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Philip Wiegard – Uomini-statua-oggetto
L’artista nella galleria ricostruisce un interno dei primi del Novecento, in cui drappi e carte da parati dell’epoca si alternano a fotografie. Si restituisce così vita a tempi perduti e metafisiche dechirichiane, omaggio e primaria fonte d’ispirazione del progetto di Wiegard.
Comunicato stampa
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In ‘Uomini-statua-oggetto’ l’artista tedesco Philip Wiegard mette in scena, nello spazio romano di Furini Arte Contemporanea, un interno, un’ambientazione intima e privata stile primi del Novecento, dove drappi e carte da parati originali dell’epoca, a cui si sovrappogongono pannelli dipinti che le emulano, si alternano agli ammiccamenti barocchi delle poltrone damascate e alle fotografie incorniciate allineate sulle pareti. L’artista, così, restituisce vita ai tempi perduti fra richiami al mito, alle ricerche prospettiche e metafisiche dechirichiane, ricreando quell’idea di Wunderkammer che proponevano gli antichi àteliers, stanze dove si raccoglievano meraviglie di ogni genere e ogni luogo.
Tutto il contesto è però soggetto ad un meccanismo, per certi aspetti ossessivo, per cui Wiegard si diletta a decostruire e scomporre oggetti comuni come tavoli, sedie, poltrone, armadi e intere composizioni di vecchio arredamento, per riportarli ad una nuova vita. Questa nuova estensione non è piatta e non è tridimensione, ma appunto ri-costruzione prospettica mediante parti di oggetti che vengono usate come linee per restituire proporzioni, profondità e misure. Wiegard utilizza in scultura le leggi ottiche della prospettiva tipiche della pittura, così svuota gli oggetti dei loro volumi, li priva della loro funzione originaria e li rende elementi ibridi, fra oggetto e figura, tali da generare il dubbio della percezione di chi li osserva.
Sempre con lo scopo di ingannare la visione, di deviare quel meccanismo automatico della mente che tende a ricostruire e completare, Philip Wiegard ci propone uno spazio in cui ciò che è dentro è fuori, ciò che sembra vicino è lontano, ciò che appare profondo in realtà è piatto. Così i soggetti che appaiono nelle fotografie appese alle pareti, scattate con un’antica fotocamera a grande formato, sono anche fuori dall’immagine: le composizioni-statue, le carte da parati e i drappi fanno parte così della stessa sede espositiva.
Si crea quindi un incanto della visione, per il quale Wiegard ha tratto spunto durante la recente visita alla Casa-Museo di Giorgio de Chirico in piazza di Spagna a Roma, dove ha scattato foto di ambienti che ha ricreato seguendo la sua personale interpretazione e lasciandosi ispirare da questi spazi pieni di orpelli, ma vuoti di vita e della loro destinazione d’uso, dunque in continua contraddizione.
Così ‘Uomini’ sta a significare la sublimazione di una mascolinità mitica e la sua immortalità per mezzo dell’ambiente che ne ricorda la vita, seppur bloccata in un istante. ‘Statua’ è la qualità scultorea, come la definisce Wiegard, la bellezza fissata e immobile. ‘Oggetto’ rappresenta il feticismo, l’ossessione maniacale per le cose che identificano uno status. Tutto questo si traduce in una provocatoria glorificazione: ‘nulla sine tragoedia gloria’ (Giorgio De Chirico), una drammatizzazione di ciò che vive pur senza vita, una presenza-assenza, un inganno perpetuo, una figura che ha valore solo grazie al suo contesto.
Biografia
Philip Wiegard è nato nel 1977 a Schwetzingen (Germania). Dal 1998 vive e lavora a Berlino. Nel 2003 ha conseguito un Master presso l’Università di Berlino.
Nel 2007 ha vinto una borsa di studio concessa dal Senatsverwaltung für Wissenschaft, Forschung und Kultur presso la Cité Internationale des Arts di Parigi.
