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Piero Gauli – Gli anni di Corrente e la guerra
A quasi un anno dalla morte di Piero Gauli (Milano, 1916-2012), ultimo rappresentante del movimento di Corrente, la Fondazione Corrente in in collaborazione con l’Associazione Amici di Piero Gauli, propone una mostra di opere storiche e inediti (1936-1946).
Comunicato stampa
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A quasi un anno dalla morte di Piero Gauli (Milano, 1916 – 2012), ultimo rappresentante del movimento di Corrente, la Fondazione Corrente propone una mostra, a cura di Deianira Amico, di opere storiche e inediti (1936 – 1946) che provengono dal Museo Piero Gauli di Verna, collezioni private e dell’artista.
Più di 30 opere in mostra mettono in luce i primi passi del suo cammino artistico, la sintonia con l’espressionismo di Corrente e gli anni tragici della guerra, segnati dalla campagna di Russia e la prigionia nel campo di concentramento polacco di Cholm.
Elena Pontiggia, autrice di un profilo dell'artista pubblicato nel catalogo della mostra, presenterà in occasione dell’inaugurazione giovedì 22 novembre, la recente pubblicazione monografica “Il movimento di Corrente” (a cura di E. Pontiggia, Milano, Abscondita, 2012).
Presentazione del curatore
"La vocazione espressionista di Gauli si rivela già nei primi anni della formazione universitaria: nel 1936-37 è studente di architettura a Venezia, dove riflette sull’importanza del disegno come medium di indagine formale, si sofferma sull'arte gotica e barocca, ne registra una sua interpretazione di linea e colore dimostrando un interesse per l'irrazionale (Bernini, 1936; Gotico, 1937).
A Padova, studente di ingegneria, nel 1938 esordisce come pittore e inizia un'intensa attività di scenografo per gli spettacoli universitari; il linguaggio della deformazione assume maggior consapevolezza: nei bozzetti per le diverse messinscena (da Pirandello a Pavolini) le scene oblique, i fondali in diagonale, le prospettive forzate e l’asimmetria sono elementi che si riconducono alla lezione del teatro espressionista europeo.
Quando nel 1940 si trasferisce definitivamente a Milano, Gauli ha già condiviso con il gruppo di Corrente esperienze e opinioni; la tavolozza si accende, i temi aprono evidenti parallelismi con gli altri pittori del movimento e nel giugno 1941 avviene la partecipazione alla collettiva della Bottega con Badodi, Birolli, Broggini, Cassinari, Cherchi, Fontana, Migneco, Sassu.
Più che l'influenza degli Ermetici italiani, Gauli risente della scrittura drammaturgica di Beniamino Joppolo per cui realizzerà le scenografie de L’ultima stazione, rappresentata con la regia di Paolo Grassi il 26 giugno 1941 al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano e realizzata grazie al contributo degli artisti di Corrente che finanziarono lo spettacolo con i proventi della vendita delle loro opere.
Apprezzato nel movimento di Corrente soprattutto per opere dall'acceso cromatismo, una serie di inchiostri su carta rivelano una produzione inedita di Gauli che attraverso il bianco e nero porta avanti una ricerca orientata verso immagini stranianti e visionarie (Composizione con l'anguria, 1941). Il principio di alterazione e trasfigurazione raggiunge nelle opere ad acquerello un punto di non ritorno, fino a trasformarsi in dissoluzione quasi totale della forma raggiungendo risultati al limite dell'astrazione (Figura, 1942).
Non deve stupire, nell’opera di Gauli, che la produzione di opere ad acquerello “a macchie” di colore si affianchi a quella ad olio di carattere sintetico post-impressionista: esiti formali diversi appartengono alla stessa realtà del fare pittura. Gauli, inoltre, rimarrà sempre vicino al “pittoricismo puro” di Birolli, anche quando Guttuso, Cassinari, Morlotti e Treccani, teorizzeranno la necessità di un realismo esplicito.
