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Piero Dorazio
La Galleria Miralli, a ventidue anni di distanza dalla mostra di Castellani e Dorazio con la quale ha dato il via alle sue attività espositive nelle sale di Palazzo Chigi a Viterbo, inaugura venerdì 12 marzo, una mostra delle opere di Piero DORAZIO a cura di Agnese Miralli.
Comunicato stampa
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La Galleria Miralli, a ventidue anni di distanza dalla mostra di Castellani e Dorazio con la quale ha dato il via alle sue attività espositive nelle sale di Palazzo Chigi a Viterbo, inaugura venerdì 12 marzo, una mostra delle opere di Piero DORAZIO a cura di Agnese Miralli.
Questa volta la Galleria presenta una personale con oli, tappeti, tempere, grafiche e ceramiche del pittore romano, noto per le importanti innovazioni stilistiche che, dagli anni Quaranta, hanno inciso sulla storia dell’arte italiana.
Nel 1947 conferma la sua piena adesione all’astrattismo, entrando a far parte del gruppo Forma 1 con Attanasio Soldati, Pietro Consagra, Antonio San Filippo, Giulio Turcato, Carla Accardi e Ugo Attardi e, insieme a questi, redige il manifesto del "Formalismo-Forma 1", in cui esplica la ricerca del movimento italiano sostenendo che "la sperimentazione è esperienza sulla forma".
Le sue opere si distinguono per una grafica organizzata in una rete di segni sovrapposti, che creano addensamenti e rarefazioni e fanno intuire la corporeità della materia. Attraverso questa scrittura gestuale, il pittore sperimenta le infinite possibilità date dalla sovrapposizione delle tonalità dei colori, dispiegando coinvolgenti strati di trama percettiva.
Alle tele e alle tempere, saranno affiancate in mostra, grafiche, ceramiche e alcuni tappeti dell’artista, che riproducono la stessa esaltazione di colori e luci dei soggetti astratti tipici della sua pittura.
Piero Dorazio nasce a Roma nel 1927. Nel 1948, con Soldati, Consagra, Trampolini, Sottsass e Rogers, espone alla Galleria di Roma la "I Esposizione Nazionale d'Arte Astratta", che riunisce per la prima volta i pittori astratti italiani, e nel 1951 alla Galleria Nazionale d'arte Moderna. Nel 1952 è invitato a partecipare alla Biennale di Venezia e l'anno successivo tiene la sua prima personale negli Stati Uniti. Tra il 1954 e il 1960 lavora intensamente in Germania e partecipa alla seconda edizione di Documenta di Kassel.
Nel '52 assieme a Perilli e ad altri, organizza la “Fondazione Origine" e pubblica la rivista "Arti visive". Dal 1953 si trasferisce negli Stati Uniti, dove frequenta i nuovi maestri, da De Kooning a Rotho, Pollock e Barney Newman. Nel 1959 riceve il Premio Lissone ed espone a Berlino e Hannover. Negli anni Sessanta continua a lavorare in Germania e negli Stati Uniti.
Si trasferisce a Todi nel 1973, nella frazione di Canonica e il Comune, lo stesso anno, allestisce una sua grande mostra antologica nella "Sala delle Pietre".
Divenuto ormai uno degli artisti europei più conosciuti e apprezzati, ha la soddisfazione, nel 1979, di ricevere al Museé d'Art Moderne de la Ville de Paris, una vasta antologica, in seguito trasferita in vari musei tedeschi e americani. Nel 1988 la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale.
Questa volta la Galleria presenta una personale con oli, tappeti, tempere, grafiche e ceramiche del pittore romano, noto per le importanti innovazioni stilistiche che, dagli anni Quaranta, hanno inciso sulla storia dell’arte italiana.
Nel 1947 conferma la sua piena adesione all’astrattismo, entrando a far parte del gruppo Forma 1 con Attanasio Soldati, Pietro Consagra, Antonio San Filippo, Giulio Turcato, Carla Accardi e Ugo Attardi e, insieme a questi, redige il manifesto del "Formalismo-Forma 1", in cui esplica la ricerca del movimento italiano sostenendo che "la sperimentazione è esperienza sulla forma".
Le sue opere si distinguono per una grafica organizzata in una rete di segni sovrapposti, che creano addensamenti e rarefazioni e fanno intuire la corporeità della materia. Attraverso questa scrittura gestuale, il pittore sperimenta le infinite possibilità date dalla sovrapposizione delle tonalità dei colori, dispiegando coinvolgenti strati di trama percettiva.
Alle tele e alle tempere, saranno affiancate in mostra, grafiche, ceramiche e alcuni tappeti dell’artista, che riproducono la stessa esaltazione di colori e luci dei soggetti astratti tipici della sua pittura.
Piero Dorazio nasce a Roma nel 1927. Nel 1948, con Soldati, Consagra, Trampolini, Sottsass e Rogers, espone alla Galleria di Roma la "I Esposizione Nazionale d'Arte Astratta", che riunisce per la prima volta i pittori astratti italiani, e nel 1951 alla Galleria Nazionale d'arte Moderna. Nel 1952 è invitato a partecipare alla Biennale di Venezia e l'anno successivo tiene la sua prima personale negli Stati Uniti. Tra il 1954 e il 1960 lavora intensamente in Germania e partecipa alla seconda edizione di Documenta di Kassel.
Nel '52 assieme a Perilli e ad altri, organizza la “Fondazione Origine" e pubblica la rivista "Arti visive". Dal 1953 si trasferisce negli Stati Uniti, dove frequenta i nuovi maestri, da De Kooning a Rotho, Pollock e Barney Newman. Nel 1959 riceve il Premio Lissone ed espone a Berlino e Hannover. Negli anni Sessanta continua a lavorare in Germania e negli Stati Uniti.
Si trasferisce a Todi nel 1973, nella frazione di Canonica e il Comune, lo stesso anno, allestisce una sua grande mostra antologica nella "Sala delle Pietre".
Divenuto ormai uno degli artisti europei più conosciuti e apprezzati, ha la soddisfazione, nel 1979, di ricevere al Museé d'Art Moderne de la Ville de Paris, una vasta antologica, in seguito trasferita in vari musei tedeschi e americani. Nel 1988 la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale.
12
marzo 2010
Piero Dorazio
Dal 12 al 31 marzo 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA MIRALLI – PALAZZO CHIGI
Viterbo, Via Chigi, 15, (Viterbo)
Viterbo, Via Chigi, 15, (Viterbo)
Biglietti
ingresso libero
Orario di apertura
ore 17,00 - 19,30 (esclusi i festivi)
Vernissage
12 Marzo 2010, ore 11,00
Autore
Curatore