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Phillip Allen – Deepdrippings
Deepdrippings è la prima personale in Italia di Phillip Allen che si terrà negli spazi della galleria in via Cola Montano 40 a Milano. L’esposizione presenta una selezione di dipinti che rappresentano la più recente evoluzione nella poetica dell’artista.
Comunicato stampa
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Luca Tommasi è lieto di annunciare Deepdrippings, prima personale in Italia di Phillip Allen che si terrà negli spazi di via Cola Montano 40 a Milano. L'esposizione presenta una selezione di dipinti che rappresentano la più recente evoluzione nella poetica dell'artista.
Pur portando il linguaggio della pittura ai suoi limiti estremi, alterandone i presupposti di base per avvicinarlo al punto di rottura, lo stile di Phillip Allen rimane "costruttivo". Il dipinto sussiste nella sua materialità, diventando un vero e proprio oggetto, un quadro-scultura. Le convenzioni e le aspettative del visitatore, però, sono sistematicamente disattese: i rapporti tra cornice e dipinto si ridistribuiscono, l'idea di sfondo viene annullata dalla saturazione, margini e centro si confondono in una distribuzione "egualitaria" dello spazio. "Mi piace l'idea di dissolvere me stesso nel processo pittorico", dichiara Allen.
Nei lavori immediatamente precedenti, la distribuzione dei colori e delle forme suggeriva retropensieri figurativi: paesaggi, vegetazione, trattamento dell'immagine di derivazione paradossalmente postimpressionista... Nei dipinti qui presentati ciò si dissolve ancor più che in passato nell'autonomia del colore e del segno. Allen rinuncia all'utilizzo di un vero e proprio "motivo", i pattern diventano ancora più aleatori che in passato. La materia sembra autoriprodursi per invadere ogni spazio disponibile. In fondo, i dipinti di Allen funzionano simbolicamente come schermi: la linearità dell'immagine "trasmessa" è definitivamente interrotta e congelata. Ma proprio questa saturazione dà vita a un nuovo linguaggio immaginifico, tattile e sensoriale.
Un riferimento fondamentale per l'artista nell'elaborazione della sua poetica è in effetti il concetto di "spazio acustico" elaborato da Marshall McLuhan per descrivere il funzionamento dei mezzi di comunicazione di massa - non solo quelli che utilizzano l'audio ma anche quelli che ricorrono all'immagine e alla parola scritta. Nello "spazio acustico" tutti i sensi sono sollecitati contemporaneamente, senza consentire una fruizione analitica del messaggio.
Phillip Allen è nato a Londra nel 1967, dove vive tuttora. Dopo studi alla Kingston University e al Royal college of art, giunge alla sua prima personale a Londra nel 1999 con la galleria The Approach, alla quale fanno seguito una ventina di altre personali e numerose collettive. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche, come quella della Tate e del British Council. All'attività artistica affianca quella curatoriale e l'insegnamento.
La mostra resterà aperta con i seguenti orari: martedì - sabato ore 15 – 19 e su appuntamento. Per Info e materiale iconografico: luca@lucatommasi.it. Tel. 335 242433
Pur portando il linguaggio della pittura ai suoi limiti estremi, alterandone i presupposti di base per avvicinarlo al punto di rottura, lo stile di Phillip Allen rimane "costruttivo". Il dipinto sussiste nella sua materialità, diventando un vero e proprio oggetto, un quadro-scultura. Le convenzioni e le aspettative del visitatore, però, sono sistematicamente disattese: i rapporti tra cornice e dipinto si ridistribuiscono, l'idea di sfondo viene annullata dalla saturazione, margini e centro si confondono in una distribuzione "egualitaria" dello spazio. "Mi piace l'idea di dissolvere me stesso nel processo pittorico", dichiara Allen.
Nei lavori immediatamente precedenti, la distribuzione dei colori e delle forme suggeriva retropensieri figurativi: paesaggi, vegetazione, trattamento dell'immagine di derivazione paradossalmente postimpressionista... Nei dipinti qui presentati ciò si dissolve ancor più che in passato nell'autonomia del colore e del segno. Allen rinuncia all'utilizzo di un vero e proprio "motivo", i pattern diventano ancora più aleatori che in passato. La materia sembra autoriprodursi per invadere ogni spazio disponibile. In fondo, i dipinti di Allen funzionano simbolicamente come schermi: la linearità dell'immagine "trasmessa" è definitivamente interrotta e congelata. Ma proprio questa saturazione dà vita a un nuovo linguaggio immaginifico, tattile e sensoriale.
Un riferimento fondamentale per l'artista nell'elaborazione della sua poetica è in effetti il concetto di "spazio acustico" elaborato da Marshall McLuhan per descrivere il funzionamento dei mezzi di comunicazione di massa - non solo quelli che utilizzano l'audio ma anche quelli che ricorrono all'immagine e alla parola scritta. Nello "spazio acustico" tutti i sensi sono sollecitati contemporaneamente, senza consentire una fruizione analitica del messaggio.
Phillip Allen è nato a Londra nel 1967, dove vive tuttora. Dopo studi alla Kingston University e al Royal college of art, giunge alla sua prima personale a Londra nel 1999 con la galleria The Approach, alla quale fanno seguito una ventina di altre personali e numerose collettive. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche, come quella della Tate e del British Council. All'attività artistica affianca quella curatoriale e l'insegnamento.
La mostra resterà aperta con i seguenti orari: martedì - sabato ore 15 – 19 e su appuntamento. Per Info e materiale iconografico: luca@lucatommasi.it. Tel. 335 242433
13
febbraio 2019
Phillip Allen – Deepdrippings
Dal 13 febbraio al 30 marzo 2019
arte contemporanea
Location
LUCA TOMMASI ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Cola Montano, 40, (Milano)
Milano, Via Cola Montano, 40, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15-19
Vernissage
13 Febbraio 2019, ore 18,30
Autore
Curatore