Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Piergiorgio Zangara – PALERMO MILANO SYDNEY dall’astrazione al concretismo (parte seconda)
Prima retrospettiva dedicata a Zangara dopo il suo definitivo trasferimento in Australia. Il titolo fa riferimento ai luoghi principali nei quali si svolge la vicenda umana e professionale dell’artista nato a Palermo nel 1943, trapiantato a Milano nel 1976 e trasferitosi a Sydney nel 2016.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra PALERMO MILANO SYDNEY. Dall’astrazione al concretismo è la prima retrospettiva dedicata a Piergiorgio Zangara dopo il suo definitivo trasferimento in Australia.
Il titolo fa riferimento ai luoghi principali nei quali si svolge la vicenda umana e professionale dell’artista nato a Palermo nel 1943, trapiantato a Milano nel 1976 e trasferitosi a Sydney nel 2016.
L’esposizione, pensata in tre sezioni, intende riassumere le tappe fondamentali del percorso di Zangara dagli anni Sessanta ad oggi per coglierne l’indirizzo coerente e lineare, comprenderne le evoluzioni e approfondire gli snodi che, da una personale idea di figurazione lo hanno condotto prima all’astrazione, poi all’arte geometrica e infine al concretismo più puro e rigoroso.
Partito agli inizi degli anni Sessanta con una pittura istintiva, costruita su aspetti emozionali soggettivi derivanti soprattutto dall’osservazione e dal godimento di atmosfere, colori e profumi del paesaggio siciliano, ben presto Zangara si rende conto dell’impossibilità di trasmettere il proprio coinvolgimento emotivo con la stessa intensità con cui egli lo percepisce. Ogni individuo è unico, ogni momento irripetibile e le condizioni di fruizione dell’arte sono soggette a continui cambiamenti a seconda del luogo in cui le opere vengono collocate. Prende quindi coscienza che l’obiettivo di poter far rivivere ad altri il medesimo trasporto emozionale provato da chi ha creato l’opera risulta essere una mera illusione.
Zangara osserva inoltre che non sempre il fruitore di un’opera d’arte è interessato a comprendere lo stato d’animo vissuto ed espresso dall’artista per condividerlo, mentre è più probabile che sia alla ricerca di emozioni personali. Questa consapevolezza lo porta a rimeditare il suo fare, sospendendo per alcuni mesi la propria attività. Il desiderio di condizionare il meno possibile il fruitore per non limitarne l’autonomia lo indirizza quindi verso un’arte geometrica razionale e scevra da sentimentalismi.
Negli anni successivi al trasferimento a Milano Zangara perfeziona la geometrizzazione delle forme iniziata a Palermo in cui i soggetti avevano già parzialmente perso l’originaria identità. Lo si intuisce anche dai i titoli dei lavori che gradualmente abbandonano ogni connotazione collegabile a contingenze intime, soggettive e a luoghi ispiratori.
A Milano trova incoraggiamento e solidarietà nel rigoroso ambiente di Arte Struktura che ammette nei suoi spazi solo esposizioni nell’ambito del Costruttivismo, del Concretismo, del Cinevisualismo e delle Nuove Visualità Internazionali. In particolare Zangara è attratto da Costruttivismo e Concretismo ma si trova in una fase di transizione che lo induce a riflettere sulla piena corrispondenza tra il suo pensiero e il suo operato. Bisogna attendere il 1989 prima di vedere il nome di Zangara in una mostra collettiva organizzata da Arte Struktura e il 1991 per una mostra personale.
Verso la fine del 1990, Zangara entra in contatto con il Movimento Internazionale Madi i cui membri cominciavano ad esporre da Anna Canali. Il longevo movimento, nato a Buenos Aires nel 1946, si inserisce in una branca a sé dell’arte geometrica, ben distinta dalle altre tendenze di questo genere per le sue peculiarità uniche e precisamente connotate.
Dopo aver studiato a fondo la filosofia Madi, dal giugno 1998, sebbene non fosse ancora entrato ufficialmente nel movimento, l’artista si impegna, con notevoli sforzi, nella costruzione di opere rispettose di quel pensiero.
Il 19 febbraio 1999 Zangara viene ammesso a far parte del movimento e a ottobre, in occasione della mostra Da Madi a Madi a Gallarate, conosce il fondatore Carmelo Arden Quin e molti altri artisti del raggruppamento, italiani e stranieri.
Zangara si dimostra subito un membro attivamente partecipe che contribuisce al dibattito pratico e teorico in seno al gruppo italiano, cercando confronti anche con gli stranieri, soprattutto parigini.
