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Pierpaolo Miccolis – Discorsi sul buco
La galleria Morelli di Locorotondo, struttura ipogea di fine ottocento, è la “scena del desiderio” dove si consuma il lavoro artistico e l’edonismo psichico di Pierpaolo Miccolis.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 16 maggio al 12 giugno 2010, la galleria Morelli di Locorotondo, struttura ipogea di fine ottocento, è la “scena del desiderio” dove si consuma il lavoro artistico e l’edonismo psichico di Pierpaolo Miccolis.
Un luogo, un involucro, un grande utero di pietra dove, tra le irregolarità geologiche e morfologico-strutturali, si addensa la moltiplicazione dei segni grafici e delle derive linguistiche dell’artista. Miccolis, attraverso la complessa installazione DISCORSO SUL BUCO, traccia la mappa di questo spazio incavo, fatto di vuoto e di vuoti. Il buco, la fenditura, l’improvvisa crepa nella roccia bianca è l’occasione del segno attraverso cui l’artista gioca con la storia. Così moltiplica all’infinito i rilevamenti ivi tracciati e fotografati reinterpretando le forme di quei numerosi vuoti a sua immagine e godimento. Da qui derivano, a centinaia, i piccoli disegni a grafite e gli acquerelli che fluttuano nello spazio contraendo, nella propria leggerezza, la densità cavernosa della galleria.
Il portatore del desiderio – colui che significa e veste, con la propria stoffa inconscia, la realtà esterna - trova la sua causa precisamente “in quel buco di significazione che esiste nel sapere dell'Altro. Il soggetto emerge da un buco nel sapere” (J. Lacan).
E se nella continuità irregolare dello spazio d’esistenza vi è l’emergenza di un buco, una zona oscura attorno alla quale il soggetto fa il giro senza mai poterla dire né significare, questo comporta l’impossibilità di una presa totale sul reale, di un'armonizzazione definitiva, da parte del soggetto. L’artista stesso, operatore semantico della scena espositiva, avverte la condanna inflitta da questo buco strutturale del linguaggio. Sa bene che il linguaggio è bucato e che ogni espressione della propria pulsione non potrà mai essere contenuta nella pluralità dei segni e delle tracce sparse nello spazio. Da qui l’installazione dei quattro OLD DREAM, ruvide coperte su basamenti bianchi, che riportano, nella loro statica scultorea, la posizione dell’artista pensante. Ciò che resta oltre l’intervento dell’artista è il suo stesso calco, il suo doppio, o meglio, un doppio negativo. Il calco di un’assenza. Il buco di un discorso. “E un pensiero che pensa più di quanto non pensi è Desiderio” (E. Lévinas).
Un luogo, un involucro, un grande utero di pietra dove, tra le irregolarità geologiche e morfologico-strutturali, si addensa la moltiplicazione dei segni grafici e delle derive linguistiche dell’artista. Miccolis, attraverso la complessa installazione DISCORSO SUL BUCO, traccia la mappa di questo spazio incavo, fatto di vuoto e di vuoti. Il buco, la fenditura, l’improvvisa crepa nella roccia bianca è l’occasione del segno attraverso cui l’artista gioca con la storia. Così moltiplica all’infinito i rilevamenti ivi tracciati e fotografati reinterpretando le forme di quei numerosi vuoti a sua immagine e godimento. Da qui derivano, a centinaia, i piccoli disegni a grafite e gli acquerelli che fluttuano nello spazio contraendo, nella propria leggerezza, la densità cavernosa della galleria.
Il portatore del desiderio – colui che significa e veste, con la propria stoffa inconscia, la realtà esterna - trova la sua causa precisamente “in quel buco di significazione che esiste nel sapere dell'Altro. Il soggetto emerge da un buco nel sapere” (J. Lacan).
E se nella continuità irregolare dello spazio d’esistenza vi è l’emergenza di un buco, una zona oscura attorno alla quale il soggetto fa il giro senza mai poterla dire né significare, questo comporta l’impossibilità di una presa totale sul reale, di un'armonizzazione definitiva, da parte del soggetto. L’artista stesso, operatore semantico della scena espositiva, avverte la condanna inflitta da questo buco strutturale del linguaggio. Sa bene che il linguaggio è bucato e che ogni espressione della propria pulsione non potrà mai essere contenuta nella pluralità dei segni e delle tracce sparse nello spazio. Da qui l’installazione dei quattro OLD DREAM, ruvide coperte su basamenti bianchi, che riportano, nella loro statica scultorea, la posizione dell’artista pensante. Ciò che resta oltre l’intervento dell’artista è il suo stesso calco, il suo doppio, o meglio, un doppio negativo. Il calco di un’assenza. Il buco di un discorso. “E un pensiero che pensa più di quanto non pensi è Desiderio” (E. Lévinas).
16
maggio 2010
Pierpaolo Miccolis – Discorsi sul buco
Dal 16 maggio al 12 giugno 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA MORELLI
Locorotondo, Via Morelli, 1, (Bari)
Locorotondo, Via Morelli, 1, (Bari)
Biglietti
libero
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 18.00-21.00
Vernissage
16 Maggio 2010, ore 20.00
Autore
Curatore