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Petra Lindholm
Il lavoro dell’artista finlandese Petra Lindholm è incentrato principalmente sull’utilizzo del mezzo video. I suoi film non hanno una specifica struttura narrativa e sono racconti che si focalizzano sulle delicate sfumature dei colori e delle emozioni rappresentate.
Comunicato stampa
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Il lavoro dell’artista finlandese Petra Lindholm è incentrato principalmente sull’utilizzo del mezzo video. I suoi film non hanno una specifica struttura narrativa e sono racconti che si focalizzano sulle delicate sfumature dei colori e delle emozioni rappresentate. Dimensioni estremamente intime e raffinate che sanno creare atmosfere di tensione e ambientazioni solo apparentemente banali in grado invece di innescare un sottile cortocircuito tra reale e irreale. Le suggestive immagini dei suoi lavori sono inoltre completate da un’importante elemento qual’è la colonna sonora: insieme di suoni e rumori ambientali arricchiti a loro volta dalle musiche e dai testi che l’artista stessa compone ed esegue.
In questa seconda personale alla Galleria Franco Soffiantino, Petra Lindholm amplia gli strumenti attraverso i quali esprimersi, combinando video, fotografia e oggetti in ceramica. Tre differenti modi per raccontare la poetica e delicatissima storia di Ann-Marie e Mr. Obolensky.
“La zia di mio nonno, Ann-Marie, era fidanzata con un russo di nome Sig. Obolenski. Veniva a trovarci e tutte le donne della casa erano divertite dalla sua presenza. In seguito fu costretto a fuggire, non era più voluto in Finlandia quando scoppiò la guerra. Si recò a Parigi, lasciandosi alle spalle Ann-Marie, che non lo vide e non lo sentì mai più.
Lei si ammalò, i suoi polmoni erano deboli e la sua famiglia la ricoverò in una casa di cura.
Le foto esposte nella mostra sono state scattate da un parente circa 100 anni fa, quando Ann-Marie si trovava in questa casa di cura sui monti. Scattò molte fotografie durante il suo soggiorno nelle Alpi, quasi sempre lo stesso panorama grigio e nebbioso.
Questo è quello che scrisse dalla montagna:
Ad un certo punto, prima di raggiungere una vetta, riesco a vedere esattamente quanta strada devo ancora fare, ho un’idea precisa di quanti sforzi devo ancora compiere prima di raggiungere il mio obiettivo.
Poi, quando finalmente raggiungo la vetta, mi sento come sospesa in uno spazio tra la terra e il cielo. Ho raggiunto il mio obiettivo. Ma sono più felice, più in salute?
La montagna mi ha dato pace per un momento, ma subito dopo voglio scendere sull’altro lato, non ho nessuna esperienza di come sia scendere dall’altro fianco della montagna. Tutta la mia concentrazione era incentrata sulla salita. Il lato posteriore della montagna è dove risiedono i veri misteri.
Sogna le montagne, durante le sue tediose giornate nella casa di cura e impara il Tai Chi da un libro che ha trovato, coltivando il desiderio di salire sul Monte Tai Chi.
Pensa a com’era la sua relazione con il Sig. Obolenski
”Qualunque cosa tu voglia,
Qualunque cosa ti piaccia
Non m’importa
Non pensare a me
Io sto bene, non ti preoccupare per me
Qualunque cosa tu preferisca
La prendo come te
Mi sento come te
Se vuoi che io aspetti, aspetterò
Rimarrò qui e aspetterò
Qualunque cosa ti convenga di più
Dimmi cosa vuoi
Io sono felice se lo sei tu
Mi prenderò cura della casa per te”
Petra Lindholm
In questa seconda personale alla Galleria Franco Soffiantino, Petra Lindholm amplia gli strumenti attraverso i quali esprimersi, combinando video, fotografia e oggetti in ceramica. Tre differenti modi per raccontare la poetica e delicatissima storia di Ann-Marie e Mr. Obolensky.
“La zia di mio nonno, Ann-Marie, era fidanzata con un russo di nome Sig. Obolenski. Veniva a trovarci e tutte le donne della casa erano divertite dalla sua presenza. In seguito fu costretto a fuggire, non era più voluto in Finlandia quando scoppiò la guerra. Si recò a Parigi, lasciandosi alle spalle Ann-Marie, che non lo vide e non lo sentì mai più.
Lei si ammalò, i suoi polmoni erano deboli e la sua famiglia la ricoverò in una casa di cura.
Le foto esposte nella mostra sono state scattate da un parente circa 100 anni fa, quando Ann-Marie si trovava in questa casa di cura sui monti. Scattò molte fotografie durante il suo soggiorno nelle Alpi, quasi sempre lo stesso panorama grigio e nebbioso.
Questo è quello che scrisse dalla montagna:
Ad un certo punto, prima di raggiungere una vetta, riesco a vedere esattamente quanta strada devo ancora fare, ho un’idea precisa di quanti sforzi devo ancora compiere prima di raggiungere il mio obiettivo.
Poi, quando finalmente raggiungo la vetta, mi sento come sospesa in uno spazio tra la terra e il cielo. Ho raggiunto il mio obiettivo. Ma sono più felice, più in salute?
La montagna mi ha dato pace per un momento, ma subito dopo voglio scendere sull’altro lato, non ho nessuna esperienza di come sia scendere dall’altro fianco della montagna. Tutta la mia concentrazione era incentrata sulla salita. Il lato posteriore della montagna è dove risiedono i veri misteri.
Sogna le montagne, durante le sue tediose giornate nella casa di cura e impara il Tai Chi da un libro che ha trovato, coltivando il desiderio di salire sul Monte Tai Chi.
Pensa a com’era la sua relazione con il Sig. Obolenski
”Qualunque cosa tu voglia,
Qualunque cosa ti piaccia
Non m’importa
Non pensare a me
Io sto bene, non ti preoccupare per me
Qualunque cosa tu preferisca
La prendo come te
Mi sento come te
Se vuoi che io aspetti, aspetterò
Rimarrò qui e aspetterò
Qualunque cosa ti convenga di più
Dimmi cosa vuoi
Io sono felice se lo sei tu
Mi prenderò cura della casa per te”
Petra Lindholm
14
settembre 2010
Petra Lindholm
Dal 14 settembre al 23 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA FRANCO SOFFIANTINO
Torino, Via Gioachino Rossini, 23, (Torino)
Torino, Via Gioachino Rossini, 23, (Torino)
Orario di apertura
Martedì Mercoledì Venerdì e Sabato dalle 11 alle 19
Giovedì dalle 14 alle 22
Vernissage
14 Settembre 2010, ore 19
Autore