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Peter Nussbaum – Forme consacrate
L’opera di Peter Nussbaum, sia nella pittura sia nell’installazione riesce a raccontare l’arte e l’architettura Sacra in maniera molto comunicativa. In questa mostra in S. Vittore, le cattedrali prendono spazio e acquisiscono un ruolo che da sempre le contraddistingue
Comunicato stampa
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Nella splendida ed inconsueta cornice dell’ex Chiesa di San Vittore, uno dei tanti esempi di importante tradizione religiosa nei millenni della Diocesi di Vercelli, eretta nel V secolo, nella allora zona cimiteriale poco fuori le mura e purtroppo probabilmente distrutta e ricostruita per ragioni ancora sconosciute a cavallo tra il XIII e XIV secolo e sconsacrata nel 1988, in quanto ormai non più luogo di culto, sapientemente, con grande eleganza e coraggio, l’artista di origine austriaca, Peter Nussbaum, presenta le sue opere nella mostra personale “FORME CONSACRATE”. Nussbaum, con tale mostra, sembra riportare all’interno delle mura di San Vittore un’aurea magica e misteriosa, un calore spento ormai da tempo, quasi una nuova spiritualità, facendo rivivere così un luogo un tempo sacro, grazie alla cultura e alla grande passione ed energia che le sue opere sanno emanare.
Nussbaum dedica la sua vita, la sua espressione e devozione artistica, i suoi studi alla ricerca della luce, generata da forme e colori, ma anche all’analisi dei numeri, dei simboli, delle geometrie in modo così totale e filosofico, da farne il suo stile caratteriale e di esistenza.
Analizza e sperimenta i colori primari, le declinazioni del pantone, trasformando la violenza ed intensità inconfutabile e non mascherabile degli stessi, in nuovi colori eterei dalle sembianze quasi intangibili e divine.
Analizza il significato scientifico ed empirico dei numeri, ben sapendo che gli stessi sono e rimangono prima di tutto immagini.
La sua simbologia, apparentemente nascosta dalla pregevole tecnicità, ancor più in questi ultimi lavori di disegno architettonico e arte miniaturistica, in realtà emerge con forza non appena ci si accinge a leggere la sua Arte.
Dai circuiti numerici delle schede di computer, evidenti testimonianze della nostra epoca ma, al contempo, chiari rimandi a culture maya ed egizie; dagli angeli geometrici ma densi di anima e spiritualità e sculture duecentesche che appaiono come ombre nelle sue opere, sino alle Cattedrali, per lui il passaggio è relativamente breve. Ciò che l’uomo spesso legge intangibile, insignificante e statico, è per lui invece semplicemente una combinazione di numeri ed energie diverse.
In alcune opere di Nussbaum scopriamo un richiamo sapiente ed elegante al naturalismo rinascimentale degli scritti di Paracelso, alla visione dell’Universo come unità, ove ogni singola parte e materia è strettamente correlata, legata da una corrispondenza analogica. Nel macrocosmo si inserisce l’Uomo, il microcosmo, a rappresentare e dimostrare lo stesso tipo di legame e di creazione. L’Astronomia magna ci insegna che il macrocosmo si divide nella sfera astrale e in quella terrestre, che si rispecchiano anche nell’Uomo. La creazione di Dio origina l’universo, massa confusa di materia prima o yliaster, composta da elementi e da tre principi: Zolfo, Mercurio e Sale, elementi derivati dalla tradizione alchemica che riproducono il rapporto tra Corpo, Anima e Spirito. Tale infinita riserva di forze sta alla base di ogni creatura, anche dell’Uomo generato con la stessa struttura elementare.
Il legno è materia. Se lo bruci (se gli dai fuoco), ciò che brucia è Zolfo, il fumo è Mercurio e ciò che diventa cenere è Sale. - Paracelso, libro primo, capitolo secondo.
Alla continua ricerca della sempre più totale consapevolezza della vita e della propria spiritualità strettamente interiore, Nussbaum percorre un cammino di crescita artistica e personale molto profondo ed elevato.
In questa mostra le sue opere hanno un compito ancora più importante, che va oltre il terreno; sembra che per il tramite delle sua Arte, dei suoi pensieri e delle sua mani, il Maestro Architetto abbia un dono superiore di far tornare a respirare sensazioni ormai “addormentate” e sopite, quella spiritualità che l’Uomo ha tolto a un luogo storico di culto, voluto alle porte esterne dell’antica Vercellae a protezione dei suoi abitanti e delle anime non più terrene che riposavano dopo la morte proprio ai piedi di San Vittore. Lungi dall’artista voler essere superiore con coscienza, ma il legame che si è creato in tale spazio ha sopraffatto la sua anima e la ricerca è come stata spiritualmente veicolata da pensieri non cercati ed immaginati al principio di tale percorso di mostra. Come se tutto fosse stato scritto da tempo…
Da qui la spontaneità anche del titolo che, nello scoprire le prime opere realizzate per San Vittore, mi si è formato nella mente: “FORME CONSACRATE”, perché tali mi appaiono singolarmente nella loro forma e, ancor più, in tale contesto di mostra.