In un'opera-manifesto come l'Autoritratto in rosso del 1942, dipinto nell'anno di partenza per il fronte russo, l'artista dichiara attraverso quel pennello che tiene in mano a guisa di strumento di difesa (e di libertà), una semplice verità: “io sono pittore”. In quest'opera, memore della lezione di Sassu, emerge la realtà assoluta del colore rosso, reso ancora più intenso dal contrasto con lo sfondo in cui si apre un bagliore lumeggiante, una ferita o un fuoco di battaglia, quella reale della guerra e quella metaforica della lotta di un pittore al fronte la cui unica salvezza dall'orrore della morte è nella battaglia per non rinunciare all'arte. Alla metà del 1942 Gauli parte per il fronte russo come ufficiale del Terzo Reggimento di Artiglieria Alpina; ogni foglio di carta che trova è prezioso e le poche licenze concesse sono il momento per dipingere con più foga (Autoritratto, 1943). Nel 1943 comincia il rientro dalla campagna di Russia: dopo un periodo di contumacia a Vipiteno ed una licenza a Verna, viene ricostituito il reparto a Merna (Gorizia) dove i superiori combinano, all'insaputa dei reparti, un accordo con le truppe tedesche. Deportato nel campo di concentramento di Cholm, in Polonia, ai confini con la Russia, Gauli realizza le serie dei “disegni verdi” conservati presso il Museo Gauli di Ramponio Verna: “dopo una lunga ricerca fra i campi di prigionia ero riuscito a trovare un lapis copiativo. Mi costò delle sigarette ma mi donò la felicità di poter disegnare. Ebbi anche della carta, era quella distribuita per le lettere. Fu un conforto indicibile per me che giorno dopo giorno mi andavo incupendo nell'impossibilità di esprimere la mia fantasia. Mi rianimai portandomi fuori dal contingente con la gioia del disegnare, perchè avrei, nei limiti, ancora salvaguardato il mio essere artista”.
Il ritorno a Verna, nella stretta valle dove aveva passato parte della sua infanzia e giovinezza, diventa dal dopoguerra in poi un rifugio per dipingere. Nel 1945-46 Gauli realizza una serie di opere olio su tavola che recuperano il registro deformante, come accade in Paesaggio intelvese (1945): le strade strette, soffocanti, non lasciano spazio alla vista del cielo; il ritorno a casa si porta sulle spalle angoscia, solitudine e spaesamento. Il personaggio ritratto di spalle è pietrificato di fronte ad un bivio, mentre il paesaggio è sconvolto da forze misteriose; non ci sono compagni di strada, ora è solo, a continuare il suo percorso."
La Fondazione Corrente
L’istituzione, attiva da più di trent’anni nella realtà culturale milanese e italiana, è stata fondata nel 1978 da Ernesto Treccani con Lidia De Grada Treccani, Vittorio Sereni, Alberto Lattuada, Fulvio Papi, Mario Spinella, con lo scopo precipuo di incrementare lo studio relativo al periodo di rinnovamento artistico che va dal Movimento di Corrente al Realismo.
La Fondazione Corrente ospita una collezione permanente di opere di Ernesto Treccani (35 dipinti, 14 sculture, 179 opere grafiche, atelier dell’artista), aperto al pubblico dal martedì al venerdì con ingresso libero; è sede di una biblioteca specializzata di oltre 7.500 volumi e conserva l’Archivio Ernesto Treccani, riordinato e consultabile.
Il comitato scientifico della Fondazione vede tra i propri esponenti Fulvio Papi (Presidente), Carlo Bertelli, Zeno Birolli, Vittorio Fagone, Elio Franzini, Antonello Negri, Paolo Rusconi.
La mostra Piero Gauli. Gli anni di Corrente e la guerra si colloca in linea con la promozione di tali studi.
