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Piero Farina – La materia delle immagini
In tempi in cui la creazione fotografica è sempre più delegata agli algoritmi dei computer e ai pixel del digitale, il fotografo e stampatore milanese Piero Farina, ma pavese d’adozione, privilegia da anni il lato artigianale della creatività fotografica, al punto che, con giusta ragione, si può parlare delle sue opere come grande esempio di cosa significhi, veramente, fare fotografia.
Il suo percorso creativo, riassunto nelle sezioni di questa mostra ( Chimigrafie e Fotochimigrafie, ), prende avvio dalla lezione del grande fotografo e stampatore americano Ansel Adams e del suo “Sistema Zonale”, del quale Farina è profondo conoscitore e seguace.
Successivamente, con le Chimigrafie, la ricerca artistica di Farina si focalizza, invece, sulla materia stessa della propria arte, ovvero: i composti chimici, dai quali prendono vita le immagini fotografiche, elevando, in questo modo, la materia di per sé insignificante a “materiale semantico”, a vera e propria forma autonoma, dotata di senso, che sprigiona – per l’occhio dello spettatore che la contempla – una miriade di significati in libertà. Questa operazione, creativa e critica al tempo stesso, inserisce l’opera di Farina in quella particolare tradizione di fotografi-artisti che hanno indagato le possibilità espressive dei materiali fotografici e della luce (Man Ray, Moholy-Nagy, Veronesi, Mulas, Migliori).
Con le Fotochimigrafie Farina compie un ulteriore passo in avanti nel proprio percorso artistico: qui, infatti, la riflessione sulla materia si riunisce all’idea di “soggetto” tradizionale, ma un soggetto nuovo, esibito insieme alla materia che lo rende possibile, o meglio (come mostrano le immagini esposte): un soggetto che emerge dalla sostanza chimica che lo determina. (Enrico Prada)
Piero Farina – La materia delle immagini
Milano, Via Ulrico Hoepli, 5, (Milano)