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Piersandro Coelli – I collant di Geraldina
Nella realtà la pittura di Coelli apre i cassetti che ognuno di noi vorrebbe tenere chiusi. E non vi trova nulla di eroico. Semplicemente ciò che è la nostra quotidianità.
Comunicato stampa
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Coelli apre i cassetti di una improbabile Geraldina. E dentro vi trova i collant.
L’uomo si può anche chiamare Vinicio, o forse Ettore, e nei suoi cassetti ecco i “calzini”.
E’ inutile chiuderli, i cassetti. Coelli ha un pass-pour-tout per guardarvi dentro, guardare dentro di noi, guardare dentro se stesso. Irrimediabilmente impietoso.
Ma questa è metafora. Nella realtà la pittura di Coelli apre i cassetti che ognuno di noi vorrebbe tenere chiusi. E non vi trova nulla di eroico. Semplicemente ciò che è la nostra quotidianità:
“collant”, “calzini”, “reggiseni”, “slip”.
Oppure, traslando: paure, timori, sorrisi, malinconie.
Piersandro Coelli guarda l’uomo, la donna, di tutti i giorni. Ci vede, ci legge, ci rappresenta per quello che siamo: gente comune. Annulla le gerarchie, il potere, la gloria, la grandeur.
E nella sua pittura, in un mix figurativo che attraversa l’ironia, il sarcasmo, la poesia e forse la tristezza, disegna donne e uomini nella loro realtà dietro le quinte: là dove tutti abbiamo le nostre nudità (o verità), dove, come scriveva Lucio Mastronardi: “anche il direttore ha le dita dei piedi”.
Tutto questo lo vediamo nella graffiante mostra che segna la cinquantesima personale del pittore milanese che attualmente sta esponendo anche alla Aunkan Galeria di Barcellona e alla Galleria Anna Virando di Torino.
Simonetta M. Rodinò
L’uomo si può anche chiamare Vinicio, o forse Ettore, e nei suoi cassetti ecco i “calzini”.
E’ inutile chiuderli, i cassetti. Coelli ha un pass-pour-tout per guardarvi dentro, guardare dentro di noi, guardare dentro se stesso. Irrimediabilmente impietoso.
Ma questa è metafora. Nella realtà la pittura di Coelli apre i cassetti che ognuno di noi vorrebbe tenere chiusi. E non vi trova nulla di eroico. Semplicemente ciò che è la nostra quotidianità:
“collant”, “calzini”, “reggiseni”, “slip”.
Oppure, traslando: paure, timori, sorrisi, malinconie.
Piersandro Coelli guarda l’uomo, la donna, di tutti i giorni. Ci vede, ci legge, ci rappresenta per quello che siamo: gente comune. Annulla le gerarchie, il potere, la gloria, la grandeur.
E nella sua pittura, in un mix figurativo che attraversa l’ironia, il sarcasmo, la poesia e forse la tristezza, disegna donne e uomini nella loro realtà dietro le quinte: là dove tutti abbiamo le nostre nudità (o verità), dove, come scriveva Lucio Mastronardi: “anche il direttore ha le dita dei piedi”.
Tutto questo lo vediamo nella graffiante mostra che segna la cinquantesima personale del pittore milanese che attualmente sta esponendo anche alla Aunkan Galeria di Barcellona e alla Galleria Anna Virando di Torino.
Simonetta M. Rodinò
22
febbraio 2005
Piersandro Coelli – I collant di Geraldina
Dal 22 febbraio al 25 marzo 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTETADINO 6
Milano, Via Alessandro Tadino, 6, (Milano)
Milano, Via Alessandro Tadino, 6, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 16-19. Sabato 10-12.30 e 16-19. Anche su appuntamento
Vernissage
22 Febbraio 2005, ore 18
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