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Piero Manai – L’insostenibile visione dell’essere
La Galleria De’ Foscherari ripropone, facendone il momento centrale di una esposizione costituita da tele di grande dimensione e acetati, le polaroid di Piero Manai.
Comunicato stampa
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A distanza di un quarto di secolo la Galleria De' Foscherari ripropone, facendone il momento centrale di una esposizione costituita da tele di grande dimensione e acetati, le polaroid di Piero Manai.Tale centralità, sottolineata anche dalla quantità e varietà di foto attentamente selezionate e criticamente allineate (parte preponderante delle quali inedite), ha un suo fondamento teorico rispetto all'opera complessiva dell'artista. La fotografia, infatti, come molti hanno osservato, può considerarsi alla base dell'operare artistico di Manai, un elemento imprescindibile per comprendere il significato profondo delle sue grandi teste, dei suoi corpi mutilati o feriti, delle sue maschere, ma anche dei macigni, dei "pesi" e dei paesaggi.Ci si riferisce, ovviamente, allo straordinario reportage fotografico dedicato da Leni Riefenstahl ad alcune tribù africane, reportage dal quale certamente derivano i corpi sofferenti e martoriati che costituiscano momenti d'eccellenza dell'opera del Nostro.La fotografia antropologica, quindi, innesca la ricerca di Manai attraverso la pittura. Per il nostro artista, infatti, la pittura non ha come fine la bellezza, ma la ricerca di ciò che sta al di là della pittura intesa come rappresentazione o, meglio, al di là di ogni possibile rappresentazione. La pittura, così, diviene uno strumento di ricerca, ma non di ricerca linguistica o scientifica, bensì di ricerca ontologica, una ricerca tesa ad intuire le tracce dell'essere e a rivelarle visivamente. Un compito immane al quale la fotografia può dare un grande contributo. Manai usava il modello più semplice di polaroid, la XX70, e di essa diceva: la uso "perchè la polaroid riporta la fotografia alle sue origini. Non avendo negativo, la foto scattata è un pezzo unico, c'è solo quello". Ma non solo per questo Manai usava in modo ossessivo la polaroid, bensì anche per l'immediatezza con cui si può fissare la realtà. Sulla realtà così fissata l'artista interviene con i pennarelli per estorcere dalla rappresentazione fotografica l'essenza che continua a nascondersi dietro l'apparenza.L'intervento pittorico segue un modello intellettuale che trasforma il guardare in vedere (si guarda con gli occhi e si vede con l'intelletto) andando oltre la percezione fenomenica per cogliere i frammenti dell'essere, i reperti della origine. Di qui la centralità della polaroid in questa mostra, dal significativo titolo "L' insostenibile visione dell'essere", che si inaugurerà mercoledi 21 Aprile ore 18.30.
21
aprile 2010
Piero Manai – L’insostenibile visione dell’essere
Dal 21 aprile al 30 giugno 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA DE’ FOSCHERARI
Bologna, Via Castiglione, 2B, (Bologna)
Bologna, Via Castiglione, 2B, (Bologna)
Orario di apertura
da Lunedi a Sabato :10.00-12.30 16.00-19.30
Vernissage
21 Aprile 2010, ore 18.30
Autore
Curatore