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Pier Maurizio Greco – Segni Artificiali
In esposizione una selezione di dodici opere, acrilici su tela di varie dimensioni, di recente produzione
Comunicato stampa
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La galleria Radice - Arte Contemporanea di Roma presenta dal 4 al 18 maggio 2007 la mostra Segni Artificiali, personale di Pier Maurizio Greco.
In esposizione una selezione di dodici opere, acrilici su tela di varie dimensioni, di recente produzione.
(…) I quadri di Greco sono opere a due dimensioni. Sotto molteplici dimensioni. Li guardi, e la prima impressione ti è data dal colore e dal suo spazio. Lo sviluppo pittorico è delimitato nettamente in campiture piatte, segnate da linee come confini e partiture, sezionate a strati e stese sulla superficie come mappe srotolate su un piano. Il colore è uno schiavo-sovrano. Sovrano della propria accensione, della potenza e perentorietà di sé, della pienezza con cui si dà campo. Ed è schiavo delle demarcazioni che lo contengono e lo annientano, delle ripartizioni rigorose dalle quali non può debordare. Schiavo di uno spazio sottile. In questo margine utile circolano segni e costrutti, si tracciano piani e visioni, si generano movimenti come sintomi congrui di una meccanica euclidea, che regola e sovrintende ad un mondo di schemi che non possono sovrapporsi, ma solo toccarsi, e respingersi al più, scorrendo su un fluido viscoso e riverberante. Il segno grafico è definito e netto, essenziale e minimale, vivace come nella pubblicitaria e nella fumettistica (…).
E Pier Maurizio Greco è uno che cerca codici, cercandoli li inventa. Il suo è un mondo in cui gli elementi si riducono a pittogrammi, a glifi e emblemi che sono itinerari sia fisici che immateriali fino al fulcro significante, fino ad una rappresentazione ingenua e primigenia di archetipi e modelli ideali. Il tempo e lo spazio si dilatano, giocano a rimpiattino, la realtà e la fantasia si contaminano. Tu che guardi vieni catapultato da una dimensione all’altra, e così parti figurandoti di tenere dietro a geoglifi che solcano il terreno come a Nazca, vai a scoprire simboli tribali e sciamanici che contemplano un tempo profondo ed ignoto, il fondo ancestrale di figurazioni primitive, come grotte ad Altamira e Lascaux. Ti volgi per un attimo, ed in quel medesimo linguaggio, incontri il futuro tecnologico e psichedelico, quello di circuiti integrati e micro-chips, ti imbatti in rampe e piste d’atterraggio, hangar, sistemi per astronavi e vite extra-terrestri. Ancora uno sguardo, ed inciampi nelle stanze del presente che si susseguono in uno sconnesso labirinto, un riflesso, oggetti che si affastellano, allegorie per un’umanità contesa fra guerra e pace, fra volontà e condizionamenti. (…)
Francesco Giulio Farachi
In esposizione una selezione di dodici opere, acrilici su tela di varie dimensioni, di recente produzione.
(…) I quadri di Greco sono opere a due dimensioni. Sotto molteplici dimensioni. Li guardi, e la prima impressione ti è data dal colore e dal suo spazio. Lo sviluppo pittorico è delimitato nettamente in campiture piatte, segnate da linee come confini e partiture, sezionate a strati e stese sulla superficie come mappe srotolate su un piano. Il colore è uno schiavo-sovrano. Sovrano della propria accensione, della potenza e perentorietà di sé, della pienezza con cui si dà campo. Ed è schiavo delle demarcazioni che lo contengono e lo annientano, delle ripartizioni rigorose dalle quali non può debordare. Schiavo di uno spazio sottile. In questo margine utile circolano segni e costrutti, si tracciano piani e visioni, si generano movimenti come sintomi congrui di una meccanica euclidea, che regola e sovrintende ad un mondo di schemi che non possono sovrapporsi, ma solo toccarsi, e respingersi al più, scorrendo su un fluido viscoso e riverberante. Il segno grafico è definito e netto, essenziale e minimale, vivace come nella pubblicitaria e nella fumettistica (…).
E Pier Maurizio Greco è uno che cerca codici, cercandoli li inventa. Il suo è un mondo in cui gli elementi si riducono a pittogrammi, a glifi e emblemi che sono itinerari sia fisici che immateriali fino al fulcro significante, fino ad una rappresentazione ingenua e primigenia di archetipi e modelli ideali. Il tempo e lo spazio si dilatano, giocano a rimpiattino, la realtà e la fantasia si contaminano. Tu che guardi vieni catapultato da una dimensione all’altra, e così parti figurandoti di tenere dietro a geoglifi che solcano il terreno come a Nazca, vai a scoprire simboli tribali e sciamanici che contemplano un tempo profondo ed ignoto, il fondo ancestrale di figurazioni primitive, come grotte ad Altamira e Lascaux. Ti volgi per un attimo, ed in quel medesimo linguaggio, incontri il futuro tecnologico e psichedelico, quello di circuiti integrati e micro-chips, ti imbatti in rampe e piste d’atterraggio, hangar, sistemi per astronavi e vite extra-terrestri. Ancora uno sguardo, ed inciampi nelle stanze del presente che si susseguono in uno sconnesso labirinto, un riflesso, oggetti che si affastellano, allegorie per un’umanità contesa fra guerra e pace, fra volontà e condizionamenti. (…)
Francesco Giulio Farachi
04
maggio 2007
Pier Maurizio Greco – Segni Artificiali
Dal 04 al 18 maggio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA RADICE
Roma, Via Dei Quattro Cantoni, 9, (Roma)
Roma, Via Dei Quattro Cantoni, 9, (Roma)
Orario di apertura
dal martedi al sabato 16.30-19
Vernissage
4 Maggio 2007, ore 18,30
Autore