Ha esposto i suoi lavori principalmente in Germania e Svizzera. Tra le mostre personali più rilevanti si annoverano Relativ unscharf presso il Forum Vebikus di Schaffhausen in Svizzera nel 2006, Ghost of chance, Freymont-Guth & Co. di Zurigo nel 2009. Nel 2005 l’artista ha esposto alla mostra Augenblick! (Kunstverein Graz, Regensburg) e a Drücken, presso la berlinese galleria Laura Mars Grp
Tutto il contesto è però soggetto ad un meccanismo, per certi aspetti ossessivo, per cui Wiegard si diletta a decostruire e scomporre oggetti comuni come tavoli, sedie, poltrone, armadi e intere composizioni di vecchio arredamento, per riportarli ad una nuova vita. Questa nuova estensione non è piatta e non è tridimensione, ma appunto ri-costruzione prospettica mediante parti di oggetti che vengono usate come linee per restituire proporzioni, profondità e misure. Wiegard utilizza in scultura le leggi ottiche della prospettiva tipiche della pittura, così svuota gli oggetti dei loro volumi, li priva della loro funzione originaria e li rende elementi ibridi, fra oggetto e figura, tali da generare il dubbio della percezione di chi li osserva.
Sempre con lo scopo di ingannare la visione, di deviare quel meccanismo automatico della mente che tende a ricostruire e completare, Philip Wiegard ci propone uno spazio in cui ciò che è dentro è fuori, ciò che sembra vicino è lontano, ciò che appare profondo in realtà è piatto. Così i soggetti che appaiono nelle fotografie appese alle pareti, scattate con un’antica fotocamera a grande formato, sono anche fuori dall’immagine: le composizioni-statue, le carte da parati e i drappi fanno parte così della stessa sede espositiva.
Si crea quindi un incanto della visione, per il quale Wiegard ha tratto spunto durante la recente visita alla Casa-Museo di Giorgio de Chirico in piazza di Spagna a Roma, dove ha scattato foto di ambienti che ha ricreato seguendo la sua personale interpretazione e lasciandosi ispirare da questi spazi pieni di orpelli, ma vuoti di vita e della loro destinazione d’uso, dunque in continua contraddizione.
Così ‘Uomini’ sta a significare la sublimazione di una mascolinità mitica e la sua immortalità per mezzo dell’ambiente che ne ricorda la vita, seppur bloccata in un istante. ‘Statua’ è la qualità scultorea, come la definisce Wiegard, la bellezza fissata e immobile. ‘Oggetto’ rappresenta il feticismo, l’ossessione maniacale per le cose che identificano uno status. Tutto questo si traduce in una provocatoria glorificazione: ‘nulla sine tragoedia gloria’ (Giorgio De Chirico), una drammatizzazione di ciò che vive pur senza vita, una presenza-assenza, un inganno perpetuo, una figura che ha valore solo grazie al suo contesto.
Biografia
Philip Wiegard è nato nel 1977 a Schwetzingen (Germania). Dal 1998 vive e lavora a Berlino. Nel 2003 ha conseguito un Master presso l’Università di Berlino.
Nel 2007 ha vinto una borsa di studio concessa dal Senatsverwaltung für Wissenschaft, Forschung und Kultur presso la Cité Internationale des Arts di Parigi.
Ha esposto i suoi lavori principalmente in Germania e Svizzera. Tra le mostre personali più rilevanti si annoverano Relativ unscharf presso il Forum Vebikus di Schaffhausen in Svizzera nel 2006, Ghost of chance, Freymont-Guth & Co. di Zurigo nel 2009. Nel 2005 l’artista ha esposto alla mostra Augenblick! (Kunstverein Graz, Regensburg) e a Drücken, presso la berlinese galleria Laura Mars Grp
10
aprile 2010
Philip Wiegard – Uomini-statua-oggetto
Dal 10 aprile al 05 giugno 2010
arte contemporanea
Location
FURINI ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Giulia, 8, (Roma)
Roma, Via Giulia, 8, (Roma)
Orario di apertura
da mercoledi a venerdi 13-19
sabato 15-19
Vernissage
10 Aprile 2010, ore 18.30
Autore