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Pieter Paul Rubens – 1608 – 2008. Il presepe di Rubens a Salemi
L’adorazione dei pastori, il celebre dipinto del 1608 del pittore fiammingo Pieter Paul Rubens, sarà esposto a Salemi, all’interno del Museo Civico.
Comunicato stampa
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L’eccezionale esposizione, voluta dal sindaco Vittorio Sgarbi, è promossa dal Comune di Salemi con la collaborazione dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e della Provincia Regionale di Trapani.
Dopo il 18 gennaio il dipinto sarà esposto a Messina, al Museo Regionale, per un confronto diretto con la «Natività» dipinta nella città siciliana da Caravaggio nello stesso anno.
«C’è un curioso richiamo di numeri – spiega Vittorio Sgarbi - che accomuna Salemi, Messina, Rubens e Caravaggio. Nel 1608 Rubens realizza il dipinto “L’Adorazione dei pastori”, viene in Italia a Roma sperando di incontrare Caravaggio che invece si trovava a Messina.
A Messina nel 1908 c’è il maremoto. Nel 1968 c’è il terremoto a Salemi e in tutta la Valle del Belice. Nel 2008 i dipinti di Rubens e Caravaggio s’incontrano per la prima volta nella città dello Stretto»
L’inaugurazione dell’esposizione avverrà il 31 dicembre alle 17,00 nel Museo Civico di Salemi, nel cuore del centro storico. Il dipinto resterà esposto al pubblico anche durante la Notte di Capodanno, fino alle 5 del mattino. L’ingresso è gratuito.
Alcune notizie sul dipinto di Rubens
Scoperto a Fermo da Roberto Longhi, il dipinto di Rubens fu commissionato a Roma nel 1608 da padre Flamiano Ricci su richiesta dei filippini di Fermo. Inviando un dipinto a Fermo «a scatola chiusa», senza discutere con i committenti e senza conoscere il luogo cui era destinato, Rubens sceglie un’ambientazione notturna, come nella «Natività» di Messina.
Rubens si immedesima a tal punto in Caravaggio da anticiparlo. Non lo ha visto, non lo ha incontrato, ma lo sta interpretando. È uno dei più straordinari transfer della storia dell’arte. Così Rubens illumina, prima di tutto, il volto della Vergine, e poi con diverse gradazioni, quello degli abbagliati,sconcertati pastori che assistono all’evento. Il nodo degli angeli, galleggianti nell’aria, non sarebbe immaginabile senza gli spericolati angeli in picchiata delle «Sette Opere di Misericordia» di Caravaggio a Napoli.
Ma come poteva Rubens conoscere opere dipinte a Napoli o in Sicilia ? Certamente doveva essergli arrivata l’eco di invenzioni tanto innovative.
Ma se noi conoscessimo, di Rubens, soltanto la «Natività» di Fermo, ci configureremmo un pittore di stretta osservanza caravaggesca, «fiammingo ma da putto allevato in Roma». Vi sono in essa, infatti, una grande coerenza organizzativa e una perfetta unità di azione che, attraverso Caravaggio, aprono allo spazio barocco.
È notevole che questo esordio italiano di Rubens avvenga quando ancora Caravaggio è vivo. Mentre Caravaggio viene frainteso, interpretando le ragioni più autentiche del cristianesimo, nella «Morte della Vergine», rifiutata per avere rappresentato «con poco decoro la Madonna gonfia e con le gambe scoperte», Rubens lo capisce benissimo e ne condivide la visione. Così nel 1607 acquista il grande dipinto per il duca di Mantova. È in quel momento che Rubens diventa Caravaggio.
A quattrocento anni di distanza, attraverso le opere nelle quali vive lo spirito degli artisti, Caravaggio e Rubens si incontrano. A Messina, cent’anni dopo il terremoto che, all’alba del 28 dicembre 1908, sconvolse la città. E minacciò di cancellare anche l’opera di Caravaggio che Rubens avrebbe voluto vedere. L’«Adorazione dei pastori», appunto, dipinta per l’altar maggiore di Santa Maria la Concezione in contrada della Verza. Un’opera che sembra pensata perché Rubens la veda. Un notturno, povero, con il gruppo dei pastori e san Giuseppe in adorazione della Madonna e del Bambino distesi a terra sulla paglia sotto la «capanna rotta e disfatta d’assi e di travi».
Oggi finalmente Rubens incontra Caravaggio. Ma, quando crede di averne rubato l’anima, Caravaggio è già più lontano; non si diverte con gli effetti speciali, con la luce che dal basso riverbera sul gruppo d’angeli come era stato nelle «Sette Opere di Misericordia». Rubens si impegna, gioca con le luci strisciate, con i chiaroscuri. Ma Caravaggio non si compiace di virtuosismi «caravaggeschi». Ripensa il Vangelo e rinuncia a ogni artificio con una sconvolgente semplicità. Rubens esibisce una bravura esagerata, trionfante, soddisfatta. Caravaggio anticipa miracolosamente la sensibilità dei «vinti» di Malavoglia.
