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PIazza dell’Immaginario
Piazza dell’Immaginario è un progetto che nasce nel 2014 dalla volontà di rendere migliore e più accogliente il quartiere dove Dryphoto arte contemporanea ha sede. Nel 2016 il percorso espositivo si estende e occupa nuovi spazi.
Comunicato stampa
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Piazza dell’Immaginario è un progetto che nasce nel 2014 dalla volontà di rendere migliore e più accogliente il quartiere dove Dryphoto arte contemporanea ha sede e nel quale è condensata, in una piccola superficie, un’ampia diversità di culture, realtà, ambienti socioeconomici, interessi e necessità.
Nel 2016 il percorso espositivo si estende e occupa un nuovo spazio, “documenta” installazioni e/o azioni già avvenute nel quartiere insieme a interventi e azioni che hanno luogo in una delle piazze create nelle precedenti edizioni, Piazza 5 marzo 2015.
Giardino Melampo, Prato 2012/2013 di Andrea Abati, un'opera giardino realizzata dall'artista con la collaborazione del vicinato; un giardino pubblico offerto ai cittadini, un progetto che ha permesso di sognare continuando con la creazione di Piazza dell’Immaginario. Un giardino che ha cambiato l’immagine di uno spazio degradato e che ora diventa immagine fotografica, chiudendo una tappa del progetto che offre (senza scadenza) ai vicini e ai cittadini la possibilità di ricordare il quartiere attraverso immagini di grande formato installate in forma di banner.
Questo lavoro si aggiunge alle opere di Francis Alÿs, Olivo Barbieri, Bianco-Valente, Pantani-Surace e Bert Theis prodotte per l'edizione 2015 e a quelle di Andrea Abati, Gabriele Basilico, Bleda y Rosa e del gruppo R.E.P. Revolutionary Experimental Space installate nel 2014.
Quest'anno abbiamo inoltre invitato quattro artiste Flavia Bucci, Francesca Catastini, Lori Lako, Linda Motta a lavorare in loco in Piazza 5 marzo 2015 con interventi temporanei che danno continuità al discorso curatoriale del progetto.
Piazza 5 marzo 2015 è stata inaugurata nella scorsa edizione di Piazza dell’Immaginario, prende il nome dalla data di un evento meteorologico straordinario accaduto a Prato, con design della pavimentazione e arredi progettati e realizzati da [chì-na].
La piazza ospiterà Colourful Dreams, opera di Flavia Bucci (Chieti, 1990) formata da tre centinaia di Crystall Ball di diversi colori incollati fra loro, gonfiati con l’aiuto delle persone del quartiere che vorranno partecipare all’azione. Una proposta estetica e ludica che vuole essere un invito a creare uno spazio di dialogo, un momento di ritrovo intergenerazionale e interculturale.
Avaki di Francesca Catastini (Lucca, 1982) riprende l’idea di giardino attraverso un’unica pianta della specie Metrosideros che, durante la fioritura, con i suoi fiori rossi richiama al colore così importante e presente in Piazza dell’Immaginario. Il benessere della pianta sarà garantito dalla partecipazione diretta e attiva della cittadinanza che se ne dovrà prendere cura. Il Metrosideros è una specie originaria della Nuova Zelanda ormai naturalizzata in Italia, col tempo abbiamo dimenticato la sua provenienza, anzi, non ci domandiamo neppure da dove arrivi. Il progetto invita a riflettere sulle differenze e le micro differenze.
Instead of cursing the Darkness di Lori Lako (Pogradec, Albania, 1991) è un punto di luce nel buio sull’ingresso della piazza da via Pistoiese. Nel quartiere dove si interviene, il Macrolotto Zero, ci sono ancora molti punti poco illuminati, che di solito si associano con la percezione dell’insicurezza. Lako sottolinea questo aspetto, installando un lampadario domestico, che mostra le tracce di una vita vissuta, di ricordi intimi che ora vengono esposti all’esterno, fuori dallo spazio privato e sicuro.
