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Philip-Lorca diCorcia
Portando all’estremo le sue convenzioni fino a capovolgerle, Philip-Lorca diCorcia ha creato veri e propri ibridi tra arte e fotografia di moda.
Comunicato stampa
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Contemporaneamente alla mostra Fashioning Fiction in Photography since 1990 , attualmente in corso al MoMA (www.MoMA.org) di New York, la Galleria Monica De Cardenas presenta per la prima volta in Italia una mostra di fotografie di moda di Phlip-Lorca diCorcia.
Scattate originariamente su incarico della rivista americana ³W² tra Cuba, Los Angeles, Bangkok e San Paolo, sono immagini che hanno rivoluzionato e influenzato la fotografia di moda: spesso imitate, mai eguagliate. Portando all¹estremo le sue convenzioni fino a capovolgerle, Philip-Lorca diCorcia ha creato veri e propri ibridi tra arte e fotografia di moda. Sono racconti enigmatici ed essenziali come mitologie moderne che mettono in scena modelle e personaggi reali sullo sfondo di ambienti hollywoodiani.
Nato nel 1951 a Hartford nel Connecticut, Philip-Lorca diCorcia inizia ad interessarsi di fotografia già negli anni Settanta durante gli studi d¹ arte. Nel 1975 si laurea a Boston e nel 1979 ottiene il Master in fotografia all¹Università di Yale. Negli anni Ottanta inizia a fotografare i suoi familiari facendoli posare nell¹ambiente domestico, che viene usato come un set cinematografico. Le posizioni delle persone e degli oggetti vengono stabilite in anticipo e illuminate con un complesso sistema di flash. Lo scenario domestico si trasforma in enigma e diventa il momento topico di una storia drammatica: l¹uomo che apre il frigorifero sembra guardare in faccia alla sua vita, ai suoi fallimenti e desideri.
Nel 1990-92 diCorcia inizia il ciclo di fotografie HUSTLERS sul Sunset Boulevard a Hollywood aventi come soggetti prostituti, sbandati e disoccupati. Il set delle foto è preparato anticipatamente, con luci artificiali e componendo i materiali che trova in anonime stanze di motel o tra i parcheggi dei fast-food nella terra di nessuno. Poi diCorcia va per strada alla ricerca degli uomini che fotograferà, offrendo un compenso per la loro «prestazione ». DiCorcia chiede ad ognuno nome, età, luogo di nascita, ed ogni foto porta quel titolo più il prezzo pagato per il loro tempo. Le immagini sono deliberatamente una finzione composta da elementi reali.
Nel 1993 diCorcia comincia a lavorare per strada in varie città del mondo (New York, Londra, Napoli, Calcutta, Città del Messico) e crea il ciclo STREETWORK. Ritrae i passanti e rinuncia quindi al controllo sui suoi soggetti. Dopo aver scelto un angolo di strada, posiziona il treppiede e costruisce un¹impalcatura dove nasconde i flash che si accendono al momento dello scatto. I pedoni vengono illuminati da queste luci drammatiche e trasformati in attori inconsapevoli, le loro azioni in frammenti di film. Le luci, quella naturale e quella artificiale, danno ai loro gesti una gravità particolare e contribuiscono a creare un¹atmosfera magica.
Per scattare le nuove fotografie del ciclo HEADS (2000) diCorcia aggiunge una luce stroboscopica ed usa il teleobbiettivo. Il risultato sono ritratti incisivi sottratti all¹oscurità delle tenebre; volti, non più panorami; immagini paradossalmente più vicine, più intime. In queste fotografie l¹aria è nera, e non perché sia notte. L¹ora è irrilevante: i prescelti sono illuminati dall¹alto come da fari che isolano gli attori sul palcoscenico. Ignari del teleobbiettivo i passanti sono assorbiti nei loro pensieri, nel proprio mondo. Le immagini sembrano catturare l¹istante tra il sonno e la veglia, tra sogno e realtà.
Le fotografie di diCorcia sono state presentate in mostre personali al MoMa di New York nel 1993, alla Photographer¹s Gallery a Londra nel 1996, al Museo Nacional Reina Sofia di Madrid nel 1998, allo Sprengel Museum di Hannover nel 2000, alla Whitechapel Art Gallery di Londra nel 2003 e al Centre National de la Photograaphie di Parigi nel 2004. Ha esposto inoltre in numerose mostre collettive in tutto il mondo e in importanti gallerie private negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone.
