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Pierpaolo Lista – Teatri segreti
Una personale fotografica in cui è possibile rintracciare, in quindici scatti di diversa grandezza, i segni minimi d’un ragionamento, quello della (e sulla) pittura, traslocato all’interno di un codice metallico, meccanico, selvaggiamente educato dallo sguardo fisiologico (del fotografo) che detta le regole d’inquadratura per rilasciare le tracce di un ambiente precostruito e preorganizzato.
Comunicato stampa
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Sabato 19 aprile, in via G. Da Procida 34, a Salerno, la galleria Leggermente Fuori Fuoco presenta una personale fotografica di Pierpaolo Lista, a cura di Antonello Tolve, in cui è possibile rintracciare, in quindici scatti di diversa grandezza, i segni minimi d’un ragionamento, quello della (e sulla) pittura, traslocato all’interno di un codice metallico, meccanico, selvaggiamente educato dallo sguardo fisiologico (del fotografo) che detta le regole d’inquadratura per rilasciare le tracce di un ambiente precostruito e preorganizzato.
«Nella serie di foto che Pierpaolo Lista», ha scritto Gillo Dorfles nella sua Presentazione (catalogo in galleria), «espone ora nella galleria fotografica Leggermente fuori fuoco, la tecnica fotografica è sin dall’inizio un semplice e agile mezzo per costruire una immagine che è, a sua volta, l’alter ego, la deuteragonista delle figurazioni dei suoi precedenti lavori pittorici. Ossia: la “scarnificazione” d’un elemento oggettuale – anche il più elementare – che si trasforma, attraverso una raffinata tecnica e una prevista alterazione, in una sorta di visione fantasmatica che, pur conservando le stigmate della realtà, riesce a trasformarla in quello che potrei definire l’equivalente ricordo. Sicché tanto gli oggetti veri (cornetta del telefono, bicicletta, seggiola ecc.) quanto quelli “virtuali” (sagome disegnate e loro ombre) vengono a costituire nuovi racconti: non più quelli trasmessi da un dipinto o da un collage, ma quelli che, dalla particolare atmosfera fittizia della fotografia, attingono la loro impalpabile ma sempre misteriosamente vitale consistenza».
Per Pierpaolo Lista la fotografia torna ad essere messa in scena di un mondo in cui la figura umana scompare, ancora una volta, per lasciare spazio soltanto alla ricostruzione di taluni prodotti della vita quotidiana (una barchetta di carta, una bicicletta di ferro filato, una casetta disegnata) o ad oggetti inconsueti realizzati appositamente per lo scenario da inquadrare e fotografare.
Sulla stregua di quanto dice da tempo Vik Muniz, Lista sa che «se vuoi fotografare qualcosa di nuovo devi crearlo». E partendo dalla scena della pittura, dall’assemblaggio di un nuovo luogo – architettura inabitabile – egli inventa un habitat, vivacizzato da una ponderata dimensione illuminotecnica, per produrre scenari caldi – d’una calma trascendentale –, esteticamente asciutti, leggeri.
***
La fotografia concettuale di Pierpaolo Lista
Gillo Dorfles
Quando la fotografia dimentica di essere una (preziosa) tecnica per trasformarsi in un nuovo autentico mezzo espressivo, la si può certo considerare come una delle più importanti arti visive. Bisogna, tuttavia, che l’immagine di cui è latrice abbia quelle caratteristiche diciamo “concettuali” che la sollevino da quella che era la sua iniziale natura: ossia copia fedele (in apparenza) d’una realtà fenomenica.
Nella serie di foto che Pierpaolo Lista espone ora nella galleria fotografica Leggermente Fuori Fuoco, la tecnica fotografica è sin dall’inizio un semplice e agile mezzo per costruire una immagine che è, a sua volta, l’alter ego, la deuteragonista delle figurazioni dei suoi precedenti lavori pittorici. Ossia: la “scarnificazione” d’un elemento oggettuale – anche il più elementare – che si trasforma, attraverso una raffinata tecnica e una prevista alterazione, in una sorta di visione fantasmatica che, pur conservando le stigmate della realtà, riesce a trasformarla in quello che potrei definire l’equivalente ricordo. Sicché tanto gli oggetti veri (cornetta del telefono, bicicletta, seggiola ecc.) quanto quelli “virtuali” (sagome disegnate e loro ombre) vengono a costituire nuovi racconti: non più quelli trasmessi da un dipinto o da un collage, ma quelli che, dalla particolare atmosfera fittizia della fotografia, attingono la loro impalpabile ma sempre misteriosamente vitale consistenza.
