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Piccolo Formato 5
Quinto capitolo del “Piccolo formato”, la rassegna dedicata all’arte su di un supporto minimo, un 10 x 10 centimetri, che sta sfidando numerosi artisti sardi
Comunicato stampa
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"Ne hai fatta di strada, baby" *
Quinto capitolo del "Piccolo formato", la rassegna dedicata all’arte su di un supporto minimo, un 10 x 10 centimetri, che sta sfidando numerosi artisti sardi. Nei locali della G28 di via Ada Negri a Cagliari si rinnova ad inizio di stagione artistica un appuntamento che suscita attese e che viene attentamente curato da Gianni Atzeni e Italo Medda, artisti e sperimentatori di idee che operano su diversi fronti come le recenti iniziative allo spazio Zoom di via Manno, con mostre ed iniziative di buon livello. Si propone in questo appuntamento una rassegna tutta al femminile per comunione d’intenti con quel trend che riconosce ormai appieno, vedasi l’esperienza ultima di Venezia, uno sguardo ed una sensibilità tutta particolare alle donne che per lunghissimo tempo hanno invece sofferto e sono state penalizzate a causa del loro voler essere anche artiste.
Presenti in questa quinta edizione sono Annalisa Achenza, Maria Caboni, Adelaide Lussu, CarlaOrrù e Lidia Pacchiarotti, Marilena Pitturru, Gemma Tardini. Nomi noti, con esperienze diversificate e percorsi interessanti che nel piccolo formato esploreranno liberamente universi e linguaggi nuovi o proseguiranno indagini legate alle emozioni, al proprio vissuto.. e ad altro, nella libertà totale, quella appunto di creare.
Certo la strada per arrivare a questa libertà, a questo riconoscimento di una vocazione pari, se non superiore, a quella di un uomo, è stata lunga e sofferta. Poche di loro sono nella memoria collettiva, molte invece quelle poco conosciute o del tutto ignote anche se di straordinaria bravura. Quante ne ricordiamo? Il primo nome che viene in mente è quello di Artemisia Gentileschi (1598 - 1652), più ricordata per il molto gossip che si fece attorno al suo nome per motivi tutt’altro che artistici, ma di bravura eccelsa tanto da essere stata la prima donna ammessa all’Accademia d’Arte di Firenze, cosa a quei tempi ed in quei luoghi del tutto straordinaria, e che divenne pittrice alla corte di Carlo I a Londra, costruendosi una vita da single invidiabile anche ai nostri giorni. Quanti ricordano che Marietta Tintoretto (1554-1600), nome che non abbisogna di presentazioni, era stata chiamata come pittrice alla corte di Spagna e d’Austria ma il celebre padre glielo impedì costringendola a sposarsi? Quanti conoscono Fede Galizia (1578-1630) che a dodici anni era pienamente autonoma dal padre pittore Nunzio, suo maestro, e a sedici anni era acclamata e richiesta ritrattista? E Lavinia Fontana (1552-1614) che si divideva, chissà con che strazio, tra la cura di undici figli, solo tre superstiti, e l’arte pittorica nella quale eccelleva? Nelle loro storie straordinarie si legge quanta fatica in più ci vuole ad una donna per essere anche artista e quanta bravura in più per essere apprezzate.
Con un salto temporale citiamone alcune più vicine a noi, Frida Kahlo, Georgia O’ Keffee, Tamara De Lempicka, Laurie Anderson o una "recente scoperta" come Louise Burgeoise, classe 1911, vivente, arrivata alla fama a settanta anni, scultrice straordinaria che saggiamente racconta: "…non avere successo è stranamente stimolante se credi in te stessa … il successo non è importante…"
Donne con vite incredibili, difficili ed intense, che per l’Arte non hanno mai ceduto, l’Arte come ragione prima di vita, un dialogo interiore che le ha rese prima di tutto donne libere. Buon cammino allora a tutte le artiste.
Maria Spissu Nilson
* Il titolo è stato tradotto da uno slogan pubblicitario di una famosa azienda americana di tabacchi che individua nel fumo il punto di arrivo della libertà femminile.
