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Piero Gilardi – Effetti collaborativi 1963 – 1985
La mostra si concentra sui primi ventidue anni di attività dell’artista torinese, dai primi “tappeti – natura”, opere che gli procurarono un notevole successo internazionale negli anni Sessanta, fino ad un’ampia serie di documenti che illustrano la sua decisione di uscire dal sistema dell’arte per dedicarsi prima ad un’attività di volontariato “creativo” all’interno di un ospedale psichiatrico e poi alla militanza politica e sociale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Quarto episodio de Le Scatole Viventi
Piero Gilardi. Effetti collaborativi 1963 – 1985
Periodo: 31 marzo – 13 maggio 2012
A cura di Andrea Bellini
La mostra che il Castello di Rivoli dedica a Piero Gilardi si concentra sui primi ventidue
anni di attività dell’artista torinese, dai primi “tappeti - natura”, opere che gli procurarono
un notevole successo internazionale negli anni Sessanta, fino ad un’ampia serie di
documenti che illustrano la sua decisione di uscire dal sistema dell’arte per dedicarsi
prima ad un’attività di volontariato “creativo” all’interno di un ospedale psichiatrico e poi
alla militanza politica e sociale. Come scrive Andrea Bellini, curatore della mostra, “Piero
Gilardi, attraverso la sue azioni collettive e la sua produzione saggistica incentrata sulla
questione delle relazioni umane e sul rapporto tra arte e società, può essere considerato
il vero precursore della cosiddetta arte relazionale, cioè di quella tendenza artistica -
sviluppatasi negli anni Novanta- che ha cercato di trasformare le opere d’arte in occasione
di coinvolgimento umano”. Figura irregolare del panorama artistico italiano, Gilardi sfiora
prima le tematiche Pop con i tappeti natura, poi partecipa attivamente alla nascita del
movimento dell’Arte Povera, senza mai identificarsi in un gruppo artistico preciso. Il rifiuto
radicale di considerare l’opera d’arte come un bene di consumo lo porta - a cavallo degli
anni Settanta - ad abbandonare qualsiasi produzione oggettuale, per un coinvolgimento
diretto nel sociale. Come pochi altri artisti, Piero Gilardi è mosso dalla convinzione
assoluta che l’arte possa cambiare la vita delle persone e che debba partecipare alla
trasformazione della società, migliorando così l’ambiente in cui viviamo. Il progetto
espositivo comprende una rassegna filologica delle prime opere dell’artista torinese, dalla
Macchina per discorrere (1963), al Vestito stato d’animo (1964), per passare alle opere in
poliuretano come Igloo e Trilite spezzato (1964), fino ad alcuni celebri tappeti-natura, tra
cui ricordiamo Mais e Torrente secco (1967). Accanto a queste opere i visitatori potranno
scoprire per la prima volta una straordinaria serie di documenti, disegni originali, scritti
autografi, progetti per manifesti, filmati di manifestazioni politiche e di azioni collettive.
Questa complessa documentazione non ricostruisce semplicemente la storia dell’artista,
ma finisce per delineare un pezzo importante della storia recente del nostro Paese. La
mostra si chiude con il progetto “le scatole viventi”: le opere, parte delle quali appartenenti
alla collezione del Museo, dialogano con la mostra in corso suggerendo legami inediti e
connessioni tra personalità spesso molto diverse tra loro. In questo caso è stato lo stesso
Gilardi a scegliere le opere da esporre, tutte realizzate da artisti con i quali ha avuto stretti
rapporti di collaborazione nel corso degli ultimi cinquant’anni: Michelangelo Pistoletto,
Gilberto Zorio, Claes Oldenburg, Richard Long, Jun Tacita, Michel Blazy ed Eduardo Kac.
Il giorno dell'inaugurazione, alle ore 18, nel teatro del Museo partecipano al simposio
dedicato a Piero Gilardi: Andrea Bellini, curatore della mostra, Tommaso Trini, scrittore e
critico d'arte, Angela Vettese, docente universitario e curatore, Diana Franssen, curatrice
del Van Abbemuseum di Eindhoven e l'artista stesso.