Opere pittoriche che rendono omaggio a cattedrali europee, raffigurandone le piante architettoniche, ombre di statue votive, scritti antichi; energie, colori e luci che sembrano elevarsi al cielo, indicando la speranza ai vivi e la strada alle anime; simboli antichi e ancora oggi misteriosi ai più. Ed ecco che le superfici bidimensionali delle pitture di Nussbaum, desiderano raggiungere la terza dimensione; nascono le opere scultoree, totem che derivano dalla proiezione delle pitture, appunto, e che si sviluppano rigorose nei volumi ma sempre eteree nella superficie. Prendono forma le planimetrie di alcune cattedrali: qui la pianta del Duomo di Milano diventa opera scultorea, caratterizzata da due colori primari e simbolici come il celeste ed il rosso e da uno schema molto semplice e magico, al contempo, grazie all’intervento di una superficie specchiante che permette allo spettatore di vedere l’altra parte, l’altro volto della scultura ma, anche, l’immagine riflessa di se stessi… ognuno di noi diventa partecipe dell’opera, per prendere maggiore coscienza di sé e per aiutarci a comprendere che anima e spirito, creano insieme al corpo “l’IO” della vita terrena. Così come “Tutto è Uno”, così l’Uomo è speciale e unico nella sua individualità terrena solo se anima e spirito convivono. La filosofia e la dottrina ci insegnano che la vita va al di là di quella terrena che a ognuno di noi è dato conoscere; l’anima è eterna, leggera e fluttuabile verso il cielo. Ecco che osservando “Ascensione” l’artista ci aiuta a comprendere l’immensità dell’anima, come se per un attimo potessimo provare la sensazione di distaccamento della nostra anima dalla vita terrena, dal nostro corpo. Lasciandoci trasportare dalle emozioni e dalla leggerezza dello spirito, possiamo comprendere che la vita terrena è un momento del nostro percorso; che tutto ciò che è materiale ha un’utilità temporale che in vita ci è utile per avere la sensazione di maggiore radici e che può, talvolta, essere stimolo a nuove ambizioni; ma la vera consapevolezza del nostro IO e del TUTTO si raggiunge solo quando si comprende che così come il corpo va nutrito per crescere ed essere in salute, così il nostro spirito, proprio perché volatile come il mercurio, deve essere tenuto saldamente a noi, stimolandolo con competenza e conoscenza. Il ruolo dell’Arte in quanto forma di cultura, è importantissimo nella nostra quotidianità, vitamina essenziale che dobbiamo estrapolare e immagazzinare nel nostro io per poter star bene con noi stessi e nella collettività.
Nussbaum analizza attentamente il significato delle Cattedrali, intese non solo come luogo sacro, ma anche come spazi di immensa spiritualità ed energia, talmente radicate nelle pietre di cui sono costruite, da mantenerne intatta la forza spirituale nei secoli anche laddove sconsacrate per volere umano, proprio come accadde alla Chiesa di San Vittore, ove si celebra la mostra.
Studiosi di diverse epoche, “operai” di scritti e testimonianze fondamentali nella ricerca sul “segreto” delle Cattedrali e sull’unione tra spirito e lavoro manuale, hanno analizzato tali luoghi di culto. Nicola de Lyre, poeta del XV secolo, scrive: “Il senso letterale insegna i fatti, l’allegoria quello che bisogna credere, la morale quello che bisogna fare, l’anagogia quello verso il quale bisogna tendere”, sintetizzando il metodo impiegato dagli operai, compagni e maestri della massoneria per comprendere, insegnare e costruire le Cattedrali Gotiche.
La Cattedrale ha, infatti, la sua base sulla terra e si innalza verso il cielo; è simbolo vivente e tangibile dell’unità della creazione del Grande Architetto dell’Universo, così come dell’operario muratore che varca la Cattedrale, cammina sulla terra ma, innalzando lo sguardo, vede il cielo stellato dipinto sulla volta della Loggia, simbolo dell’apertura del tempio.
Nussbaum ci ricorda che tutte le Cattedrali gotiche del 1200 sono dedicate a Notre-Dame, alla Vergine, e ci “spiega” con i suoi dipinti, che la dislocazione di questi edifici sacri traccia sulla terra francese il disegno della costellazione della Vergine.
