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Peter M. Wanjau
Uno degli artisti più rappresentativi dell’arte contemporanea africana arriva a Napoli, dopo aver partecipato alla Terza Biennale di Malindi, con una mostra dal forte connotato sociale
Comunicato stampa
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Uno degli artisti più rappresentativi dell’arte contemporanea africana arriva a Napoli, dopo aver partecipato alla Terza Biennale di Malindi, con una mostra dal forte connotato sociale che sarà visitabile fino al 18 marzo 2011.
Peter M. Wanjau nasce a Sipili, Laipikia (Kenya), nel 1968. Comincia giovanissimo a dipingere e a scolpire e nel 1994 raggiunge la Malindi Artist’s Proof insieme a Richard Onyango, David Ochieng, Cheff Mwai, Abdallah Salim, John Nzau. A partire dal 1996 inizia a realizzare una serie di sculture a forte tematica sociale, che sono consone anche alla sua attività di sindacalista. Fra tutte va ricordata la tavola in legno a forma di bara che reca la scritta “Aids Killing”. Il messaggio è universale: l’Aids, come la circoncisione, la guerra, sono la faccia vera dell’Africa di Wanjau, l’unica che meriti di essere posta sotto gli occhi del mondo. Le sue opere vengono esposte nel 2000 alla grande mostra “Il ritorno dei Maghi” nel Palazzo dei Sette di Orvieto, ma la sua consacrazione come artista internazionale avviene alla Biennale di Venezia del 2001, dove viene invitato a esporre da Harald Szeemann nella ‘Platea dell’Umanità’.
La sua è una pittura secca, spiacevole, senza fronzoli. Una ‘bad painting’ dove la forza sta nel segno duro, impreciso, nei fondi anonimi: una forza dove l’idea poetica sovrasta l’esecuzione. Dipinti estremamente espressivi, carichi di energia, con una durezza esecutiva che va da George Grosz a Clemente.
Peter M. Wanjau nasce a Sipili, Laipikia (Kenya), nel 1968. Comincia giovanissimo a dipingere e a scolpire e nel 1994 raggiunge la Malindi Artist’s Proof insieme a Richard Onyango, David Ochieng, Cheff Mwai, Abdallah Salim, John Nzau. A partire dal 1996 inizia a realizzare una serie di sculture a forte tematica sociale, che sono consone anche alla sua attività di sindacalista. Fra tutte va ricordata la tavola in legno a forma di bara che reca la scritta “Aids Killing”. Il messaggio è universale: l’Aids, come la circoncisione, la guerra, sono la faccia vera dell’Africa di Wanjau, l’unica che meriti di essere posta sotto gli occhi del mondo. Le sue opere vengono esposte nel 2000 alla grande mostra “Il ritorno dei Maghi” nel Palazzo dei Sette di Orvieto, ma la sua consacrazione come artista internazionale avviene alla Biennale di Venezia del 2001, dove viene invitato a esporre da Harald Szeemann nella ‘Platea dell’Umanità’.
La sua è una pittura secca, spiacevole, senza fronzoli. Una ‘bad painting’ dove la forza sta nel segno duro, impreciso, nei fondi anonimi: una forza dove l’idea poetica sovrasta l’esecuzione. Dipinti estremamente espressivi, carichi di energia, con una durezza esecutiva che va da George Grosz a Clemente.
18
febbraio 2011
Peter M. Wanjau
Dal 18 febbraio al 18 marzo 2011
arte contemporanea
Location
FRANCO RICCARDO ARTIVISIVE
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 11-20
Vernissage
18 Febbraio 2011, ore 18
Autore