Secondo Zangara «L’arte Madi prevede la realizzazione di una “cosa” che sia solo se stessa e si avvale della geometria, assimilandone regole e proprietà. L’obiettivo dell’arte Madi è la realizzazione di un’opera geometrica che evita la raffigurazione della geometria, eludendo pertanto ogni forma di rappresentazione. Si può quindi sintetizzare che Madi è Geometria, ma che la Geometria non è Madi».
L’adesione alla filosofia del movimento comporta l’accettazione delle regole estetiche e concettuali del Manifesto Madi tra le quali “non esprimere, non rappresentare, non simboleggiare”. Va in questo senso la volontà di contrassegnare i lavori Madi con una numerazione progressiva (es. Opera Madi N 218, Opera Madi N 219 ecc.).
La predilezione di materiali compatti come plexiglas, legno laccato, alluminio non specchiante non è casuale ma frutto di uno studio accurato. Nel rispetto della filosofia Madi, Zangara scarta tutto ciò che richiama il passato e lo scorrere del tempo come metalli corrosi e arrugginiti, legni grezzi, marmi, terrecotte, da sempre evocatori di nostalgie e romanticismi. Per allontanarsi il più possibile da sentimentalismi l’artista evita tutti gli elementi che potrebbero influenzare la percezione del fruitore. Inoltre, per permettere all’opera di “esprimersi”, ovvero di esprimere “se stessa” nella sua indipendenza e autonomia, il momento percettivo deve essere completamente libero da condizionamenti.
Anche dopo il trasferimento a Sydney, avvenuto nel 2016, Zangara si impegna con coerenza nel suo percorso con l’obiettivo di mantenere vivo lo spirito di rigore e innovazione che ha sempre caratterizzato il Movimento Internazionale Madi sin dalle sue origini.
L’artista continua nell’esplorazione della relazione tra percezione, spazio, luce e materia accentuando i contrasti cromatici e gli effetti di vibrazione e fluorescenza. A Sydney Zangara enfatizza ulteriormente gli aspetti legati alla leggerezza e alla trasparenza che aveva iniziato a studiare già dal 2008 ma che in questi anni rivede e rielabora in direzione di una sempre più spiccata qualità eterea.
Il titolo fa riferimento ai luoghi principali nei quali si svolge la vicenda umana e professionale dell’artista nato a Palermo nel 1943, trapiantato a Milano nel 1976 e trasferitosi a Sydney nel 2016.
L’esposizione, pensata in tre sezioni, intende riassumere le tappe fondamentali del percorso di Zangara dagli anni Sessanta ad oggi per coglierne l’indirizzo coerente e lineare, comprenderne le evoluzioni e approfondire gli snodi che, da una personale idea di figurazione lo hanno condotto prima all’astrazione, poi all’arte geometrica e infine al concretismo più puro e rigoroso.
Partito agli inizi degli anni Sessanta con una pittura istintiva, costruita su aspetti emozionali soggettivi derivanti soprattutto dall’osservazione e dal godimento di atmosfere, colori e profumi del paesaggio siciliano, ben presto Zangara si rende conto dell’impossibilità di trasmettere il proprio coinvolgimento emotivo con la stessa intensità con cui egli lo percepisce. Ogni individuo è unico, ogni momento irripetibile e le condizioni di fruizione dell’arte sono soggette a continui cambiamenti a seconda del luogo in cui le opere vengono collocate. Prende quindi coscienza che l’obiettivo di poter far rivivere ad altri il medesimo trasporto emozionale provato da chi ha creato l’opera risulta essere una mera illusione.
Zangara osserva inoltre che non sempre il fruitore di un’opera d’arte è interessato a comprendere lo stato d’animo vissuto ed espresso dall’artista per condividerlo, mentre è più probabile che sia alla ricerca di emozioni personali. Questa consapevolezza lo porta a rimeditare il suo fare, sospendendo per alcuni mesi la propria attività. Il desiderio di condizionare il meno possibile il fruitore per non limitarne l’autonomia lo indirizza quindi verso un’arte geometrica razionale e scevra da sentimentalismi.
Negli anni successivi al trasferimento a Milano Zangara perfeziona la geometrizzazione delle forme iniziata a Palermo in cui i soggetti avevano già parzialmente perso l’originaria identità. Lo si intuisce anche dai i titoli dei lavori che gradualmente abbandonano ogni connotazione collegabile a contingenze intime, soggettive e a luoghi ispiratori.
