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Physiognomies: Il ritratto nell’arte contemporanea
Il ritratto è uno dei più antichi generi pittorici che la storia dell’arte ci tramanda, atto a testimoniare la preservazione della memoria, realizzando il sogno faustiano dell’immortalità e nel tempo ha caratterizzato l’identità di un popolo e la sua cultura.
Comunicato stampa
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Si inaugura sabato 2 giugno alle ore 20,00 la mostra d’arte contemporanea “Physiognomies: Il ritratto nell’arte contemporanea”, mostra ideata e curata da Dores Sacquegna.
Il ritratto è uno dei più antichi generi pittorici che la storia dell’arte ci tramanda, atto a testimoniare la preservazione della memoria, realizzando il sogno faustiano dell’immortalità e nel tempo ha caratterizzato l’identità di un popolo e la sua cultura.
Physiognomies è una sorta di “face-to-face” con il sistema politico, sociale e culturale e si innesta in un paesaggio che vuole auto-narrarsi giocando con coordinate dinamiche, ironiche, psichiche, svelando nella sua complessità, la fragilità dell’essere umano.
Tra le opere e gli artisti storici in mostra, due video-biografie: la prima riguarda Pietro Coletta (Bari, 1947, vive ed opera a Milano) ripreso dalle telecamere di Rai Cinema. L’artista dagli anni’70 è un protagonista della ricerca scultorea, con un sapiente uso di illusione ottica e spaziale, e la seconda è dedicata ad Emilio Isgrò (nasce in provincia di Messina nel 1937, vive e lavora a Milano) grazie al film “Emilio Isgrò c’è e non c’è” diretto da Jacopo Maria Gandolfi (Bologna, 1980, vive ad Istanbul, Turchia) in cui si racconta l’attività artistica e poetica di uno tra i primi artisti della Poesia Visiva e dell’Arte Concettuale, noto per le famose “cancellature” di libri ed enciclopedie.
Tra le altre opere celebri in mostra, il cortometraggio “ The kiss” di Andy Warhol, grande artista della Pop Art, l’opera a tecnica mista de “Il paesaggio segreto” di Michele Zaza (Molfetta, 1948, vive ed opera a Milano); inoltre, l’opera della fotografa cinese Xiao Lu (HangZhou, Cina, 1962, vive ed opera a Beijing), nota alla stampa internazionale per la sua ricerca con le installazioni e all'arte comportamentale. Nel 1988 durante l’inaugurazione di una sua provocatoria installazione (di cui la fotografia “Open Fire” in mostra), Xiao Lu e l’artista Tang Son vengono arrestati. L'episodio suscitò grande clamore e di fatto consacrò internazionalmente il suo lavoro e la sua figura facendola divenire una sorta di icona dell'arte contemporanea cinese.
La mostra si apre con la performance “TRAS-MIGRAZIONI” di Ezia Mitolo (Taranto,1966) che coinvolge il pubblico in questo suo “tour-lab” secondo dinamiche interattive che mixano l’arte del segno e quella del gesto. L’azione della Mitolo è una sorta di “iscrizione del nostro corpo”, attraverso una indagine sulla centralità dell’essere, sul corpo umano come epidermide di una società in continuo cambiamento. Il pubblico che assisterà alla performance sarà coinvolto emotivamente e fisicamente. Invitato a creare o a distruggere, comunque a lasciare una impronta del suo gesto. Un corpo a loro disposizione quale organo di contatto tra la traccia di chi crea e l’impronta di chi partecipa in un gioco di riflessi tra il sé e l’altro di sé.
Scultura, pittura, fotografia, arte digitale, installazioni e video sono i medium utilizzati da tutti gli altri artisti in mostra – ben 12 nazioni presenti: Italia, Serbia, Belgio, Germania, Svezia, Venezuela, Canada, Usa, Messico, Cina, Repubblica di Korea, Australia – artisti che hanno dato il loro contributo per proporre uno spaccato sul significati del fare arte oggi.
