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Piero Sartogo – Lectio magistralis
lectio magistralis di Piero Sartogo, in occasione del conferimento del premio RomaArchitettura.
Comunicato stampa
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Il 24 Novembre dalle 18.00 alle 19.30 si terrà nel Salone dell’Ercole della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma - Viale delle Belle Arti, 131 – la lectio magistralis di Piero Sartogo, in occasione del conferimento del premio RomaArchitettura.
Il premio ROMARCHITETTURA è promosso dall’IN/ARCH LAZIO (Istituto Nazionale di Architettura Sezione Lazio), dall’ACER (Associazione Costruttori Edili di Roma), dall’ANCE LAZIO – URCEL (Unione Regionale dei Costruttori Edili del Lazio) dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia.
L’importante riconoscimento (giunto alla 4° edizione ma con una tradizione pluridecennale, considerando che s’innesta sul Premio IN/ARCH partito nel 1962) sostiene la qualità architettonica complessiva, intesa non solo come fatto estetico ma soprattutto come valore sociale ed economico. Le finalità sono strettamente legate, dunque, a quelle delle istituzioni proponenti e sintetizzabili nella valorizzazione dell’intera filiera di attori e figure che contribuiscono alla buona riuscita dell’intervento architettonico. In tal senso vengono premiati i progettisti, i committenti e le imprese esecutrici dell’opera.
Non si comprenderà Sartogo senza comprendere che per lui il pieno e il vuoto non sono che le due facce, omologhe e distinte, di una stessa moneta.
Piero Sartogo percorre la cultura architettonica contemporanea e con essa, trasversalmente, quella più generale artistica, che sempre interpreta e in taluni casi anticipa, pur restando efferatamente “architetto” anche nelle più ardite avventure del negativo, del concettuale, del virtuale. Necessariamente attinge così a un confronto internazionale ravvicinato; pochi architetti italiani possono attestare questa ampia “cittadinanza”.
Dopo il tirocinio con Walter Gropius presso The Architects Collaborative a Cambridge (Massachusetts) riceve una borsa Fulbright all’International House of Japan e prosegue presso lo studio di Kenzo Tange a Tokyo. Affascinato dal suo incontro con il gruppo dei Metabolisti, collaboratori di Kenzo Tange per il grande piano urbanistico di Tokyo, sviluppa la sua personale ricerca sull’habitat pubblicando La progettazione architettonica e l’industrializzazione nell’edilizia residenziale, dove analizza i processi di crescita e trasformazione delle strutture abitative urbane, secondo il principio della flessibilità della “progettazione aperta” che contraddistinguerà tutto il suo operare. Spirali, vettori di accelerazione, negativo, matrici sovrapposte, progetto del vuoto, piani virtuali, concettuale, prospettive: invarianti progettuali che si inseguiranno nelle grandi mostre d’arte internazionali e nei progetti, dalla scala urbana all’organismo architettonico.
Nel 1971 realizza a Roma l’edificio dell’Ordine dei Medici entrato subito nel novero dei monumenti dell’architettura contemporanea. Nel 1974 “un artista batte la Gescal”, titola Bruno Zevi, commentando il nuovo quartiere di Sesto San Giovanni a Milano progettato con Gianni Colombo.
Nel 1977 struttura la sua prima mostra personale all’Istituto Nazionale di Architettura con le definizioni concettuali che richiede a Joseph Kosuth, esposte come parte integrante della sua ricerca progettuale. Subito dopo, nel 1978 articola con piani virtuali gli spazi del Padiglione Italiano alla Biennale d’Arte di Venezia e crea Roma Interrotta che riapre il dibattito sull’immaginario collettivo della città. Scomposizione del quadrato lungo le linee di fuga della diagonale, per la Nuova Cancelleria dell’Ambasciata d’Italia a Washington (Award of Excellence for extraordinary achivement in Architecture dall’American Institute of Architects); volume sferico virtuale nel Santo Volto di Gesù a Roma ove, riprendo la prassi secolare di concepire il Tempio come un’opera corale, architetti e artisti hanno interagito integrando pittura scultura ed architettura in un unicum irripetibile.
In parallelo alla sperimentazione progettuale svolge un’intensa attività didattica prima alla Facoltà di Architettura di Roma e all’ Accademia di Belle Arti dell’Aquila e, in seguito, come visiting professor negli Stati Uniti presso le prestigiose University of Virginia, Cornell University, University of Pennsylvania, University of California U.C.L.A. Los Angeles, Columbia University in New York.
Nel 2005 gli è stato conferita la Medaglia d’oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte dal Presidente della Repubblica Italiana.
I progetti e le realizzazioni di Piero Sartogo appaiono in numerosi libri tra i quali: Architettura del Sublime, Electa; Sartogo/Grenon. Italian Architects, collana I Talenti, L’Arcaedizioni; Piero Sartogo/Nathalie Grenon. Architettura, Skirà; Sartogo/Grenon. Architecture in Perspective, The Monacelli Press; Piero Sartogo. Fiction, Universale di Architettura, collana diretta da Bruno Zevi.
