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Pierre Casè – Dalla Laguna a Castelgrande
Inaugura il 13 settembre negli ampi spazi della Sala principale del Castelgrande di Bellinzona l’opera di Pierre Casè, artista svizzero, che nel suo lavoro sviluppa una sottile, ma qualificata elaborazione della grande arte internazionale del ‘900, in una riedizione della mostra che nel 2011 fu presentata a Venezia presso la Scuola Grande della Misericordia con un significativo riscontro di critica e di pubblico.
Comunicato stampa
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Nell’autunno del 2011 Pierre Casè - artista svizzero, che nel suo lavoro sviluppa una sottile, ma
qualificata elaborazione della grande arte internazionale del ‘900 - presentò nell’ampio spazio
della Scuola Grande della Misericordia una intrigante proposta artistica con una serie di opere
dedicate a Venezia e ai suoi “sotoporteghi”, quei passaggi coperti che si aprono sotto edifici privati
permettendo di accorciare i tragitti tra le calli della città lagunare. In quella occasione l’artista
coinvolse nella riflessione su quei luoghi caratteristici lo scrittore veneziano Alberto Toso Fei che
ha immaginato, attingendo alla storia, alle tradizioni e alla fantasia, dieci racconti-aneddoti che ben
si accompagnano ai grandi dipinti.
Ora quella rassegna approda in Ticino, nella Sala principale del Castelgrande di Bellinzona, la
fortezza fatta ampliare e rinforzare negli ultimi decenni del Quattrocento su ben più antiche mura,
che si erano dimostrate inefficaci, da Ludovico il Moro, fortezza che dialoga con altri due castelli
che sovrastano due altre alture che circondano la città (Montebello e Sasso Corbaro) da cui
prendono il nome.
A Bellinzona Casè presenta 12 grandi lavori, ciascuno di cm 200x310, che definire semplicemente
“dipinti” sarebbe quanto mai riduttivo. Essi infatti, raccontano uno dei “sotoporteghi” - quelli de la
comare, del diavolo, del boter (il bottaio), del remer (il rematore), de l’anzolo (l’angelo) e così via
– che animano la Venezia che tutti conosciamo mediante una composizione che si sviluppa alla
maniera di un trittico. Così ne scrive l’artista: «Le parti laterali sono composte da lamiere di metallo
ossidato in modo che ognuna sia differente di colorazione. La parte centrale dell’opera tratta il
tema scelto. Le tre parti sono percorse da un architrave modulare che le sostiene visivamente.
La composizione dell’architrave è a ritmo sinuoso, a onda, quale riferimento all’acqua. Nella parte
centrale, oltre alla ricerca di forma e colore, c’è, ed è una novità nel mio ire artistico, l’inserimento
di un oggetto realistico che, iconograficamente, fa pensare al soggetto del sotoportego. Ogni
sotoportego comprende pure un simbolo religioso in omaggio al pensiero vigente in quell’epoca a
Venezia. Un altro simbolo, questa volta personale, è il filo di ferro spinato, emblema problematico
delle tragedie quotidiane della nostra società.»
Ognuna di queste opere è da considerare attentamente, per trarne le suggestioni e gli spunti di cui
l’artista ha voluto permeare ogni sua narrazione, che sente sì il fascino di Venezia, ma è traversata
dalle esperienze e dai luoghi, dalle memorie e dalle frequentazioni che hanno condizionato e
condizionano la sua “avventura” di uomo e di artista.
Ai grandi lavori si accompagna, nel foyer della Sala Arsenale, una teoria di 60 Atmosfere
veneziane, di piccole dimensioni (ciascuna cm 15x23) suggestioni derivanti dalla contemplazione
dei tramonti e dei loro riflessi sul canale della Giudecca, in cui - scrive il critico Luciano Caprile
- Casè «è riuscito a catturare la luce del sole, i riverberi dell’acqua e del cielo e a riversarli in
racconti da scandire in piccoli capitoli che trattengono la preziosa presenza dei “sotoporteghi” (vi
si rinviene la base sostanziale di catrame e di ferro e la conseguente rugginosa palpabilità della
consunzione degli anni e dei secoli) con l’aggiunta di quelle folgorazioni gestuali e coloristiche
tipiche degli appunti di taccuino. Così si conserva la memoria e la suggestione dell’attimo…».
L’artista parla di ciò come di «una sorta di diario emozionale» di quelle sensazioni che nei
soggiorni veneziani lo hanno segnato nel profondo.
Le atmosfere racchiuse in queste opere - le più grandi decisamente intense, ma anche le piccole
pure dense di sollecitazioni - associano le lontane visioni lagunari con le più concrete esperienze
della Valle Maggia che l’artista si porta dentro da sempre. Quindi questo viaggio “dalla Laguna
a Castelgrande” condensa realtà e sogno, acqua e terra, pensiero e desiderio e una storia che
appare molto diversa pur in presenza di relazioni multiple che hanno legato e legano Venezia e il
Ticino.