Chi osservi, infatti, alcune di queste opere: Scappo alla risposta (la cornetta del telefono penzolante in fondo al suo cordone), Odore (il cestello sospeso e fortemente illuminato), Tempo libero (la pseudosedia) o Corro di schiena (la pseudobicicletta disegnata) e persino A galla (la barchetta di carta navigante in un falso paesaggio iperboreo), si accorgerà che l’incontro del reale col fittizio del disegno virtuale, attraverso il doppio inganno fotografico, viene ad acquistare una nuova qualità espressiva ed estetica piena di fascino che ci introduce in un universo che potremmo definire – almeno dal punto di vista “etimologico” come “meta-fisico” : dunque al di là di ogni fisicità materiale.
***
I segni minimi della fotografia
Antonello Tolve
La serie di lavori proposti da Pierpaolo Lista in questa sua personale fotografica presenta i segni minimi d’un ragionamento, quello della (e sulla) pittura, traslocato all’interno di un codice metallico, meccanico, selvaggiamente educato dallo sguardo fisiologico (del fotografo) che detta le regole d’inquadratura per rilasciare le tracce di un ambiente precostruito e preorganizzato.
La fotografia per Lista è pseudoconservazione di un piccolo, segreto, ambiente scenico edificato con cura soltanto per essere fotografato. E l’inquadratura, lo scatto, si presenta come la scelta risolutiva della riflessione.
Il suo lavoro si legge, così, nelle motivazioni opzionali dettate dal taglio fotografico che legittima la scelta.
L’impianto coreografico, fabbricazione di un mondo semplice, fatto di tracce e indicazioni miocinetiche (legate, appunto, al mondo della pittura dal quale Lista proviene), è, di conseguenza, l’incipit del suo discorso. Un discorso che va, dunque, dalla scenografia alla fotografia; ovvero dalla Zusammensetzung di un’ambientazione utopistica, al click – trauma linguistico che afferra, per dirla con Benjamin, «immagini fuggevoli e segrete, il cui effetto shock blocca nell’osservatore il meccanismo dell’associazione».
Per Pierpaolo Lista la fotografia torna ad essere, dunque, messa in scena. Ma messa in scena di un mondo nuovo; di un’interiorità in cui la figura umana scompare, ancora una volta, per lasciare spazio soltanto alla ricostruzione di taluni prodotti della vita quotidiana (una barchetta di carta, una bicicletta di ferro filato, una casetta disegnata) o ad oggetti inconsueti realizzati appositamente per lo scenario da inquadrare e fotografare.
Sulla stregua di quanto dice da tempo Vik Muniz, Lista sa che «se vuoi fotografare qualcosa di nuovo devi crearlo». E partendo dalla scena della pittura, dall’assemblaggio di un nuovo luogo – architettura inabitabile – egli inventa un habitat, vivacizzato da una ponderata dimensione illuminotecnica, per produrre scenari caldi – d’una calma trascendentale –, esteticamente asciutti, leggeri.
«Nella serie di foto che Pierpaolo Lista», ha scritto Gillo Dorfles nella sua Presentazione (catalogo in galleria), «espone ora nella galleria fotografica Leggermente fuori fuoco, la tecnica fotografica è sin dall’inizio un semplice e agile mezzo per costruire una immagine che è, a sua volta, l’alter ego, la deuteragonista delle figurazioni dei suoi precedenti lavori pittorici. Ossia: la “scarnificazione” d’un elemento oggettuale – anche il più elementare – che si trasforma, attraverso una raffinata tecnica e una prevista alterazione, in una sorta di visione fantasmatica che, pur conservando le stigmate della realtà, riesce a trasformarla in quello che potrei definire l’equivalente ricordo. Sicché tanto gli oggetti veri (cornetta del telefono, bicicletta, seggiola ecc.) quanto quelli “virtuali” (sagome disegnate e loro ombre) vengono a costituire nuovi racconti: non più quelli trasmessi da un dipinto o da un collage, ma quelli che, dalla particolare atmosfera fittizia della fotografia, attingono la loro impalpabile ma sempre misteriosamente vitale consistenza».
Per Pierpaolo Lista la fotografia torna ad essere messa in scena di un mondo in cui la figura umana scompare, ancora una volta, per lasciare spazio soltanto alla ricostruzione di taluni prodotti della vita quotidiana (una barchetta di carta, una bicicletta di ferro filato, una casetta disegnata) o ad oggetti inconsueti realizzati appositamente per lo scenario da inquadrare e fotografare.
Sulla stregua di quanto dice da tempo Vik Muniz, Lista sa che «se vuoi fotografare qualcosa di nuovo devi crearlo». E partendo dalla scena della pittura, dall’assemblaggio di un nuovo luogo – architettura inabitabile – egli inventa un habitat, vivacizzato da una ponderata dimensione illuminotecnica, per produrre scenari caldi – d’una calma trascendentale –, esteticamente asciutti, leggeri.
