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Percorsi incrociati n. 5 atto II
Percorsi incrociati è un appuntamento che si ripete da più anni. Una manifestazione ideata e prodotta dall’Associazione Studio 71 di Palermo
Comunicato stampa
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E' stato da sempre un modo per mettere a confronto artisti differenti tra loro, la loro storia e il loro percorso artistico. Anche per l’edizione di quest’anno, la quinta, peraltro già esposta nel corso dell’estate presso la Fondazione La Verde La Malfa di San Giovanni La Punta CT e ora a Palermo presso la galleria Studio 71 ha uno sponsor d’eccezione: l’Amaci (Associazione dei Musei d’Arte contemporanea italiani).
Nel corso degli anni, la manifestazione per scelta della direzione artistica ha avuto sempre un motivo diverso nella selezione degli artisti. Sono stati in qualche caso contrapposti autori noti a giovani artisti o pittori a scultori in ogni caso sempre nell’ambito di una realtà italiana di grande qualità indipendentemente dalla regione o dalla latitudine di provenienza.
Questa volta invece si è pensato di riunire otto autori (tutti però operanti nell’area catanese) completamente differenti tra di loro e che raramente hanno condiviso esperienze artistiche. Otto modi di approcciarsi all’arte, otto mondi pittorici differenti (età, esperienza, sesso, tecnica e stile), per confrontarsi, per dare e ricevere sempre nuovi stimoli.
Luciana Anelli, Tano Brancato, M. Rachele Fichera, Dolores Gardassanich, Salvo Russo, Giuseppe Sciacca, Dina Viglianisi, Nicola Zappalà sono artisti da sempre impegnati a sviluppare un proprio personalissimo stile.
Scrive Vinny Scorsone nel suo testo in catalogo (…) “La ricerca di Luciana Anelli privilegia l’aspetto della comunicazione. Infatti spesso interviene utilizzando frammenti di scrittura, numeri e ideogrammi, immagini che appartengono a una pittura certamente colta e raffinata. Nelle sue opere troviamo composizioni e de-costruzioni che evidenziano la costante e mai abbandonata ricerca del segno quale componente essenziale del suo essere artista dalla forte valenza espressiva.
Artista simbolista è invece Tano Brancato che approda nel corso degli anni Cinquanta a un “codice” espressionista legato in particolare alla “Nuova Figurazione”. La sua forte componente di artista “fantastico” lo porterà ad aderire al Gruppo “Narcissus” nel 1981 teorizzato da Giorgio Di Genova. Una parentesi breve durata circa due anni. Seguirà la sua partecipazione alla XI Quadriennale di Roma. Le sue opere sono caratterizzate da un utilizzo del colore preponderante in cui immagini legate al mito disgregano la loro valenza simbolica originaria per acquisirne una nuova.
Tra gli otto artisti di questo percorso, Rachele Fichera è certamente la più incline al disegno e a una sorta di perfezionismo probabilmente dato dall’amore per la chimica. Laureata in questa disciplina, ha scelto per esprimersi la strada dell’altrettanta difficile tecnica dell’incisione. Le sue opere hanno in comune una sorta di malinconica solitudine accentuata maggiormente dall’utilizzo di un dato pattern di colori. Tra le sue opere ci si imbatte spesso in tele di grande formato dove il segno ha sempre carattere preponderante.
Di tutt’altro genere è la cifra stilistica di Dolores Gardassanich. Il suo lavoro di acquerellista arriva immediatamente alla mente senza mediazioni di sorta. Lei, artista croata, affronta la pittura legandola al territorio nel quale lavora (predilige dipingere portali di ville barocche o scogliere e campi della piana catanese) alla ricerca di un tempo passato, di radici nelle quali innestarsi e vivere. La linea delicata e i colori tenui, quasi eterei, ne fanno un’artista rivolta alle “essenze” del quotidiano.
