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Phobia Action
un’operazione di Armando Lulaj con Eugert Hykaj e Pleurad Xhafa
Comunicato stampa
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Quali sono le nuove forme di controllo e diffusione, definibili in termini di moltitudine, del potere e del dissenso? Armando Lulaj, Eugert Hykaj e Pleurad Xhafa riflettono sulla città, sulle zone d'attesa, i campi eventuali: attraverso operazioni public di impronta capillare si insinuano nei terrori di confine dritti ai nodi di significato conflittuali, problematici: le nostre phobie.
Quali sono le tue paure collettive e individuali? quali sono le paure di una società sempre più multiculturalizzata? le armi, la xenofobia, le Istituzioni per il controllo, i profili dei Paesi che vivono situazioni a rischio, le religioni, i radicalismi di una società in perenne contraddizione.
Un grande banner verrà affisso, dai tre artisti albanesi giovedì 27 aprile in Piazzale Camillo Baldi a Bologna, confuso nei nostri attraversamenti quotidiani. Gli spazi della globalizzazione e le sue reazioni, i luoghi della diversità. Se l’arte pubblica spesso si avvale del consenso delle Istituzioni, Phobia Action invece è un operazione abusiva che segue piuttosto il concetto foucaltiano di eterotopia. Un’azione pluricentrica, antagonista, insieme ai tanti volantini già disseminati in giro per la città, ai poster con affissioni pubbliche, illegali, illecite. E senza permessi di nessun tipo Armando Lulaj, Eugert Hykaj e Pleurad Xhafa ricoprono a cadenza regolare i muri di Bologna, con una sistematicità che va avanti da un paio d’anni e, camuffandosi tra i tanti annunci che proliferano incontrollati, si sono impossessati di una zona di tensione dentro la realtà.
L’operazione Phobia è un progetto del Debatik Center – centro di arte contemporanea e spazio di azioni e dibattito fondato, nel 2003 da Armando Lulaj, per discutere di problemi in transito attraverso reti orizzontali di rapporti. Con lo stesso nome venivano indicati i giovani comunisti che agivano negli spazi del Centro. Debatik è anche un film neorealista albanese sulla resistenza e l’organizzazione antifascista. Attualmente ha base a Tirana ma lavora nella rete: soprattutto attraverso la produzione di poster che escono ogni tre mesi come “zone temporaneamente autonome”, temporanee per non essere distrutte o normalizzate. Occupare degli spazi, anche virtuali, di coscienza, o pezzi di territorio approfittando dell’impossibilità delle Istituzioni di controllare tutto. Ma nel momento in cui si accorgono dell’occupazione, questa cessa per riformarsi da un’altra parte. L’operazione Phobia nasce da diversi test sulla società per criticarla insinuandosi dall’interno, come progetto del Debatikcenter produce sistematicamente questi poster - nelle azioni precedenti sono già stati diffusi e affissi quelli con indicati i numeri di telefono della Questura e del Quirinale, le carte geografiche di paesi extra comunitari, il manifesto con il leader spirituale di Hamas, Yassin fino a quest’ultima grande stampa in PVC, un “oggetto di design, nel senso che la società di massa ha disegnato”.
Poster che ogni volta affrontano tematiche diverse di identità antagonista, provocano, irritano, confondono con posizioni non allineate, fanno discutere perché non omologate, adottano strategie di controllo sociale che passano attraverso l’immagine, il suo potere subliminale, l’efficacia simbolica: una zona libera, di radicale alteritàzona libera, di radicale altrette o normalizzateogna. (Elvira Vannini)
Quali sono le tue paure collettive e individuali? quali sono le paure di una società sempre più multiculturalizzata? le armi, la xenofobia, le Istituzioni per il controllo, i profili dei Paesi che vivono situazioni a rischio, le religioni, i radicalismi di una società in perenne contraddizione.
Un grande banner verrà affisso, dai tre artisti albanesi giovedì 27 aprile in Piazzale Camillo Baldi a Bologna, confuso nei nostri attraversamenti quotidiani. Gli spazi della globalizzazione e le sue reazioni, i luoghi della diversità. Se l’arte pubblica spesso si avvale del consenso delle Istituzioni, Phobia Action invece è un operazione abusiva che segue piuttosto il concetto foucaltiano di eterotopia. Un’azione pluricentrica, antagonista, insieme ai tanti volantini già disseminati in giro per la città, ai poster con affissioni pubbliche, illegali, illecite. E senza permessi di nessun tipo Armando Lulaj, Eugert Hykaj e Pleurad Xhafa ricoprono a cadenza regolare i muri di Bologna, con una sistematicità che va avanti da un paio d’anni e, camuffandosi tra i tanti annunci che proliferano incontrollati, si sono impossessati di una zona di tensione dentro la realtà.
L’operazione Phobia è un progetto del Debatik Center – centro di arte contemporanea e spazio di azioni e dibattito fondato, nel 2003 da Armando Lulaj, per discutere di problemi in transito attraverso reti orizzontali di rapporti. Con lo stesso nome venivano indicati i giovani comunisti che agivano negli spazi del Centro. Debatik è anche un film neorealista albanese sulla resistenza e l’organizzazione antifascista. Attualmente ha base a Tirana ma lavora nella rete: soprattutto attraverso la produzione di poster che escono ogni tre mesi come “zone temporaneamente autonome”, temporanee per non essere distrutte o normalizzate. Occupare degli spazi, anche virtuali, di coscienza, o pezzi di territorio approfittando dell’impossibilità delle Istituzioni di controllare tutto. Ma nel momento in cui si accorgono dell’occupazione, questa cessa per riformarsi da un’altra parte. L’operazione Phobia nasce da diversi test sulla società per criticarla insinuandosi dall’interno, come progetto del Debatikcenter produce sistematicamente questi poster - nelle azioni precedenti sono già stati diffusi e affissi quelli con indicati i numeri di telefono della Questura e del Quirinale, le carte geografiche di paesi extra comunitari, il manifesto con il leader spirituale di Hamas, Yassin fino a quest’ultima grande stampa in PVC, un “oggetto di design, nel senso che la società di massa ha disegnato”.
Poster che ogni volta affrontano tematiche diverse di identità antagonista, provocano, irritano, confondono con posizioni non allineate, fanno discutere perché non omologate, adottano strategie di controllo sociale che passano attraverso l’immagine, il suo potere subliminale, l’efficacia simbolica: una zona libera, di radicale alteritàzona libera, di radicale altrette o normalizzateogna. (Elvira Vannini)
27
aprile 2006
Phobia Action
27 aprile 2006
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
PARCO DELLA MONTAGNOLA
Bologna, Via Irnerio, 2/3, (Bologna)
Bologna, Via Irnerio, 2/3, (Bologna)
Vernissage
27 Aprile 2006, ore 19
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