Forse questo il motivo della scelta di erigere nell’allora piccolo borgo duecentesco di Chartres, una delle più importanti e belle Cattedrali di Notre-Dame.
L’arte del nostro “Architetto dello Spirito” ci conduce a studiare meglio la concezione della Cattedrale in senso architettonico: la pianta è sempre a forma di croce. Il braccio orizzontale corrisponde agli equinozi e solstizi, mentre quello verticale corrisponde ai poli estremi in rapporto con l’equatore. Simbolicamente così l’uomo al centro della croce, si trova al centro del mondo e di se stesso, in perfetto equilibrio. Non a caso l’altare maggiore nelle Cattedrali gotiche si trova proprio al centro delle due braccia della croce.
Studiosi dell’architettura gotica hanno scoperto che spesso all’inizio della navata centrale, era posto un labirinto, di cui purtroppo si hanno poche testimonianze e reperti, se non ad Amies (ove però è presente una replica ricostruita in epoca successiva) e, appunto, a Chartres.
In tali labirinti, anticamente definiti “il cammino di Gerusalemme”, era impossibile perdersi, esistendo un unico accesso ed un’unica via percorribile per arrivare al centro, perché la vita iniziatica è una ed una sola, ma sufficiente per arrivare al centro del nostro essere, per trovare equilibrio e per dare un significato alla nostra esistenza.
Così come nella progettazione delle Cattedrali, così nelle opere di Nussbaum, nulla è casuale o studiato per una mera ambizione estetica; tutto ha un significato profondo e una chiave di lettura.
Attraverso la trascrizione delle piante planimetriche e l’inserimento di ombre di opere scultoree, quasi iconografiche o di simboli storici, religiosi, scientifici, la lettura di ogni singola opera è completa per comprendere la corretta interpretazione della Cattedrale raffigurata e arrivare alla consapevolezza che essa trasmette.
Molte sono le testimonianze storiche tradotte in scritti; Nussbaum artista a cavallo tra il 1900 e il nuovo secolo è uno dei pochi contemporanei ad analizzare e raccontare, attraverso la sua Arte pittorica, il passato, i secoli scorsi e quella simbologia oggi troppo spesso sconosciuta ai più.
Fa del suo dono, mezzo di comunicazione quale l’Arte deve e può essere, un richiamo alla storia in modo estremamente dettagliato e profondo seppur non tipicamente figurativo.
Serena Mormino
Curatrice e Critica d'Arte
Curatrice MUSEO DEL PARCO - Centro Internazionale di Scultura all'Aperto - Portofino
Presidente Associazione Culturale AMARTE
Nussbaum dedica la sua vita, la sua espressione e devozione artistica, i suoi studi alla ricerca della luce, generata da forme e colori, ma anche all’analisi dei numeri, dei simboli, delle geometrie in modo così totale e filosofico, da farne il suo stile caratteriale e di esistenza.
Analizza e sperimenta i colori primari, le declinazioni del pantone, trasformando la violenza ed intensità inconfutabile e non mascherabile degli stessi, in nuovi colori eterei dalle sembianze quasi intangibili e divine.
Analizza il significato scientifico ed empirico dei numeri, ben sapendo che gli stessi sono e rimangono prima di tutto immagini.
La sua simbologia, apparentemente nascosta dalla pregevole tecnicità, ancor più in questi ultimi lavori di disegno architettonico e arte miniaturistica, in realtà emerge con forza non appena ci si accinge a leggere la sua Arte.
Dai circuiti numerici delle schede di computer, evidenti testimonianze della nostra epoca ma, al contempo, chiari rimandi a culture maya ed egizie; dagli angeli geometrici ma densi di anima e spiritualità e sculture duecentesche che appaiono come ombre nelle sue opere, sino alle Cattedrali, per lui il passaggio è relativamente breve. Ciò che l’uomo spesso legge intangibile, insignificante e statico, è per lui invece semplicemente una combinazione di numeri ed energie diverse.
In alcune opere di Nussbaum scopriamo un richiamo sapiente ed elegante al naturalismo rinascimentale degli scritti di Paracelso, alla visione dell’Universo come unità, ove ogni singola parte e materia è strettamente correlata, legata da una corrispondenza analogica. Nel macrocosmo si inserisce l’Uomo, il microcosmo, a rappresentare e dimostrare lo stesso tipo di legame e di creazione. L’Astronomia magna ci insegna che il macrocosmo si divide nella sfera astrale e in quella terrestre, che si rispecchiano anche nell’Uomo. La creazione di Dio origina l’universo, massa confusa di materia prima o yliaster, composta da elementi e da tre principi: Zolfo, Mercurio e Sale, elementi derivati dalla tradizione alchemica che riproducono il rapporto tra Corpo, Anima e Spirito. Tale infinita riserva di forze sta alla base di ogni creatura, anche dell’Uomo generato con la stessa struttura elementare.
