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Pier Maurizio Greco – Territori acrilici
Attraverso 16 acrilici su tela, l’artista presenta una panoramica della sua produzione
Comunicato stampa
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ARTENSIONE è lieta di presentare TERRITORI ACRILICI, una mostra personale dell’artista Pier Maurizio Greco che verrà inaugurata il 21 ottobre 2005 alle ore 19,00 e durerà sino al 30 ottobre 2005 nello spazio espositivo di Via Casilina, 187, a Roma.
Attraverso 16 acrilici su tela, l’artista presenta una panoramica della sua produzione, dove la bidimensionalità, elemento preponderante, si traduce in superfici cromatiche che Greco definisce “territori”. I suoi territori, visti dall’alto, si schiudono in un microcosmo/macrocosmo di simboli; come le linee di Nazca, che appaiono solo tracciati di gesso viste dal suolo, osservate dall’alto rivelano tutto il loro carico simbolico. Simboli che l’artista ama smontare per studiarne le logiche e restituirceli poi in un contesto altro, quasi alieno. Ecco quindi immagini tipicamente moderne, come aerei o astronavi (legati al tema del volo, molto caro a Greco) o i tasti di un computer, costituirsi in simboli, associabili talvolta a geroglifici maya o egizi rivisitati in un personale alfabeto. Con procedimento inverso, antichi glifi e divinità assumono diversi significati in un contesto proiettato verso una dimensione futura ma indefinita. Anche le declinazioni cromatiche, a partire dal segno nero che spesso delinea le forme, si caricano di un preciso valore semiotico, distribuendo i “colori come luoghi”.
Alla luce di questi strumenti di lettura le opere di Greco acquistano significato. Osservando, ad esempio, Deus ex machina, troviamo una piattaforma in movimento che accoglie elementi riconducibili ad attributi divini affiancati a vestigia umane. Una sintesi tra il significato letterale del titolo, il dio che sorge dalla macchina, e quello di espediente teatrale adottato nella drammaturgia classica. Oppure Nel tempo, dove un crocevia di autostrade rende possibile l’incontro tra passato e presente.
Pier Maurizio Greco è nato a Modena, vive e lavora a Roma. E’ laureato in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Ha seguito corsi di pittura, sperimentando particolarmente gli acrilici. Nel suo percorso, la fotografia rappresenta il primo campo di indagine conoscitiva, con ricerche su textures materiche e dettagli di oggetti casuali. Segue la pittura, in principio con forte connotazione astratta, riconducibile talvolta a un informale tonale e segnico, attraversa poi una fase etnica con riferimenti a culture diverse. Gli ultimi lavori si concentrano soprattutto sull’idea dell’arte intesa come sintesi, luogo in cui convivono realtà oggettiva e astrazione. Ha esposto fotografie e opere pittoriche in esposizioni e concorsi. E’ presente presso la Galleria Ashanti di Roma.
Attraverso 16 acrilici su tela, l’artista presenta una panoramica della sua produzione, dove la bidimensionalità, elemento preponderante, si traduce in superfici cromatiche che Greco definisce “territori”. I suoi territori, visti dall’alto, si schiudono in un microcosmo/macrocosmo di simboli; come le linee di Nazca, che appaiono solo tracciati di gesso viste dal suolo, osservate dall’alto rivelano tutto il loro carico simbolico. Simboli che l’artista ama smontare per studiarne le logiche e restituirceli poi in un contesto altro, quasi alieno. Ecco quindi immagini tipicamente moderne, come aerei o astronavi (legati al tema del volo, molto caro a Greco) o i tasti di un computer, costituirsi in simboli, associabili talvolta a geroglifici maya o egizi rivisitati in un personale alfabeto. Con procedimento inverso, antichi glifi e divinità assumono diversi significati in un contesto proiettato verso una dimensione futura ma indefinita. Anche le declinazioni cromatiche, a partire dal segno nero che spesso delinea le forme, si caricano di un preciso valore semiotico, distribuendo i “colori come luoghi”.
Alla luce di questi strumenti di lettura le opere di Greco acquistano significato. Osservando, ad esempio, Deus ex machina, troviamo una piattaforma in movimento che accoglie elementi riconducibili ad attributi divini affiancati a vestigia umane. Una sintesi tra il significato letterale del titolo, il dio che sorge dalla macchina, e quello di espediente teatrale adottato nella drammaturgia classica. Oppure Nel tempo, dove un crocevia di autostrade rende possibile l’incontro tra passato e presente.
Pier Maurizio Greco è nato a Modena, vive e lavora a Roma. E’ laureato in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Ha seguito corsi di pittura, sperimentando particolarmente gli acrilici. Nel suo percorso, la fotografia rappresenta il primo campo di indagine conoscitiva, con ricerche su textures materiche e dettagli di oggetti casuali. Segue la pittura, in principio con forte connotazione astratta, riconducibile talvolta a un informale tonale e segnico, attraversa poi una fase etnica con riferimenti a culture diverse. Gli ultimi lavori si concentrano soprattutto sull’idea dell’arte intesa come sintesi, luogo in cui convivono realtà oggettiva e astrazione. Ha esposto fotografie e opere pittoriche in esposizioni e concorsi. E’ presente presso la Galleria Ashanti di Roma.
21
ottobre 2005
Pier Maurizio Greco – Territori acrilici
Dal 21 al 30 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
ARTENSIONE
Roma, Via Casilina, 187, (Roma)
Roma, Via Casilina, 187, (Roma)
Vernissage
21 Ottobre 2005, ore 19
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