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Pia Camporese – Il diavolo forse
Nelle tele, nell’opera, nella figurazione dell’artista Pia Camporese si ritrova il luogo dove le proprie pulsioni, desideri, emozioni prendono forma e consapevolezza. Una ricerca d’equilibrio attraverso l’espressione del colore, della sperimentazione di forme figurate, di visi, di provocazioni. Gli studi dell’artista sono stati un’accumulazione di formazioni sparse su numerosi livelli, la cui decifrabilità si traduce nella ricerca continua di mettere a nudo l’anima.
Circa 30 opere pittoriche, alcune di grande formato, comporranno un racconto compiuto del mondo poetico dell’artista, tematicamente caratterizzato da una intensa riflessione intimista e stilisticamente riferibile, nei suoi esiti visivi, alla stagione dell’Espressionismo, a quella dell’Informale.
Circa 30 opere pittoriche, alcune di grande formato, comporranno un racconto compiuto del mondo poetico dell’artista, tematicamente caratterizzato da una intensa riflessione intimista e stilisticamente riferibile, nei suoi esiti visivi, alla stagione dell’Espressionismo, a quella dell’Informale.
5 maggio - 2 giugno 2012
Galleria laRinascente-ultimo piano, P.zza Garibaldi
inaugurazione: venerdì 4 maggio, ore 18.00
Pieghevole invito
La figura umana ed il volto rappresentano i “territori” preferenziali dell’azione espressiva di Camporese, che sembra voler ritrovare in essi, attraverso una scrittura pittorica energica, non priva di affinità con le esperienze di ordine gestuale, le tracce della propria identità, del maturare di questa nella relazione con il mondo. La figura in particolare del diavolo, apparizione ricorrente nella sua pittura, allude presumibilmente a quella dell’avversario, dell’altro da sé, all’incontro con ciò che, avvertito come straniero, conduce ognuno a confrontarsi con le proprie paure, con le proprie fragilità, ma anche con i propri desideri nascosti.
Il legno, il ferro, alcuni oggetti d’uso comune si associano in modo non occasionale alla pittura su tela, quasi a voler agganciare al mondo circostante l’immagine rappresentata, contribuendo ad esaltare di essa l’estetica puramente materiale ed affermandone il valore di concreta, sofferta testimonianza del vissuto.
Completeranno il percorso espositivo un ciclo di immaginari ritratti in piccola dimensione ed un esempio della parallela ricerca plastica da tempo condotta dall’artista.
Pia Camporese ottiene la Maturità in Arte Applicata, poi la laurea in Psicologia. A Milano lavora come Art-director in agenzie di pubblicità. Poi ancora a Padova per confrontarsi con l’arte e con un’altra laurea allo IUAV, in Comunicazione Visiva. Personalità poliedrica quella di Pia Camporese, sempre alla ricerca di individuare la vera natura di ciò che costituisce il proprio messaggio, un processo di produzione artistica volto ad un proprio spazio, un proprio codice stilistico. Una ricerca di coralità le ha fatto individuare e privilegiare le aree più intense d’interazione fra le varie discipline: dalle Avanguardie storiche, la linea dell’Espressionismo Astratto e Informale europeo, avvicinandosi al Neoespressionismo della nuova pittura in Germania. Anche se la versatile opera di Pia Camporese sembra caratterizzata da frequenti cambiamenti di stile, in realtà tutto è rivolto alla sperimentazione e alla libertà espressiva.
Tutti i “veri artisti” nelle loro opere rivelano qualcosa di se stessi, ma è, quando l’inconscio si ribella, che affiorano i lati più nascosti dalle profondità della psiche umana.
Le figure, emblematiche icone senza volto e dai contorni sfumati come nuvole in un cielo burrascoso, dipinte da Maria Pia Camporese, sono un tutt’uno con chi ha dato loro la vita.
Ectoplasmi indefiniti che affiorano dalla tela, auree di luce tracciate con un segno forte e di grande bellezza estetica, con colori i blu, i rossi, i neri, talvolta graffiati e incisi, in grado di trasferire nel fruitore conflitti, ansie, turbamenti, rabbie dell’esistere.
Questi naufraghi dell’inconscio, queste forme vaghe e indefinite, come il non detto, come gli intervalli nascosti che ci accompagnano per tutta la vita, nelle opere dell’artista sembrano apparire nella duplice veste di una dolente estetica trasognata ma anche come promotori di qualità “ terapeutiche” in grado cioè di coinvolgere chi li osserva in una profonda riflessione esistenziale (Sirio Luginbühl).
Sito web: http://www.piacamporese.it/home.html
La mostra si inserisce nell'ambito di UNIVERSI DIVERSI. Arte e scienza tra sacro e profano, seconda edizione del format culturale che affronterà percorsi artistici tra scienza e fede, tra sacro e profano e che sarà dedicato a Padova città del Santo e di Galileo.
Pia Camporese – Il diavolo forse
Padova, Piazza Giuseppe Garibaldi, (Padova)