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Piccoli grandi tesori alluvionati. Un patrimonio da non dimenticare
Nella ricorrenza dei Quarant’anni dall’alluvione del 1966 la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino vuole richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul grande lavoro svolto in questi ultimi dieci anni dall’ Ufficio e Laboratorio Restauri
Comunicato stampa
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Nella ricorrenza dei Quarant’anni dall’alluvione del 1966 la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino vuole richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul grande lavoro svolto in questi ultimi dieci anni dall’ Ufficio e Laboratorio Restauri a favore di settori particolari del patrimonio artistico alluvionato, quali le arti applicate, i manufatti lignei, le suppellettili liturgiche e le “opere senza casa”.
Ha ideato, quindi, una mostra, che si terrà nella Biblioteca Monumentale del Museo di San Marco, curata da Magnolia Scudieri, Maria Grazia Vaccari e Francesca Fiorelli dello stesso Ufficio Restauri, nell’intento di riallacciarsi idealmente e concretamente a quella tenutasi in Sala d’Arme di Palazzo Vecchio dieci anni fa. Essa vuole, da un lato, rendere nota la significativa risposta della città alla richiesta di aiuto inoltrata in quella occasione e, dall’altro, far apprezzare al pubblico oggetti di grande interesse e bellezza, per lo più sconosciuti, riemersi dal fango dell’alluvione grazie al restauro che ci ha permesso di riscoprirne la qualità artistica e il significato storico.
A seguito di quell’appello a voler indirizzare risorse anche sul patrimonio genericamente considerato “minore” o su quello ritenuto difficilmente recuperabile, ma che costituisce il tessuto connettivo della nostra storia artistica e rappresenta il substrato e la cornice dei “capolavori”, molte sono state le offerte di disponibilità da parte di associazioni, singoli restauratori, scuole di restauro che hanno “adottato” ciascuno un’opera finanziandone il restauro o eseguendolo gratuitamente. A costoro si è affiancato l’instancabile impegno dei restauratori interni del Laboratorio della stessa Soprintendenza.
Oggi, a distanza di dieci anni, molte delle opere esposte nel 1996 in Palazzo Vecchio ancora col fango alluvionale, ma anche altre, tra quelle ancora in deposito presso la Soprintendenza, sono presentate dopo il restauro, con una ritrovata identità anche se spesso non accompagnata da una ritrovata provenienza.
Accanto ad arredi provenienti da alcune chiese cittadine particolarmente colpite dall’alluvione, come San Firenze, San Remigio, SS. Apostoli, Sant’Ambrogio, che attestano la ricchezza delle suppellettili liturgiche del Seicento e del Settecento – fra i quali due splendide torcere, candelabri, angeli – si trovano, così, “opere senza casa” di grande effetto, come una scultura lignea raffigurante Cristo portacroce databile tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento e uno Stipo in legno e pietre dure del Seicento.
Una menzione particolare spetta al seicentesco modello ligneo della Chiesa di San Firenze, gioiello di architettura in miniatura, che era stato completamente sbriciolato dalla furia dell’alluvione quando si trovava al Museo Bardini ed è oggi restaurato e ricomposto grazie a lunghi anni di lavoro di Marco Marchi presso il Laboratorio di restauro della Soprintendenza.
La mostra, presentando alcuni risultati del “già fatto“ in questo specifico settore, vuole altresì essere di richiamo simbolico al “da farsi “ che, almeno nell’ambito delle arti applicate, ha ancora una certa consistenza, ricordando che per arrivare ad estinguere il pesante fardello delle conseguenze dell’alluvione occorre davvero ancora il concorso di tutte le forze disponibili.
A conclusione del proprio operato sulle opere alluvionate, che essendo per la maggior parte di provenienza ecclesiastica sono di competenza della Soprintendenza territoriale (Soprintendenza per il Patrimonio Storico e Artistico ed Etnoantropologico per le provincie di Firenze, Pistoia e Prato), l’Ufficio Restauri di questa Soprintendenza ha voluto fornire un prezioso strumento di lavoro per il futuro, pubblicando nel catalogo della mostra (edito da Sillabe), l’elenco dei 1500 “pezzi” alluvionati, che furono registrati nel 1966 in fase di emergenza, aggiornato dei dati - di ubicazione, di restauro e di riconsegna – per ciascuna delle opere, redatto da Francesca Fiorelli Malesci.