A Milano trova incoraggiamento e solidarietà nel rigoroso ambiente di Arte Struktura che ammette nei suoi spazi solo esposizioni nell’ambito del Costruttivismo, del Concretismo, del Cinevisualismo e delle Nuove Visualità Internazionali. In particolare Zangara è attratto da Costruttivismo e Concretismo ma si trova in una fase di transizione che lo induce a riflettere sulla piena corrispondenza tra il suo pensiero e il suo operato. Bisogna attendere il 1989 prima di vedere il nome di Zangara in una mostra collettiva organizzata da Arte Struktura e il 1991 per una mostra personale.
Verso la fine del 1990, Zangara entra in contatto con il Movimento Internazionale Madi i cui membri cominciavano ad esporre da Anna Canali. Il longevo movimento, nato a Buenos Aires nel 1946, si inserisce in una branca a sé dell’arte geometrica, ben distinta dalle altre tendenze di questo genere per le sue peculiarità uniche e precisamente connotate.
Dopo aver studiato a fondo la filosofia Madi, dal giugno 1998, sebbene non fosse ancora entrato ufficialmente nel movimento, l’artista si impegna, con notevoli sforzi, nella costruzione di opere rispettose di quel pensiero.
Il 19 febbraio 1999 Zangara viene ammesso a far parte del movimento e a ottobre, in occasione della mostra Da Madi a Madi a Gallarate, conosce il fondatore Carmelo Arden Quin e molti altri artisti del raggruppamento, italiani e stranieri.
Zangara si dimostra subito un membro attivamente partecipe che contribuisce al dibattito pratico e teorico in seno al gruppo italiano, cercando confronti anche con gli stranieri, soprattutto parigini.
Secondo Zangara «L’arte Madi prevede la realizzazione di una “cosa” che sia solo se stessa e si avvale della geometria, assimilandone regole e proprietà. L’obiettivo dell’arte Madi è la realizzazione di un’opera geometrica che evita la raffigurazione della geometria, eludendo pertanto ogni forma di rappresentazione. Si può quindi sintetizzare che Madi è Geometria, ma che la Geometria non è Madi».
L’adesione alla filosofia del movimento comporta l’accettazione delle regole estetiche e concettuali del Manifesto Madi tra le quali “non esprimere, non rappresentare, non simboleggiare”. Va in questo senso la volontà di contrassegnare i lavori Madi con una numerazione progressiva (es. Opera Madi N 218, Opera Madi N 219 ecc.).
La predilezione di materiali compatti come plexiglas, legno laccato, alluminio non specchiante non è casuale ma frutto di uno studio accurato. Nel rispetto della filosofia Madi, Zangara scarta tutto ciò che richiama il passato e lo scorrere del tempo come metalli corrosi e arrugginiti, legni grezzi, marmi, terrecotte, da sempre evocatori di nostalgie e romanticismi. Per allontanarsi il più possibile da sentimentalismi l’artista evita tutti gli elementi che potrebbero influenzare la percezione del fruitore. Inoltre, per permettere all’opera di “esprimersi”, ovvero di esprimere “se stessa” nella sua indipendenza e autonomia, il momento percettivo deve essere completamente libero da condizionamenti.
Anche dopo il trasferimento a Sydney, avvenuto nel 2016, Zangara si impegna con coerenza nel suo percorso con l’obiettivo di mantenere vivo lo spirito di rigore e innovazione che ha sempre caratterizzato il Movimento Internazionale Madi sin dalle sue origini.
L’artista continua nell’esplorazione della relazione tra percezione, spazio, luce e materia accentuando i contrasti cromatici e gli effetti di vibrazione e fluorescenza. A Sydney Zangara enfatizza ulteriormente gli aspetti legati alla leggerezza e alla trasparenza che aveva iniziato a studiare già dal 2008 ma che in questi anni rivede e rielabora in direzione di una sempre più spiccata qualità eterea.
18
ottobre 2024
Piergiorgio Zangara – PALERMO MILANO SYDNEY dall’astrazione al concretismo (parte seconda)
Dal 18 ottobre al 29 novembre 2024
arte contemporanea
personale
personale
Location
Valmore studio d’arte
Vicenza, Contrada Porta Santa Croce, 14, (VI)
Vicenza, Contrada Porta Santa Croce, 14, (VI)
Orario di apertura
lunedì - venerdì 10.00 - 13.00 | 15.00 - 19.00 su appuntamento
Vernissage
18 Ottobre 2024, 18:30
Sito web
Editore
Valmore studio d'arte
Ufficio stampa
Valmore studio d'arte
Ufficio stampa
Marelia Servizi per l'Arte
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Produzione organizzazione