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Pietro Calabrese – Prove d’estate
personale
Comunicato stampa
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……La tela, per Calabrese, è un campo di eventi. E' il luogo ove le potenzialità dell'immaginazione e della fantasia incontrano e incorporano le potenzialità delle materie. Nella fattispecie, sedimentazioni, depositi di ruggine su grandi rettangoli di cotone, per consunzione di ferri, di varia forma e grandezza. Attiene a questa prassi una processualità paziente, in parte cieca. Il disporsi delle tracce, infatti, la concertazione delle morsure - i gradi di presa, i loro assieparsi o dissiparsi, fondersi e diradare in una zona o nell'altra del campo - è peripezia di lunga durata. Esige crescita lenta, per interazione di caso e di necessità, di intenzioni e accidenti. Appartenendo i primi all'ordine del progetto, del disegno mentale, dell'idea; i secondi all'ordine delle modalità e qualità delle tinture. La loro funzione - la funzione del caso (del caos) come scarto, eccedenza, intrusione dell'imprevedibile nell'organizzazione fantasmatica del prefigurato - è quella di introdurre nell'opera "delle possibilità di fatto che non costituiscono ancora il fatto (il fatto pittorico) ", ma lo annunciano. Essi rompono l'accerchiamento dello stereotipo, la sua fissità cadaverica. E' in questo groviglio di premonizioni, vaticini, attese, atti compiuti e cancellati, che ha origine l'opera. La sua peregrinazione si arresta - e l'opera si compie, scocca all'improvviso dall'oscurità del caos - quando una nuova tensione, sconosciuta, attraversa tutti i segni, le tracce , gli accidenti, e afferra lo sguardo, e non lo placa. A cose fatte. Sarà l'occhio di ognuno a incapsulare la parvenza: ora stagnante, ora terraferma, ora inizio di moto, ora sciame dorato. La scansione obliqua di alcune bande affioranti di ruggine bruna mi convince di una tensione d'assestamento (detto di passaggio, il sovrapporsi delle tracce, con i vari gradi di saturazione, funziona da indice di profondità; ma è profondità esigua che sostanzialmente ribadisce la planarità della tela). Un fragore di battaglia echeggia da una convulsione fulva di scaglie che assedia una plaga di luce bianca. L'erosione di un bordo - nella trasparenza un certo decolorarsi dell'impronta, o una assorbenza progressiva del supporto - annuncia l'inizio di una estinzione. Non si parla qui di metafore, ma di timbri sensoriali, di fluenze, corpi, movimenti. In una parola di forze. Al contrario di quanto i più credono, assilla meno i pittori il "riprodurre e inventare delle forme" che il "captare delle forze", dipingere forze.
Con strumenti, materiali e modalità diverse, Calabrese tenta una pittura della sensazione pura che esige il "corpo a corpo", quasi lo scontro fisico tra ciò che accade sulla tela e chi, sulla soglia (le sue cornici sono in realtà stipiti di porte, architravi, intradossi), deve essere disposto a varcarla senza alcun viatico narrativo, simbolico o allegorico, per coglierne dal vivo il fermento interno, l'erranza. Dimensione architettonica, che tende ad assorbire lo spazio fisico dell'ambiente (e con esso lo spettatore), e a predisporre transiti da "oggettivo" a "virtuale" (in senso brunelleschiano e non cibernetico). Si fa salva qui, naturalmente, la convinzione che "l'influenza della soggettività, le attese predisposte dall'affettività (desideri, paure, sedimentazioni inconsce) hanno parte di suggeritori ".
Ettore Ghinassi
Con strumenti, materiali e modalità diverse, Calabrese tenta una pittura della sensazione pura che esige il "corpo a corpo", quasi lo scontro fisico tra ciò che accade sulla tela e chi, sulla soglia (le sue cornici sono in realtà stipiti di porte, architravi, intradossi), deve essere disposto a varcarla senza alcun viatico narrativo, simbolico o allegorico, per coglierne dal vivo il fermento interno, l'erranza. Dimensione architettonica, che tende ad assorbire lo spazio fisico dell'ambiente (e con esso lo spettatore), e a predisporre transiti da "oggettivo" a "virtuale" (in senso brunelleschiano e non cibernetico). Si fa salva qui, naturalmente, la convinzione che "l'influenza della soggettività, le attese predisposte dall'affettività (desideri, paure, sedimentazioni inconsce) hanno parte di suggeritori ".
Ettore Ghinassi
02
febbraio 2006
Pietro Calabrese – Prove d’estate
Dal 02 al 17 febbraio 2006
arte contemporanea
Location
LA PALMA CLUB FANDANGO
Roma, Via Giuseppe Mirri, 35, (Roma)
Roma, Via Giuseppe Mirri, 35, (Roma)
Vernissage
2 Febbraio 2006, ore 21
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