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Piccole memorie dalla Grande Guerra
A novant’anni dal termine del primo conflitto mondiale, la mostra fotografica “Piccole memorie dalla Grande Guerra” riunisce gli scatti che testimoniano come il ricordo sia a tutt’oggi vivo. Anche chi non fu testimone della tragedia, è portatore di un’eredità inconscia, che rende il cuore e lo sguardo ancora sensibili alle tracce del conflitto. Tracce che i quattro Autori ritrovano negli scorci, nei paesaggi, nei dettagli della quotidianità, nei monumenti, nelle figure dei turisti che si aggirano tra i luoghi della memoria.
Comunicato stampa
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A novant’anni dal termine del primo conflitto mondiale, la mostra fotografica “Piccole memorie dalla Grande Guerra” riunisce gli scatti che testimoniano come il ricordo sia a tutt’oggi vivo. Anche chi non fu testimone della tragedia, è portatore di un’eredità inconscia, che rende il cuore e lo sguardo ancora sensibili alle tracce del conflitto. Tracce che i quattro Autori ritrovano negli scorci, nei paesaggi, nei dettagli della quotidianità, nei monumenti, nelle figure dei turisti che si aggirano tra i luoghi della memoria.
La mostra si divide in cinque sezioni: quattro in cui gli Autori, Giovanni Simeone, Colin Dutton, Arcangelo Piai e Loris Menegazzi espongono la loro prospettiva sul 1° Conflitto mondiale. Ogni Fotografo è accompagnato da una nota introduttiva dal titolo significativo che esprime il sentimento e la volontà interpretativa delle immagini fotografiche.
La quinta parte, di carattere storico, è realizzata con le fotografie tratte dall'Archivio Storico Trevigiano FAST
ed è completata dai testi di Alessandro Zaltron e Paolo Rumiz.
La mostra fotografica “Piccole memorie dalla Grande Guerra” nasce dall’omonimo volume, edito da Canova.
“Mappare la memoria”
Giovanni Simeone è alla ricerca dei segni occultati dalla natura, che compie inesorabile il suo corso, e dalla frenesia umana, che si adopera per strappare allo scorrere del tempo proprio quelle esili impronte della sua Storia. La fotografia fa carico su di sé della “funzione del tracciare una mappa di quei segni, prima che sia troppo tardi”.
“In un tempo oscuro”
Colin Dutton, ripercorre i luoghi del conflitto per fissare immagini e sensazioni che rischiano di essere dissolte dall’oblio del tempo. Uno sguardo fotografico accompagnato dal cupo dolore della morte che ha impregnato i luoghi, nel tentativo di riattivare il difficile e complesso atto del ricordare, “che richiede adesione e desiderio di oltrepassare la cortina del buio”.
Maschera antigas tedesca. Ritrovata sul Piave nella zona di Lovadina (Museo di Maserada). Fotografia di Colin Dutton.
“La Guerra del folclore”
Arcangelo Piai cattura nelle foto i luoghi turistici della guerra, dove la sacralità del sacrificio dei caduti si mescola ad una realtà consumistica e quotidiana, con un approccio distaccato e rispettosamente non sentimentalista.
Ossario del Montello, 2000. Fotografia di Arcangelo Piai.
“Ricordare per appartenere”
Loris Menegazzi, nei suoi scatti in bianco e nero, si sofferma davanti ai monumenti della Grande Guerra. Tali omaggi ai caduti divengono i simboli dello slancio collettivo di una comunità e dei suoi ideali e al contempo sono pregni della sofferenza delle storie personali di sacrificio. “Sostare davanti ad un monumento è il primo passo per riappropriarsi di una consapevolezza” e per riacquistare il senso di appartenenza.
Cippo degli Arditi. Volpago del Montello. Fotografia di Loris Menegazzi.
