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Piero Solavaggione
La sua pittura è immediata, toccante, una “scrittura” che lascia tracce anche malinconiche, solitarie e le sue evoluzioni pittoriche erano legate ad una continua ricerca tecnica anche attraverso i vari “esili” a Parigi.
Comunicato stampa
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Presso l’associazione culturale 7Muse di Racconigi, Via Beata Caterina 14, dal 5 febbraio al 5 marzo 2005 in collaborazione con Città di Racconigi, Regione Piemonte , Provincia di Cuneo e Banca di Credito Cooperativo di Cherasco, sarà allestita la retrospettiva del pittore carmagnolese Piero Solavaggione.
Il 18 giugno 1899 Piero Solavaggione nasce a Carmagnola, in provincia di Torino. Allievo di Giacomo Grosso e Cesare Ferro, si diploma all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, conseguendo premi per il nudo e la ritrattistica. Dai primi anni Quaranta al 1950, insegna Storia dell’Arte, per incarico annuale, al Liceo Classico “G.Baldessano” di Carmagnola. La pittura per Solavaggione può dirsi facente così parte della sua vita da esserne quasi un vizio….”un vizio esistenziale”, il non poter trattenere il desiderio di creare, consapevole sempre del risultato d’ogni suo tratto, di là di qualsiasi critica, sia essa buona o negativa, e già questo faceva di lui un Grande Artista. Non importava lottare per ottenere, per lui era sufficiente far parte del mondo artistico senza pretendere, quasi in silenzio con sereno e signorile distacco dall’opinione pubblica.
Egli, ha saputo dare una sua interpretazione personale agli insegnamenti appresi all’Accademia Albertina, mirando a rendere le sue emozioni di fronte alla realtà, in valori di luce e colore, toccando elementi cromatici da ricordare i “fauves” rimanendo fedele nel tempo ad una figurazione da stile “impressionista”. La sua pittura è immediata, toccante, una “scrittura” che lascia tracce anche malinconiche, solitarie e le sue evoluzioni pittoriche erano legate ad una continua ricerca tecnica anche attraverso i vari “esili” a Parigi. Le varie raffigurazioni spaziano dagli scorci della sua città natale a vedute liguri, dai delicati ritratti ai materici interni con figure che, ricordano, per i loro sfondi così raccolti, opere di Durenne o di Valtat.
Uomo semplice, ma anche duramente critico, legato profondamente ad ideali e ai suoi valori affettivi, di una bontà indescrivibile, come più volte, ancora oggi ricorda il suo caro amico e allievo Carlo Sismonda con gran commozione; l’uomo che sapeva scrivere opere poetiche con l’uso del colore. Sì perché facendo scorrere davanti ai nostri occhi, in questa retrospettiva, le oltre trenta opere di Solavaggione tra olii, acquerelli e disegni, non si può fare altro che sostenere il profondo pensiero di Verlaine (poeta letterario), contenuto nella raccolta delle sue poesie “Romances sans paroles”, che evidenziano la gran vicinanza fra Impressionismo e arte poetica.
E’ lo stesso Verlaine nella sua Ars poetique a farci notare dove si trova il principio del nuovo lirismo ispirato all’Impressionismo: la poesia deve essere solubile nell’aria, quello che conta è l’attimo, il “suggerimento” della realtà che è “imprecisa”, “musicale”, “ambigua”. Parole le cui sfumature sono centrali, proprio come accade per i colori impressionistici di Solavaggione.
E’ stato conosciuto, amato, stimato da pubblico e critica prevalentemente come paesaggista, soggetti con produzione quantitativamente maggiore, ma si è anche rivelato abile acquerellista ed eccezionale era il suo leggero tratto nei disegni.
Oggi, a venticinque anni dalla Sua scomparsa (1979) ci rimane un dono, un documento sempre vivo, senza confini di tempo …..i suoi quadri ….”Arti poetiche illustrate” e a me personalmente, il rimpianto di non averlo mai potuto conoscere.