Dopo il 18 gennaio il dipinto sarà esposto a Messina, al Museo Regionale, per un confronto diretto con la «Natività» dipinta nella città siciliana da Caravaggio nello stesso anno.
«C’è un curioso richiamo di numeri – spiega Vittorio Sgarbi - che accomuna Salemi, Messina, Rubens e Caravaggio. Nel 1608 Rubens realizza il dipinto “L’Adorazione dei pastori”, viene in Italia a Roma sperando di incontrare Caravaggio che invece si trovava a Messina.
A Messina nel 1908 c’è il maremoto. Nel 1968 c’è il terremoto a Salemi e in tutta la Valle del Belice. Nel 2008 i dipinti di Rubens e Caravaggio s’incontrano per la prima volta nella città dello Stretto»
L’inaugurazione dell’esposizione avverrà il 31 dicembre alle 17,00 nel Museo Civico di Salemi, nel cuore del centro storico. Il dipinto resterà esposto al pubblico anche durante la Notte di Capodanno, fino alle 5 del mattino. L’ingresso è gratuito.
Alcune notizie sul dipinto di Rubens
Scoperto a Fermo da Roberto Longhi, il dipinto di Rubens fu commissionato a Roma nel 1608 da padre Flamiano Ricci su richiesta dei filippini di Fermo. Inviando un dipinto a Fermo «a scatola chiusa», senza discutere con i committenti e senza conoscere il luogo cui era destinato, Rubens sceglie un’ambientazione notturna, come nella «Natività» di Messina.
Rubens si immedesima a tal punto in Caravaggio da anticiparlo. Non lo ha visto, non lo ha incontrato, ma lo sta interpretando. È uno dei più straordinari transfer della storia dell’arte. Così Rubens illumina, prima di tutto, il volto della Vergine, e poi con diverse gradazioni, quello degli abbagliati,sconcertati pastori che assistono all’evento. Il nodo degli angeli, galleggianti nell’aria, non sarebbe immaginabile senza gli spericolati angeli in picchiata delle «Sette Opere di Misericordia» di Caravaggio a Napoli.
Ma come poteva Rubens conoscere opere dipinte a Napoli o in Sicilia ? Certamente doveva essergli arrivata l’eco di invenzioni tanto innovative.
Ma se noi conoscessimo, di Rubens, soltanto la «Natività» di Fermo, ci configureremmo un pittore di stretta osservanza caravaggesca, «fiammingo ma da putto allevato in Roma». Vi sono in essa, infatti, una grande coerenza organizzativa e una perfetta unità di azione che, attraverso Caravaggio, aprono allo spazio barocco.
È notevole che questo esordio italiano di Rubens avvenga quando ancora Caravaggio è vivo. Mentre Caravaggio viene frainteso, interpretando le ragioni più autentiche del cristianesimo, nella «Morte della Vergine», rifiutata per avere rappresentato «con poco decoro la Madonna gonfia e con le gambe scoperte», Rubens lo capisce benissimo e ne condivide la visione. Così nel 1607 acquista il grande dipinto per il duca di Mantova. È in quel momento che Rubens diventa Caravaggio.
A quattrocento anni di distanza, attraverso le opere nelle quali vive lo spirito degli artisti, Caravaggio e Rubens si incontrano. A Messina, cent’anni dopo il terremoto che, all’alba del 28 dicembre 1908, sconvolse la città. E minacciò di cancellare anche l’opera di Caravaggio che Rubens avrebbe voluto vedere. L’«Adorazione dei pastori», appunto, dipinta per l’altar maggiore di Santa Maria la Concezione in contrada della Verza. Un’opera che sembra pensata perché Rubens la veda. Un notturno, povero, con il gruppo dei pastori e san Giuseppe in adorazione della Madonna e del Bambino distesi a terra sulla paglia sotto la «capanna rotta e disfatta d’assi e di travi».
Oggi finalmente Rubens incontra Caravaggio. Ma, quando crede di averne rubato l’anima, Caravaggio è già più lontano; non si diverte con gli effetti speciali, con la luce che dal basso riverbera sul gruppo d’angeli come era stato nelle «Sette Opere di Misericordia». Rubens si impegna, gioca con le luci strisciate, con i chiaroscuri. Ma Caravaggio non si compiace di virtuosismi «caravaggeschi». Ripensa il Vangelo e rinuncia a ogni artificio con una sconvolgente semplicità. Rubens esibisce una bravura esagerata, trionfante, soddisfatta. Caravaggio anticipa miracolosamente la sensibilità dei «vinti» di Malavoglia.
31
dicembre 2008
Pieter Paul Rubens – 1608 – 2008. Il presepe di Rubens a Salemi
Dal 31 dicembre 2008 al 19 gennaio 2009
arte antica
Location
MUSEO CIVICO
Salemi, Via Francesco D'Aguirre, (Trapani)
Salemi, Via Francesco D'Aguirre, (Trapani)
Orario di apertura
tutti i giorni, comprese le domeniche
Vernissage
31 Dicembre 2008, ore 17. La mostra resterà aperta tutta la notte fino alle 5 di mattina del 1 gennaio
Autore