Come sottolinea il prof. Guido Cecere, nel suo contributo al libro, si tratta di quattro sensibilità artistiche che “si mescolano fra loro e ci danno una sensazione di grande ricchezza nella loro diversità”. Una riflessione sulla Grande Guerra che parla con linguaggio attuale di una tragedia passata e che consegna al “libro della memoria” un’ulteriore pagina per non dimenticare. Attraverso le pagine del volume, molti nomi illustri hanno lasciato le loro impressioni. “Questo libro, monografico e corale, vuole essere il ritratto il più possibile non tendenzioso di un mondo che oggi è diverso, affinché ciascuno possa destinarlo, senza forzature, a proiezioni personali”. Così scrive Alessandro Zaltron, sottolineando il valore dei ricordi come elementi che intimamente contraddistinguono l’essere umano e lo salvano. Cucire gli strappi tra passato e presente per recuperare le radici della nostra identità. Il prezioso intervento all’interno del libro fotografico di Paolo Rumiz, moltiplica le prospettive e i modi di raccontare del tutto soggettivi e per questo autentici rispetto alla Grande Guerra. La mostra “Piccole memorie dalla Grande Guerra” gode del patrocinio dalla Provincia di Treviso, che esprime la sua posizione attraverso le parole del Presidente, Leonardo Muraro. Nell’introduzione al libro, Muraro scrive come la Provincia sia da molti anni impegnata a valorizzare i luoghi del trevigiano, teatro della Prima Guerra Mondiale. È il segno concreto del serbare tale memoria, che è dovere etico per gli Enti locali del territorio. Si affiancano i contributi di Marzio Favero, Assessore alla Cultura della Provincia di Treviso, e Floriano Zambon, Assessore al Turismo, che rendono tangibile la sensibilità della Provincia di Treviso rispetto all’arte e al territorio.
Note biografiche
Colin Dutton, fotografo
Nato a Londra nel 1966, abita a Conegliano. È laureato in fotografia all’Università del Galles a Newport. Ha realizzato vari progetti fotografici per giornali in Inghilterra, Italia e Stati Uniti. Nel 2001 è stato inviato dalla BBC a Vukovar per fotografare la città dieci anni dopo la guerra. Lavora per riviste, aziende e agenzie di pubblicità. È l’anima del portale www.solomango.com (reportage di viaggio). www.colinduttonphotography.com
Loris Menegazzi, fotografo
Vive a Silea. Ha partecipato alla mostra L’insistenza dello sguardo – Fotografia italiana 1839-1989 a Palazzo Fortuny di Venezia (1989), curata da Italo Zannier e Paolo Costantini, e a Segni di luce – La fotografia italiana contemporanea (1993). Il lavoro più recente, La memoria del Sant’Artemio (2004), è un’ampia ricerca su quel luogo di sofferenza che è stato l’ospedale psichiatrico di Sant’Artemio a Treviso.
Arcangelo Piai, fotografo
Nato a Conegliano nel 1965, vive a Susegana. Si occupa prevalentemente di fotografia industriale e reportage di viaggio. Dal 1989 realizza mostre e ricerche personali. Sue immagini sono state premiate dalla rivista Photo nel 2000 e dal Orvieto Fotografia nel 2007. Ha realizzato diversi volumi di storia e cultura locale. Collabora con Studio Amarcord di Susegana. www.amarcordstudio.it
Giovanni Simeone, fotografo
Nato a Conegliano nel 1968. Dopo gli studi ha lavorato come fotografo prima in Germania e poi come freelance in Francia. Suoi lavori sono pubblicati in tutto il mondo, in riviste come National Geographic Traveller, Stern, Sunday Times, Le F**aro Magazine, Geo France. Nel 1995 ha fondato l’agenzia fotografica Simephoto. www.simephoto.com
Alessandro Zaltron, giornalista e scrittore
Nato nel 1970, abita a Borso del Grappa. Studi classici e laurea in giurisprudenza, fa da 18 anni il giornalista di professione. Ha lavorato per Il Sole 24 Ore ed è redattore del Giornale di Vicenza. Ha fondato e dirige Blu, due volte premiata come miglior rivista italiana. Ha curato diversi libri sulla storia e la cultura locale e un audiolibro dedicato a Virgilio Scapin. Nel 2007 è uscito il suo romanzo Riceviamo e volentieri. www.alessandrozaltron.com
La mostra si divide in cinque sezioni: quattro in cui gli Autori, Giovanni Simeone, Colin Dutton, Arcangelo Piai e Loris Menegazzi espongono la loro prospettiva sul 1° Conflitto mondiale. Ogni Fotografo è accompagnato da una nota introduttiva dal titolo significativo che esprime il sentimento e la volontà interpretativa delle immagini fotografiche.