Piero Gauli. Biografia
Piero Gauli, nato a Milano nel 1916, studia architettura a Venezia con Carlo Scarpa e ingegneria a Padova. Inizia a dipingere da autodidatta e dimostra il suo interesse per il teatro, tanto che il lavoro di scenografo per teatri universitari e sperimentali diventa preponderante nella sua attività dal 1937 al 1941.
Nel 1938 è l’esordio ufficiale come pittore alla Mostra universitaria triveneta; nel 1939 ottiene il premio per il “Bianco e Nero” che vince ancora nel 1940.
Si trasferisce a Milano tra il 1940 e il 1941 dove entra in contatto con il movimento di Corrente e diventa scenografo del gruppo sperimentale teatrale Palcoscenico fondato da Paolo Grassi (che vede, tra gli altri, la partecipazione di Giorgio Strehler in qualità di attore) realizzando le scene per L'Ultima stazione di Beniamino Joppolo (Teatro dell'Arte, Triennale di Milano, 25-26 giugno 1941).
Nel giugno 1941 espone nella collettiva del movimento di Corrente alla Bottega con Badodi, Birolli, Broggini, Cassinari, Cherchi, Fontana, Migneco, Sassu.
Alla metà del 1942 parte per il fronte russo come ufficiale del 3° Reggimento di Artiglieria Alpina nella Divisione Julia. Gauli porta con sé una scatola di acquerelli, ma può realizzare solo poche carte. Nella terribile ritirata sopravvive tra infiniti stenti e veri atti di eroismo, ma perde quasi tutti i compagni. Seguono, non meno dolorosi, periodi di prigionia e di campo di concentramento dove realizza i “disegni verdi” conservati presso il Museo Piero Gauli di Verna.
Nel 1947 allestisce alla Galleria il Naviglio di Milano la sua prima mostra personale, nel 1948 partecipa alla XXVI Biennale d’Arte di Venezia, nel 1948 e 1952 alla V e VI Quadriennale di Roma.
Nel 1948 si trasferisce in Umbria, dove svolge un’intesa attività di ceramista, proseguita poi a Roma; partecipa alle rassegne internazionali di ceramica di Faenza, Gubbio, Terni, Messina e Pesaro, occupandosi anche di architettura d’interni e progettando arredi.
Nel 1957 torna a Milano dove espone in una personale alla galleria dell’Annunciata (con presentazione in catalogo di Sassu). Tra le mostre di respiro internazionale negli anni ‘60 si segnalano: la Mostra d’Arte Italiana al Centre d’Art Italienne di Parigi; 12 artisti italiani e 12 americani, Nordness Gallery, New York, 1959; 32 pittori italiani, Monaco di Baviera, 1964.
Nel 1968 si trasferisce in Sicilia dove dimora a lungo intrecciando rapporti con Leonardo Sciascia. Negli anni ‘70 e ‘80 si rivolge alla realizzazione di ampli cicli paesaggistici, ritratti durante i suoi viaggi in Italia e in Europa (Parigi, Avignone, Inghilterra, Spagna, Budapest) e di cicli dedicati alla letteratura, con particolare attenzione al teatro di Pirandello, Andreev, D’Annunzio.
Negli anni ‘80 realizza diversi affreschi tra cui si ricorda nel 1983 l’esecuzione della parete di fondo del salone di rappresentanza della casa natale di Pio XI, restaurata in occasione del centenario della nascita di papa Ratti: l’inaugurazione degli affreschi avvenne in occasione della visita di papa Giovanni Paolo II.
Nel 1985 partecipa alla mostra sul movimento di “Corrente” a Palazzo Reale di Milano; nel 1987 progetta e realizza per il cimitero Monumentale di Milano la cappella mortuaria “Baldan”, una struttura in metallo, vetro e marmi con una “Crocifissione” affrescata.
L'ultimo periodo della sua vita lo ha trascorso lavorando tra il suo studio di Verna, la casa di via San Marco a Milano e la sua dimora estiva di Torricella a Spoleto. È morto il 4 gennaio 2012, nella casa di via San Marco.