Il legno è materia. Se lo bruci (se gli dai fuoco), ciò che brucia è Zolfo, il fumo è Mercurio e ciò che diventa cenere è Sale. - Paracelso, libro primo, capitolo secondo.
Alla continua ricerca della sempre più totale consapevolezza della vita e della propria spiritualità strettamente interiore, Nussbaum percorre un cammino di crescita artistica e personale molto profondo ed elevato.
In questa mostra le sue opere hanno un compito ancora più importante, che va oltre il terreno; sembra che per il tramite delle sua Arte, dei suoi pensieri e delle sua mani, il Maestro Architetto abbia un dono superiore di far tornare a respirare sensazioni ormai “addormentate” e sopite, quella spiritualità che l’Uomo ha tolto a un luogo storico di culto, voluto alle porte esterne dell’antica Vercellae a protezione dei suoi abitanti e delle anime non più terrene che riposavano dopo la morte proprio ai piedi di San Vittore. Lungi dall’artista voler essere superiore con coscienza, ma il legame che si è creato in tale spazio ha sopraffatto la sua anima e la ricerca è come stata spiritualmente veicolata da pensieri non cercati ed immaginati al principio di tale percorso di mostra. Come se tutto fosse stato scritto da tempo…
Da qui la spontaneità anche del titolo che, nello scoprire le prime opere realizzate per San Vittore, mi si è formato nella mente: “FORME CONSACRATE”, perché tali mi appaiono singolarmente nella loro forma e, ancor più, in tale contesto di mostra.
Opere pittoriche che rendono omaggio a cattedrali europee, raffigurandone le piante architettoniche, ombre di statue votive, scritti antichi; energie, colori e luci che sembrano elevarsi al cielo, indicando la speranza ai vivi e la strada alle anime; simboli antichi e ancora oggi misteriosi ai più. Ed ecco che le superfici bidimensionali delle pitture di Nussbaum, desiderano raggiungere la terza dimensione; nascono le opere scultoree, totem che derivano dalla proiezione delle pitture, appunto, e che si sviluppano rigorose nei volumi ma sempre eteree nella superficie. Prendono forma le planimetrie di alcune cattedrali: qui la pianta del Duomo di Milano diventa opera scultorea, caratterizzata da due colori primari e simbolici come il celeste ed il rosso e da uno schema molto semplice e magico, al contempo, grazie all’intervento di una superficie specchiante che permette allo spettatore di vedere l’altra parte, l’altro volto della scultura ma, anche, l’immagine riflessa di se stessi… ognuno di noi diventa partecipe dell’opera, per prendere maggiore coscienza di sé e per aiutarci a comprendere che anima e spirito, creano insieme al corpo “l’IO” della vita terrena. Così come “Tutto è Uno”, così l’Uomo è speciale e unico nella sua individualità terrena solo se anima e spirito convivono. La filosofia e la dottrina ci insegnano che la vita va al di là di quella terrena che a ognuno di noi è dato conoscere; l’anima è eterna, leggera e fluttuabile verso il cielo. Ecco che osservando “Ascensione” l’artista ci aiuta a comprendere l’immensità dell’anima, come se per un attimo potessimo provare la sensazione di distaccamento della nostra anima dalla vita terrena, dal nostro corpo. Lasciandoci trasportare dalle emozioni e dalla leggerezza dello spirito, possiamo comprendere che la vita terrena è un momento del nostro percorso; che tutto ciò che è materiale ha un’utilità temporale che in vita ci è utile per avere la sensazione di maggiore radici e che può, talvolta, essere stimolo a nuove ambizioni; ma la vera consapevolezza del nostro IO e del TUTTO si raggiunge solo quando si comprende che così come il corpo va nutrito per crescere ed essere in salute, così il nostro spirito, proprio perché volatile come il mercurio, deve essere tenuto saldamente a noi, stimolandolo con competenza e conoscenza. Il ruolo dell’Arte in quanto forma di cultura, è importantissimo nella nostra quotidianità, vitamina essenziale che dobbiamo estrapolare e immagazzinare nel nostro io per poter star bene con noi stessi e nella collettività.
