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Persistenze sul confine dell’immagine. Ripensando ad Andrea Pazienza
La mostra curata da Massimo Bignardi propone una selezione di opere di artisti contemporanei, il cui denominatore comune sembra scorgersi nell’idea di immagine o, meglio, sul valore che essa assume nella contemporaneità: una scelta di opere provenienti da collezioni private e da istituzioni museali, che intreccia linguaggi diversi, dalla pittura alla fotografia, alla ceramica, agli extra media,alla pittura digitale.
Comunicato stampa
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Giovedì 28 maggio sarà inaugurata al Museo Civico di San Severo, la mostra Persistenze sul confine dell’immagine. Ripensando ad Andrea Pazienza, secondo momento espositivo all’interno del programma “Ad Andrea & C. Fatti e personaggi dal mondo del fumetto” progettato e curato da Teo De Palma e promosso dalla Provincia di Foggia e dal Comune di San Severo in collaborazione con la Cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università di Siena, il Frac-Baronissi e l’Associazione Sorvillo per l’Arte Contemporanea.
La mostra curata da Massimo Bignardi propone una selezione di opere di artisti contemporanei, il cui denominatore comune sembra scorgersi nell’idea di immagine o, meglio, sul valore che essa assume nella contemporaneità: una scelta di opere provenienti da collezioni private e da istituzioni museali, che intreccia linguaggi diversi, dalla pittura alla fotografia, alla ceramica, agli extra media,alla pittura digitale.
In esposizione le opere di: Antonio Ambrosino, Paolo Bini, Paolo Borrelli, Angelo Casciello, Bruno Ceccobelli, Franco Cipriano, Paolo De Santoli, Gerardo Di Fiore, Giuseppe Di Muro, Stefano Di Stasio, Lorenzo Foschi, Omar Galliani, Salvatore Lovaglio, Ruggero Maggi, Maria Mulas, Tommaso Ottieri, Arturo Pagano, Giusy Parisi, Eliana Petrizzi, Piero Pizzi Cannella, Virginio Quarta, Angelomichele Risi, Errico Ruotolo, Sandro Scalia, Giovanni Tesauro.
Momenti, personalità, pratiche e linguaggi diversi tra loro proponendo tangenze e confronti fra generazioni di artisti che hanno scandito gli ultimi quattro decenni: dagli ultimi esiti di Nuova figurazione dei primi anni Settanta alle giovanissime esperienze che operano nella sfera del digitale, passando per le interferenze e le aperture transavanguardiste, per il citazionismo, per la nuova astrazione italiana, intercettando la fotografia come linguaggio non appartato da pratiche immaginifiche.
La mostra è strutturata in tre sezioni: la prima Attraversare i luoghi traduce l’esercizio del viaggio, del suo procedere in un luogo e, al tempo stesso, del pensiero come “movimento dello spirito”, concentrando l’attenzione, spiega Bignardi, sull’ “alveolo della città, l’urbano come viaggio nel sé”. La seconda è posta sotto il titolo La pratica della figura e propone lo specchio, il doppio, il riflesso, dunque, l’immagine come ritratto-autoritratto. In fine La seduzione del mito guarda alle figure che abitano i ‘vivi’ territori degli archetipi.
È un itinerario che appare ben chiaro dalle traiettorie che tracciano le sezioni, rivolte a tessere una trama tra presente e memoria, tra reale e immagine, tra tempo e futuro, poste, ciascuna, su una linea di confine, in pratica, rileva Bignardi, “prima che l’azione silenziosa, discreta ma corrosiva della persistenza, intesa quale processo che afferma e cristallizza, renda l’immagine icona. È un ulteriore omaggio ad un grande disegnatore qual è stato Andrea Pazienza, ad un artefice che ha sobillato e sobilla il nostro tempo, ad un artista che ha concesso alle sue immagini, alle sue figure, di muovere nell’infinito bianco del foglio, di sfuggire al tempo”.
"Quello che mi interessa – con questa frase di Pazienza, Bignardi chiude il catalogo – è comunicare, comunicare in un certo modo. Io sono alla ricerca continua di motivi validi per comunicare qualcosa, per continuare a raccontare favole".