Più di 30 opere in mostra mettono in luce i primi passi del suo cammino artistico, la sintonia con l’espressionismo di Corrente e gli anni tragici della guerra, segnati dalla campagna di Russia e la prigionia nel campo di concentramento polacco di Cholm.
Elena Pontiggia, autrice di un profilo dell'artista pubblicato nel catalogo della mostra, presenterà in occasione dell’inaugurazione giovedì 22 novembre, la recente pubblicazione monografica “Il movimento di Corrente” (a cura di E. Pontiggia, Milano, Abscondita, 2012).
Presentazione del curatore
"La vocazione espressionista di Gauli si rivela già nei primi anni della formazione universitaria: nel 1936-37 è studente di architettura a Venezia, dove riflette sull’importanza del disegno come medium di indagine formale, si sofferma sull'arte gotica e barocca, ne registra una sua interpretazione di linea e colore dimostrando un interesse per l'irrazionale (Bernini, 1936; Gotico, 1937).
A Padova, studente di ingegneria, nel 1938 esordisce come pittore e inizia un'intensa attività di scenografo per gli spettacoli universitari; il linguaggio della deformazione assume maggior consapevolezza: nei bozzetti per le diverse messinscena (da Pirandello a Pavolini) le scene oblique, i fondali in diagonale, le prospettive forzate e l’asimmetria sono elementi che si riconducono alla lezione del teatro espressionista europeo.
Quando nel 1940 si trasferisce definitivamente a Milano, Gauli ha già condiviso con il gruppo di Corrente esperienze e opinioni; la tavolozza si accende, i temi aprono evidenti parallelismi con gli altri pittori del movimento e nel giugno 1941 avviene la partecipazione alla collettiva della Bottega con Badodi, Birolli, Broggini, Cassinari, Cherchi, Fontana, Migneco, Sassu.
Più che l'influenza degli Ermetici italiani, Gauli risente della scrittura drammaturgica di Beniamino Joppolo per cui realizzerà le scenografie de L’ultima stazione, rappresentata con la regia di Paolo Grassi il 26 giugno 1941 al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano e realizzata grazie al contributo degli artisti di Corrente che finanziarono lo spettacolo con i proventi della vendita delle loro opere.
Apprezzato nel movimento di Corrente soprattutto per opere dall'acceso cromatismo, una serie di inchiostri su carta rivelano una produzione inedita di Gauli che attraverso il bianco e nero porta avanti una ricerca orientata verso immagini stranianti e visionarie (Composizione con l'anguria, 1941). Il principio di alterazione e trasfigurazione raggiunge nelle opere ad acquerello un punto di non ritorno, fino a trasformarsi in dissoluzione quasi totale della forma raggiungendo risultati al limite dell'astrazione (Figura, 1942).
Non deve stupire, nell’opera di Gauli, che la produzione di opere ad acquerello “a macchie” di colore si affianchi a quella ad olio di carattere sintetico post-impressionista: esiti formali diversi appartengono alla stessa realtà del fare pittura. Gauli, inoltre, rimarrà sempre vicino al “pittoricismo puro” di Birolli, anche quando Guttuso, Cassinari, Morlotti e Treccani, teorizzeranno la necessità di un realismo esplicito.
