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Pierre Bonnard – Il colore della memoria
Dal 23 Gennaio al 6 Maggio 2019, la Tate Modern presenta la prima grande esposizione su Pierre Bonnard nel Regno Unito in 20 anni.
Comunicato stampa
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Dal 23 Gennaio al 6 Maggio 2019, la Tate Modern presenta la prima grande esposizione su Pierre Bonnard nel Regno Unito in 20 anni. Con l’intento di offrire una nuova prospettiva sull’opera innovativa del celebre pittore, Pierre Bonnard: Il colore della memoria riunisce una selezione di circa 100 delle sue migliori opere provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private da tutto il mondo. La mostra intende evidenziare in modo particolare come i colori intensi e le composizioni moderne di Bonnard hanno trasformato la pittura nella prima metà del XX secolo, mettendo in rilievo la sua impareggiabile capacità di catturare su tela momenti fugaci, ricordi ed emozioni.
Attraversando quattro decenni dalla nascita dello stile unico di Bonnard intorno al 1912 fino alla sua morte nel 1947, la mostra della Tate Modern ripercorre la carriera del pittore e mette in evidenza il processo creativo con cui Bonnard ha ricreato paesaggi viventi e scene intime della vita quotidiana. Al tempo stesso sensuali e malinconici, questi dipinti esprimono momenti perduti nel tempo: la vista da una finestra, uno sguardo rubato a un amante, o una stanza vuota alla fine di un pasto. Questi motivi si ritrovano in opere chiave come Salle à manger à la campagne, 1913 (Minneapolis Institute of Art), in cui Bonnard riunisce spazi interni ed esterni per creare un’atmosfera vibrante, mentre i colori vivaci di opere come Ruelle à Vernonnet, 1912-14 (Scottish National Gallery of Modern Art, Edimburgo) esemplificano come la sua gioiosa tavolozza possa ancora evocare l’intensità di un momento perduto per sempre.
La mostra si prefigge di sottolineare l’importanza di Pierre Bonnard nella storia della pittura nel XX secolo. Come il suo contemporaneo e amico Henri Matisse, Bonnard ebbe un profondo impatto sulla pittura moderna, diventando una figura influente e un artista di riferimento per artisti successivi come Mark Rothko e Patrick Heron. Riaffermando il coinvolgimento di Bonnard nei confronti del mondo a lui circostante, la mostra rivela aree di interesse sconosciute o trascurate: dai suoi numerosi viaggi in Francia e la sua pratica di lavorare su argomenti diversi, fino alla sua risposta alle crisi della Prima e Seconda Guerra Mondiale. Attento a ciò che lo circonda, Bonnard sviluppa composizioni non convenzionali nei suoi dipinti di vita quotidiana: i suoi paesaggi si piegano sotto strati di fitta vegetazione, come in L’été, 1917 (Fondation Maeght), mentre le scene di strada come Piazza del Popolo, Roma, 1922 (collezione privata) riflettono la semplicità dei fregi. Forse ancora più famose, le sue scene d’interni, come Le café, 1915 (Tate) e Nu dans un intérieur, 1935 circa (National Gallery of Art, Washington), catturano la vita domestica in momenti particolari o li ridisegnano da punti di vista surrettizi.
Una varietà di queste scene domestiche caratterizza la carriera di Bonnard, mostrando spesso figure in tranquilla contemplazione, apparentemente inconsapevoli dello sguardo dello spettatore. La moglie dell'artista, Marthe de Méligny, è un soggetto continuo in queste immagini. Quest’ultima, avendo sofferto di varie malattie nel corso della sua vita, poté trovare sollievo attraverso l'idroterapia e i bagni ripetuti. I dipinti di Bonnard sui suoi bagni, l'asciugatura e la vestizione, sono tra le sue opere più iconiche. Sono punti di riferimento fondamentali nella sua evoluzione come pittore, in quanto il ritiro dal mondo esterno della sua compagna serve come filo conduttore per una narrazione psicologica condivisa, catturata nella pittura.
Il processo di reificazione di Bonnard attraverso la memoria porta i suoi dipinti a tendere verso una maggiore astrazione. Ciò è già evidente nelle bande di colore contrastanti che animano opere come La palissade violette, 1922 (Carnegie Museum of Art, Pittsburgh), ma raggiunge un punto culminante nella sua fase finale, specialmente nel suo brillante Atelier au mimosa, 1939-46 (Musée national d'art moderne - Centre Pompidou, Parigi). La mostra si conclude con una serie di splendide opere realizzate verso la fine della vita dell’artista, mentre trascorre gli anni della Seconda Guerra Mondiale a Le Cannet, vivendo di scarse risorse e nell’angoscia dell'invasione. Queste vedute panoramiche e vibranti scene di giardino mostrano l'artista che guarda indietro a una vita di ricordi, lavorando ai limiti dell’astrazione.