La misura dell'immaginario di Linda Motta (Prato, 1973) è una corda fatta con cascami tessili, ridotti in strisce e poi annodati, che copre la distanza fra i luoghi di Piazza dell"Immaginario, sarà chiusa in una scatola e conservata in Piazza 5 marzo 2015. La corda è conservata come misura del legame fra i luoghi dell'immaginario, ma non resta traccia visibile. In un'azione performativa l'artista srotolerà il gomitolo di corda per collocarlo in
Nel 2016 il percorso espositivo si estende e occupa un nuovo spazio, “documenta” installazioni e/o azioni già avvenute nel quartiere insieme a interventi e azioni che hanno luogo in una delle piazze create nelle precedenti edizioni, Piazza 5 marzo 2015.
Giardino Melampo, Prato 2012/2013 di Andrea Abati, un'opera giardino realizzata dall'artista con la collaborazione del vicinato; un giardino pubblico offerto ai cittadini, un progetto che ha permesso di sognare continuando con la creazione di Piazza dell’Immaginario. Un giardino che ha cambiato l’immagine di uno spazio degradato e che ora diventa immagine fotografica, chiudendo una tappa del progetto che offre (senza scadenza) ai vicini e ai cittadini la possibilità di ricordare il quartiere attraverso immagini di grande formato installate in forma di banner.
Questo lavoro si aggiunge alle opere di Francis Alÿs, Olivo Barbieri, Bianco-Valente, Pantani-Surace e Bert Theis prodotte per l'edizione 2015 e a quelle di Andrea Abati, Gabriele Basilico, Bleda y Rosa e del gruppo R.E.P. Revolutionary Experimental Space installate nel 2014.
Quest'anno abbiamo inoltre invitato quattro artiste Flavia Bucci, Francesca Catastini, Lori Lako, Linda Motta a lavorare in loco in Piazza 5 marzo 2015 con interventi temporanei che danno continuità al discorso curatoriale del progetto.
Piazza 5 marzo 2015 è stata inaugurata nella scorsa edizione di Piazza dell’Immaginario, prende il nome dalla data di un evento meteorologico straordinario accaduto a Prato, con design della pavimentazione e arredi progettati e realizzati da [chì-na].
La piazza ospiterà Colourful Dreams, opera di Flavia Bucci (Chieti, 1990) formata da tre centinaia di Crystall Ball di diversi colori incollati fra loro, gonfiati con l’aiuto delle persone del quartiere che vorranno partecipare all’azione. Una proposta estetica e ludica che vuole essere un invito a creare uno spazio di dialogo, un momento di ritrovo intergenerazionale e interculturale.
Avaki di Francesca Catastini (Lucca, 1982) riprende l’idea di giardino attraverso un’unica pianta della specie Metrosideros che, durante la fioritura, con i suoi fiori rossi richiama al colore così importante e presente in Piazza dell’Immaginario. Il benessere della pianta sarà garantito dalla partecipazione diretta e attiva della cittadinanza che se ne dovrà prendere cura. Il Metrosideros è una specie originaria della Nuova Zelanda ormai naturalizzata in Italia, col tempo abbiamo dimenticato la sua provenienza, anzi, non ci domandiamo neppure da dove arrivi. Il progetto invita a riflettere sulle differenze e le micro differenze.
Instead of cursing the Darkness di Lori Lako (Pogradec, Albania, 1991) è un punto di luce nel buio sull’ingresso della piazza da via Pistoiese. Nel quartiere dove si interviene, il Macrolotto Zero, ci sono ancora molti punti poco illuminati, che di solito si associano con la percezione dell’insicurezza. Lako sottolinea questo aspetto, installando un lampadario domestico, che mostra le tracce di una vita vissuta, di ricordi intimi che ora vengono esposti all’esterno, fuori dallo spazio privato e sicuro.
La misura dell'immaginario di Linda Motta (Prato, 1973) è una corda fatta con cascami tessili, ridotti in strisce e poi annodati, che copre la distanza fra i luoghi di Piazza dell"Immaginario, sarà chiusa in una scatola e conservata in Piazza 5 marzo 2015. La corda è conservata come misura del legame fra i luoghi dell'immaginario, ma non resta traccia visibile. In un'azione performativa l'artista srotolerà il gomitolo di corda per collocarlo in
05
novembre 2016
PIazza dell’Immaginario
Dal 05 al 30 novembre 2016
arte contemporanea
Location
DRYPHOTO
Prato, Via Delle Segherie, 33/a, (Prato)
Prato, Via Delle Segherie, 33/a, (Prato)
Orario di apertura
00-24
Vernissage
5 Novembre 2016, ore 18
Autore
Curatore