In un'opera-manifesto come l'Autoritratto in rosso del 1942, dipinto nell'anno di partenza per il fronte russo, l'artista dichiara attraverso quel pennello che tiene in mano a guisa di strumento di difesa (e di libertà), una semplice verità: “io sono pittore”. In quest'opera, memore della lezione di Sassu, emerge la realtà assoluta del colore rosso, reso ancora più intenso dal contrasto con lo sfondo in cui si apre un bagliore lumeggiante, una ferita o un fuoco di battaglia, quella reale della guerra e quella metaforica della lotta di un pittore al fronte la cui unica salvezza dall'orrore della morte è nella battaglia per non rinunciare all'arte. Alla metà del 1942 Gauli parte per il fronte russo come ufficiale del Terzo Reggimento di Artiglieria Alpina; ogni foglio di carta che trova è prezioso e le poche licenze concesse sono il momento per dipingere con più foga (Autoritratto, 1943). Nel 1943 comincia il rientro dalla campagna di Russia: dopo un periodo di contumacia a Vipiteno ed una licenza a Verna, viene ricostituito il reparto a Merna (Gorizia) dove i superiori combinano, all'insaputa dei reparti, un accordo con le truppe tedesche. Deportato nel campo di concentramento di Cholm, in Polonia, ai confini con la Russia, Gauli realizza le serie dei “disegni verdi” conservati presso il Museo Gauli di Ramponio Verna: “dopo una lunga ricerca fra i campi di prigionia ero riuscito a trovare un lapis copiativo. Mi costò delle sigarette ma mi donò la felicità di poter disegnare. Ebbi anche della carta, era quella distribuita per le lettere. Fu un conforto indicibile per me che giorno dopo giorno mi andavo incupendo nell'impossibilità di esprimere la mia fantasia. Mi rianimai portandomi fuori dal contingente con la gioia del disegnare, perchè avrei, nei limiti, ancora salvaguardato il mio essere artista”.
Il ritorno a Verna, nella stretta valle dove aveva passato parte della sua infanzia e giovinezza, diventa dal dopoguerra in poi un rifugio per dipingere. Nel 1945-46 Gauli realizza una serie di opere olio su tavola che recuperano il registro deformante, come accade in Paesaggio intelvese (1945): le strade strette, soffocanti, non lasciano spazio alla vista del cielo; il ritorno a casa si porta sulle spalle angoscia, solitudine e spaesamento. Il personaggio ritratto di spalle è pietrificato di fronte ad un bivio, mentre il paesaggio è sconvolto da forze misteriose; non ci sono compagni di strada, ora è solo, a continuare il suo percorso."
La Fondazione Corrente
L’istituzione, attiva da più di trent’anni nella realtà culturale milanese e italiana, è stata fondata nel 1978 da Ernesto Treccani con Lidia De Grada Treccani, Vittorio Sereni, Alberto Lattuada, Fulvio Papi, Mario Spinella, con lo scopo precipuo di incrementare lo studio relativo al periodo di rinnovamento artistico che va dal Movimento di Corrente al Realismo.
La Fondazione Corrente ospita una collezione permanente di opere di Ernesto Treccani (35 dipinti, 14 sculture, 179 opere grafiche, atelier dell’artista), aperto al pubblico dal martedì al venerdì con ingresso libero; è sede di una biblioteca specializzata di oltre 7.500 volumi e conserva l’Archivio Ernesto Treccani, riordinato e consultabile.
Il comitato scientifico della Fondazione vede tra i propri esponenti Fulvio Papi (Presidente), Carlo Bertelli, Zeno Birolli, Vittorio Fagone, Elio Franzini, Antonello Negri, Paolo Rusconi.
La mostra Piero Gauli. Gli anni di Corrente e la guerra si colloca in linea con la promozione di tali studi.
Piero Gauli. Biografia
Piero Gauli, nato a Milano nel 1916, studia architettura a Venezia con Carlo Scarpa e ingegneria a Padova. Inizia a dipingere da autodidatta e dimostra il suo interesse per il teatro, tanto che il lavoro di scenografo per teatri universitari e sperimentali diventa preponderante nella sua attività dal 1937 al 1941.
Nel 1938 è l’esordio ufficiale come pittore alla Mostra universitaria triveneta; nel 1939 ottiene il premio per il “Bianco e Nero” che vince ancora nel 1940.
