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Pierluigi Ghidini – La biblioteca dei ogni
L’artita nelle sue opere in mostra ci fa vivere un racconto fantastico che è diventato una biblioteca dei sogni. Un mondo capace di accogliere la fisionomia dell’universo nei suoi tre regni, vegetale, minerale e animale.
Comunicato stampa
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“Scenari” si campiona ad essere, in una città come Firenze, lo specchio di un’arte di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Finestre sul mondo è un punto di partenza. Con “Scenari” si troveranno ad essere coinvolti, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali. I sei di questo capitolo sono Andy Ceausu, Sergio Gimelli, Monica Gorini, Pierluigi Ghidini, Fulvio Marino, Mario Zappa.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Pierluigi Ghidini ha scoperto e umanizzato la materia e il colore, in un racconto fantastico che è diventato una biblioteca dei sogni. Un mondo capace di accogliere la fisionomia dell’universo nei suoi tre regni, vegetale, minerale e animale, con una figuralità altamente poetica da richiamare i versi di Segio Corazzini e Aldo Palazzeschi. L’artista bresciano è divenuto oggi un campione assoluto del colore e del segno, è stato capace di movimentare capitoli e romanzi colorati ove si leggono non solo i dati dell’esistenza e del vivere, ma il sogno miracolato di un mondo che tutti noi vorremmo. Una pittura altamente educativa che vive tra i profili e i segni che paiono rifarsi a Paul Klee, essa mostra la vita nel senso della durata della qualità e dell’immediatezza, senza classificazioni stucchevoli e leziose. Ogni dipinto è una sorta di abbecedario del mondo, e la realtà riedifica rigorosamente i profili del vissuto, di oggetti, cose e animali che si succedono in ordine memoriale, come un inventario civile e pubblico. Pierluigi Ghini come pochi artisti italiani rivisita la natura, l’ambiente che ci circonda, il mondo, riprendendo e producendo una tormentata e magica interpretazione delle forme a volte, di quelle occasioni che circolano e si mostrano come influorescenze cromatiche a volte fauves, a volte da realismo magico. La sua lezione, alta e singolare, è un grande racconto sulla natura, e la visione del mondo si legge e si vede come un libro aperto da riprodurre. Questi dipinti sono oggi un vero patrimonio dell’umanità, ma vanno letti anche come frammenti musivi per la grafia e dispensatori di un legame profondo con la bellezza per l’estetica. Pierluigi Ghidini contempla il mondo prima di riscriverlo a colori, e l’universo è percepito attraverso il gesto creativo oggi affogato in una luce profonda, testimoniale, preziosa, magica, unica, sorprendentemente avvolta in una sana follia”.
Biografia dell’artista
Pierluigi Ghidini è nato a Brescia il 26 giugno del 1944, vive da anni in Franciacorta, a Cellatica (BS). Si avvicina alla pittura molto giovane ed è attivo già dal 1960, mentre nel 1966 inizia la sua attività lavorativa alla “Società italiana per l’esercizio telefonico” (Sip). Seguono riflessioni per una ricerca stilistica e alcune presenze e incontri con altri artisti, come Eugenio Levi e Alberto Bizzai. Frequenta l’ambiente artistico vivendo le prime esperienze negli studi di pittori quali Gianni Boscaglia e Giulio Mottinelli, nel clima di un’amicizia nel condividere i dibattiti sull’arte di quegli anni. I primi passi sono determinati dalla sua indole semplice che lo condurrà sul sentiero di un vedutismo tradizionale richiamabile al maestro Ennio Morlotti, di cui assorbe gli interessi informali-materici orientati all’elaborazione di tematiche ricorrenti. A Brescia la prima personale nel 1969 alla “Galleria La Tavolozza”, cui seguirà quella di Bergamo, alla “Galleria La Simonetta” nel 1972, che decreta e prevede un successo che poi si avvererà nelle mostre che seguiranno, con un appoggio importante nella galleria di riferimento, la “San Michele” a Brescia, dove espone insieme ad