Pittura densa è invece quella di Salvo Russo fatta di atmosfere surreali. Nella sua ricerca, l’artista opera una sintesi estetica di carattere surreale e al tempo stesso citazionistica. Egli comunica attraverso la sua pittura e il senso estetico che ha di essa affondando le sue radici nel surrealismo e nella metafisica. Egli, pur utilizzando immagini e impianti surreali, appartenere indiscutibilmente a questo secolo.
Sempre legata alla corrente onirica, a tratti metafisica, vi è la pittura di Giuseppe Sciacca. Artista particolarmente impegnato nelle diverse discipline artistiche, racchiude nei suoi lavori le tecniche dell’incisione e della scultura dando ai suoi dipinti volumi e tratti inconfondibili. La cultura mediterranea, con i suoi miti e le sue forme, è fortemente presente nelle sue opere. Sulla sua lunga e cospicua attività artistica è stato scritto di tutto e sempre in termini positivi.
Lieve e intensa come la brezza è invece la pittura di Dina Viglianisi. Anche lei, come gli altri artisti presenti in mostra, passa con molta facilità dall’incisione al disegno e alla pittura. Nelle sue opere vi è un uso del colore introspettivo e pacato come se l’artista affrontasse la vita con pudore. I suoi quadri sono un tutt’uno con il mondo. Il colore si perde in velature. Tutto sfuma e si dissolve. L’artista stende sulla bianca tela il pigmento intrappolando qua e là macchie di bianco o di blu scuro dando sapientemente volume e consistenza alla sua pittura.
Ultimo in ordine alfabetico di questo plotone di artisti, Nicola Zappalà si distingue dagli altri perché nel suo mondo artistico è presente l’istallazione. Sicuramente la frequentazione di Francesco Carbone e le esperienze maturate nell’ambito della pop art e dell’assemblaggio hanno fatto sì che in seguito l’artista maturasse un proprio “segno” stilistico. Fonda con altri suoi colleghi il Gruppo “Novorganismo”, il quale opererà a lungo nell’ambito della ricerca creativa dell’arte contemporanea sul territorio. Le sue riflessioni intorno ai principi e al metodo della conoscenza sono fondamentali per tutto ciò che in seguito svilupperà.
Una mostra variegata, quindi, in cui scelte artistiche differenti producono ogni giorno emozioni e racconti intimi e complessi.
Nel corso degli anni, la manifestazione per scelta della direzione artistica ha avuto sempre un motivo diverso nella selezione degli artisti. Sono stati in qualche caso contrapposti autori noti a giovani artisti o pittori a scultori in ogni caso sempre nell’ambito di una realtà italiana di grande qualità indipendentemente dalla regione o dalla latitudine di provenienza.
Questa volta invece si è pensato di riunire otto autori (tutti però operanti nell’area catanese) completamente differenti tra di loro e che raramente hanno condiviso esperienze artistiche. Otto modi di approcciarsi all’arte, otto mondi pittorici differenti (età, esperienza, sesso, tecnica e stile), per confrontarsi, per dare e ricevere sempre nuovi stimoli.
Luciana Anelli, Tano Brancato, M. Rachele Fichera, Dolores Gardassanich, Salvo Russo, Giuseppe Sciacca, Dina Viglianisi, Nicola Zappalà sono artisti da sempre impegnati a sviluppare un proprio personalissimo stile.
Scrive Vinny Scorsone nel suo testo in catalogo (…) “La ricerca di Luciana Anelli privilegia l’aspetto della comunicazione. Infatti spesso interviene utilizzando frammenti di scrittura, numeri e ideogrammi, immagini che appartengono a una pittura certamente colta e raffinata. Nelle sue opere troviamo composizioni e de-costruzioni che evidenziano la costante e mai abbandonata ricerca del segno quale componente essenziale del suo essere artista dalla forte valenza espressiva.
Artista simbolista è invece Tano Brancato che approda nel corso degli anni Cinquanta a un “codice” espressionista legato in particolare alla “Nuova Figurazione”. La sua forte componente di artista “fantastico” lo porterà ad aderire al Gruppo “Narcissus” nel 1981 teorizzato da Giorgio Di Genova. Una parentesi breve durata circa due anni. Seguirà la sua partecipazione alla XI Quadriennale di Roma. Le sue opere sono caratterizzate da un utilizzo del colore preponderante in cui immagini legate al mito disgregano la loro valenza simbolica originaria per acquisirne una nuova.
