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Pierpaolo Campanini
I quadri di Pierpaolo Campanini si presentano come scene indeterminate in cui si annidano corpi estranei
Comunicato stampa
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La galleria francesca kaufmann presenta la seconda mostra personale di Pierpaolo Campanini. L'artista è nato a Cento di Ferrara nel 1964, dove vive e lavora.
I quadri di Pierpaolo Campanini si presentano come scene indeterminate in cui si annidano corpi estranei. La neutralità degli sfondi, spesso definita geometricamente, riverbera la solitudine, l'ambiguità delle forme storpiate che ospitano, espressione di una conflittualità che nasce dalla contraddittoria impressione del loro essere allo stesso tempo a proprio agio e in rotta con la vita. Se ciascuna parte di questi oggetti può essere astratta e definita ed è evidentemente ripresa dal reale, la loro strana composizione turba e disorienta. L'oggetto della rappresentazione può assumere un aspetto confusamente familiare, nel suo rievocare altri oggetti o in un ambiguo antropomorfismo, ma rimane sempre involuto, modificato o distorto riflesso di ciò che ricorda.
Questi corpi, frutto di un lavoro puramente individuale, sono un richiamo al carattere strumentale del pensiero, alla capacità della mente di creare costruzioni. La semi rozzezza delle architetture sottende la premeditata destinazione alla traduzione su tela, un’impressione accresciuta dalla meticolosità con la quale Campanini sceglie le luci, mai naturali. I quadri si immergono così in atmosfere spettrali: come illuminati dal bagliore di un teleschermo gli oggetti appaiono emaciati o scuriti, irrevocabilmente.
All’interno di questo sistema la pittura è il mezzo attraverso il quale portare ad unità un così capriccioso insieme di premesse. Il problema, oggettivo e matematico, che si presenta come base di tutti i quadri di Campanini è la riproduzione sintetica di un’analisi puntigliosa.
Come illustra la sua seconda mostra personale, Pierpaolo Campanini sviluppa con sempre maggiore sistematicità l'idea di un quadro che si costituisce in funzione del soggetto. I quattro lavori presentati alla galleria francesca kaufmann fanno intendere un procedimento minuzioso e una serie premeditata di calcoli finalizzati ad un'adesione millimetrica al risultato finale.
Non solo le tele hanno misure e proporzioni differenti a seconda del loro oggetto, in esse anche la tecnica cambia, nell’introduzione della tempera ma anche in accorgimenti diversi nell'uso della stessa pittura a olio. Un'osservazione attenta di questi quadri rivela il distacco netto dalla riproduzione fotografica a favore di un modo di dipingere che si misura con la materialità di ciò che viene rappresentato. La preparazione dei fondi, come la stessa misura delle tele, varia a seconda dell’effetto finale auspicato.
Pierpaolo Campanini esplora ancora più a fondo la propria ossessione per le misure, una caratteristica che ha sempre dominato i suoi quadri, estendendo la sfera dei possibili aspetti manipolabili della pittura e non limitandosi al solo disegno. Il risultato della strana armonia che domina nei lavori di Campanini ha origine in un numero di calcoli difficili da immaginare.
I quadri di Pierpaolo Campanini si presentano come scene indeterminate in cui si annidano corpi estranei. La neutralità degli sfondi, spesso definita geometricamente, riverbera la solitudine, l'ambiguità delle forme storpiate che ospitano, espressione di una conflittualità che nasce dalla contraddittoria impressione del loro essere allo stesso tempo a proprio agio e in rotta con la vita. Se ciascuna parte di questi oggetti può essere astratta e definita ed è evidentemente ripresa dal reale, la loro strana composizione turba e disorienta. L'oggetto della rappresentazione può assumere un aspetto confusamente familiare, nel suo rievocare altri oggetti o in un ambiguo antropomorfismo, ma rimane sempre involuto, modificato o distorto riflesso di ciò che ricorda.
Questi corpi, frutto di un lavoro puramente individuale, sono un richiamo al carattere strumentale del pensiero, alla capacità della mente di creare costruzioni. La semi rozzezza delle architetture sottende la premeditata destinazione alla traduzione su tela, un’impressione accresciuta dalla meticolosità con la quale Campanini sceglie le luci, mai naturali. I quadri si immergono così in atmosfere spettrali: come illuminati dal bagliore di un teleschermo gli oggetti appaiono emaciati o scuriti, irrevocabilmente.
All’interno di questo sistema la pittura è il mezzo attraverso il quale portare ad unità un così capriccioso insieme di premesse. Il problema, oggettivo e matematico, che si presenta come base di tutti i quadri di Campanini è la riproduzione sintetica di un’analisi puntigliosa.
Come illustra la sua seconda mostra personale, Pierpaolo Campanini sviluppa con sempre maggiore sistematicità l'idea di un quadro che si costituisce in funzione del soggetto. I quattro lavori presentati alla galleria francesca kaufmann fanno intendere un procedimento minuzioso e una serie premeditata di calcoli finalizzati ad un'adesione millimetrica al risultato finale.
Non solo le tele hanno misure e proporzioni differenti a seconda del loro oggetto, in esse anche la tecnica cambia, nell’introduzione della tempera ma anche in accorgimenti diversi nell'uso della stessa pittura a olio. Un'osservazione attenta di questi quadri rivela il distacco netto dalla riproduzione fotografica a favore di un modo di dipingere che si misura con la materialità di ciò che viene rappresentato. La preparazione dei fondi, come la stessa misura delle tele, varia a seconda dell’effetto finale auspicato.
Pierpaolo Campanini esplora ancora più a fondo la propria ossessione per le misure, una caratteristica che ha sempre dominato i suoi quadri, estendendo la sfera dei possibili aspetti manipolabili della pittura e non limitandosi al solo disegno. Il risultato della strana armonia che domina nei lavori di Campanini ha origine in un numero di calcoli difficili da immaginare.
06
giugno 2005
Pierpaolo Campanini
Dal 06 giugno al 31 luglio 2005
arte contemporanea
Location
KAUFMANN REPETTO
Milano, Via Di Porta Tenaglia, 7, (Milano)
Milano, Via Di Porta Tenaglia, 7, (Milano)
Vernissage
6 Giugno 2005, ore 19
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