autori, presenti nella stessa galleria, come Vanni Viviani, Enrico Baj, Tino Stefanoni, e una relazione con Hans Hartung, anticipatore della pittura di Jackson Pollock. Nel 1978 Ghidini è nel dizionario degli artisti “Il Quadrato” e nel 1980 nel “Comanducci”, mentre nel 1983 è in quello dei “Pittori Bresciani”, e nel 2013 entra a far parte del “Catalogo Sartori d’Arte moderna e contemporanea”. Alla metà degli anni Settanta inizia a liberarsi dagli schemi espressivi di derivazione geometrica. Nel corso del decennio successivo, infatti, ne segna il distacco e abbraccia con decisione una nuova idea di natura includendo nei suoi paesaggi la flora e la fauna. Negli anni Novanta sposta la sua azione artistica verso un rinnovamento della società, quale punto di partenza per la sua pittura impegnata sul versante della poetica naturalista cui aggiunge i sentimenti della città nella denuncia della globalizzazione consumistica. La stampa locale e nazionale inizia a interessarsi alla sua pittura e importanti critici d’arte recensiscono le sue mostre oltre che a Brescia, a Lecco, Verona, Venezia, ancora Bergamo, a Milano, Spoleto, Mantova, a Rotterdam e Amburgo, fino alla sua ultima personale, ma solo in ordine di tempo, alla “Galleria ab/arte” di Brescia, in maggio 2015. Il Duemila di Pier Luigi Ghidini è nell’affermare la sua ricerca artistica con elementi simbolici accompagnati da un “filo” che diverrà la firma della sua cifra stilistica. Ora la sua pittura muta, in cui la componente fantastica viene sempre più ad assumere il suo ruolo. E alla produzione del maestro bresciano si aggiunge il ciclo delle “città ideali”, leggiamo nella monografia a cura di Andrea Barretta: “La città ideale di Pier Luigi Ghidini” (2015, ed. ab/arte). Nel 2025 è l’illustrissimo Prof. Carlo Franza ad invitarlo a tenere una mostra personale dal titolo “La biblioteca dei sogni” nel Progetto Scenari al Plus Florence di Firenze; e ancora nel giugno 2025 su segnalazione del Presidente di Giuria Prof. Carlo Franza a Pierluigi Ghidini viene assegnato il Premio per la Pittura 2025 in occasione del Premium International Florence Seven Stars 2025 a Firenze. Hanno scritto del suo lavoro vari critici fra cui il Prof. Carlo Franza, Andrea Barretta e altri.
Biografia del curatore
Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Allievo e Assistente di Giulio Carlo Argan. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, già Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università Estere (Università della Slesia, Università di New York). Docente nell’ Executive Master “Diplomatic, Economic and Strategic Perspectives in Global Scenarios” alla School of Management dell’Università LUM nella Villa Clerici sede del Campus di Milano, Docente nel Master di Fotografia (ARD&NT Institute di Milano - Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) dell’Accademia di Brera e Politecnico di Milano e nel Master Universitario in Management dei Beni Culturali allo Ied di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a “Il Giornale” di Indro Montanelli, poi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la collaborazione giornalistica come opinionista, unitamente alla sua Rubrica “Scenari dell'arte”, divenendo una delle Firme più lette. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Fa parte del Comitato Scientifico di importanti Archivi per l’Arte (Archivio Arturo Vermi- Milano). Dal 2022 è nel Comitato di indirizzo della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi presso l’Università degli Studi di Milano. E’ Giudice aggregato (dal 2022 al 2025) in Corte d’Assise d’Appello di Milano. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, il Premio delle Arti-Premio della Cultura nel 2000 (del quale è oggi Presidente di Giuria) e il Premio Salento Arte - Città di Tricase nel 2008 (del quale è oggi Presidente di Giuria), il Premium International Florence Seven Stars per la docenza universitaria e il giornalismo nel 2017 (del quale è oggi Presidente di Giuria). Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica d’Arte. Nell’ottobre 2020 gli viene assegnato a Roma nella Biblioteca Vallicelliana il Premio Artecom-onlus come Protagonista della Cultura 2020.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Pierluigi Ghidini ha scoperto e umanizzato la materia e il colore, in un racconto fantastico che è diventato una biblioteca dei sogni. Un mondo capace di accogliere la fisionomia dell’universo nei suoi tre regni, vegetale, minerale e animale, con una figuralità altamente poetica da richiamare i versi di Segio Corazzini e Aldo Palazzeschi. L’artista bresciano è divenuto oggi un campione assoluto del colore e del segno, è stato capace di movimentare capitoli e romanzi colorati ove si leggono non solo i dati dell’esistenza e del vivere, ma il sogno miracolato di un mondo che tutti noi vorremmo. Una pittura altamente educativa che vive tra i profili e i segni che paiono rifarsi a Paul Klee, essa mostra la vita nel senso della durata della qualità e dell’immediatezza, senza classificazioni stucchevoli e leziose. Ogni dipinto è una sorta di abbecedario del mondo, e la realtà riedifica rigorosamente i profili del vissuto, di oggetti, cose e animali che si succedono in ordine memoriale, come un inventario civile e pubblico. Pierluigi Ghini come pochi artisti italiani rivisita la natura, l’ambiente che ci circonda, il mondo, riprendendo e producendo una tormentata e magica interpretazione delle forme a volte, di quelle occasioni che circolano e si mostrano come influorescenze cromatiche a volte fauves, a volte da realismo magico. La sua lezione, alta e singolare, è un grande racconto sulla natura, e la visione del mondo si legge e si vede come un libro aperto da riprodurre. Questi dipinti sono oggi un vero patrimonio dell’umanità, ma vanno letti anche come frammenti musivi per la grafia e dispensatori di un legame profondo con la bellezza per l’estetica. Pierluigi Ghidini contempla il mondo prima di riscriverlo a colori, e l’universo è percepito attraverso il gesto creativo oggi affogato in una luce profonda, testimoniale, preziosa, magica, unica, sorprendentemente avvolta in una sana follia”.
Biografia dell’artista
Pierluigi Ghidini è nato a Brescia il 26 giugno del 1944, vive da anni in Franciacorta, a Cellatica (BS). Si avvicina alla pittura molto giovane ed è attivo già dal 1960, mentre nel 1966 inizia la sua attività lavorativa alla “Società italiana per l’esercizio telefonico” (Sip). Seguono riflessioni per una ricerca stilistica e alcune presenze e incontri con altri artisti, come Eugenio Levi e Alberto Bizzai. Frequenta l’ambiente artistico vivendo le prime esperienze negli studi di pittori quali Gianni Boscaglia e Giulio Mottinelli, nel clima di un’amicizia nel condividere i dibattiti sull’arte di quegli anni. I primi passi sono determinati dalla sua indole semplice che lo condurrà sul sentiero di un vedutismo tradizionale richiamabile al maestro Ennio Morlotti, di cui assorbe gli interessi informali-materici orientati all’elaborazione di tematiche ricorrenti. A Brescia la prima personale nel 1969 alla “Galleria La Tavolozza”, cui seguirà quella di Bergamo, alla “Galleria La Simonetta” nel 1972, che decreta e prevede un successo che poi si avvererà nelle mostre che seguiranno, con un appoggio importante nella galleria di riferimento, la “San Michele” a Brescia, dove espone insieme ad autori, presenti nella stessa galleria, come Vanni Viviani, Enrico Baj, Tino Stefanoni, e una relazione con Hans Hartung, anticipatore della pittura di Jackson Pollock. Nel 1978 Ghidini è nel dizionario degli artisti “Il Quadrato” e nel 1980 nel “Comanducci”, mentre nel 1983 è in quello dei “Pittori Bresciani”, e nel 2013 entra a far parte del “Catalogo Sartori d’Arte moderna e contemporanea”. Alla metà degli anni Settanta inizia a liberarsi dagli schemi espressivi di derivazione geometrica. Nel corso del decennio successivo, infatti, ne segna il distacco e