sacco
curatori della mostra
20
maggio 2006
Percorsi
Dal 20 maggio al 18 giugno 2006
arte contemporanea
Location
VILLA CASALEGNO
Pianezza, Via Al Borgo, 2, (Torino)
Pianezza, Via Al Borgo, 2, (Torino)
Orario di apertura
sab. e dom. ore 10,30-12,30 15,30 - 19,00
Vernissage
20 Maggio 2006, ore 17
Autore
Curatore