Ha ideato, quindi, una mostra, che si terrà nella Biblioteca Monumentale del Museo di San Marco, curata da Magnolia Scudieri, Maria Grazia Vaccari e Francesca Fiorelli dello stesso Ufficio Restauri, nell’intento di riallacciarsi idealmente e concretamente a quella tenutasi in Sala d’Arme di Palazzo Vecchio dieci anni fa. Essa vuole, da un lato, rendere nota la significativa risposta della città alla richiesta di aiuto inoltrata in quella occasione e, dall’altro, far apprezzare al pubblico oggetti di grande interesse e bellezza, per lo più sconosciuti, riemersi dal fango dell’alluvione grazie al restauro che ci ha permesso di riscoprirne la qualità artistica e il significato storico.
A seguito di quell’appello a voler indirizzare risorse anche sul patrimonio genericamente considerato “minore” o su quello ritenuto difficilmente recuperabile, ma che costituisce il tessuto connettivo della nostra storia artistica e rappresenta il substrato e la cornice dei “capolavori”, molte sono state le offerte di disponibilità da parte di associazioni, singoli restauratori, scuole di restauro che hanno “adottato” ciascuno un’opera finanziandone il restauro o eseguendolo gratuitamente. A costoro si è affiancato l’instancabile impegno dei restauratori interni del Laboratorio della stessa Soprintendenza.
Oggi, a distanza di dieci anni, molte delle opere esposte nel 1996 in Palazzo Vecchio ancora col fango alluvionale, ma anche altre, tra quelle ancora in deposito presso la Soprintendenza, sono presentate dopo il restauro, con una ritrovata identità anche se spesso non accompagnata da una ritrovata provenienza.
Accanto ad arredi provenienti da alcune chiese cittadine particolarmente colpite dall’alluvione, come San Firenze, San Remigio, SS. Apostoli, Sant’Ambrogio, che attestano la ricchezza delle suppellettili liturgiche del Seicento e del Settecento – fra i quali due splendide torcere, candelabri, angeli – si trovano, così, “opere senza casa” di grande effetto, come una scultura lignea raffigurante Cristo portacroce databile tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento e uno Stipo in legno e pietre dure del Seicento.
Una menzione particolare spetta al seicentesco modello ligneo della Chiesa di San Firenze, gioiello di architettura in miniatura, che era stato completamente sbriciolato dalla furia dell’alluvione quando si trovava al Museo Bardini ed è oggi restaurato e ricomposto grazie a lunghi anni di lavoro di Marco Marchi presso il Laboratorio di restauro della Soprintendenza.
La mostra, presentando alcuni risultati del “già fatto“ in questo specifico settore, vuole altresì essere di richiamo simbolico al “da farsi “ che, almeno nell’ambito delle arti applicate, ha ancora una certa consistenza, ricordando che per arrivare ad estinguere il pesante fardello delle conseguenze dell’alluvione occorre davvero ancora il concorso di tutte le forze disponibili.
A conclusione del proprio operato sulle opere alluvionate, che essendo per la maggior parte di provenienza ecclesiastica sono di competenza della Soprintendenza territoriale (Soprintendenza per il Patrimonio Storico e Artistico ed Etnoantropologico per le provincie di Firenze, Pistoia e Prato), l’Ufficio Restauri di questa Soprintendenza ha voluto fornire un prezioso strumento di lavoro per il futuro, pubblicando nel catalogo della mostra (edito da Sillabe), l’elenco dei 1500 “pezzi” alluvionati, che furono registrati nel 1966 in fase di emergenza, aggiornato dei dati - di ubicazione, di restauro e di riconsegna – per ciascuna delle opere, redatto da Francesca Fiorelli Malesci.
03
novembre 2006
Piccoli grandi tesori alluvionati. Un patrimonio da non dimenticare
Dal 03 novembre 2006 al 06 gennaio 2007
arte antica
Location
MUSEO DI SAN MARCO
Firenze, Piazza Di San Marco, 1, (Firenze)
Firenze, Piazza Di San Marco, 1, (Firenze)
Biglietti
Intero € 4.00
Ridotto € 2.00 per i cittadini della Comunità Europea tra i 18 e i 25 anni
Gratuito per i cittadini della Comunità Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni
Orario di apertura
Martedì – Venerdì 8.15 – 13.50
Sabato 8.15 - 18.50
2°,4° Domenica e festivi 8.15 - 19.00
1°,3°,5° Lunedì 8.15 - 3.50
Chiusura: 1°,3°,5° domenica e 2°,4° lunedì, 25 dicembre 2006 e 1 gennaio 2007
La biglietteria chiude 30 minuti prima del Museo
Vernissage
3 Novembre 2006, ore 18
Editore
SILLABE
Ufficio stampa
CAMILLA SPERANZA