Quinto capitolo del "Piccolo formato", la rassegna dedicata all’arte su di un supporto minimo, un 10 x 10 centimetri, che sta sfidando numerosi artisti sardi. Nei locali della G28 di via Ada Negri a Cagliari si rinnova ad inizio di stagione artistica un appuntamento che suscita attese e che viene attentamente curato da Gianni Atzeni e Italo Medda, artisti e sperimentatori di idee che operano su diversi fronti come le recenti iniziative allo spazio Zoom di via Manno, con mostre ed iniziative di buon livello. Si propone in questo appuntamento una rassegna tutta al femminile per comunione d’intenti con quel trend che riconosce ormai appieno, vedasi l’esperienza ultima di Venezia, uno sguardo ed una sensibilità tutta particolare alle donne che per lunghissimo tempo hanno invece sofferto e sono state penalizzate a causa del loro voler essere anche artiste.
Presenti in questa quinta edizione sono Annalisa Achenza, Maria Caboni, Adelaide Lussu, CarlaOrrù e Lidia Pacchiarotti, Marilena Pitturru, Gemma Tardini. Nomi noti, con esperienze diversificate e percorsi interessanti che nel piccolo formato esploreranno liberamente universi e linguaggi nuovi o proseguiranno indagini legate alle emozioni, al proprio vissuto.. e ad altro, nella libertà totale, quella appunto di creare.
Certo la strada per arrivare a questa libertà, a questo riconoscimento di una vocazione pari, se non superiore, a quella di un uomo, è stata lunga e sofferta. Poche di loro sono nella memoria collettiva, molte invece quelle poco conosciute o del tutto ignote anche se di straordinaria bravura. Quante ne ricordiamo? Il primo nome che viene in mente è quello di Artemisia Gentileschi (1598 - 1652), più ricordata per il molto gossip che si fece attorno al suo nome per motivi tutt’altro che artistici, ma di bravura eccelsa tanto da essere stata la prima donna ammessa all’Accademia d’Arte di Firenze, cosa a quei tempi ed in quei luoghi del tutto straordinaria, e che divenne pittrice alla corte di Carlo I a Londra, costruendosi una vita da single invidiabile anche ai nostri giorni. Quanti ricordano che Marietta Tintoretto (1554-1600), nome che non abbisogna di presentazioni, era stata chiamata come pittrice alla corte di Spagna e d’Austria ma il celebre padre glielo impedì costringendola a sposarsi? Quanti conoscono Fede Galizia (1578-1630) che a dodici anni era pienamente autonoma dal padre pittore Nunzio, suo maestro, e a sedici anni era acclamata e richiesta ritrattista? E Lavinia Fontana (1552-1614) che si divideva, chissà con che strazio, tra la cura di undici figli, solo tre superstiti, e l’arte pittorica nella quale eccelleva? Nelle loro storie straordinarie si legge quanta fatica in più ci vuole ad una donna per essere anche artista e quanta bravura in più per essere apprezzate.
Con un salto temporale citiamone alcune più vicine a noi, Frida Kahlo, Georgia O’ Keffee, Tamara De Lempicka, Laurie Anderson o una "recente scoperta" come Louise Burgeoise, classe 1911, vivente, arrivata alla fama a settanta anni, scultrice straordinaria che saggiamente racconta: "…non avere successo è stranamente stimolante se credi in te stessa … il successo non è importante…"
Donne con vite incredibili, difficili ed intense, che per l’Arte non hanno mai ceduto, l’Arte come ragione prima di vita, un dialogo interiore che le ha rese prima di tutto donne libere. Buon cammino allora a tutte le artiste.
Maria Spissu Nilson
* Il titolo è stato tradotto da uno slogan pubblicitario di una famosa azienda americana di tabacchi che individua nel fumo il punto di arrivo della libertà femminile.
01
ottobre 2005
Piccolo Formato 5
Dal primo al 12 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
G28 GALLERY – PALAZZO MARINI
Cagliari, Via Ada Negri, 28, (Cagliari)
Cagliari, Via Ada Negri, 28, (Cagliari)
Orario di apertura
18,30–20,30 (domenica e lunedì chiuso)
Vernissage
1 Ottobre 2005, ore 19
Autore