Nel settembre 2012 la mostra sarà presentata al Van Abbemuseum di Eindhoven e
successivamente, nel gennaio 2013, al Nottingham Contemporary, Nottingham.
Ufficio Stampa - Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Silvano Bertalot – Manuela Vasco
T. +39/011.9565209 – 211, F. +39/011.9565231, C. +39/338.7865367
E. press@castellodirivoli.org, s.bertalot@castellodirivoli.org
Note biografiche
Piero Gilardi nasce a Torino nel 1942. Nel 1963 realizza la sua prima mostra personale
Macchine per il futuro. Due anni più tardi realizza le prime opere in poliuretano espanso
ed espone a Parigi, Bruxelles, Colonia, Amburgo, Amsterdam e New York. A Partire dal
1968 interrompe la produzione di opere per contribuire con la sua riflessione originale
all’elaborazione teorica delle nuove tendenze artistiche degli anni Sessanta: arte povera,
land art, antiform art. Intellettuale curioso e instancabile Gilardi viaggia alla fine degli anni
Sessanta negli Stati Uniti ed in Europa, raccogliendo informazioni su molti giovani artisti
divenuti in seguito celebri. Questo suo network e questo sistema di relazioni costituiranno
nel 1969 un materiale molto prezioso per l’organizzazione di due mostre leggendarie,
When attitudes become form, presso la Kunsthalle di Berna, a firma di Harald Szeemann
e Op Losse Schroeven a cura di Wim Beeren, tenutasi presso lo Stedelijk Museum di
Amsterdam. Nel 1969 Gilardi esce dal sistema dell’arte e comincia una lunga esperienza
di animatore sociale e di militante politico, facendosi portavoce di una creatività allargata
e collettiva e di una ineludibile commistione tra arte e vita. Nel 1981 riprende l’attività
nel mondo dell’arte, tornando ad esporre in gallerie d’arte installazioni accompagnate
da workshop creativi con il pubblico. Attorno alla metà degli anni Ottanta inizia una
ricerca artistica con le nuove tecnologie attraverso l’elaborazione del progetto Ixiana
che, presentato al Parc de la Villette di Parigi, prefigura un parco tecnologico nel quale
il grande pubblico poteva sperimentare in senso artistico le tecnologie digitali. Nel
corso degli ultimi anni ha sviluppato una serie di installazioni interattive multimediali con
un’intensa attività internazionale. Insieme a Claude Faure e Piotr Kowalski, ha costituito
l'associazione internazionale "Ars Technica". In qualità di responsabile della sezione
italiana di Ars Technica promuove a Torino le mostre internazionali Arslab. Metodi ed
Emozioni (1992), Arslab. I Sensi del Virtuale (1995), Arslab. I labirinti del corpo in gioco
(1999) e numerosi convegni di studio sull'arte dei nuovi media. Piero Gilarsi ha pubblicato
diversi importanti libri di riflessione teorica tra i quali ricordiamo: Dall’arte alla vita, dalla
vita all’arte (La Salamandra, Milano, 1981) e Not for Sale (Mazzotta, Milano, 2000, e Les
Presses du réel, Dijon-Quetigny, 2002). Nel 2008 inaugura a Torino il suo PAV - Centro
sperimentale d’arte contemporanea. Si tratta di un progetto molto complesso, che è molte
cose insieme: uno spazio pubblico in una città in trasformazione, un sito espositivo all’aria
aperta, un museo interattivo, luogo d’incontro e di esperienze in laboratorio, centro di
ricerca attento al dialogo tra arte e natura, biotecnologie ed ecologia, tra pubblico e artisti.
