Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Persefone Zubcic – C/Orpo
C/Orpo è la prima personale di Persefone Zubcic a Milano. Persefone Zubcic, artista croata, classe 1982, è stata scoperta giovanissima dal celebre curatore Harald Szeemann, che, quando ha solo vent’anni, la invita a partecipare a due mostre successive nel 2002 e nel 2003.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Conta nel suo curriculum di giovane artista già una doppia partecipazione alla Biennale di Venezia del 2007.
La mostra C/Orpo è prima personale milanese della fotografa che, attraverso 14 scatti in bianco e nero, raccoglie il corpus della sua ricerca più recente.
Per la Zubcic il C/Orpo è oggetto e soggetto dell’obiettivo fotografico, laddove la sua ricerca corre lungo il confine tra l’atteggiamento fotografico e quello performativo. Ispirandosi alla migliore tradizione dell’arte di performance, l’artista afferma di non avere altro modo di conoscere l’umano se non assumendo su se stessa il dramma teatrale dell’esistenza, attraversandolo e confondendosi con esso. L’artista dichiara: fra i corpi di questa natura che mi appartiene io trovo il mio proprio corpo che si distingue da tutti gli altri per una particolarità unica: il corpo che ho non è soltanto un corpo ma è il mio; è il solo corpo di cui dispongo in modo immediato per capire la realtà che mi circonda. Sia quando mette in scena se stessa, sia quando cattura quello altrui, il corpo è grande mistero da indagare, poiché l’essere umano vi si rivela nella sua totalità.
I suoi scatti raccontano innanzitutto la sfera personale dei suoi rapporti intimi, in cui sono inclusi quelli con familiari, ovvero il padre e la madre ed il compagno della madre. Per la Zubcic la fotografia costituisce lo strumento per rovesciare un rapporto di amore e fascinazione, sudditanza e dipendenza, in uno sguardo che brillantemente sovrappone l’intensità partecipativa della figlia all’oggettività lucida dell’artista.
Secondo oggetto della sua pratica artistica sono gli emarginati ed i folli: si tratta di amici che posano come modelli nelle ‘situazioni’ fotografiche che lei costruisce, e nelle quali essi vestono le mentite spoglie di personaggi dell’iconografia cristiana, o sono raffigurati come asceti e pazzi in Cristo. Di fronte ad essi la Zubcic, che è interessata alla deformità quando questa si trasfigura in un’immagine inaspettata, rilegge il dettaglio anatomico alla luce di un’attenzione da anatomo-patologa.
Ed è qui che il sacro si fonde perfettamente con il profano, il bello con il mostruoso, il disperato con il poetico, e le atmosfere si fanno sature, ai limiti della crudeltà. I titoli delle opere, che sono numerati per alludere all’hic et nunc del momento performativo, riprendono altrettanti versetti delle Sacre Scritture, in cui si fa riferimento alla tema resurrezione. E’ questa la chiave di lettura del lavoro della Zubcic: quel corpo macilento ed osceno alla luce dell’obiettivo dell’artista si illumina di sacralità primordiale, e trova una sua via di uscita alla non-speranza di resurrezione.
Persefone Zubcic è nata in Croazia nel 1982.
Personali principali _O(t)kidanje obraza, Galerija Fotokluba, Split, (2010).
Collettive pricincipali_Hero XXI, (a cura di) Harald Szeemann, Lamparna Lae, Labin, Croatia, (2002); Blood and Honey, (a cura di) Harald Szeemann, ESSL Museum, Wien (2003); 13x17, (a cura di) P. Daverio e J. Blancheart, Biennale di Venezia (2007); Faccia Lei, (a cura di) E. Agudio, Spazio Thetis, Arsenale Nuovissimo Biennale di Venezia (2007).
The Studio segue le più recenti proposte dell’arte italiana ed internazionale. Spazio espositivo originariamente concepito per una fruizione privata, attualmente si ispira alla creazione di nuove modalità di comunicazione con il pubblico, più vicine al modello one-to-one e on-demand.