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dalle Edizioni Grenzi di Foggia che, oltre al saggio introduttivo di Bignardi, presenta testi critici di Irene Biolchini, Marcella Ferro e Claudia Gennari, nonché un ampio apparato di illustrazioni delle opere in mostra e profili biografici degli artisti.
La mostra curata da Massimo Bignardi propone una selezione di opere di artisti contemporanei, il cui denominatore comune sembra scorgersi nell’idea di immagine o, meglio, sul valore che essa assume nella contemporaneità: una scelta di opere provenienti da collezioni private e da istituzioni museali, che intreccia linguaggi diversi, dalla pittura alla fotografia, alla ceramica, agli extra media,alla pittura digitale.
In esposizione le opere di: Antonio Ambrosino, Paolo Bini, Paolo Borrelli, Angelo Casciello, Bruno Ceccobelli, Franco Cipriano, Paolo De Santoli, Gerardo Di Fiore, Giuseppe Di Muro, Stefano Di Stasio, Lorenzo Foschi, Omar Galliani, Salvatore Lovaglio, Ruggero Maggi, Maria Mulas, Tommaso Ottieri, Arturo Pagano, Giusy Parisi, Eliana Petrizzi, Piero Pizzi Cannella, Virginio Quarta, Angelomichele Risi, Errico Ruotolo, Sandro Scalia, Giovanni Tesauro.
Momenti, personalità, pratiche e linguaggi diversi tra loro proponendo tangenze e confronti fra generazioni di artisti che hanno scandito gli ultimi quattro decenni: dagli ultimi esiti di Nuova figurazione dei primi anni Settanta alle giovanissime esperienze che operano nella sfera del digitale, passando per le interferenze e le aperture transavanguardiste, per il citazionismo, per la nuova astrazione italiana, intercettando la fotografia come linguaggio non appartato da pratiche immaginifiche.
La mostra è strutturata in tre sezioni: la prima Attraversare i luoghi traduce l’esercizio del viaggio, del suo procedere in un luogo e, al tempo stesso, del pensiero come “movimento dello spirito”, concentrando l’attenzione, spiega Bignardi, sull’ “alveolo della città, l’urbano come viaggio nel sé”. La seconda è posta sotto il titolo La pratica della figura e propone lo specchio, il doppio, il riflesso, dunque, l’immagine come ritratto-autoritratto. In fine La seduzione del mito guarda alle figure che abitano i ‘vivi’ territori degli archetipi.
È un itinerario che appare ben chiaro dalle traiettorie che tracciano le sezioni, rivolte a tessere una trama tra presente e memoria, tra reale e immagine, tra tempo e futuro, poste, ciascuna, su una linea di confine, in pratica, rileva Bignardi, “prima che l’azione silenziosa, discreta ma corrosiva della persistenza, intesa quale processo che afferma e cristallizza, renda l’immagine icona. È un ulteriore omaggio ad un grande disegnatore qual è stato Andrea Pazienza, ad un artefice che ha sobillato e sobilla il nostro tempo, ad un artista che ha concesso alle sue immagini, alle sue figure, di muovere nell’infinito bianco del foglio, di sfuggire al tempo”.
"Quello che mi interessa – con questa frase di Pazienza, Bignardi chiude il catalogo – è comunicare, comunicare in un certo modo. Io sono alla ricerca continua di motivi validi per comunicare qualcosa, per continuare a raccontare favole".
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dalle Edizioni Grenzi di Foggia che, oltre al saggio introduttivo di Bignardi, presenta testi critici di Irene Biolchini, Marcella Ferro e Claudia Gennari, nonché un ampio apparato di illustrazioni delle opere in mostra e profili biografici degli artisti.
28
maggio 2009
Persistenze sul confine dell’immagine. Ripensando ad Andrea Pazienza
Dal 28 maggio al 20 giugno 2009
arte contemporanea
Location
MAT – MUSEO DELL’ALTO TAVOLIERE
San Severo, Piazza San Francesco d'Assisi, 48, (Foggia)
San Severo, Piazza San Francesco d'Assisi, 48, (Foggia)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 9,00/13,30 e 17,00/19,30.
Vernissage
28 Maggio 2009, ore 19,00
Autore
Curatore