Mostre personali
2010
La Leçon des Choses, Centre Création Contemporain, Tours
2006
Interdipendenze, Galleria Civica, Modena
1999
Loggetta Lombardesca, Ravenna
1998
Galleria Massimo Minini, Brescia
1991
Sperone Westwater Gallery, New York
1967
Fischbach Gallery, New York
Galleria Sperone, Milano
Galerie Zwirner, Colonia
Galerie Ileana Sonnabend, Parigi
Mostre collettive
2011
Le Jardin des Sculptures, Evergreen, Montrouge
2010
Dans la Forêt, FRAC Aquitaine, Bordeaux
D'après nature, Château d'Avignon, Avignone
Arte Povera. Che Fare?, Kunstmuseum Liechtenstein, Vaduz
2008
1988 vent'anni prima, vent'anni dopo, Centro per l’Arte Luigi Pecci, Prato
Ecosoft Art, PAV, Torino
Italics, Palazzo Grassi, Venezia
2007
Italian Genius now, Museum of Fine Arts, Hanoi, Vietnam
2003
Inverosimile, installazione, Biennale d’Art Contemporain, Lione
Fragments d’un discours italien, Musée d’Art Moderne et Contemporain, Ginevra
2002
Techne 02. Tra arte e tecnologia, Spazio Oberdan, Milano
2001
Le tribù dell'arte, Galleria Comunale d'Arte Moderna, Roma
Media Connection, Palazzo delle Esposizioni, Roma
L'arte elettronica. Metamorfosi e metafore, Civica Galleria d'Arte Moderna, Ferrara
Arte povera oggi, Istituto Italiano di Cultura, Londra
Zero to infinity: Arte Povera 1962-1972, Tate Modern, Londra; Walker Art Center,
Minneapolis; Museum of Contemporary Art, Los Angeles; Hirshhorn Museum and
Sculpture Garden, Washington
2000
There is no spirit in painting, Le Consortium, Digione
1993
XLV Biennale di Venezia, Venezia
1990
La otra scultura, Palacio de Cristallo, Madrid
1987
Terrae Motus, Grand Palais, Parigi
1968
Group Exhibition, Walker Art Center, Minneapolis
1967
Salon de Mai, Parigi
Piero Gilardi. Effetti collaborativi 1963 – 1985
Periodo: 31 marzo – 13 maggio 2012
A cura di Andrea Bellini
La mostra che il Castello di Rivoli dedica a Piero Gilardi si concentra sui primi ventidue
anni di attività dell’artista torinese, dai primi “tappeti - natura”, opere che gli procurarono
un notevole successo internazionale negli anni Sessanta, fino ad un’ampia serie di
documenti che illustrano la sua decisione di uscire dal sistema dell’arte per dedicarsi
prima ad un’attività di volontariato “creativo” all’interno di un ospedale psichiatrico e poi
alla militanza politica e sociale. Come scrive Andrea Bellini, curatore della mostra, “Piero
Gilardi, attraverso la sue azioni collettive e la sua produzione saggistica incentrata sulla
questione delle relazioni umane e sul rapporto tra arte e società, può essere considerato
il vero precursore della cosiddetta arte relazionale, cioè di quella tendenza artistica -
sviluppatasi negli anni Novanta- che ha cercato di trasformare le opere d’arte in occasione
di coinvolgimento umano”. Figura irregolare del panorama artistico italiano, Gilardi sfiora
prima le tematiche Pop con i tappeti natura, poi partecipa attivamente alla nascita del
movimento dell’Arte Povera, senza mai identificarsi in un gruppo artistico preciso. Il rifiuto
radicale di considerare l’opera d’arte come un bene di consumo lo porta - a cavallo degli
anni Settanta - ad abbandonare qualsiasi produzione oggettuale, per un coinvolgimento
diretto nel sociale. Come pochi altri artisti, Piero Gilardi è mosso dalla convinzione
assoluta che l’arte possa cambiare la vita delle persone e che debba partecipare alla
trasformazione della società, migliorando così l’ambiente in cui viviamo. Il progetto
espositivo comprende una rassegna filologica delle prime opere dell’artista torinese, dalla
Macchina per discorrere (1963), al Vestito stato d’animo (1964), per passare alle opere in
poliuretano come Igloo e Trilite spezzato (1964), fino ad alcuni celebri tappeti-natura, tra
cui ricordiamo Mais e Torrente secco (1967). Accanto a queste opere i visitatori potranno
scoprire per la prima volta una straordinaria serie di documenti, disegni originali, scritti
autografi, progetti per manifesti, filmati di manifestazioni politiche e di azioni collettive.
