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Peter Sprosty – Una tela d’asfalto
L’esposizione, curata dall’Archivio Giovani Artisti, è costituita da una serie di immagini a colori di grande formato e offre ai visitatori gli esisti della recente ricerca estetica compiuta dall’artista sulla viabilità urbana.
Comunicato stampa
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Sabato 16 ottobre, alle ore 18.00, inaugura presso la Galleria del Teatro, di Via Mameli 4 a Parma, la mostra Peter Sprosty “Una tela d’asfalto”, personale del fotografo statunitense Peter Sprosty, organizzata dall’Archivio Giovani Artisti di Parma e Provincia dell’Assessorato Politiche Culturali e Promozione Iniziative per i giovani - Servizio Eventi e Mostre, in collaborazione con la Fondazione Monte di Parma, all’interno della rassegna “Cittàchecambia”, dedicata al tema urbano come luogo della trasformazione.
L’esposizione, curata dall’Archivio Giovani Artisti, è costituita da una serie di immagini a colori di grande formato e offre ai visitatori gli esisti della recente ricerca estetica compiuta dall’artista sulla viabilità urbana, intesa non come rete stradale dotata di relativa segnaletica, ma come testimonianza sulla strada dei mezzi di trasporto e della vita della città.
Le foto sono l’ingrandimento di un frammento di asfalto urbano, che reca in sé le tracce del passaggio di automobili, come, ad esempio, le impronte lasciate dai pneumatici per una brusca frenata o le macchie d’olio, e i segni dell’invecchiamento, come buchi, solchi, crepe o rigonfiamenti dovuti al calore.
Ogni immagine fotografica è frutto della filosofia che, almeno negli ultimi cinque anni, ispira e caratterizza l’indagine di Sprosty sulla realtà urbana: la casualità. In un mondo ossessionato dal controllo e dalla perfezione, la ricerca dell’autore va nella direzione del caos, dello stato naturale dell’imperfezione, dell’infinita possibilità dell’errore. In sostanza, di una fotografia spontanea, tra Espressionismo e “street photography”, in cui conta l’istinto del momento, non lo studio dell’esposizione più adatta, della giusta prospettiva o della luce migliore. L’obiettivo è abbandonarsi alla ricchezza della sorte, non ingabbiarla in un progetto precostituito.
Inaugurazione al pubblico
sabato 16 ottobre, ore 18.00
“Con la mia vecchia tecnica, ho già realizzato un reportage su Parma e Collecchio. Con una semplicissima macchina di plastica, una Holga costruita in Cina (ma con un curioso nome russo!), che è un vero e proprio oggetto di culto, ho scattato immagini casuali. Lo strumento era pieno di difetti per cui andavo sempre all’avventura: cercavo la sorpresa anche per me stesso, perché non sapevo mai cosa sarebbe saltato fuori da ciò che avevo fotografato… All’inizio, ho provato a fare questo lavoro sulla viabilità urbana, procedendo nello stesso modo, ma poi ho sentito che avevo bisogno di una macchina fotografica professionale. E così ho fatto. Mantenendo, però, lo stesso obiettivo: la casualità della foto. I segni lasciati sull’asfalto dai mezzi di trasporto e dal tempo, sono come graffiti naturali della città contemporanea. Spero che la gente, dopo aver visitato la mostra, cammini guardando anche per terra e scoprendo una bellezza che non ha mai notato prima…Ingrandita, la bellezza di queste tele d’asfalto è sicuramente più ovvia, ma non è un bluff: è assolutamente vera, non è costruita a tavolino, dunque, finta. E’ proprio la viabilità che rimane scritta sulla pelle della città”.
Peter Sprosty
Peter Sprosty è nato a Taunton, Massachusetts (USA), nel 1968. Ha iniziato i suoi studi di fotografia al Wheaton College di Boston all’età di 19 anni. Dopo essersi laureato nel 1992 in “writing/literature” e “studio art”, ha lavorato come fotografo assistente a Boston per tre anni, prima di trasferirsi a New York City. Qui, ha continuato nella fotografia commerciale, seguendo le campagne pubblicitarie di clienti come Levi’s, Coca-Cola, American Express, Visa o MTV. Nel contempo, ha proseguito il suo lavoro personale, dal reportage ai ritratti, dal landscape alla fashion, con un anno di studi sull’autoritratto. E’ in questo momento che emergono i temi prevalenti della sua ricerca: la casualità, la spontaneità, la bellezza imperfetta. Dopo alcune piccole esposizioni a New York e una collettiva a Mexico City come “ritrattista d’avanguardia”, si è trasferito a Parma (Italia) nel 1999. Da allora, ha tenuto numerose mostre collettive e personali. Nel dicembre 2001 ha pubblicato un libro fotografico su Parma e la sua provincia, nel 2002 ha lavorato su “My Immortality Project”, una serie di immagini su destino e sincronicità, e nel 2004 ha realizzato una “Autobiografia di Collecchio”.
