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Piero Fogliati – Un’utopia possibile?
Alla Fattoria di Celle – Collezione Gori un’installazione temporanea di Sissi e la mostra “Un’utopia possibile?” di Piero Fogliati
Comunicato stampa
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Un’installazione di Sissi e una mostra di opere e disegni di Piero Fogliati, scultore della luce, sono le iniziative che quest’anno propone la Fattoria di Celle-Collezione Gori a venticinque anni dall’inaugurazione delle prime quindici opere di arte ambientale, che in questi anni sono salite a sessantasei, facendo di Celle una delle più importanti collezioni al mondo.
L’inaugurazione sarà anche l’occasione per presentare la nuova pubblicazione: “Fattoria di Celle-Collezione Gori. Un percorso nell’arte ambientale”, edita da Gli Ori: un’agile guida per conoscere tutte le opere di arte contemporanea realizzate a Celle dal 1982 ad oggi.
Sissi, giovane artista bolognese che vive e lavora tra l’Italia e New York, ha realizzato all’interno di uno degli edifici della Fattoria di Celle, Cascina Terrarossa, l’installazione temporanea Voliare.
Sissi ha costruito, dipanato, cucito decine di metri di tondino di ferro da carpenteria pesante, con cui ha invaso le stanze interne dell’edificio dando forma a delle “voliere”, unite tra di loro, che si aprono e chiudono. “La trama, come scrive Giuliano Gori, assume anche forme tentacolari, come viscere fuoriuscite dalle pareti per tornare in esse duplicate dalla propria ombra, esercitando un’ambiguità che scuote la psiche” . Le linee percorrono le stanze dell’edificio disegnando volte nell’aria, rigirandosi su se stesse, minacciose ma allo stesso tempo leggere: allo spettatore non rimane che seguirle, stanza dopo stanza, attraversando i varchi, spinto da una forza che lo trascina e lo rende prigioniero.
Per due anni Sissi ha lavorato con tenacia e determinazione a questo lavoro: “sono immersa in disegni e reti metalliche” scrive in una lettera. Prima di realizzare il progetto aveva già riempito numerosi taccuini con segni grafici che preludevano al risultato finale: “fili di acciaio invadono lo spazio, andando ben oltre gli ambienti interni, talvolta imprigionando l’intero edificio e con esso gli alberi che gli stanno intorno”.
La Fattoria di Celle-Collezione Gori rende omaggio a Piero Fogliati, scultore della luce, con una mostra dal titolo “Un’utopia possibile?”, che presenta una selezione di opere e disegni dell’artista. Fu Pietro Porcinai, uno dei massimi paesaggisti del XX secolo, verso la fine degli anni ’70, a far conoscere il lavoro di Fogliati (classe 1930) a Giuliano Gori, raccontandogli della forte emozione che aveva provato vedendo i suoi lavori. Da allora numerose sono state le occasioni di collaborazione, tanto che due opere dell’artista fanno parte della Collezione Gori: Latomie, sonata per sette strumenti per aria e acqua del 1990 e Reale Virtuale del 1993.
Tecnologia e arte sono i due poli entro i quali si svolge il lavoro di Fogliati, che utilizza principi scientifici in tutte le sue sculture ed installazioni, esplorando la percezione sensoriale ed i fenomeni naturali, li riproduce con la costruzione delle sue macchine prodigiose, li dirige verso l’estetica sublime e raffinata delle sue immagini visive e sonore.
Nel corso degli ultimi quaranta anni Fogliati ha lavorato con la luce, il colore, il suono e il movimento desiderando di interagire con l’ambiente e di modificarlo. I suoi lavori hanno “qualcosa di magico ed illusorio, esistono solamente se un interruttore è acceso, quando qualcuno li osservi o si sposti vicino all’opera o faccia un movimento”.