Il pugliese Uccio Biondi (Ceglie Messapica 1946, dove vive ed opera), presente con “La sposa impossibile” e “Madame Bigbubble”, pittoscultura e scultura in dimensione umana, con segni e misteri capaci di risvegliare l’immaginazione. Dario Manco (Melissano, 1959, dove vive ed opera) presente con la fotografia “Caratteri fragili”, ribaltando la visione biblica del paradiso terrestre in un continuo oscillare tra il consumarsi e il non consumare “ l’ananas del peccato”. In questa mostra interessa cogliere l’espressione del sé aperto verso l’esterno, verso il dialogo con l’altro. Il corpo è il ritratto dell’esistenza. È il luogo in cui l’esistenza continua ad accadere, a conoscere l’apertura, la spaziatura, la differenza. E così prendono forma i ritratti in gomma bicromata di Massimo Attardi (Roma, 1961), corpi-culto di Maria Luisa Imperiali (Milano, 1958, dove vive ed opera) e la serie “Infinito Presente – In-Oltre” un ritratto sulle donne musulmane che abbracciano un teschio, di Pina della Rossa , artista napoletana. Nella sfera internazionale sono stati invitati gli artisti venezuelani Carlos Anzola e Astolfo Funes. Entrambi operano con una indagine che pone in primo piano un corpo materiale atto a produrre linguaggio, accogliendo un dispendio espressivo e cromatico e dando un valore spirituale, sociale ed umano alle rappresentazioni. In mostra emergono i grandi ritratti di Kamalky Laureano, uno dei giovani artisti più conosciuti del Messico, e Teresa Olabuenaga, anche lei messicana. Dall’Australia le opere della pop artista Betty Sargeant e i video di Carolyne McKay che indaca il rapporto tra psicologia e criminologia. In sfera pop le opere “Suicide Girl” di Alice Jung, artista Koreana, Gun Mattsson, svedese e Frans Frengen artista belga. Tra figurazione e rappresentazione le opere della tedesca Liane Amendy e dei canadesi Tina Dolter e Tom Ma. Tra ibridazione e ritratti cyborg le opere dell’americana Suzanne Anan e della serba Jana Stojakovic. Un ritratto su Xiao Lu nel video del cinese Wang Haiyuan.
Il ritratto è uno dei più antichi generi pittorici che la storia dell’arte ci tramanda, atto a testimoniare la preservazione della memoria, realizzando il sogno faustiano dell’immortalità e nel tempo ha caratterizzato l’identità di un popolo e la sua cultura.
Physiognomies è una sorta di “face-to-face” con il sistema politico, sociale e culturale e si innesta in un paesaggio che vuole auto-narrarsi giocando con coordinate dinamiche, ironiche, psichiche, svelando nella sua complessità, la fragilità dell’essere umano.
Tra le opere e gli artisti storici in mostra, due video-biografie: la prima riguarda Pietro Coletta (Bari, 1947, vive ed opera a Milano) ripreso dalle telecamere di Rai Cinema. L’artista dagli anni’70 è un protagonista della ricerca scultorea, con un sapiente uso di illusione ottica e spaziale, e la seconda è dedicata ad Emilio Isgrò (nasce in provincia di Messina nel 1937, vive e lavora a Milano) grazie al film “Emilio Isgrò c’è e non c’è” diretto da Jacopo Maria Gandolfi (Bologna, 1980, vive ad Istanbul, Turchia) in cui si racconta l’attività artistica e poetica di uno tra i primi artisti della Poesia Visiva e dell’Arte Concettuale, noto per le famose “cancellature” di libri ed enciclopedie.
Tra le altre opere celebri in mostra, il cortometraggio “ The kiss” di Andy Warhol, grande artista della Pop Art, l’opera a tecnica mista de “Il paesaggio segreto” di Michele Zaza (Molfetta, 1948, vive ed opera a Milano); inoltre, l’opera della fotografa cinese Xiao Lu (HangZhou, Cina, 1962, vive ed opera a Beijing), nota alla stampa internazionale per la sua ricerca con le installazioni e all'arte comportamentale. Nel 1988 durante l’inaugurazione di una sua provocatoria installazione (di cui la fotografia “Open Fire” in mostra), Xiao Lu e l’artista Tang Son vengono arrestati. L'episodio suscitò grande clamore e di fatto consacrò internazionalmente il suo lavoro e la sua figura facendola divenire una sorta di icona dell'arte contemporanea cinese.
