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Pietro Annigoni
saranno esposte circa cento opere provenienti da collezioni pubbliche e private
Comunicato stampa
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Sabato 5 agosto 2006, alle ore 17.00 nella Sala degli Imperatori di Palazzo Ragazzoni Flangini Biglia di Sacile (PN), sarà inaugurata una mostra antologica dedicata al Maestro Pietro Annigoni (1910-1988), dove saranno esposte circa cento opere provenienti da collezioni pubbliche e private, a rappresentare efficacemente tutti i momenti della iniziazione e della maturazione, tutte le fasi salienti della straordinaria vicenda del Maestro, uno degli artisti più rappresentativi della vita culturale italiana del novecento.
Saranno esposti dipinti storici, oli, gouache e disegni. In vetrine, sarà esposto inoltre materiale documentario integrativo. Sono allo studio eventi integrativi alla manifestazione.
La mostra sarà corredata da un ampio catalogo con testi critici appositamente realizzati, apparato iconografico delle opere esposte con la schedatura di ciascuna opera, ampie note biografiche e bibliografiche.
La rassegna sarà aperta dal 6 agosto al 30 settembre 2006, dal martedì al venerdì con orario 16.00 – 19.00, sabato e domenica con orario 10.00 – 12.00 e 16.00 – 19.00. Lunedì chiuso.
Organizzazione: Associazione Pro Sacile in collaborazione con Fond’Arte Tono Zancanaro di Padova.
Annigoni fu uomo colto, irrequieto, avido di sapere, eclettico, portato alla sperimentazione, insofferente, propenso talvolta ad abusare della sua superiorità intellettuale, istintivamente rivoluzionario, ma, al tempo stesso, rigido testimone di alcuni valori da lui ritenuti indispensabili, in nome dei quali fu capace sempre di autoimporsi una ferrea disciplina.
Formatosi sul pensiero di Benedetto Croce, da lui liberamente rielaborato, ne mutuò, sul piano politico, il rifiuto del regime fascista e del nazismo, sul piano sociale, l’attenzione verso gli emarginati unita all’indifferenza per i privilegi mondani e, soprattutto, sul piano dell’arte, il concetto dell’indissolubilità dell’estetica dall’etica.
Il motivo profondo che determinò la scelta di Annigoni per il genere figurativo e per la priorità del disegno, nonostante che una capacità tecnica quasi sovrumana gli aprisse la strada verso qualsiasi forma di espressione, fu proprio l’intima certezza che solo nel figurativo l’artista si assume la piena responsabilità del suo messaggio, limitandosi a chiedere l’attenzione e non la complicità di chi osserva.
A differenza di altri Autori, è molto difficile una corretta interpretazione dell’Annigoni pittore separata da quella dell’Annigoni uomo ed è forse per questo che gran parte delle troppe cose scritte su di lui si è rivelata vacua e fuorviante.
Bisogna considerare, infatti, che, pur avendo scelto la pittura come forma privilegiata di espressione, e pur dovendo ad essa la sua celebrità, Annigoni fu anche scultore, incisore, letterato, architetto ed appassionato conoscitore di musica, di teatro, di filosofia, così come di ogni altra branca della cosiddetta cultura umanistica.
Né si accontentò di attingere ai libri, ai musei, alle pinacoteche ed a quanto i media sempre più sofisticati gli mettevano a disposizione, perché fu anche viaggiatore instancabile, a piedi così come con ogni altro mezzo, spostandosi da un continente all’altro con uno spirito che non fu mai
quello del turista, ma piuttosto dell’esploratore, spinto dalla sete di conoscere e teso a fare di ogni viaggio un’occasione di crescita interiore e di approfondimento del proprio lavoro.
Fu l’"uomo", infatti, con i suoi splendori, le sue contraddizioni, le sue mille lingue e civiltà, le sue miserie, la prima fonte di ispirazione di Annigoni che intorno all’ "uomo" costruì fino a confonderle in maniera indissolubile la sua vicenda personale e quella di artista, riuscendo a mantenere un improbabile equilibrio tra la commossa, intima, partecipazione a quanto avveniva intorno a lui ed il distacco aristocratico dell’osservatore disincantato.
A parte i ritratti, dove l’interesse per l’uomo e per l’introspezione psicologica sono di per sé evidenti, anche la natura ed i paesaggi, di cui è così ricca la produzione annigoniana, non sono quasi mai fine a se stessi, ma recano, immanente od esplicito, un richiamo sostanzialmente antropocentrico.
Perfino nei soggetti religiosi che, nonostante la fondamentale laicità di Annigoni, lo affascinarono al punto di dedicarvi quasi per intero il ciclo dei suoi affreschi, la componente umana prevale su quella divina. O meglio, vi è protagonista l’anelito dell’uomo ad affrancarsi dal dolore tramite una fede che resta, tutto sommato, irraggiungibile.
"Pietro Annigoni, non solo è il più grande pittore di questo secolo, ma è anche in grado di competere alla pari con i più grandi pittori di tutti i secoli" e "..rimarrà nella storia dell’arte come il contestatore di un’epoca buia...".
