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Piccolo compendio d’istruzioni di pittura
La Galleria Vault + BBS-pro è lieta di presentare questa mostra collettiva che nasce grazie al contributo di figure diverse, artisti, critici ed un filosofo, i quali in modi differenti si propongono di ricreare, attraverso contributi di natura visiva o teorica, un piccolo trattato sulla pittura
Comunicato stampa
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Parte di una vasta produzione letteraria dedicata all’arte, la trattatistica accompagna la produzione artistica fin dalla Grecia antica. Nel corso della storia essa ha mutato più volte la propria identità, mantenendo una costante attenzione per il dato tecnico dell’opera d’arte. Con le rivoluzioni apportate dalle avanguardie – che hanno interessato anche il piano della pratica – il XX secolo ha visto il progressivo declino di questo tipo di scrittura. Piccolo compendio d’istruzioni di pittura rivendica l’inattualità di tale letteratura, sottoponendola a una riflessione di tipo decostruttivo, e allo stesso tempo rendendola oggetto d’intervento artistico.
La mostra si struttura appunto come un manuale di trattatistica sulla pittura. Ciascuno dei partecipanti ha selezionato un argomento tipico della manualistica (ad esempio: preparazione della tela, colore, composizione... etc.) e ha lavorato su di esso in un duplice modo: con un contributo di natura teorica, elaborato su una superficie che simula la pagina di un “ipotetico trattato”, e con un intervento di tipo visivo, quindi più propriamente un’opera, che allude all’illustrazione del medesimo compendio. Il risultato finale è quindi un tractatus sui generis, che si squaderna sui muri della galleria, e che ipoteticamente potrebbe prendere la forma di un vero libro (qualora le opere fossero riprodotte in un impaginato).
Il pigmento è il tema scelto da Lorenzo Aceto (Pescara, 1985). Questa predilezione gli deriva dal nucleo di problemi intorno al quale gravita la sua più recente produzione pittorica, ovvero l’idea di primordialità. Dopo aver esplorato le possibilità del segno, muovendosi sul confine fra astrazione e figurazione, l’artista ha infatti progressivamente diretto il proprio interesse verso le prime testimonianze artistiche dell’età paleolitica, mettendole in dialogo con la propria pittura.
Coerentemente con la propria formazione di storico dell’arte contemporanea, Simone Ciglia (Pescara, 1982) decide d’impostare il proprio intervento in modo riflessivo sulla forma stessa del trattato d’arte, qui fatto oggetto di analisi storica e critica.
La produzione di Luca De Angelis (San Benedetto del Tronto, 1980) si caratterizza per un’attenzione nei confronti della materia e della gestualità del fare pittorico. Le immagini trovate dal web forniscono all’artista i soggetti del suo lavoro. In questa occasione De Angelis sceglie di cimentarsi con il tema della composizione.
Il nudo è l’argomento scelto da Matteo Fato (Pescara, 1979). Tema classico della storia dell’arte, l’artista l’ha affrontato soprattutto nel corso della sua formazione accademica. Ad esso ritorna ora, dopo un percorso che lo
ha visto impegnato in una ricerca sul segno e quindi sul linguaggio, attraversando liberamente tutti i media, in una coniugazione di tradizione e contemporaneità.
Paleografo e filologo musicale, Gianni Garrera (Roma, 1962) si è occupato soprattutto di temi estetici. In questa occasione la sua attenzione si concentra sul tema del disegno, o più esattamente – come afferma l’autore – sull’arte del tracciare in pittura linee rette e non curve. Il risultato è un doppio intervento (allo stesso tempo teorico e illustrativo) in cui si danno ordini sulla “rettitudine” delle linee orizzontali e verticali tracciate in pittura e si danno proibizioni sull’impiego della linea curva: in questo modo il dittico è istruttivo e distruttivo nei riguardi dei tracciati ideali permessi e vietati in pittura (come se il “nostro” trattato dia anche nuove regole “spirituali” per la pittura).
La pittura rappresenta soltanto uno fra i mezzi impiegati da Davide Mancini Zanchi (Urbino, 1986). Quando l’artista sceglie questo medium, lo approccia con un’attitudine analitica, utilizzando materiali non canonici (come nutella o dentifricio Mentadent) e spesso in combinazione con altre tecniche. Il suo intervento riguarda l’esposizione della pittura: l’autore compie una rotazione dalla parete al pavimento, sostituendo l’usuale supporto del chiodo con un oggetto.
Paride Petrei (Pescara, 1978) si è accostato alla pittura solo recentemente, dopo un’attività svolta prevalentemente nel campo della scultura e dell’installazione, in un lavoro che incrocia campi disciplinari diversi, quali scienza, filosofia, antropologia, religione. In questa circostanza l’artista sceglie come oggetto del proprio intervento l’imprimitura, ovvero la preparazione della superficie pittorica.