Tra gli otto artisti di questo percorso, Rachele Fichera è certamente la più incline al disegno e a una sorta di perfezionismo probabilmente dato dall’amore per la chimica. Laureata in questa disciplina, ha scelto per esprimersi la strada dell’altrettanta difficile tecnica dell’incisione. Le sue opere hanno in comune una sorta di malinconica solitudine accentuata maggiormente dall’utilizzo di un dato pattern di colori. Tra le sue opere ci si imbatte spesso in tele di grande formato dove il segno ha sempre carattere preponderante.
Di tutt’altro genere è la cifra stilistica di Dolores Gardassanich. Il suo lavoro di acquerellista arriva immediatamente alla mente senza mediazioni di sorta. Lei, artista croata, affronta la pittura legandola al territorio nel quale lavora (predilige dipingere portali di ville barocche o scogliere e campi della piana catanese) alla ricerca di un tempo passato, di radici nelle quali innestarsi e vivere. La linea delicata e i colori tenui, quasi eterei, ne fanno un’artista rivolta alle “essenze” del quotidiano.
Pittura densa è invece quella di Salvo Russo fatta di atmosfere surreali. Nella sua ricerca, l’artista opera una sintesi estetica di carattere surreale e al tempo stesso citazionistica. Egli comunica attraverso la sua pittura e il senso estetico che ha di essa affondando le sue radici nel surrealismo e nella metafisica. Egli, pur utilizzando immagini e impianti surreali, appartenere indiscutibilmente a questo secolo.
Sempre legata alla corrente onirica, a tratti metafisica, vi è la pittura di Giuseppe Sciacca. Artista particolarmente impegnato nelle diverse discipline artistiche, racchiude nei suoi lavori le tecniche dell’incisione e della scultura dando ai suoi dipinti volumi e tratti inconfondibili. La cultura mediterranea, con i suoi miti e le sue forme, è fortemente presente nelle sue opere. Sulla sua lunga e cospicua attività artistica è stato scritto di tutto e sempre in termini positivi.
Lieve e intensa come la brezza è invece la pittura di Dina Viglianisi. Anche lei, come gli altri artisti presenti in mostra, passa con molta facilità dall’incisione al disegno e alla pittura. Nelle sue opere vi è un uso del colore introspettivo e pacato come se l’artista affrontasse la vita con pudore. I suoi quadri sono un tutt’uno con il mondo. Il colore si perde in velature. Tutto sfuma e si dissolve. L’artista stende sulla bianca tela il pigmento intrappolando qua e là macchie di bianco o di blu scuro dando sapientemente volume e consistenza alla sua pittura.
Ultimo in ordine alfabetico di questo plotone di artisti, Nicola Zappalà si distingue dagli altri perché nel suo mondo artistico è presente l’istallazione. Sicuramente la frequentazione di Francesco Carbone e le esperienze maturate nell’ambito della pop art e dell’assemblaggio hanno fatto sì che in seguito l’artista maturasse un proprio “segno” stilistico. Fonda con altri suoi colleghi il Gruppo “Novorganismo”, il quale opererà a lungo nell’ambito della ricerca creativa dell’arte contemporanea sul territorio. Le sue riflessioni intorno ai principi e al metodo della conoscenza sono fondamentali per tutto ciò che in seguito svilupperà.
Una mostra variegata, quindi, in cui scelte artistiche differenti producono ogni giorno emozioni e racconti intimi e complessi.
25
settembre 2010
Percorsi incrociati n. 5 atto II
Dal 25 settembre al 17 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA STUDIO 71
Palermo, Via Vincenzo Fuxa, 9, (Palermo)
Palermo, Via Vincenzo Fuxa, 9, (Palermo)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 17 - 20
Vernissage
25 Settembre 2010, ore 18.00
Autore