Articolata in due sedi, la mostra di Fogliati presenta nello spazio di Casapeppe, 40 disegni su carta e un’opera del 1967, Fleximofono. Chiamati dall’artista “fissazioni”, i disegni precedono la realizzazione dei lavori: vere e proprie visioni che l’artista fissa su carta.
Nello spazio espositivo di Cascina Terrarossa, saranno invece visibili una selezione di otto opere che evidenziano le straordinarie qualità del suo lavoro: in Fantasma pulsante del 1965, siamo di fronte alla prima opera in cui l’artista realizza un’immagine luminosa ed immateriale, sospesa nel vuoto. In Successioni Luminose del 1967, l’effetto è quello di una deformazione e moltiplicazione dell’immagine. In Prisma Meccanico, sempre del 1967, un proiettore illumina una parete bianca con davanti un supporto di alluminio, che ruota su se stesso ad elevata velocità. Per effetto della rotazione, la luce si scompone nei suoi colori di base, arancio, viola, verde, blu, creando una visione di una doppia sfera di aria colorata: una sospesa nell’aria e l’altra sulla parete posta dietro l’oggetto. In questo lavoro Fogliati si avvia verso una nuova dimensione artistica in cui l’esito estetico si stacca dal supporto per visualizzarsi, in questo caso su una superficie dietro l’oggetto, ma in seguito nel vuoto, ovvero nella nostra mente.
In Rivelatore cromocinetico (1967), l’opera è costituita da un proiettore di luce sintetica che illumina circa 10 centimetri di una fune bianca ed elastica, tesa tra pavimento e soffitto in un ambiente buio. L’opera si realizza grazie allo spettatore, che muovendo la fune fa sì che appaiono delle bande verticali a strisce colorate, che non esistono materialmente ma che vengono percepite esclusivamente a livello mentale: una visione bellissima e fugace. Anche le altre opere in mostra, Campo autonomo, Macchina che respira, Reale Virtuale, non smettono di incantare e suscitare meraviglia.
Per l’occasione saranno inoltre realizzati i cataloghi sull’installazione di Sissi e sulla mostra di Fogliati, a cura di Gli Ori editori contemporanei.
L’inaugurazione sarà anche l’occasione per presentare la nuova pubblicazione: “Fattoria di Celle-Collezione Gori. Un percorso nell’arte ambientale”, edita da Gli Ori: un’agile guida per conoscere tutte le opere di arte contemporanea realizzate a Celle dal 1982 ad oggi.
Sissi, giovane artista bolognese che vive e lavora tra l’Italia e New York, ha realizzato all’interno di uno degli edifici della Fattoria di Celle, Cascina Terrarossa, l’installazione temporanea Voliare.
Sissi ha costruito, dipanato, cucito decine di metri di tondino di ferro da carpenteria pesante, con cui ha invaso le stanze interne dell’edificio dando forma a delle “voliere”, unite tra di loro, che si aprono e chiudono. “La trama, come scrive Giuliano Gori, assume anche forme tentacolari, come viscere fuoriuscite dalle pareti per tornare in esse duplicate dalla propria ombra, esercitando un’ambiguità che scuote la psiche” . Le linee percorrono le stanze dell’edificio disegnando volte nell’aria, rigirandosi su se stesse, minacciose ma allo stesso tempo leggere: allo spettatore non rimane che seguirle, stanza dopo stanza, attraversando i varchi, spinto da una forza che lo trascina e lo rende prigioniero.
Per due anni Sissi ha lavorato con tenacia e determinazione a questo lavoro: “sono immersa in disegni e reti metalliche” scrive in una lettera. Prima di realizzare il progetto aveva già riempito numerosi taccuini con segni grafici che preludevano al risultato finale: “fili di acciaio invadono lo spazio, andando ben oltre gli ambienti interni, talvolta imprigionando l’intero edificio e con esso gli alberi che gli stanno intorno”.