The C C Land Exhibition - Pierre Bonnard: Il colore della memoria è curata alla Tate Modern da Matthew Gale, Responsabile delle esposizioni, con Helen O'Malley e Juliette Rizzi, Assistenti curatori. La mostra è organizzata dalla Tate Modern in collaborazione con la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen e il Kunstforum Wien (Vienna).
Attraversando quattro decenni dalla nascita dello stile unico di Bonnard intorno al 1912 fino alla sua morte nel 1947, la mostra della Tate Modern ripercorre la carriera del pittore e mette in evidenza il processo creativo con cui Bonnard ha ricreato paesaggi viventi e scene intime della vita quotidiana. Al tempo stesso sensuali e malinconici, questi dipinti esprimono momenti perduti nel tempo: la vista da una finestra, uno sguardo rubato a un amante, o una stanza vuota alla fine di un pasto. Questi motivi si ritrovano in opere chiave come Salle à manger à la campagne, 1913 (Minneapolis Institute of Art), in cui Bonnard riunisce spazi interni ed esterni per creare un’atmosfera vibrante, mentre i colori vivaci di opere come Ruelle à Vernonnet, 1912-14 (Scottish National Gallery of Modern Art, Edimburgo) esemplificano come la sua gioiosa tavolozza possa ancora evocare l’intensità di un momento perduto per sempre.
La mostra si prefigge di sottolineare l’importanza di Pierre Bonnard nella storia della pittura nel XX secolo. Come il suo contemporaneo e amico Henri Matisse, Bonnard ebbe un profondo impatto sulla pittura moderna, diventando una figura influente e un artista di riferimento per artisti successivi come Mark Rothko e Patrick Heron. Riaffermando il coinvolgimento di Bonnard nei confronti del mondo a lui circostante, la mostra rivela aree di interesse sconosciute o trascurate: dai suoi numerosi viaggi in Francia e la sua pratica di lavorare su argomenti diversi, fino alla sua risposta alle crisi della Prima e Seconda Guerra Mondiale. Attento a ciò che lo circonda, Bonnard sviluppa composizioni non convenzionali nei suoi dipinti di vita quotidiana: i suoi paesaggi si piegano sotto strati di fitta vegetazione, come in L’été, 1917 (Fondation Maeght), mentre le scene di strada come Piazza del Popolo, Roma, 1922 (collezione privata) riflettono la semplicità dei fregi. Forse ancora più famose, le sue scene d’interni, come Le café, 1915 (Tate) e Nu dans un intérieur, 1935 circa (National Gallery of Art, Washington), catturano la vita domestica in momenti particolari o li ridisegnano da punti di vista surrettizi.
Una varietà di queste scene domestiche caratterizza la carriera di Bonnard, mostrando spesso figure in tranquilla contemplazione, apparentemente inconsapevoli dello sguardo dello spettatore. La moglie dell'artista, Marthe de Méligny, è un soggetto continuo in queste immagini. Quest’ultima, avendo sofferto di varie malattie nel corso della sua vita, poté trovare sollievo attraverso l'idroterapia e i bagni ripetuti. I dipinti di Bonnard sui suoi bagni, l'asciugatura e la vestizione, sono tra le sue opere più iconiche. Sono punti di riferimento fondamentali nella sua evoluzione come pittore, in quanto il ritiro dal mondo esterno della sua compagna serve come filo conduttore per una narrazione psicologica condivisa, catturata nella pittura.
Il processo di reificazione di Bonnard attraverso la memoria porta i suoi dipinti a tendere verso una maggiore astrazione. Ciò è già evidente nelle bande di colore contrastanti che animano opere come La palissade violette, 1922 (Carnegie Museum of Art, Pittsburgh), ma raggiunge un punto culminante nella sua fase finale, specialmente nel suo brillante Atelier au mimosa, 1939-46 (Musée national d'art moderne - Centre Pompidou, Parigi). La mostra si conclude con una serie di splendide opere realizzate verso la fine della vita dell’artista, mentre trascorre gli anni della Seconda Guerra Mondiale a Le Cannet, vivendo di scarse risorse e nell’angoscia dell'invasione. Queste vedute panoramiche e vibranti scene di giardino mostrano l'artista che guarda indietro a una vita di ricordi, lavorando ai limiti dell’astrazione.
The C C Land Exhibition - Pierre Bonnard: Il colore della memoria è curata alla Tate Modern da Matthew Gale, Responsabile delle esposizioni, con Helen O'Malley e Juliette Rizzi, Assistenti curatori. La mostra è organizzata dalla Tate Modern in collaborazione con la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen e il Kunstforum Wien (Vienna).
23
gennaio 2019
Pierre Bonnard – Il colore della memoria
Dal 23 gennaio al 06 maggio 2019
arte moderna e contemporanea
Location
TATE MODERN
London, Bankside
London, Bankside
Autore
Curatore