La mostra si apre con la performance “TRAS-MIGRAZIONI” di Ezia Mitolo (Taranto,1966) che coinvolge il pubblico in questo suo “tour-lab” secondo dinamiche interattive che mixano l’arte del segno e quella del gesto. L’azione della Mitolo è una sorta di “iscrizione del nostro corpo”, attraverso una indagine sulla centralità dell’essere, sul corpo umano come epidermide di una società in continuo cambiamento. Il pubblico che assisterà alla performance sarà coinvolto emotivamente e fisicamente. Invitato a creare o a distruggere, comunque a lasciare una impronta del suo gesto. Un corpo a loro disposizione quale organo di contatto tra la traccia di chi crea e l’impronta di chi partecipa in un gioco di riflessi tra il sé e l’altro di sé.
Scultura, pittura, fotografia, arte digitale, installazioni e video sono i medium utilizzati da tutti gli altri artisti in mostra – ben 12 nazioni presenti: Italia, Serbia, Belgio, Germania, Svezia, Venezuela, Canada, Usa, Messico, Cina, Repubblica di Korea, Australia – artisti che hanno dato il loro contributo per proporre uno spaccato sul significati del fare arte oggi.
Il pugliese Uccio Biondi (Ceglie Messapica 1946, dove vive ed opera), presente con “La sposa impossibile” e “Madame Bigbubble”, pittoscultura e scultura in dimensione umana, con segni e misteri capaci di risvegliare l’immaginazione. Dario Manco (Melissano, 1959, dove vive ed opera) presente con la fotografia “Caratteri fragili”, ribaltando la visione biblica del paradiso terrestre in un continuo oscillare tra il consumarsi e il non consumare “ l’ananas del peccato”. In questa mostra interessa cogliere l’espressione del sé aperto verso l’esterno, verso il dialogo con l’altro. Il corpo è il ritratto dell’esistenza. È il luogo in cui l’esistenza continua ad accadere, a conoscere l’apertura, la spaziatura, la differenza. E così prendono forma i ritratti in gomma bicromata di Massimo Attardi (Roma, 1961), corpi-culto di Maria Luisa Imperiali (Milano, 1958, dove vive ed opera) e la serie “Infinito Presente – In-Oltre” un ritratto sulle donne musulmane che abbracciano un teschio, di Pina della Rossa , artista napoletana. Nella sfera internazionale sono stati invitati gli artisti venezuelani Carlos Anzola e Astolfo Funes. Entrambi operano con una indagine che pone in primo piano un corpo materiale atto a produrre linguaggio, accogliendo un dispendio espressivo e cromatico e dando un valore spirituale, sociale ed umano alle rappresentazioni. In mostra emergono i grandi ritratti di Kamalky Laureano, uno dei giovani artisti più conosciuti del Messico, e Teresa Olabuenaga, anche lei messicana. Dall’Australia le opere della pop artista Betty Sargeant e i video di Carolyne McKay che indaca il rapporto tra psicologia e criminologia. In sfera pop le opere “Suicide Girl” di Alice Jung, artista Koreana, Gun Mattsson, svedese e Frans Frengen artista belga. Tra figurazione e rappresentazione le opere della tedesca Liane Amendy e dei canadesi Tina Dolter e Tom Ma. Tra ibridazione e ritratti cyborg le opere dell’americana Suzanne Anan e della serba Jana Stojakovic. Un ritratto su Xiao Lu nel video del cinese Wang Haiyuan.
02
giugno 2012
Physiognomies: Il ritratto nell’arte contemporanea
Dal 02 al 23 giugno 2012
arte contemporanea
Location
PRIMO PIANO LIVINGALLERY
Lecce, Viale Guglielmo Marconi, 4, (Lecce)
Lecce, Viale Guglielmo Marconi, 4, (Lecce)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì
dalle ore 10-13/17-20
Sabato: 17-20
Vernissage
2 Giugno 2012, ore 20,00
Autore
Curatore