Scattate originariamente su incarico della rivista americana ³W² tra Cuba, Los Angeles, Bangkok e San Paolo, sono immagini che hanno rivoluzionato e influenzato la fotografia di moda: spesso imitate, mai eguagliate. Portando all¹estremo le sue convenzioni fino a capovolgerle, Philip-Lorca diCorcia ha creato veri e propri ibridi tra arte e fotografia di moda. Sono racconti enigmatici ed essenziali come mitologie moderne che mettono in scena modelle e personaggi reali sullo sfondo di ambienti hollywoodiani.
Nato nel 1951 a Hartford nel Connecticut, Philip-Lorca diCorcia inizia ad interessarsi di fotografia già negli anni Settanta durante gli studi d¹ arte. Nel 1975 si laurea a Boston e nel 1979 ottiene il Master in fotografia all¹Università di Yale. Negli anni Ottanta inizia a fotografare i suoi familiari facendoli posare nell¹ambiente domestico, che viene usato come un set cinematografico. Le posizioni delle persone e degli oggetti vengono stabilite in anticipo e illuminate con un complesso sistema di flash. Lo scenario domestico si trasforma in enigma e diventa il momento topico di una storia drammatica: l¹uomo che apre il frigorifero sembra guardare in faccia alla sua vita, ai suoi fallimenti e desideri.
Nel 1990-92 diCorcia inizia il ciclo di fotografie HUSTLERS sul Sunset Boulevard a Hollywood aventi come soggetti prostituti, sbandati e disoccupati. Il set delle foto è preparato anticipatamente, con luci artificiali e componendo i materiali che trova in anonime stanze di motel o tra i parcheggi dei fast-food nella terra di nessuno. Poi diCorcia va per strada alla ricerca degli uomini che fotograferà, offrendo un compenso per la loro «prestazione ». DiCorcia chiede ad ognuno nome, età, luogo di nascita, ed ogni foto porta quel titolo più il prezzo pagato per il loro tempo. Le immagini sono deliberatamente una finzione composta da elementi reali.
Nel 1993 diCorcia comincia a lavorare per strada in varie città del mondo (New York, Londra, Napoli, Calcutta, Città del Messico) e crea il ciclo STREETWORK. Ritrae i passanti e rinuncia quindi al controllo sui suoi soggetti. Dopo aver scelto un angolo di strada, posiziona il treppiede e costruisce un¹impalcatura dove nasconde i flash che si accendono al momento dello scatto. I pedoni vengono illuminati da queste luci drammatiche e trasformati in attori inconsapevoli, le loro azioni in frammenti di film. Le luci, quella naturale e quella artificiale, danno ai loro gesti una gravità particolare e contribuiscono a creare un¹atmosfera magica.
Per scattare le nuove fotografie del ciclo HEADS (2000) diCorcia aggiunge una luce stroboscopica ed usa il teleobbiettivo. Il risultato sono ritratti incisivi sottratti all¹oscurità delle tenebre; volti, non più panorami; immagini paradossalmente più vicine, più intime. In queste fotografie l¹aria è nera, e non perché sia notte. L¹ora è irrilevante: i prescelti sono illuminati dall¹alto come da fari che isolano gli attori sul palcoscenico. Ignari del teleobbiettivo i passanti sono assorbiti nei loro pensieri, nel proprio mondo. Le immagini sembrano catturare l¹istante tra il sonno e la veglia, tra sogno e realtà.
Le fotografie di diCorcia sono state presentate in mostre personali al MoMa di New York nel 1993, alla Photographer¹s Gallery a Londra nel 1996, al Museo Nacional Reina Sofia di Madrid nel 1998, allo Sprengel Museum di Hannover nel 2000, alla Whitechapel Art Gallery di Londra nel 2003 e al Centre National de la Photograaphie di Parigi nel 2004. Ha esposto inoltre in numerose mostre collettive in tutto il mondo e in importanti gallerie private negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone.
27
maggio 2004
Philip-Lorca diCorcia
Dal 27 maggio al 24 luglio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA MONICA DE CARDENAS
Milano, Via Francesco Viganò, 4, (Milano)
Milano, Via Francesco Viganò, 4, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15-19