Così scriveva di Annigoni il critico Bernard Berenson, ed è forse questa la presentazione.
Saranno esposti dipinti storici, oli, gouache e disegni. In vetrine, sarà esposto inoltre materiale documentario integrativo. Sono allo studio eventi integrativi alla manifestazione.
La mostra sarà corredata da un ampio catalogo con testi critici appositamente realizzati, apparato iconografico delle opere esposte con la schedatura di ciascuna opera, ampie note biografiche e bibliografiche.
La rassegna sarà aperta dal 6 agosto al 30 settembre 2006, dal martedì al venerdì con orario 16.00 – 19.00, sabato e domenica con orario 10.00 – 12.00 e 16.00 – 19.00. Lunedì chiuso.
Organizzazione: Associazione Pro Sacile in collaborazione con Fond’Arte Tono Zancanaro di Padova.
Annigoni fu uomo colto, irrequieto, avido di sapere, eclettico, portato alla sperimentazione, insofferente, propenso talvolta ad abusare della sua superiorità intellettuale, istintivamente rivoluzionario, ma, al tempo stesso, rigido testimone di alcuni valori da lui ritenuti indispensabili, in nome dei quali fu capace sempre di autoimporsi una ferrea disciplina.
Formatosi sul pensiero di Benedetto Croce, da lui liberamente rielaborato, ne mutuò, sul piano politico, il rifiuto del regime fascista e del nazismo, sul piano sociale, l’attenzione verso gli emarginati unita all’indifferenza per i privilegi mondani e, soprattutto, sul piano dell’arte, il concetto dell’indissolubilità dell’estetica dall’etica.
Il motivo profondo che determinò la scelta di Annigoni per il genere figurativo e per la priorità del disegno, nonostante che una capacità tecnica quasi sovrumana gli aprisse la strada verso qualsiasi forma di espressione, fu proprio l’intima certezza che solo nel figurativo l’artista si assume la piena responsabilità del suo messaggio, limitandosi a chiedere l’attenzione e non la complicità di chi osserva.
A differenza di altri Autori, è molto difficile una corretta interpretazione dell’Annigoni pittore separata da quella dell’Annigoni uomo ed è forse per questo che gran parte delle troppe cose scritte su di lui si è rivelata vacua e fuorviante.
Bisogna considerare, infatti, che, pur avendo scelto la pittura come forma privilegiata di espressione, e pur dovendo ad essa la sua celebrità, Annigoni fu anche scultore, incisore, letterato, architetto ed appassionato conoscitore di musica, di teatro, di filosofia, così come di ogni altra branca della cosiddetta cultura umanistica.
Né si accontentò di attingere ai libri, ai musei, alle pinacoteche ed a quanto i media sempre più sofisticati gli mettevano a disposizione, perché fu anche viaggiatore instancabile, a piedi così come con ogni altro mezzo, spostandosi da un continente all’altro con uno spirito che non fu mai
quello del turista, ma piuttosto dell’esploratore, spinto dalla sete di conoscere e teso a fare di ogni viaggio un’occasione di crescita interiore e di approfondimento del proprio lavoro.
Fu l’"uomo", infatti, con i suoi splendori, le sue contraddizioni, le sue mille lingue e civiltà, le sue miserie, la prima fonte di ispirazione di Annigoni che intorno all’ "uomo" costruì fino a confonderle in maniera indissolubile la sua vicenda personale e quella di artista, riuscendo a mantenere un improbabile equilibrio tra la commossa, intima, partecipazione a quanto avveniva intorno a lui ed il distacco aristocratico dell’osservatore disincantato.
A parte i ritratti, dove l’interesse per l’uomo e per l’introspezione psicologica sono di per sé evidenti, anche la natura ed i paesaggi, di cui è così ricca la produzione annigoniana, non sono quasi mai fine a se stessi, ma recano, immanente od esplicito, un richiamo sostanzialmente antropocentrico.
Perfino nei soggetti religiosi che, nonostante la fondamentale laicità di Annigoni, lo affascinarono al punto di dedicarvi quasi per intero il ciclo dei suoi affreschi, la componente umana prevale su quella divina. O meglio, vi è protagonista l’anelito dell’uomo ad affrancarsi dal dolore tramite una fede che resta, tutto sommato, irraggiungibile.
"Pietro Annigoni, non solo è il più grande pittore di questo secolo, ma è anche in grado di competere alla pari con i più grandi pittori di tutti i secoli" e "..rimarrà nella storia dell’arte come il contestatore di un’epoca buia...".
Così scriveva di Annigoni il critico Bernard Berenson, ed è forse questa la presentazione.
05
agosto 2006
Pietro Annigoni
Dal 05 agosto al 30 settembre 2006
arte contemporanea
Location
PALAZZO RAGAZZONI FLANGINI BIGLIA
Sacile, Viale Pietro Zancanaro, (Pordenone)
Sacile, Viale Pietro Zancanaro, (Pordenone)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì con orario 16.00 – 19.00, sabato e domenica con orario 10.00 – 12.00 e 16.00 – 19.00. Lunedì chiuso
Vernissage
5 Agosto 2006, ore 17
Autore