La quinta parte, di carattere storico, è realizzata con le fotografie tratte dall'Archivio Storico Trevigiano FAST
ed è completata dai testi di Alessandro Zaltron e Paolo Rumiz.
La mostra fotografica “Piccole memorie dalla Grande Guerra” nasce dall’omonimo volume, edito da Canova.
“Mappare la memoria”
Giovanni Simeone è alla ricerca dei segni occultati dalla natura, che compie inesorabile il suo corso, e dalla frenesia umana, che si adopera per strappare allo scorrere del tempo proprio quelle esili impronte della sua Storia. La fotografia fa carico su di sé della “funzione del tracciare una mappa di quei segni, prima che sia troppo tardi”.
“In un tempo oscuro”
Colin Dutton, ripercorre i luoghi del conflitto per fissare immagini e sensazioni che rischiano di essere dissolte dall’oblio del tempo. Uno sguardo fotografico accompagnato dal cupo dolore della morte che ha impregnato i luoghi, nel tentativo di riattivare il difficile e complesso atto del ricordare, “che richiede adesione e desiderio di oltrepassare la cortina del buio”.
Maschera antigas tedesca. Ritrovata sul Piave nella zona di Lovadina (Museo di Maserada). Fotografia di Colin Dutton.
“La Guerra del folclore”
Arcangelo Piai cattura nelle foto i luoghi turistici della guerra, dove la sacralità del sacrificio dei caduti si mescola ad una realtà consumistica e quotidiana, con un approccio distaccato e rispettosamente non sentimentalista.
Ossario del Montello, 2000. Fotografia di Arcangelo Piai.
“Ricordare per appartenere”
Loris Menegazzi, nei suoi scatti in bianco e nero, si sofferma davanti ai monumenti della Grande Guerra. Tali omaggi ai caduti divengono i simboli dello slancio collettivo di una comunità e dei suoi ideali e al contempo sono pregni della sofferenza delle storie personali di sacrificio. “Sostare davanti ad un monumento è il primo passo per riappropriarsi di una consapevolezza” e per riacquistare il senso di appartenenza.
Cippo degli Arditi. Volpago del Montello. Fotografia di Loris Menegazzi.
Come sottolinea il prof. Guido Cecere, nel suo contributo al libro, si tratta di quattro sensibilità artistiche che “si mescolano fra loro e ci danno una sensazione di grande ricchezza nella loro diversità”. Una riflessione sulla Grande Guerra che parla con linguaggio attuale di una tragedia passata e che consegna al “libro della memoria” un’ulteriore pagina per non dimenticare. Attraverso le pagine del volume, molti nomi illustri hanno lasciato le loro impressioni. “Questo libro, monografico e corale, vuole essere il ritratto il più possibile non tendenzioso di un mondo che oggi è diverso, affinché ciascuno possa destinarlo, senza forzature, a proiezioni personali”. Così scrive Alessandro Zaltron, sottolineando il valore dei ricordi come elementi che intimamente contraddistinguono l’essere umano e lo salvano. Cucire gli strappi tra passato e presente per recuperare le radici della nostra identità. Il prezioso intervento all’interno del libro fotografico di Paolo Rumiz, moltiplica le prospettive e i modi di raccontare del tutto soggettivi e per questo autentici rispetto alla Grande Guerra. La mostra “Piccole memorie dalla Grande Guerra” gode del patrocinio dalla Provincia di Treviso, che esprime la sua posizione attraverso le parole del Presidente, Leonardo Muraro. Nell’introduzione al libro, Muraro scrive come la Provincia sia da molti anni impegnata a valorizzare i luoghi del trevigiano, teatro della Prima Guerra Mondiale. È il segno concreto del serbare tale memoria, che è dovere etico per gli Enti locali del territorio. Si affiancano i contributi di Marzio Favero, Assessore alla Cultura della Provincia di Treviso, e Floriano Zambon, Assessore al Turismo, che rendono tangibile la sensibilità della Provincia di Treviso rispetto all’arte e al territorio.