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La fotografia concettuale di Pierpaolo Lista
Gillo Dorfles
Quando la fotografia dimentica di essere una (preziosa) tecnica per trasformarsi in un nuovo autentico mezzo espressivo, la si può certo considerare come una delle più importanti arti visive. Bisogna, tuttavia, che l’immagine di cui è latrice abbia quelle caratteristiche diciamo “concettuali” che la sollevino da quella che era la sua iniziale natura: ossia copia fedele (in apparenza) d’una realtà fenomenica.
Nella serie di foto che Pierpaolo Lista espone ora nella galleria fotografica Leggermente Fuori Fuoco, la tecnica fotografica è sin dall’inizio un semplice e agile mezzo per costruire una immagine che è, a sua volta, l’alter ego, la deuteragonista delle figurazioni dei suoi precedenti lavori pittorici. Ossia: la “scarnificazione” d’un elemento oggettuale – anche il più elementare – che si trasforma, attraverso una raffinata tecnica e una prevista alterazione, in una sorta di visione fantasmatica che, pur conservando le stigmate della realtà, riesce a trasformarla in quello che potrei definire l’equivalente ricordo. Sicché tanto gli oggetti veri (cornetta del telefono, bicicletta, seggiola ecc.) quanto quelli “virtuali” (sagome disegnate e loro ombre) vengono a costituire nuovi racconti: non più quelli trasmessi da un dipinto o da un collage, ma quelli che, dalla particolare atmosfera fittizia della fotografia, attingono la loro impalpabile ma sempre misteriosamente vitale consistenza.
Chi osservi, infatti, alcune di queste opere: Scappo alla risposta (la cornetta del telefono penzolante in fondo al suo cordone), Odore (il cestello sospeso e fortemente illuminato), Tempo libero (la pseudosedia) o Corro di schiena (la pseudobicicletta disegnata) e persino A galla (la barchetta di carta navigante in un falso paesaggio iperboreo), si accorgerà che l’incontro del reale col fittizio del disegno virtuale, attraverso il doppio inganno fotografico, viene ad acquistare una nuova qualità espressiva ed estetica piena di fascino che ci introduce in un universo che potremmo definire – almeno dal punto di vista “etimologico” come “meta-fisico” : dunque al di là di ogni fisicità materiale.
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I segni minimi della fotografia
Antonello Tolve
La serie di lavori proposti da Pierpaolo Lista in questa sua personale fotografica presenta i segni minimi d’un ragionamento, quello della (e sulla) pittura, traslocato all’interno di un codice metallico, meccanico, selvaggiamente educato dallo sguardo fisiologico (del fotografo) che detta le regole d’inquadratura per rilasciare le tracce di un ambiente precostruito e preorganizzato.
La fotografia per Lista è pseudoconservazione di un piccolo, segreto, ambiente scenico edificato con cura soltanto per essere fotografato. E l’inquadratura, lo scatto, si presenta come la scelta risolutiva della riflessione.
Il suo lavoro si legge, così, nelle motivazioni opzionali dettate dal taglio fotografico che legittima la scelta.
L’impianto coreografico, fabbricazione di un mondo semplice, fatto di tracce e indicazioni miocinetiche (legate, appunto, al mondo della pittura dal quale Lista proviene), è, di conseguenza, l’incipit del suo discorso. Un discorso che va, dunque, dalla scenografia alla fotografia; ovvero dalla Zusammensetzung di un’ambientazione utopistica, al click – trauma linguistico che afferra, per dirla con Benjamin, «immagini fuggevoli e segrete, il cui effetto shock blocca nell’osservatore il meccanismo dell’associazione».
Per Pierpaolo Lista la fotografia torna ad essere, dunque, messa in scena. Ma messa in scena di un mondo nuovo; di un’interiorità in cui la figura umana scompare, ancora una volta, per lasciare spazio soltanto alla ricostruzione di taluni prodotti della vita quotidiana (una barchetta di carta, una bicicletta di ferro filato, una casetta disegnata) o ad oggetti inconsueti realizzati appositamente per lo scenario da inquadrare e fotografare.
Sulla stregua di quanto dice da tempo Vik Muniz, Lista sa che «se vuoi fotografare qualcosa di nuovo devi crearlo». E partendo dalla scena della pittura, dall’assemblaggio di un nuovo luogo – architettura inabitabile – egli inventa un habitat, vivacizzato da una ponderata dimensione illuminotecnica, per produrre scenari caldi – d’una calma trascendentale –, esteticamente asciutti, leggeri.
19
aprile 2008
Pierpaolo Lista – Teatri segreti
Dal 19 aprile al 30 maggio 2008
arte contemporanea
Location
LEGGERMENTE FUORI FUOCO
Salerno, Via Giovanni Da Procida, 34, (Salerno)
Salerno, Via Giovanni Da Procida, 34, (Salerno)
Vernissage
19 Aprile 2008, ore 18.30
Autore
Curatore