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Pietro D’angelo
Attraverso la sua sperimentazione e la sua poetica dell’oggetto, l’artista propone sculture realizzate con assemblaggi di graffette, creando così un nuovo linguaggio artistico capace di rappresentare la frantumazione di ogni senso unitario delle cose.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Ermanno Tedeschi Gallery inaugura la prima mostra personale dell’artista siciliano Pietro D’angelo, nella sede di Milano.
Attraverso la sua sperimentazione e la sua poetica dell’oggetto, l’artista propone sculture realizzate con assemblaggi di graffette, creando così un nuovo linguaggio artistico capace di rappresentare la frantumazione di ogni senso unitario delle cose. Protagonisti indiscussi del suo lavoro sono gli oggetti di uso quotidiano, quali: puntine, graffette e viti ripresi nella loro solita funzione ma decontestualizzati e trasposti in ambito estetico. Il suo tentativo è quello di definire l’oggetto, prelevandolo dal suo contesto reale, senza però sottrarlo alla sua funzione, portandolo da un uso quotidiano ad un uso espressamente estetico. L’oggetto puntina o graffetta che sia, viene assemblato, strumentalizzato, accumulato, trattato e contemplato per dar vita ad opere d’arte in cui è riscontrabile l’imponderabilità della bellezza artistica e in cui la scultura tende a varcare il suo limite dando spazio ai giochi ottici ottenuti dall’ambiguità tra visibile e invisibile, tra pieno e vuoto, tra pesantezza e leggerezza. Opposizioni che si risolvono armonicamente nello spettacolo artistico insieme reale, onirico e simbolico che ci offre l’artista. Queste accumulazioni e stratificazioni di oggetti si presentano come un rivestimento prezioso, una sorta di abito, di seconda pelle, senza i quali i personaggi rappresentati sarebbero ridotti in semplici scheletri. Questa pelle di puntine, graffette o viti garantisce una particolare costruzione a piccoli moduli che gioca sull’effetto visivo.
L’intera mostra ha come protagonisti dei bambini ed un significato che li accomuna, così descritto dall’artista:
“Le sculture rappresentano dei bambini che si dedicano al gioco. L'idea di questo lavoro nasce intorno alla parola "Librarsi", nel senso di cibarsi di libri e giocare con giochi che richiamano il librarsi nell'aria. Ecco la decisione di creare dei bambini intenti in attività ludiche, che spaziano da quelle più intellettuali come la lettura di una favola, a quelle più corporali e fisiche come il gioco dell'aquilone o il pallone.”
Pietro D’Angelo è nato a Palermo nel 1974, dove vive e lavora. Fin da ragazzino si interessa al mondo dell’arte, iniziando così a frequentare gli studi di diversi scultori e imparando le tecniche della terracotta, delle resine, del bronzo, del marmo e delle pietre dure.
Attraverso la sua sperimentazione e la sua poetica dell’oggetto, l’artista propone sculture realizzate con assemblaggi di graffette, creando così un nuovo linguaggio artistico capace di rappresentare la frantumazione di ogni senso unitario delle cose. Protagonisti indiscussi del suo lavoro sono gli oggetti di uso quotidiano, quali: puntine, graffette e viti ripresi nella loro solita funzione ma decontestualizzati e trasposti in ambito estetico. Il suo tentativo è quello di definire l’oggetto, prelevandolo dal suo contesto reale, senza però sottrarlo alla sua funzione, portandolo da un uso quotidiano ad un uso espressamente estetico. L’oggetto puntina o graffetta che sia, viene assemblato, strumentalizzato, accumulato, trattato e contemplato per dar vita ad opere d’arte in cui è riscontrabile l’imponderabilità della bellezza artistica e in cui la scultura tende a varcare il suo limite dando spazio ai giochi ottici ottenuti dall’ambiguità tra visibile e invisibile, tra pieno e vuoto, tra pesantezza e leggerezza. Opposizioni che si risolvono armonicamente nello spettacolo artistico insieme reale, onirico e simbolico che ci offre l’artista. Queste accumulazioni e stratificazioni di oggetti si presentano come un rivestimento prezioso, una sorta di abito, di seconda pelle, senza i quali i personaggi rappresentati sarebbero ridotti in semplici scheletri. Questa pelle di puntine, graffette o viti garantisce una particolare costruzione a piccoli moduli che gioca sull’effetto visivo.
L’intera mostra ha come protagonisti dei bambini ed un significato che li accomuna, così descritto dall’artista:
“Le sculture rappresentano dei bambini che si dedicano al gioco. L'idea di questo lavoro nasce intorno alla parola "Librarsi", nel senso di cibarsi di libri e giocare con giochi che richiamano il librarsi nell'aria. Ecco la decisione di creare dei bambini intenti in attività ludiche, che spaziano da quelle più intellettuali come la lettura di una favola, a quelle più corporali e fisiche come il gioco dell'aquilone o il pallone.”
Pietro D’Angelo è nato a Palermo nel 1974, dove vive e lavora. Fin da ragazzino si interessa al mondo dell’arte, iniziando così a frequentare gli studi di diversi scultori e imparando le tecniche della terracotta, delle resine, del bronzo, del marmo e delle pietre dure.
22
febbraio 2011
Pietro D’angelo
Dal 22 febbraio al 04 maggio 2011
arte contemporanea
Location
ERMANNO TEDESCHI GALLERY
Milano, Via Voghera, 14, (Milano)
Milano, Via Voghera, 14, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 11-13 e 15-19, sabato e domenica su appuntamento.
Vernissage
22 Febbraio 2011, ore 18,30
Autore