Il 18 giugno 1899 Piero Solavaggione nasce a Carmagnola, in provincia di Torino. Allievo di Giacomo Grosso e Cesare Ferro, si diploma all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, conseguendo premi per il nudo e la ritrattistica. Dai primi anni Quaranta al 1950, insegna Storia dell’Arte, per incarico annuale, al Liceo Classico “G.Baldessano” di Carmagnola. La pittura per Solavaggione può dirsi facente così parte della sua vita da esserne quasi un vizio….”un vizio esistenziale”, il non poter trattenere il desiderio di creare, consapevole sempre del risultato d’ogni suo tratto, di là di qualsiasi critica, sia essa buona o negativa, e già questo faceva di lui un Grande Artista. Non importava lottare per ottenere, per lui era sufficiente far parte del mondo artistico senza pretendere, quasi in silenzio con sereno e signorile distacco dall’opinione pubblica.
Egli, ha saputo dare una sua interpretazione personale agli insegnamenti appresi all’Accademia Albertina, mirando a rendere le sue emozioni di fronte alla realtà, in valori di luce e colore, toccando elementi cromatici da ricordare i “fauves” rimanendo fedele nel tempo ad una figurazione da stile “impressionista”. La sua pittura è immediata, toccante, una “scrittura” che lascia tracce anche malinconiche, solitarie e le sue evoluzioni pittoriche erano legate ad una continua ricerca tecnica anche attraverso i vari “esili” a Parigi. Le varie raffigurazioni spaziano dagli scorci della sua città natale a vedute liguri, dai delicati ritratti ai materici interni con figure che, ricordano, per i loro sfondi così raccolti, opere di Durenne o di Valtat.
Uomo semplice, ma anche duramente critico, legato profondamente ad ideali e ai suoi valori affettivi, di una bontà indescrivibile, come più volte, ancora oggi ricorda il suo caro amico e allievo Carlo Sismonda con gran commozione; l’uomo che sapeva scrivere opere poetiche con l’uso del colore. Sì perché facendo scorrere davanti ai nostri occhi, in questa retrospettiva, le oltre trenta opere di Solavaggione tra olii, acquerelli e disegni, non si può fare altro che sostenere il profondo pensiero di Verlaine (poeta letterario), contenuto nella raccolta delle sue poesie “Romances sans paroles”, che evidenziano la gran vicinanza fra Impressionismo e arte poetica.
E’ lo stesso Verlaine nella sua Ars poetique a farci notare dove si trova il principio del nuovo lirismo ispirato all’Impressionismo: la poesia deve essere solubile nell’aria, quello che conta è l’attimo, il “suggerimento” della realtà che è “imprecisa”, “musicale”, “ambigua”. Parole le cui sfumature sono centrali, proprio come accade per i colori impressionistici di Solavaggione.
E’ stato conosciuto, amato, stimato da pubblico e critica prevalentemente come paesaggista, soggetti con produzione quantitativamente maggiore, ma si è anche rivelato abile acquerellista ed eccezionale era il suo leggero tratto nei disegni.
Oggi, a venticinque anni dalla Sua scomparsa (1979) ci rimane un dono, un documento sempre vivo, senza confini di tempo …..i suoi quadri ….”Arti poetiche illustrate” e a me personalmente, il rimpianto di non averlo mai potuto conoscere.
05
febbraio 2005
Piero Solavaggione
Dal 05 febbraio al 05 marzo 2005
arte contemporanea
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE 7 MUSE
Racconigi, Via Beata Caterina, 14, (Cuneo)
Racconigi, Via Beata Caterina, 14, (Cuneo)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 15,30/ 19,00 sabato, domenica, festivi e prefestivi 10,00/12,30 – 15,30/19,00
Vernissage
5 Febbraio 2005, ore 17
Autore