La Fattoria di Celle-Collezione Gori rende omaggio a Piero Fogliati, scultore della luce, con una mostra dal titolo “Un’utopia possibile?”, che presenta una selezione di opere e disegni dell’artista. Fu Pietro Porcinai, uno dei massimi paesaggisti del XX secolo, verso la fine degli anni ’70, a far conoscere il lavoro di Fogliati (classe 1930) a Giuliano Gori, raccontandogli della forte emozione che aveva provato vedendo i suoi lavori. Da allora numerose sono state le occasioni di collaborazione, tanto che due opere dell’artista fanno parte della Collezione Gori: Latomie, sonata per sette strumenti per aria e acqua del 1990 e Reale Virtuale del 1993.
Tecnologia e arte sono i due poli entro i quali si svolge il lavoro di Fogliati, che utilizza principi scientifici in tutte le sue sculture ed installazioni, esplorando la percezione sensoriale ed i fenomeni naturali, li riproduce con la costruzione delle sue macchine prodigiose, li dirige verso l’estetica sublime e raffinata delle sue immagini visive e sonore.
Nel corso degli ultimi quaranta anni Fogliati ha lavorato con la luce, il colore, il suono e il movimento desiderando di interagire con l’ambiente e di modificarlo. I suoi lavori hanno “qualcosa di magico ed illusorio, esistono solamente se un interruttore è acceso, quando qualcuno li osservi o si sposti vicino all’opera o faccia un movimento”.
Articolata in due sedi, la mostra di Fogliati presenta nello spazio di Casapeppe, 40 disegni su carta e un’opera del 1967, Fleximofono. Chiamati dall’artista “fissazioni”, i disegni precedono la realizzazione dei lavori: vere e proprie visioni che l’artista fissa su carta.
Nello spazio espositivo di Cascina Terrarossa, saranno invece visibili una selezione di otto opere che evidenziano le straordinarie qualità del suo lavoro: in Fantasma pulsante del 1965, siamo di fronte alla prima opera in cui l’artista realizza un’immagine luminosa ed immateriale, sospesa nel vuoto. In Successioni Luminose del 1967, l’effetto è quello di una deformazione e moltiplicazione dell’immagine. In Prisma Meccanico, sempre del 1967, un proiettore illumina una parete bianca con davanti un supporto di alluminio, che ruota su se stesso ad elevata velocità. Per effetto della rotazione, la luce si scompone nei suoi colori di base, arancio, viola, verde, blu, creando una visione di una doppia sfera di aria colorata: una sospesa nell’aria e l’altra sulla parete posta dietro l’oggetto. In questo lavoro Fogliati si avvia verso una nuova dimensione artistica in cui l’esito estetico si stacca dal supporto per visualizzarsi, in questo caso su una superficie dietro l’oggetto, ma in seguito nel vuoto, ovvero nella nostra mente.
In Rivelatore cromocinetico (1967), l’opera è costituita da un proiettore di luce sintetica che illumina circa 10 centimetri di una fune bianca ed elastica, tesa tra pavimento e soffitto in un ambiente buio. L’opera si realizza grazie allo spettatore, che muovendo la fune fa sì che appaiono delle bande verticali a strisce colorate, che non esistono materialmente ma che vengono percepite esclusivamente a livello mentale: una visione bellissima e fugace. Anche le altre opere in mostra, Campo autonomo, Macchina che respira, Reale Virtuale, non smettono di incantare e suscitare meraviglia.
Per l’occasione saranno inoltre realizzati i cataloghi sull’installazione di Sissi e sulla mostra di Fogliati, a cura di Gli Ori editori contemporanei.
23
giugno 2007
Piero Fogliati – Un’utopia possibile?
Dal 23 giugno al 30 settembre 2007
arte contemporanea
Location
COLLEZIONE GORI – FATTORIA DI CELLE
Pistoia, Via Montalese, 7A, (Pistoia)
Pistoia, Via Montalese, 7A, (Pistoia)
Vernissage
23 Giugno 2007, ore 17 su invito
Editore
GLI ORI
Ufficio stampa
AMBRA NEPI
Autore