Il premio ROMARCHITETTURA è promosso dall’IN/ARCH LAZIO (Istituto Nazionale di Architettura Sezione Lazio), dall’ACER (Associazione Costruttori Edili di Roma), dall’ANCE LAZIO – URCEL (Unione Regionale dei Costruttori Edili del Lazio) dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia.
L’importante riconoscimento (giunto alla 4° edizione ma con una tradizione pluridecennale, considerando che s’innesta sul Premio IN/ARCH partito nel 1962) sostiene la qualità architettonica complessiva, intesa non solo come fatto estetico ma soprattutto come valore sociale ed economico. Le finalità sono strettamente legate, dunque, a quelle delle istituzioni proponenti e sintetizzabili nella valorizzazione dell’intera filiera di attori e figure che contribuiscono alla buona riuscita dell’intervento architettonico. In tal senso vengono premiati i progettisti, i committenti e le imprese esecutrici dell’opera.
Non si comprenderà Sartogo senza comprendere che per lui il pieno e il vuoto non sono che le due facce, omologhe e distinte, di una stessa moneta.
Piero Sartogo percorre la cultura architettonica contemporanea e con essa, trasversalmente, quella più generale artistica, che sempre interpreta e in taluni casi anticipa, pur restando efferatamente “architetto” anche nelle più ardite avventure del negativo, del concettuale, del virtuale. Necessariamente attinge così a un confronto internazionale ravvicinato; pochi architetti italiani possono attestare questa ampia “cittadinanza”.
Dopo il tirocinio con Walter Gropius presso The Architects Collaborative a Cambridge (Massachusetts) riceve una borsa Fulbright all’International House of Japan e prosegue presso lo studio di Kenzo Tange a Tokyo. Affascinato dal suo incontro con il gruppo dei Metabolisti, collaboratori di Kenzo Tange per il grande piano urbanistico di Tokyo, sviluppa la sua personale ricerca sull’habitat pubblicando La progettazione architettonica e l’industrializzazione nell’edilizia residenziale, dove analizza i processi di crescita e trasformazione delle strutture abitative urbane, secondo il principio della flessibilità della “progettazione aperta” che contraddistinguerà tutto il suo operare. Spirali, vettori di accelerazione, negativo, matrici sovrapposte, progetto del vuoto, piani virtuali, concettuale, prospettive: invarianti progettuali che si inseguiranno nelle grandi mostre d’arte internazionali e nei progetti, dalla scala urbana all’organismo architettonico.
Nel 1971 realizza a Roma l’edificio dell’Ordine dei Medici entrato subito nel novero dei monumenti dell’architettura contemporanea. Nel 1974 “un artista batte la Gescal”, titola Bruno Zevi, commentando il nuovo quartiere di Sesto San Giovanni a Milano progettato con Gianni Colombo.
Nel 1977 struttura la sua prima mostra personale all’Istituto Nazionale di Architettura con le definizioni concettuali che richiede a Joseph Kosuth, esposte come parte integrante della sua ricerca progettuale. Subito dopo, nel 1978 articola con piani virtuali gli spazi del Padiglione Italiano alla Biennale d’Arte di Venezia e crea Roma Interrotta che riapre il dibattito sull’immaginario collettivo della città. Scomposizione del quadrato lungo le linee di fuga della diagonale, per la Nuova Cancelleria dell’Ambasciata d’Italia a Washington (Award of Excellence for extraordinary achivement in Architecture dall’American Institute of Architects); volume sferico virtuale nel Santo Volto di Gesù a Roma ove, riprendo la prassi secolare di concepire il Tempio come un’opera corale, architetti e artisti hanno interagito integrando pittura scultura ed architettura in un unicum irripetibile.
In parallelo alla sperimentazione progettuale svolge un’intensa attività didattica prima alla Facoltà di Architettura di Roma e all’ Accademia di Belle Arti dell’Aquila e, in seguito, come visiting professor negli Stati Uniti presso le prestigiose University of Virginia, Cornell University, University of Pennsylvania, University of California U.C.L.A. Los Angeles, Columbia University in New York.
Nel 2005 gli è stato conferita la Medaglia d’oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte dal Presidente della Repubblica Italiana.
I progetti e le realizzazioni di Piero Sartogo appaiono in numerosi libri tra i quali: Architettura del Sublime, Electa; Sartogo/Grenon. Italian Architects, collana I Talenti, L’Arcaedizioni; Piero Sartogo/Nathalie Grenon. Architettura, Skirà; Sartogo/Grenon. Architecture in Perspective, The Monacelli Press; Piero Sartogo. Fiction, Universale di Architettura, collana diretta da Bruno Zevi.
24
novembre 2010
Piero Sartogo – Lectio magistralis
24 novembre 2010
presentazione
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
Vernissage
24 Novembre 2010, dalle 18.00 alle 19.30 si terrà nel Salone dell’Ercole
Autore
Curatore