Questa complessa documentazione non ricostruisce semplicemente la storia dell’artista,
ma finisce per delineare un pezzo importante della storia recente del nostro Paese. La
mostra si chiude con il progetto “le scatole viventi”: le opere, parte delle quali appartenenti
alla collezione del Museo, dialogano con la mostra in corso suggerendo legami inediti e
connessioni tra personalità spesso molto diverse tra loro. In questo caso è stato lo stesso
Gilardi a scegliere le opere da esporre, tutte realizzate da artisti con i quali ha avuto stretti
rapporti di collaborazione nel corso degli ultimi cinquant’anni: Michelangelo Pistoletto,
Gilberto Zorio, Claes Oldenburg, Richard Long, Jun Tacita, Michel Blazy ed Eduardo Kac.
Il giorno dell'inaugurazione, alle ore 18, nel teatro del Museo partecipano al simposio
dedicato a Piero Gilardi: Andrea Bellini, curatore della mostra, Tommaso Trini, scrittore e
critico d'arte, Angela Vettese, docente universitario e curatore, Diana Franssen, curatrice
del Van Abbemuseum di Eindhoven e l'artista stesso.
Nel settembre 2012 la mostra sarà presentata al Van Abbemuseum di Eindhoven e
successivamente, nel gennaio 2013, al Nottingham Contemporary, Nottingham.
Ufficio Stampa - Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Silvano Bertalot – Manuela Vasco
T. +39/011.9565209 – 211, F. +39/011.9565231, C. +39/338.7865367
E. press@castellodirivoli.org, s.bertalot@castellodirivoli.org
Note biografiche
Piero Gilardi nasce a Torino nel 1942. Nel 1963 realizza la sua prima mostra personale
Macchine per il futuro. Due anni più tardi realizza le prime opere in poliuretano espanso
ed espone a Parigi, Bruxelles, Colonia, Amburgo, Amsterdam e New York. A Partire dal
1968 interrompe la produzione di opere per contribuire con la sua riflessione originale
all’elaborazione teorica delle nuove tendenze artistiche degli anni Sessanta: arte povera,
land art, antiform art. Intellettuale curioso e instancabile Gilardi viaggia alla fine degli anni
Sessanta negli Stati Uniti ed in Europa, raccogliendo informazioni su molti giovani artisti
divenuti in seguito celebri. Questo suo network e questo sistema di relazioni costituiranno
nel 1969 un materiale molto prezioso per l’organizzazione di due mostre leggendarie,
When attitudes become form, presso la Kunsthalle di Berna, a firma di Harald Szeemann
e Op Losse Schroeven a cura di Wim Beeren, tenutasi presso lo Stedelijk Museum di
Amsterdam. Nel 1969 Gilardi esce dal sistema dell’arte e comincia una lunga esperienza
di animatore sociale e di militante politico, facendosi portavoce di una creatività allargata
e collettiva e di una ineludibile commistione tra arte e vita. Nel 1981 riprende l’attività
nel mondo dell’arte, tornando ad esporre in gallerie d’arte installazioni accompagnate
da workshop creativi con il pubblico. Attorno alla metà degli anni Ottanta inizia una
ricerca artistica con le nuove tecnologie attraverso l’elaborazione del progetto Ixiana
che, presentato al Parc de la Villette di Parigi, prefigura un parco tecnologico nel quale
il grande pubblico poteva sperimentare in senso artistico le tecnologie digitali. Nel