abbraccia con decisione una nuova idea di natura includendo nei suoi paesaggi la flora e la fauna. Negli anni Novanta sposta la sua azione artistica verso un rinnovamento della società, quale punto di partenza per la sua pittura impegnata sul versante della poetica naturalista cui aggiunge i sentimenti della città nella denuncia della globalizzazione consumistica. La stampa locale e nazionale inizia a interessarsi alla sua pittura e importanti critici d’arte recensiscono le sue mostre oltre che a Brescia, a Lecco, Verona, Venezia, ancora Bergamo, a Milano, Spoleto, Mantova, a Rotterdam e Amburgo, fino alla sua ultima personale, ma solo in ordine di tempo, alla “Galleria ab/arte” di Brescia, in maggio 2015. Il Duemila di Pier Luigi Ghidini è nell’affermare la sua ricerca artistica con elementi simbolici accompagnati da un “filo” che diverrà la firma della sua cifra stilistica. Ora la sua pittura muta, in cui la componente fantastica viene sempre più ad assumere il suo ruolo. E alla produzione del maestro bresciano si aggiunge il ciclo delle “città ideali”, leggiamo nella monografia a cura di Andrea Barretta: “La città ideale di Pier Luigi Ghidini” (2015, ed. ab/arte). Nel 2025 è l’illustrissimo Prof. Carlo Franza ad invitarlo a tenere una mostra personale dal titolo “La biblioteca dei sogni” nel Progetto Scenari al Plus Florence di Firenze; e ancora nel giugno 2025 su segnalazione del Presidente di Giuria Prof. Carlo Franza a Pierluigi Ghidini viene assegnato il Premio per la Pittura 2025 in occasione del Premium International Florence Seven Stars 2025 a Firenze. Hanno scritto del suo lavoro vari critici fra cui il Prof. Carlo Franza, Andrea Barretta e altri.
Biografia del curatore
Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Allievo e Assistente di Giulio Carlo Argan. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, già Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università Estere (Università della Slesia, Università di New York). Docente nell’ Executive Master “Diplomatic, Economic and Strategic Perspectives in Global Scenarios” alla School of Management dell’Università LUM nella Villa Clerici sede del Campus di Milano, Docente nel Master di Fotografia (ARD&NT Institute di Milano - Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) dell’Accademia di Brera e Politecnico di Milano e nel Master Universitario in Management dei Beni Culturali allo Ied di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a “Il Giornale” di Indro Montanelli, poi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la collaborazione giornalistica come opinionista, unitamente alla sua Rubrica “Scenari dell'arte”, divenendo una delle Firme più lette. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Fa parte del Comitato Scientifico di importanti Archivi per l’Arte (Archivio Arturo Vermi- Milano). Dal 2022 è nel Comitato di indirizzo della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi presso l’Università degli Studi di Milano. E’ Giudice aggregato (dal 2022 al 2025) in Corte d’Assise d’Appello di Milano. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, il Premio delle Arti-Premio della Cultura nel 2000 (del quale è oggi Presidente di Giuria) e il Premio Salento Arte - Città di Tricase nel 2008 (del quale è oggi Presidente di Giuria), il Premium International Florence Seven Stars per la docenza universitaria e il giornalismo nel 2017 (del quale è oggi Presidente di Giuria). Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica d’Arte. Nell’ottobre 2020 gli viene assegnato a Roma nella Biblioteca Vallicelliana il Premio Artecom-onlus come Protagonista della Cultura 2020.
12
aprile 2025
Pierluigi Ghidini – La biblioteca dei ogni
Dal 12 aprile al 20 novembre 2025
arte contemporanea
Location
PLUS FLORENCE
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Orario di apertura
Da lunedì a domenica su appuntamento
Vernissage
12 Aprile 2025, Ore 18.00
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Patrocini