Nussbaum analizza attentamente il significato delle Cattedrali, intese non solo come luogo sacro, ma anche come spazi di immensa spiritualità ed energia, talmente radicate nelle pietre di cui sono costruite, da mantenerne intatta la forza spirituale nei secoli anche laddove sconsacrate per volere umano, proprio come accadde alla Chiesa di San Vittore, ove si celebra la mostra.
Studiosi di diverse epoche, “operai” di scritti e testimonianze fondamentali nella ricerca sul “segreto” delle Cattedrali e sull’unione tra spirito e lavoro manuale, hanno analizzato tali luoghi di culto. Nicola de Lyre, poeta del XV secolo, scrive: “Il senso letterale insegna i fatti, l’allegoria quello che bisogna credere, la morale quello che bisogna fare, l’anagogia quello verso il quale bisogna tendere”, sintetizzando il metodo impiegato dagli operai, compagni e maestri della massoneria per comprendere, insegnare e costruire le Cattedrali Gotiche.
La Cattedrale ha, infatti, la sua base sulla terra e si innalza verso il cielo; è simbolo vivente e tangibile dell’unità della creazione del Grande Architetto dell’Universo, così come dell’operario muratore che varca la Cattedrale, cammina sulla terra ma, innalzando lo sguardo, vede il cielo stellato dipinto sulla volta della Loggia, simbolo dell’apertura del tempio.
Nussbaum ci ricorda che tutte le Cattedrali gotiche del 1200 sono dedicate a Notre-Dame, alla Vergine, e ci “spiega” con i suoi dipinti, che la dislocazione di questi edifici sacri traccia sulla terra francese il disegno della costellazione della Vergine.
Forse questo il motivo della scelta di erigere nell’allora piccolo borgo duecentesco di Chartres, una delle più importanti e belle Cattedrali di Notre-Dame.
L’arte del nostro “Architetto dello Spirito” ci conduce a studiare meglio la concezione della Cattedrale in senso architettonico: la pianta è sempre a forma di croce. Il braccio orizzontale corrisponde agli equinozi e solstizi, mentre quello verticale corrisponde ai poli estremi in rapporto con l’equatore. Simbolicamente così l’uomo al centro della croce, si trova al centro del mondo e di se stesso, in perfetto equilibrio. Non a caso l’altare maggiore nelle Cattedrali gotiche si trova proprio al centro delle due braccia della croce.
Studiosi dell’architettura gotica hanno scoperto che spesso all’inizio della navata centrale, era posto un labirinto, di cui purtroppo si hanno poche testimonianze e reperti, se non ad Amies (ove però è presente una replica ricostruita in epoca successiva) e, appunto, a Chartres.
In tali labirinti, anticamente definiti “il cammino di Gerusalemme”, era impossibile perdersi, esistendo un unico accesso ed un’unica via percorribile per arrivare al centro, perché la vita iniziatica è una ed una sola, ma sufficiente per arrivare al centro del nostro essere, per trovare equilibrio e per dare un significato alla nostra esistenza.
Così come nella progettazione delle Cattedrali, così nelle opere di Nussbaum, nulla è casuale o studiato per una mera ambizione estetica; tutto ha un significato profondo e una chiave di lettura.
Attraverso la trascrizione delle piante planimetriche e l’inserimento di ombre di opere scultoree, quasi iconografiche o di simboli storici, religiosi, scientifici, la lettura di ogni singola opera è completa per comprendere la corretta interpretazione della Cattedrale raffigurata e arrivare alla consapevolezza che essa trasmette.
Molte sono le testimonianze storiche tradotte in scritti; Nussbaum artista a cavallo tra il 1900 e il nuovo secolo è uno dei pochi contemporanei ad analizzare e raccontare, attraverso la sua Arte pittorica, il passato, i secoli scorsi e quella simbologia oggi troppo spesso sconosciuta ai più.
Fa del suo dono, mezzo di comunicazione quale l’Arte deve e può essere, un richiamo alla storia in modo estremamente dettagliato e profondo seppur non tipicamente figurativo.
Serena Mormino
Curatrice e Critica d'Arte
Curatrice MUSEO DEL PARCO - Centro Internazionale di Scultura all'Aperto - Portofino
Presidente Associazione Culturale AMARTE
28
maggio 2016
Peter Nussbaum – Forme consacrate
Dal 28 maggio al 03 luglio 2016
arte contemporanea
Location
EX CHIESA DI SAN VITTORE
Vercelli, Largo Mario D'azzo, (Vercelli)
Vercelli, Largo Mario D'azzo, (Vercelli)
Orario di apertura
da venerdì a domenica ore 10.00 - 12.30 e 16.00 - 19.00
Vernissage
28 Maggio 2016, ore 18.00
Autore
Curatore