Attivo principalmente sul fronte della critica e della pratica curatoriale, Alberto Zanchetta (Trento, seconda metà del XX secolo) partecipa al progetto in un duplice ruolo: da critico e da artista. Il tema del suo intervento è la prospettiva. Gli esercizi di stile da lui proposti consistono in pittosculture, tableaux vivants e monocromi-non-monocromi che indagano la «pittura in assenza di pittura». L’autore è interessato a verificare con immagini od oggetti la proteiforme identità della pittura.
La mostra si struttura appunto come un manuale di trattatistica sulla pittura. Ciascuno dei partecipanti ha selezionato un argomento tipico della manualistica (ad esempio: preparazione della tela, colore, composizione... etc.) e ha lavorato su di esso in un duplice modo: con un contributo di natura teorica, elaborato su una superficie che simula la pagina di un “ipotetico trattato”, e con un intervento di tipo visivo, quindi più propriamente un’opera, che allude all’illustrazione del medesimo compendio. Il risultato finale è quindi un tractatus sui generis, che si squaderna sui muri della galleria, e che ipoteticamente potrebbe prendere la forma di un vero libro (qualora le opere fossero riprodotte in un impaginato).
Il pigmento è il tema scelto da Lorenzo Aceto (Pescara, 1985). Questa predilezione gli deriva dal nucleo di problemi intorno al quale gravita la sua più recente produzione pittorica, ovvero l’idea di primordialità. Dopo aver esplorato le possibilità del segno, muovendosi sul confine fra astrazione e figurazione, l’artista ha infatti progressivamente diretto il proprio interesse verso le prime testimonianze artistiche dell’età paleolitica, mettendole in dialogo con la propria pittura.
Coerentemente con la propria formazione di storico dell’arte contemporanea, Simone Ciglia (Pescara, 1982) decide d’impostare il proprio intervento in modo riflessivo sulla forma stessa del trattato d’arte, qui fatto oggetto di analisi storica e critica.
La produzione di Luca De Angelis (San Benedetto del Tronto, 1980) si caratterizza per un’attenzione nei confronti della materia e della gestualità del fare pittorico. Le immagini trovate dal web forniscono all’artista i soggetti del suo lavoro. In questa occasione De Angelis sceglie di cimentarsi con il tema della composizione.
Il nudo è l’argomento scelto da Matteo Fato (Pescara, 1979). Tema classico della storia dell’arte, l’artista l’ha affrontato soprattutto nel corso della sua formazione accademica. Ad esso ritorna ora, dopo un percorso che lo
ha visto impegnato in una ricerca sul segno e quindi sul linguaggio, attraversando liberamente tutti i media, in una coniugazione di tradizione e contemporaneità.
Paleografo e filologo musicale, Gianni Garrera (Roma, 1962) si è occupato soprattutto di temi estetici. In questa occasione la sua attenzione si concentra sul tema del disegno, o più esattamente – come afferma l’autore – sull’arte del tracciare in pittura linee rette e non curve. Il risultato è un doppio intervento (allo stesso tempo teorico e illustrativo) in cui si danno ordini sulla “rettitudine” delle linee orizzontali e verticali tracciate in pittura e si danno proibizioni sull’impiego della linea curva: in questo modo il dittico è istruttivo e distruttivo nei riguardi dei tracciati ideali permessi e vietati in pittura (come se il “nostro” trattato dia anche nuove regole “spirituali” per la pittura).
La pittura rappresenta soltanto uno fra i mezzi impiegati da Davide Mancini Zanchi (Urbino, 1986). Quando l’artista sceglie questo medium, lo approccia con un’attitudine analitica, utilizzando materiali non canonici (come nutella o dentifricio Mentadent) e spesso in combinazione con altre tecniche. Il suo intervento riguarda l’esposizione della pittura: l’autore compie una rotazione dalla parete al pavimento, sostituendo l’usuale supporto del chiodo con un oggetto.
Paride Petrei (Pescara, 1978) si è accostato alla pittura solo recentemente, dopo un’attività svolta prevalentemente nel campo della scultura e dell’installazione, in un lavoro che incrocia campi disciplinari diversi, quali scienza, filosofia, antropologia, religione. In questa circostanza l’artista sceglie come oggetto del proprio intervento l’imprimitura, ovvero la preparazione della superficie pittorica.
Attivo principalmente sul fronte della critica e della pratica curatoriale, Alberto Zanchetta (Trento, seconda metà del XX secolo) partecipa al progetto in un duplice ruolo: da critico e da artista. Il tema del suo intervento è la prospettiva. Gli esercizi di stile da lui proposti consistono in pittosculture, tableaux vivants e monocromi-non-monocromi che indagano la «pittura in assenza di pittura». L’autore è interessato a verificare con immagini od oggetti la proteiforme identità della pittura.
12
giugno 2014
Piccolo compendio d’istruzioni di pittura
Dal 12 giugno al 21 settembre 2014
arte contemporanea
Location
VAULT
Prato, Via Genova, 17/15, (Prato)
Prato, Via Genova, 17/15, (Prato)
Orario di apertura
lun-ven 9:00-13:00/15:00-19:00
Vernissage
12 Giugno 2014, ore 19:00
Autore