Un importante catalogo pubblicato da Bellinzona Turismo presenta tutte le opere esposte,
introdotte dai testi di Werner Meyer, Patricia Cavadini-Bielander, Luciano Caprile, Pierre Casè e
accompagnate dalle dieci “storie” di Alberto Toso Fei.
Sarà pure disponibile il catalogo pubblicato da Skira editore per la mostra a Venezia, con i testi di
Luciano Caprile, Maurizio Ferraris, Graziano Martignoni, Michele Fazioli, Paola Piffaretti e Alberto
Toso Fei.
La mostra, che si inaugura venerdì 13 settembre alle ore 18.00, resterà aperta al pubblico fino al
4 marzo 2014.
Pierre Casè
Nato a Locarno nel 1944, l’artista vive e lavora a Maggia nel Canton Ticino. Per dieci anni, dal 1990 al 2000, è stato il direttore
artistico della Pinacoteca casa Rusca di Locarno per cui ha curato l’organizzazione di importanti rassegne dedicate all’arte europea
del Novecento. Da sempre, però, Casè è pittore e lungo è l’elenco delle esposizioni tenute in spazi pubblici e privati. Tra le rassegne
più recenti, vanno ricordate quelle proposte nel 1998 al Museo Russo di San Pietroburgo e al Manège di Mosca, nel 1999 alla
Galleria SPSAS di Locarno, nel 2001 alla Galleria del Credito Valtellinese (Palazzo Sertoli) di Sondrio, nel 2002 alla Kunstgarten
Galerie Hedy Ernst di Mühlehof e presso il Design Center di Langenthal, nel 2003 alla Galleria San Carlo di Milano, alla Galleria
Rotta di Genova e al Museo Civico Floriano Bodini di Gemonio, nel 2004 l’antologica alla Pinacoteca Casa Rusca di Locarno, nel
2007 la mostra Mnemosine per Venezia nella chiesa di San Stae a Venezia, nel 2011 Misteri del Sotoportego negli spazi della
Scuola Grande della Misericordia a Venezia.
qualificata elaborazione della grande arte internazionale del ‘900 - presentò nell’ampio spazio
della Scuola Grande della Misericordia una intrigante proposta artistica con una serie di opere
dedicate a Venezia e ai suoi “sotoporteghi”, quei passaggi coperti che si aprono sotto edifici privati
permettendo di accorciare i tragitti tra le calli della città lagunare. In quella occasione l’artista
coinvolse nella riflessione su quei luoghi caratteristici lo scrittore veneziano Alberto Toso Fei che
ha immaginato, attingendo alla storia, alle tradizioni e alla fantasia, dieci racconti-aneddoti che ben
si accompagnano ai grandi dipinti.
Ora quella rassegna approda in Ticino, nella Sala principale del Castelgrande di Bellinzona, la
fortezza fatta ampliare e rinforzare negli ultimi decenni del Quattrocento su ben più antiche mura,
che si erano dimostrate inefficaci, da Ludovico il Moro, fortezza che dialoga con altri due castelli
che sovrastano due altre alture che circondano la città (Montebello e Sasso Corbaro) da cui
prendono il nome.
A Bellinzona Casè presenta 12 grandi lavori, ciascuno di cm 200x310, che definire semplicemente
“dipinti” sarebbe quanto mai riduttivo. Essi infatti, raccontano uno dei “sotoporteghi” - quelli de la
comare, del diavolo, del boter (il bottaio), del remer (il rematore), de l’anzolo (l’angelo) e così via
– che animano la Venezia che tutti conosciamo mediante una composizione che si sviluppa alla
maniera di un trittico. Così ne scrive l’artista: «Le parti laterali sono composte da lamiere di metallo
ossidato in modo che ognuna sia differente di colorazione. La parte centrale dell’opera tratta il
tema scelto. Le tre parti sono percorse da un architrave modulare che le sostiene visivamente.
La composizione dell’architrave è a ritmo sinuoso, a onda, quale riferimento all’acqua. Nella parte
centrale, oltre alla ricerca di forma e colore, c’è, ed è una novità nel mio ire artistico, l’inserimento
di un oggetto realistico che, iconograficamente, fa pensare al soggetto del sotoportego. Ogni
sotoportego comprende pure un simbolo religioso in omaggio al pensiero vigente in quell’epoca a
Venezia. Un altro simbolo, questa volta personale, è il filo di ferro spinato, emblema problematico
delle tragedie quotidiane della nostra società.»
