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Piero Vignozzi
La mostra, a cura di Antonio Sarnari, propone diciassette opere dell’artista toscano, oli e tecniche miste, che interpretano la realtà attraverso un linguaggio essenziale, a tratti austero.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 5 dicembre alle ore 19 nella Sala del Granaio (Via Grimaldi, 101) sarà inaugurata una mostra personale di Piero Vignozzi organizzata dalla Galleria Lo Magno, dallo studio d'arte “Tecnica Mista” e dalla Fondazione Grimaldi.
La mostra, a cura di Antonio Sarnari, propone diciassette opere dell'artista toscano, oli e tecniche miste, che interpretano la realtà attraverso un linguaggio essenziale, a tratti austero.
La pittura di Vignozzi si lega alla tradizione figurativa toscana, fedele alla descrizione della realtà mediata dalla malinconia di un ricordo sempre più sfumato. Al centro della sua opera vi sono frammenti di quotidianità solitaria, vegetazione incolta, orti abbandonati, lunghi silenzi che proteggono dal procedere violento del tempo.
«Il pittore» spiega il critico d'arte Marco Boldin nel testo in catalogo «ha scelto di concentrarsi sul giardino, quasi di inginocchiarsi entro i suoi brevi confini». Vignozzi, continua Boldin, «ha scelto di dipingere il piccolo albero con le mele, di dipingere la quinta essenza di un rosso rugginoso fatto sembianza di un cancello aperto sull’orto. E sopra quel cancello, foglie di un verde che è la distesa planante di tutto il tempo, dal suo principio alla sua fine».
Per Vignozzi l’ossessione del tempo è «fibra della pittura, cartilagine del vedere». E il giardino il punto di osservazione di chi «conoscendo la distanza, la dispersione, abbia deciso di mostrarle solo per la via di un mondo domestico, vicino. E che tuttavia tutto contiene».
La mostra, a cura di Antonio Sarnari, propone diciassette opere dell'artista toscano, oli e tecniche miste, che interpretano la realtà attraverso un linguaggio essenziale, a tratti austero.
La pittura di Vignozzi si lega alla tradizione figurativa toscana, fedele alla descrizione della realtà mediata dalla malinconia di un ricordo sempre più sfumato. Al centro della sua opera vi sono frammenti di quotidianità solitaria, vegetazione incolta, orti abbandonati, lunghi silenzi che proteggono dal procedere violento del tempo.
«Il pittore» spiega il critico d'arte Marco Boldin nel testo in catalogo «ha scelto di concentrarsi sul giardino, quasi di inginocchiarsi entro i suoi brevi confini». Vignozzi, continua Boldin, «ha scelto di dipingere il piccolo albero con le mele, di dipingere la quinta essenza di un rosso rugginoso fatto sembianza di un cancello aperto sull’orto. E sopra quel cancello, foglie di un verde che è la distesa planante di tutto il tempo, dal suo principio alla sua fine».
Per Vignozzi l’ossessione del tempo è «fibra della pittura, cartilagine del vedere». E il giardino il punto di osservazione di chi «conoscendo la distanza, la dispersione, abbia deciso di mostrarle solo per la via di un mondo domestico, vicino. E che tuttavia tutto contiene».
05
dicembre 2009
Piero Vignozzi
Dal 05 dicembre 2009 al 07 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
SALA DEL GRANAIO
Modica, Via Clemente Grimaldi, (Ragusa)
Modica, Via Clemente Grimaldi, (Ragusa)
Orario di apertura
dal martedì al sabato, dalle ore 16 alle 20.
Vernissage
5 Dicembre 2009, ore 19
Autore
Curatore