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Piero Giunni
Dopo aver ospitato artisti del calibro di Eugenio Carmi, Ennio Finzi, Alberto Gianquinto, Claudio Olivieri, Mario Raciti, Sergio Sermidi, Valentino Vago, Carmelo Zotti, quest’anno Sarego dedica un omaggio a Piero Giunni (Villa Cortese, MI, 1912 – Bondeno, TN, 2000), esponente di spicco di una pittura che, all’indomani della seconda guerra mondiale, pur recependo le istanze di rinnovamento e in particolare quelle del cosiddetto informale, nondimeno non volle mai rinunciare a una vena di commosso naturalismo; ed infatti con Morlotti, Chighine, Romiti, fu uno degli artisti sui quali si appuntò l’attenzione di Francesco Arcangeli nel celebre saggio apparso nel 1954 sulla rivista “Paragone”, dedicato agli “ultimi naturalisti”. Le sue opere – per usare le parole di Roberto Tassi – “nascono direttamente dalla vita di un uomo, di un artista che nel rapporto con gli aspetti del mondo salva quanto di sacro è nella sua esistenza”; e giustamente Gianfranco Bruno ha visto in lui “un difensore della pittura come esperienza totale, come valore capace di dare un senso alla vita”.
Piero Giunni
Sarego, Via Chiesa, (Vicenza)