Ognuna di queste opere è da considerare attentamente, per trarne le suggestioni e gli spunti di cui
l’artista ha voluto permeare ogni sua narrazione, che sente sì il fascino di Venezia, ma è traversata
dalle esperienze e dai luoghi, dalle memorie e dalle frequentazioni che hanno condizionato e
condizionano la sua “avventura” di uomo e di artista.
Ai grandi lavori si accompagna, nel foyer della Sala Arsenale, una teoria di 60 Atmosfere
veneziane, di piccole dimensioni (ciascuna cm 15x23) suggestioni derivanti dalla contemplazione
dei tramonti e dei loro riflessi sul canale della Giudecca, in cui - scrive il critico Luciano Caprile
- Casè «è riuscito a catturare la luce del sole, i riverberi dell’acqua e del cielo e a riversarli in
racconti da scandire in piccoli capitoli che trattengono la preziosa presenza dei “sotoporteghi” (vi
si rinviene la base sostanziale di catrame e di ferro e la conseguente rugginosa palpabilità della
consunzione degli anni e dei secoli) con l’aggiunta di quelle folgorazioni gestuali e coloristiche
tipiche degli appunti di taccuino. Così si conserva la memoria e la suggestione dell’attimo…».
L’artista parla di ciò come di «una sorta di diario emozionale» di quelle sensazioni che nei
soggiorni veneziani lo hanno segnato nel profondo.
Le atmosfere racchiuse in queste opere - le più grandi decisamente intense, ma anche le piccole
pure dense di sollecitazioni - associano le lontane visioni lagunari con le più concrete esperienze
della Valle Maggia che l’artista si porta dentro da sempre. Quindi questo viaggio “dalla Laguna
a Castelgrande” condensa realtà e sogno, acqua e terra, pensiero e desiderio e una storia che
appare molto diversa pur in presenza di relazioni multiple che hanno legato e legano Venezia e il
Ticino.
Un importante catalogo pubblicato da Bellinzona Turismo presenta tutte le opere esposte,
introdotte dai testi di Werner Meyer, Patricia Cavadini-Bielander, Luciano Caprile, Pierre Casè e
accompagnate dalle dieci “storie” di Alberto Toso Fei.
Sarà pure disponibile il catalogo pubblicato da Skira editore per la mostra a Venezia, con i testi di
Luciano Caprile, Maurizio Ferraris, Graziano Martignoni, Michele Fazioli, Paola Piffaretti e Alberto
Toso Fei.
La mostra, che si inaugura venerdì 13 settembre alle ore 18.00, resterà aperta al pubblico fino al
4 marzo 2014.
Pierre Casè
Nato a Locarno nel 1944, l’artista vive e lavora a Maggia nel Canton Ticino. Per dieci anni, dal 1990 al 2000, è stato il direttore
artistico della Pinacoteca casa Rusca di Locarno per cui ha curato l’organizzazione di importanti rassegne dedicate all’arte europea
del Novecento. Da sempre, però, Casè è pittore e lungo è l’elenco delle esposizioni tenute in spazi pubblici e privati. Tra le rassegne
più recenti, vanno ricordate quelle proposte nel 1998 al Museo Russo di San Pietroburgo e al Manège di Mosca, nel 1999 alla
Galleria SPSAS di Locarno, nel 2001 alla Galleria del Credito Valtellinese (Palazzo Sertoli) di Sondrio, nel 2002 alla Kunstgarten
Galerie Hedy Ernst di Mühlehof e presso il Design Center di Langenthal, nel 2003 alla Galleria San Carlo di Milano, alla Galleria
Rotta di Genova e al Museo Civico Floriano Bodini di Gemonio, nel 2004 l’antologica alla Pinacoteca Casa Rusca di Locarno, nel
2007 la mostra Mnemosine per Venezia nella chiesa di San Stae a Venezia, nel 2011 Misteri del Sotoportego negli spazi della
Scuola Grande della Misericordia a Venezia.
13
settembre 2013
Pierre Casè – Dalla Laguna a Castelgrande
Dal 13 settembre 2013 al 04 marzo 2014
arte contemporanea
Location
CASTELGRANDE
Bellinzona, Salita Al Castello Di Montebello, 1, (Bellinzona)
Bellinzona, Salita Al Castello Di Montebello, 1, (Bellinzona)
Biglietti
Intero: CHF 15.-
Ridotto: CHF 7,50 (AVS / Ragazzi 6-14 anni / Studenti singoli con tessera studente / CdT Club Card)
Famiglia: CHF 20.- (2 genitori + figli fino a 14 anni)
Orario di apertura
fino al 27 ottobre: tutti i giorni 10.00-18.00
dal 28 ottobre: tutti i giorni 11.00-16.00
Ufficio stampa
UESSEARTE
Autore