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Piero Vignozzi – Garante odierno di una “sconfinata” eredità pittorica
Muovendosi tra il passato e la realtà presente, la pittura di Vignozzi costituisce una rassicurante forma di continuità rispetto alla tradizione figurativa toscana, recuperando nelle opere di piccole dimensioni il sapore dei quadri macchiaioli.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In occasione del decimo anno di attività il Centro Studi Storico Artistici ha organizzato la mostra di pittura, curata dalla storica dell’arte Liletta Fornasari, PIERO VIGNOZZI. Garante odierno di una “sconfinata” eredità pittorica.
Piero Vignozzi, assai apprezzato nel panorama artistico italiano è oggi considerato dal mondo della critica, tra questi Raffaele Monti, uno dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea.
Interprete di un linguaggio intimistico, nel quale oggetti umili e “frammenti di quotidianità” scandiscono un racconto di vita vissuta, evitando di dare espressione ad un distaccato e astratto simbolismo, ma rimanendo invece costantemente fedele alla descrizione della realtà, che si svela e al contempo scompare dietro la patina opaca del ricordo.
Scorci di cortili silenziosi, gomme arrotolate, cannelle, vecchi muri, finestre, fiori recisi, oggetti, tra i più disparati, che sebbene usurati dal tempo e in gran parte dimessi, appartengono in ogni caso alla dimensione quotidiana di un vivere semplice, e giardini dall’aspetto quasi magico, dove sculture antiche si mescolano alla vegetazione incolta tipica dei parchi di ville abbandonate, sono, nelle opere di Vignozzi, protagonisti di immagini che essenziali e austere, divengono attimi di intima memoria, capaci di provocare malinconiche, nonché poetiche suggestioni, congeniali in entrambi i casi al carattere e alla formazione dell’artista.
Dopo avere avuto una fase formativa decisamente anomala e avere vissuto l’esperienza informale, che ha caratterizzato la sua pittura al momento degli esordi, Vignozzi, artista approdato lentamente all’arte odierna, ha affrontato durante gli anni Sessanta un particolare periodo pop, maturando il delicato e raffinato linguaggio attuale a partire dal 1974. E’ questo l’anno in cui, in occasione di una mostra, apparvero i “cimeli di un mondo sommerso” e di un universo mentalmente ricomposto, dalla morsa, al seghetto, alla gomma verde e ai muri corrosi di un cortile, che per l’artista evoca anche i giochi semplici, i sentimenti e la spensieratezza dell’infanzia.
Muovendosi tra il passato e la realtà presente, la pittura di Vignozzi costituisce una rassicurante forma di continuità rispetto alla tradizione figurativa toscana, recuperando nelle opere di piccole dimensioni il sapore dei quadri macchiaioli.
Piero Vignozzi, assai apprezzato nel panorama artistico italiano è oggi considerato dal mondo della critica, tra questi Raffaele Monti, uno dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea.
Interprete di un linguaggio intimistico, nel quale oggetti umili e “frammenti di quotidianità” scandiscono un racconto di vita vissuta, evitando di dare espressione ad un distaccato e astratto simbolismo, ma rimanendo invece costantemente fedele alla descrizione della realtà, che si svela e al contempo scompare dietro la patina opaca del ricordo.
Scorci di cortili silenziosi, gomme arrotolate, cannelle, vecchi muri, finestre, fiori recisi, oggetti, tra i più disparati, che sebbene usurati dal tempo e in gran parte dimessi, appartengono in ogni caso alla dimensione quotidiana di un vivere semplice, e giardini dall’aspetto quasi magico, dove sculture antiche si mescolano alla vegetazione incolta tipica dei parchi di ville abbandonate, sono, nelle opere di Vignozzi, protagonisti di immagini che essenziali e austere, divengono attimi di intima memoria, capaci di provocare malinconiche, nonché poetiche suggestioni, congeniali in entrambi i casi al carattere e alla formazione dell’artista.
Dopo avere avuto una fase formativa decisamente anomala e avere vissuto l’esperienza informale, che ha caratterizzato la sua pittura al momento degli esordi, Vignozzi, artista approdato lentamente all’arte odierna, ha affrontato durante gli anni Sessanta un particolare periodo pop, maturando il delicato e raffinato linguaggio attuale a partire dal 1974. E’ questo l’anno in cui, in occasione di una mostra, apparvero i “cimeli di un mondo sommerso” e di un universo mentalmente ricomposto, dalla morsa, al seghetto, alla gomma verde e ai muri corrosi di un cortile, che per l’artista evoca anche i giochi semplici, i sentimenti e la spensieratezza dell’infanzia.
Muovendosi tra il passato e la realtà presente, la pittura di Vignozzi costituisce una rassicurante forma di continuità rispetto alla tradizione figurativa toscana, recuperando nelle opere di piccole dimensioni il sapore dei quadri macchiaioli.
13
febbraio 2005
Piero Vignozzi – Garante odierno di una “sconfinata” eredità pittorica
Dal 13 febbraio al 06 marzo 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE MODERNA
Arezzo, Piazza San Francesco, 4, (Arezzo)
Arezzo, Piazza San Francesco, 4, (Arezzo)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 14.30-18; sabato, domenica e festivi 9-18
Vernissage
13 Febbraio 2005, ore 18
Autore
Curatore