L’esposizione, curata dall’Archivio Giovani Artisti, è costituita da una serie di immagini a colori di grande formato e offre ai visitatori gli esisti della recente ricerca estetica compiuta dall’artista sulla viabilità urbana, intesa non come rete stradale dotata di relativa segnaletica, ma come testimonianza sulla strada dei mezzi di trasporto e della vita della città.
Le foto sono l’ingrandimento di un frammento di asfalto urbano, che reca in sé le tracce del passaggio di automobili, come, ad esempio, le impronte lasciate dai pneumatici per una brusca frenata o le macchie d’olio, e i segni dell’invecchiamento, come buchi, solchi, crepe o rigonfiamenti dovuti al calore.
Ogni immagine fotografica è frutto della filosofia che, almeno negli ultimi cinque anni, ispira e caratterizza l’indagine di Sprosty sulla realtà urbana: la casualità. In un mondo ossessionato dal controllo e dalla perfezione, la ricerca dell’autore va nella direzione del caos, dello stato naturale dell’imperfezione, dell’infinita possibilità dell’errore. In sostanza, di una fotografia spontanea, tra Espressionismo e “street photography”, in cui conta l’istinto del momento, non lo studio dell’esposizione più adatta, della giusta prospettiva o della luce migliore. L’obiettivo è abbandonarsi alla ricchezza della sorte, non ingabbiarla in un progetto precostituito.
Inaugurazione al pubblico
sabato 16 ottobre, ore 18.00
“Con la mia vecchia tecnica, ho già realizzato un reportage su Parma e Collecchio. Con una semplicissima macchina di plastica, una Holga costruita in Cina (ma con un curioso nome russo!), che è un vero e proprio oggetto di culto, ho scattato immagini casuali. Lo strumento era pieno di difetti per cui andavo sempre all’avventura: cercavo la sorpresa anche per me stesso, perché non sapevo mai cosa sarebbe saltato fuori da ciò che avevo fotografato… All’inizio, ho provato a fare questo lavoro sulla viabilità urbana, procedendo nello stesso modo, ma poi ho sentito che avevo bisogno di una macchina fotografica professionale. E così ho fatto. Mantenendo, però, lo stesso obiettivo: la casualità della foto. I segni lasciati sull’asfalto dai mezzi di trasporto e dal tempo, sono come graffiti naturali della città contemporanea. Spero che la gente, dopo aver visitato la mostra, cammini guardando anche per terra e scoprendo una bellezza che non ha mai notato prima…Ingrandita, la bellezza di queste tele d’asfalto è sicuramente più ovvia, ma non è un bluff: è assolutamente vera, non è costruita a tavolino, dunque, finta. E’ proprio la viabilità che rimane scritta sulla pelle della città”.
Peter Sprosty
Peter Sprosty è nato a Taunton, Massachusetts (USA), nel 1968. Ha iniziato i suoi studi di fotografia al Wheaton College di Boston all’età di 19 anni. Dopo essersi laureato nel 1992 in “writing/literature” e “studio art”, ha lavorato come fotografo assistente a Boston per tre anni, prima di trasferirsi a New York City. Qui, ha continuato nella fotografia commerciale, seguendo le campagne pubblicitarie di clienti come Levi’s, Coca-Cola, American Express, Visa o MTV. Nel contempo, ha proseguito il suo lavoro personale, dal reportage ai ritratti, dal landscape alla fashion, con un anno di studi sull’autoritratto. E’ in questo momento che emergono i temi prevalenti della sua ricerca: la casualità, la spontaneità, la bellezza imperfetta. Dopo alcune piccole esposizioni a New York e una collettiva a Mexico City come “ritrattista d’avanguardia”, si è trasferito a Parma (Italia) nel 1999. Da allora, ha tenuto numerose mostre collettive e personali. Nel dicembre 2001 ha pubblicato un libro fotografico su Parma e la sua provincia, nel 2002 ha lavorato su “My Immortality Project”, una serie di immagini su destino e sincronicità, e nel 2004 ha realizzato una “Autobiografia di Collecchio”.
16
ottobre 2004
Peter Sprosty – Una tela d’asfalto
Dal 16 ottobre al 12 novembre 2004
fotografia
Location
GALLERIA DEL TEATRO
Parma, Via Goffredo Mameli, 4, (Parma)
Parma, Via Goffredo Mameli, 4, (Parma)
Orario di apertura
10.00-13.00; 16.00-19.00 – chiuso il martedì
Vernissage
16 Ottobre 2004, ore 18.00