Si trasferisce a Milano tra il 1940 e il 1941 dove entra in contatto con il movimento di Corrente e diventa scenografo del gruppo sperimentale teatrale Palcoscenico fondato da Paolo Grassi (che vede, tra gli altri, la partecipazione di Giorgio Strehler in qualità di attore) realizzando le scene per L'Ultima stazione di Beniamino Joppolo (Teatro dell'Arte, Triennale di Milano, 25-26 giugno 1941).
Nel giugno 1941 espone nella collettiva del movimento di Corrente alla Bottega con Badodi, Birolli, Broggini, Cassinari, Cherchi, Fontana, Migneco, Sassu.
Alla metà del 1942 parte per il fronte russo come ufficiale del 3° Reggimento di Artiglieria Alpina nella Divisione Julia. Gauli porta con sé una scatola di acquerelli, ma può realizzare solo poche carte. Nella terribile ritirata sopravvive tra infiniti stenti e veri atti di eroismo, ma perde quasi tutti i compagni. Seguono, non meno dolorosi, periodi di prigionia e di campo di concentramento dove realizza i “disegni verdi” conservati presso il Museo Piero Gauli di Verna.
Nel 1947 allestisce alla Galleria il Naviglio di Milano la sua prima mostra personale, nel 1948 partecipa alla XXVI Biennale d’Arte di Venezia, nel 1948 e 1952 alla V e VI Quadriennale di Roma.
Nel 1948 si trasferisce in Umbria, dove svolge un’intesa attività di ceramista, proseguita poi a Roma; partecipa alle rassegne internazionali di ceramica di Faenza, Gubbio, Terni, Messina e Pesaro, occupandosi anche di architettura d’interni e progettando arredi.
Nel 1957 torna a Milano dove espone in una personale alla galleria dell’Annunciata (con presentazione in catalogo di Sassu). Tra le mostre di respiro internazionale negli anni ‘60 si segnalano: la Mostra d’Arte Italiana al Centre d’Art Italienne di Parigi; 12 artisti italiani e 12 americani, Nordness Gallery, New York, 1959; 32 pittori italiani, Monaco di Baviera, 1964.
Nel 1968 si trasferisce in Sicilia dove dimora a lungo intrecciando rapporti con Leonardo Sciascia. Negli anni ‘70 e ‘80 si rivolge alla realizzazione di ampli cicli paesaggistici, ritratti durante i suoi viaggi in Italia e in Europa (Parigi, Avignone, Inghilterra, Spagna, Budapest) e di cicli dedicati alla letteratura, con particolare attenzione al teatro di Pirandello, Andreev, D’Annunzio.
Negli anni ‘80 realizza diversi affreschi tra cui si ricorda nel 1983 l’esecuzione della parete di fondo del salone di rappresentanza della casa natale di Pio XI, restaurata in occasione del centenario della nascita di papa Ratti: l’inaugurazione degli affreschi avvenne in occasione della visita di papa Giovanni Paolo II.
Nel 1985 partecipa alla mostra sul movimento di “Corrente” a Palazzo Reale di Milano; nel 1987 progetta e realizza per il cimitero Monumentale di Milano la cappella mortuaria “Baldan”, una struttura in metallo, vetro e marmi con una “Crocifissione” affrescata.
L'ultimo periodo della sua vita lo ha trascorso lavorando tra il suo studio di Verna, la casa di via San Marco a Milano e la sua dimora estiva di Torricella a Spoleto. È morto il 4 gennaio 2012, nella casa di via San Marco.
22
novembre 2012
Piero Gauli – Gli anni di Corrente e la guerra
Dal 22 novembre 2012 al 25 gennaio 2013
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE CORRENTE
Milano, Via Carlo Porta, 5, (Milano)
Milano, Via Carlo Porta, 5, (Milano)
Orario di apertura
Martedì, mercoledì e giovedì 9-12.30 e 15-18.30. Venerdì 15-18.30
Vernissage
22 Novembre 2012, ore 18.00
Autore
Curatore