Note biografiche
Colin Dutton, fotografo
Nato a Londra nel 1966, abita a Conegliano. È laureato in fotografia all’Università del Galles a Newport. Ha realizzato vari progetti fotografici per giornali in Inghilterra, Italia e Stati Uniti. Nel 2001 è stato inviato dalla BBC a Vukovar per fotografare la città dieci anni dopo la guerra. Lavora per riviste, aziende e agenzie di pubblicità. È l’anima del portale www.solomango.com (reportage di viaggio). www.colinduttonphotography.com
Loris Menegazzi, fotografo
Vive a Silea. Ha partecipato alla mostra L’insistenza dello sguardo – Fotografia italiana 1839-1989 a Palazzo Fortuny di Venezia (1989), curata da Italo Zannier e Paolo Costantini, e a Segni di luce – La fotografia italiana contemporanea (1993). Il lavoro più recente, La memoria del Sant’Artemio (2004), è un’ampia ricerca su quel luogo di sofferenza che è stato l’ospedale psichiatrico di Sant’Artemio a Treviso.
Arcangelo Piai, fotografo
Nato a Conegliano nel 1965, vive a Susegana. Si occupa prevalentemente di fotografia industriale e reportage di viaggio. Dal 1989 realizza mostre e ricerche personali. Sue immagini sono state premiate dalla rivista Photo nel 2000 e dal Orvieto Fotografia nel 2007. Ha realizzato diversi volumi di storia e cultura locale. Collabora con Studio Amarcord di Susegana. www.amarcordstudio.it
Giovanni Simeone, fotografo
Nato a Conegliano nel 1968. Dopo gli studi ha lavorato come fotografo prima in Germania e poi come freelance in Francia. Suoi lavori sono pubblicati in tutto il mondo, in riviste come National Geographic Traveller, Stern, Sunday Times, Le F**aro Magazine, Geo France. Nel 1995 ha fondato l’agenzia fotografica Simephoto. www.simephoto.com
Alessandro Zaltron, giornalista e scrittore
Nato nel 1970, abita a Borso del Grappa. Studi classici e laurea in giurisprudenza, fa da 18 anni il giornalista di professione. Ha lavorato per Il Sole 24 Ore ed è redattore del Giornale di Vicenza. Ha fondato e dirige Blu, due volte premiata come miglior rivista italiana. Ha curato diversi libri sulla storia e la cultura locale e un audiolibro dedicato a Virgilio Scapin. Nel 2007 è uscito il suo romanzo Riceviamo e volentieri. www.alessandrozaltron.com
29
novembre 2008
Piccole memorie dalla Grande Guerra
Dal 29 novembre 2008 al 24 gennaio 2009
fotografia
Location
SPAZIO PARAGGI
Treviso, Via Pescatori, 23, (Treviso)
Treviso, Via Pescatori, 23, (Treviso)
Orario di apertura
dal mercoledì al sabato (esclusi i festivi) dalle ore 16.30 alle 20.00
Vernissage
29 Novembre 2008, ore 18,30
Ufficio stampa
DASLER
Autore