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Piergiorgio Branzi – Parigi, 1954-2017
Per un fotografo Parigi è il luogo ideale: una vera e propria “invenzione letteraria”, dal fascino stimolante di una costante sorpresa. Lo sguardo raffinato di Piergiorgio Branzi si sofferma su dettagli, volti e scorci, offrendo una riflessione visiva profonda e sorprendente su una città che non smette mai di affascinare
Comunicato stampa
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Strascicare i piedi lungo i marciapiedi di
quella invenzione letteraria che si chiama
Parigi, per un fotografo è pur sempre sentirsi
vampiro in una macelleria.
Piergiorgio Branzi
Dal 5 ottobre al 1 dicembre Contrasto Galleria ospiterà la mostra di Piergiorgio Branzi “Parigi, 1954-2017”. Saranno esposte 30 fotografie in bianco e nero, scattate negli anni tra il 1954 e il 2017 da questo grande interprete del nostro tempo.
Per un fotografo Parigi è il luogo ideale: una vera e propria “invenzione letteraria”, dal fascino stimolante di una costante sorpresa. Lo sguardo raffinato di Piergiorgio Branzi si sofferma su dettagli, volti e scorci, offrendo una riflessione visiva profonda e sorprendente su una città che non smette mai di affascinare.
Il primo incontro con la fotografia di Piergiorgio Branzi è stato nella sua Toscana, nei primi anni ’50. Ben presto la macchina fotografica divenne un pretesto per girare prima l’Italia, poi il Mediterraneo, finché il suo lavoro di giornalista televisivo non lo portò in giro per il mondo, dal Nord Africa a Mosca, dove Branzi ha vissuto cinque anni in quanto inviato per la Rai. Approdò poi a Parigi, città per la quale nutre un antico amore visivo e che ha avuto modo di ammirare e rimirare più volte. In questi anni Branzi ha gironzolato per i suoi Boulevards come un flâner, cercando di cogliere quello spirito “femminile” di una città senza tempo; si è seduto ai suoi cafè per afferrare l’indole del suo popolo, ha viaggiato sui suoi metrò per osservarne le abitudini: nelle sue fotografie ha immortalato la vera essenza parigina, intrisa di arte, letteratura, sogno e mistero.
“Ma Parigi in realtà non esiste, è tutto e il contrario di tutto, un luogo comune sognato da lontano, una accattivante invenzione, un miraggio, un sortilegio, la “similitudine” di se stessa appunto. È da sempre come vuoi che sia, ci trovi quello che cercavi di trovare. Ma la puoi rovistare come la tua tasca e non scoprirai mai com’è, e qual è quella vera: come una “femmina”, appunto, della quale ti resterà sempre il desiderio di conoscerne compiutamente la natura profonda, anche se al tuo fianco da tutta una vita.
Colui che l’attraversasse a passo veloce perderebbe tutto questo: il fascino stimolante di una costante sorpresa.”
(da Il giro dell’occhio, ed. Contrasto 2015)
Piergiorgio Branzi (1928) si avvicina alla fotografia nel 1953, dopo avere visitato una mostra di Henri Cartier-Bresson. Formatosi nella tradizione figurativa rinascimentale toscana, dotato di una naturale eleganza, diventa presto un maestro del ''ritratto ambientato''. Monsignori, bambini, borghesi, paesani, colti di sorpresa, con sottile sarcasmo, in equilibrio tra un lirismo sommesso e una vivida caratterizzazione psicologica. Tra i primi a cogliere la modernità dei grandi modelli stranieri ed a sperimentare l'uso del nero profondo, sconosciuto in Italia negli anni Cinquanta, Branzi diventa, con Paolo Monti e Mario Giacomelli, un innovatore geniale dei codici linguistici della fotografia.
quella invenzione letteraria che si chiama
Parigi, per un fotografo è pur sempre sentirsi
vampiro in una macelleria.
Piergiorgio Branzi
Dal 5 ottobre al 1 dicembre Contrasto Galleria ospiterà la mostra di Piergiorgio Branzi “Parigi, 1954-2017”. Saranno esposte 30 fotografie in bianco e nero, scattate negli anni tra il 1954 e il 2017 da questo grande interprete del nostro tempo.
Per un fotografo Parigi è il luogo ideale: una vera e propria “invenzione letteraria”, dal fascino stimolante di una costante sorpresa. Lo sguardo raffinato di Piergiorgio Branzi si sofferma su dettagli, volti e scorci, offrendo una riflessione visiva profonda e sorprendente su una città che non smette mai di affascinare.
Il primo incontro con la fotografia di Piergiorgio Branzi è stato nella sua Toscana, nei primi anni ’50. Ben presto la macchina fotografica divenne un pretesto per girare prima l’Italia, poi il Mediterraneo, finché il suo lavoro di giornalista televisivo non lo portò in giro per il mondo, dal Nord Africa a Mosca, dove Branzi ha vissuto cinque anni in quanto inviato per la Rai. Approdò poi a Parigi, città per la quale nutre un antico amore visivo e che ha avuto modo di ammirare e rimirare più volte. In questi anni Branzi ha gironzolato per i suoi Boulevards come un flâner, cercando di cogliere quello spirito “femminile” di una città senza tempo; si è seduto ai suoi cafè per afferrare l’indole del suo popolo, ha viaggiato sui suoi metrò per osservarne le abitudini: nelle sue fotografie ha immortalato la vera essenza parigina, intrisa di arte, letteratura, sogno e mistero.
“Ma Parigi in realtà non esiste, è tutto e il contrario di tutto, un luogo comune sognato da lontano, una accattivante invenzione, un miraggio, un sortilegio, la “similitudine” di se stessa appunto. È da sempre come vuoi che sia, ci trovi quello che cercavi di trovare. Ma la puoi rovistare come la tua tasca e non scoprirai mai com’è, e qual è quella vera: come una “femmina”, appunto, della quale ti resterà sempre il desiderio di conoscerne compiutamente la natura profonda, anche se al tuo fianco da tutta una vita.
Colui che l’attraversasse a passo veloce perderebbe tutto questo: il fascino stimolante di una costante sorpresa.”
(da Il giro dell’occhio, ed. Contrasto 2015)
Piergiorgio Branzi (1928) si avvicina alla fotografia nel 1953, dopo avere visitato una mostra di Henri Cartier-Bresson. Formatosi nella tradizione figurativa rinascimentale toscana, dotato di una naturale eleganza, diventa presto un maestro del ''ritratto ambientato''. Monsignori, bambini, borghesi, paesani, colti di sorpresa, con sottile sarcasmo, in equilibrio tra un lirismo sommesso e una vivida caratterizzazione psicologica. Tra i primi a cogliere la modernità dei grandi modelli stranieri ed a sperimentare l'uso del nero profondo, sconosciuto in Italia negli anni Cinquanta, Branzi diventa, con Paolo Monti e Mario Giacomelli, un innovatore geniale dei codici linguistici della fotografia.
04
ottobre 2017
Piergiorgio Branzi – Parigi, 1954-2017
Dal 04 ottobre al primo dicembre 2017
fotografia
Location
GALLERIA CONTRASTO
Milano, Via Ascanio Sforza, 29, (Milano)
Milano, Via Ascanio Sforza, 29, (Milano)
Orario di apertura
lunedì – venerdì h. 10-13 e 15:30-18:30 e su appuntamento
Chiuso sabato e domenica
Vernissage
4 Ottobre 2017, ore 18.30
Autore