corso degli ultimi anni ha sviluppato una serie di installazioni interattive multimediali con
un’intensa attività internazionale. Insieme a Claude Faure e Piotr Kowalski, ha costituito
l'associazione internazionale "Ars Technica". In qualità di responsabile della sezione
italiana di Ars Technica promuove a Torino le mostre internazionali Arslab. Metodi ed
Emozioni (1992), Arslab. I Sensi del Virtuale (1995), Arslab. I labirinti del corpo in gioco
(1999) e numerosi convegni di studio sull'arte dei nuovi media. Piero Gilarsi ha pubblicato
diversi importanti libri di riflessione teorica tra i quali ricordiamo: Dall’arte alla vita, dalla
vita all’arte (La Salamandra, Milano, 1981) e Not for Sale (Mazzotta, Milano, 2000, e Les
Presses du réel, Dijon-Quetigny, 2002). Nel 2008 inaugura a Torino il suo PAV - Centro
sperimentale d’arte contemporanea. Si tratta di un progetto molto complesso, che è molte
cose insieme: uno spazio pubblico in una città in trasformazione, un sito espositivo all’aria
aperta, un museo interattivo, luogo d’incontro e di esperienze in laboratorio, centro di
ricerca attento al dialogo tra arte e natura, biotecnologie ed ecologia, tra pubblico e artisti.
Mostre personali
2010
La Leçon des Choses, Centre Création Contemporain, Tours
2006
Interdipendenze, Galleria Civica, Modena
1999
Loggetta Lombardesca, Ravenna
1998
Galleria Massimo Minini, Brescia
1991
Sperone Westwater Gallery, New York
1967
Fischbach Gallery, New York
Galleria Sperone, Milano
Galerie Zwirner, Colonia
Galerie Ileana Sonnabend, Parigi
Mostre collettive
2011
Le Jardin des Sculptures, Evergreen, Montrouge
2010
Dans la Forêt, FRAC Aquitaine, Bordeaux
D'après nature, Château d'Avignon, Avignone
Arte Povera. Che Fare?, Kunstmuseum Liechtenstein, Vaduz
2008
1988 vent'anni prima, vent'anni dopo, Centro per l’Arte Luigi Pecci, Prato
Ecosoft Art, PAV, Torino
Italics, Palazzo Grassi, Venezia
2007
Italian Genius now, Museum of Fine Arts, Hanoi, Vietnam
2003
Inverosimile, installazione, Biennale d’Art Contemporain, Lione
Fragments d’un discours italien, Musée d’Art Moderne et Contemporain, Ginevra
2002
Techne 02. Tra arte e tecnologia, Spazio Oberdan, Milano
2001
Le tribù dell'arte, Galleria Comunale d'Arte Moderna, Roma
Media Connection, Palazzo delle Esposizioni, Roma
L'arte elettronica. Metamorfosi e metafore, Civica Galleria d'Arte Moderna, Ferrara
Arte povera oggi, Istituto Italiano di Cultura, Londra
Zero to infinity: Arte Povera 1962-1972, Tate Modern, Londra; Walker Art Center,
Minneapolis; Museum of Contemporary Art, Los Angeles; Hirshhorn Museum and
Sculpture Garden, Washington
2000
There is no spirit in painting, Le Consortium, Digione
1993
XLV Biennale di Venezia, Venezia
1990
La otra scultura, Palacio de Cristallo, Madrid
1987
Terrae Motus, Grand Palais, Parigi
1968
Group Exhibition, Walker Art Center, Minneapolis
1967
Salon de Mai, Parigi
30
marzo 2012
Piero Gilardi – Effetti collaborativi 1963 – 1985
Dal 30 marzo al 13 maggio 2012
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI RIVOLI – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
Rivoli, Piazza Mafalda Di Savoia, (Torino)
Rivoli, Piazza Mafalda Di Savoia, (Torino)
Vernissage
30 Marzo 2012, ore 19
Autore
Curatore