La mostra C/Orpo è prima personale milanese della fotografa che, attraverso 14 scatti in bianco e nero, raccoglie il corpus della sua ricerca più recente.
Per la Zubcic il C/Orpo è oggetto e soggetto dell’obiettivo fotografico, laddove la sua ricerca corre lungo il confine tra l’atteggiamento fotografico e quello performativo. Ispirandosi alla migliore tradizione dell’arte di performance, l’artista afferma di non avere altro modo di conoscere l’umano se non assumendo su se stessa il dramma teatrale dell’esistenza, attraversandolo e confondendosi con esso. L’artista dichiara: fra i corpi di questa natura che mi appartiene io trovo il mio proprio corpo che si distingue da tutti gli altri per una particolarità unica: il corpo che ho non è soltanto un corpo ma è il mio; è il solo corpo di cui dispongo in modo immediato per capire la realtà che mi circonda. Sia quando mette in scena se stessa, sia quando cattura quello altrui, il corpo è grande mistero da indagare, poiché l’essere umano vi si rivela nella sua totalità.
I suoi scatti raccontano innanzitutto la sfera personale dei suoi rapporti intimi, in cui sono inclusi quelli con familiari, ovvero il padre e la madre ed il compagno della madre. Per la Zubcic la fotografia costituisce lo strumento per rovesciare un rapporto di amore e fascinazione, sudditanza e dipendenza, in uno sguardo che brillantemente sovrappone l’intensità partecipativa della figlia all’oggettività lucida dell’artista.
Secondo oggetto della sua pratica artistica sono gli emarginati ed i folli: si tratta di amici che posano come modelli nelle ‘situazioni’ fotografiche che lei costruisce, e nelle quali essi vestono le mentite spoglie di personaggi dell’iconografia cristiana, o sono raffigurati come asceti e pazzi in Cristo. Di fronte ad essi la Zubcic, che è interessata alla deformità quando questa si trasfigura in un’immagine inaspettata, rilegge il dettaglio anatomico alla luce di un’attenzione da anatomo-patologa.
Ed è qui che il sacro si fonde perfettamente con il profano, il bello con il mostruoso, il disperato con il poetico, e le atmosfere si fanno sature, ai limiti della crudeltà. I titoli delle opere, che sono numerati per alludere all’hic et nunc del momento performativo, riprendono altrettanti versetti delle Sacre Scritture, in cui si fa riferimento alla tema resurrezione. E’ questa la chiave di lettura del lavoro della Zubcic: quel corpo macilento ed osceno alla luce dell’obiettivo dell’artista si illumina di sacralità primordiale, e trova una sua via di uscita alla non-speranza di resurrezione.
Persefone Zubcic è nata in Croazia nel 1982.
Personali principali _O(t)kidanje obraza, Galerija Fotokluba, Split, (2010).
Collettive pricincipali_Hero XXI, (a cura di) Harald Szeemann, Lamparna Lae, Labin, Croatia, (2002); Blood and Honey, (a cura di) Harald Szeemann, ESSL Museum, Wien (2003); 13x17, (a cura di) P. Daverio e J. Blancheart, Biennale di Venezia (2007); Faccia Lei, (a cura di) E. Agudio, Spazio Thetis, Arsenale Nuovissimo Biennale di Venezia (2007).
The Studio segue le più recenti proposte dell’arte italiana ed internazionale. Spazio espositivo originariamente concepito per una fruizione privata, attualmente si ispira alla creazione di nuove modalità di comunicazione con il pubblico, più vicine al modello one-to-one e on-demand.
19
maggio 2011
Persefone Zubcic – C/Orpo
Dal 19 maggio al 30 giugno 2011
fotografia
Location
GLENDA CINQUEGRANA ART CONSULTING
Milano, via Luigi Settembrini, 17, (Milano)
Milano, via Luigi Settembrini, 17, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 15,00 alle 19,00. Negli altri orari su appuntamento.
Vernissage
19 Maggio 2011, ore 19,00
Autore
Curatore