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Pietro Mancuso – Profondissimi silenzi. Opere dal 1988 al 2008
Circa 40 opere realizzate tra il 1988 e il 2008 dall’artista veneto Pietro Mancuso in esposizione per la prima volta a Palermo
Comunicato stampa
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Circa 40 opere realizzate tra il 1988 e il 2008 dall’artista veneto Pietro Mancuso in esposizione per la prima volta a Palermo presso lo Spazio Nike, a cura di Mario Guderzo e Paolo Levi.
Così Mario Guderzo descrive l’artista, evidenziando l’impatto emotivo delle sue opere: “Pietro Mancuso non disconosce l'apporto della tradizione: la materia che utilizza e i supporti stessi rivelano il suo amore viscerale per certe atmosfere, per tecniche tramandate fino a noi; è riuscito a realizzare una vera evoluzione della sua pittura, partendo dal desiderio di riconquistare le tradizioni della pittura, dall’arte antica alle avanguardie, ha rilanciato il ruolo dell’arte sia come puro piacere creativo sia come uso liberatorio dei linguaggi espressivi per giungere a profondissimi silenzi che trasmettono ed emozionano più delle parole. Una pittura che è apparizione e contemplazione, manifestazione di qualcosa che ciascuno di noi ha provato e non ha mai dimenticato, solo che non ha tentato di raccontarlo, di rappresentarlo, di scriverlo.
Mancuso è un artista che nel corso della sua formazione ha tenuto conto delle istanze narrative della ricerca realistica italiana, allargando, però, i suoi interessi in tutte le direzioni che il suo temperamento e le sue inclinazioni sentivano come complementari alla costituzione di un proprio linguaggio.
Così la pittura di Mancuso si espande e prorompe in un canto spiegato, libero e genuino. La pennellata aperta, la freschezza dei toni, i colori affascinanti, il fluire delle penombre sembrano accertare che l’artista si nutre di ombre e di luce.
La sua è arte vera, sentita, un’interpretazione figurativa della realtà oggettuale, vivificata da partecipazione e da sentimenti.
Quella di Mancuso è una pittura che parla all’anima, quasi una reminiscenza atavica che suscita in chi la osserva ricordi dimenticati, sensazioni vissute e poi sopite, ma anche misteri ed inquietudini.
L’allusività e la memoria sono i caratteri silenti del suo percorso pittorico, la partenza è sempre quella della realtà, che egli poi sa interpretare con una notevole forza visiva, traducendola nella sua modalità strutturale, con quel ritmo e quella suggestione cromatica che ben gli si riconoscono.
Nel suo continuo indagare tra le possibilità del segno, l’ artista è pervenuto ad una personale preziosità espressiva, di esaltante rimarco timbrico tanto da non lasciare nulla al casuale, ricercando spesso agganci di precisa attinenza simbolica per giungere, a volte, ad arcaiche visioni totemistiche che si dilatano verso rappresentazioni oniriche, tessere dense di misteriose trame e di un prezioso manto cromatico.”
Biografia essenziale
Pietro Mancuso è nato a Valdobbiadene (TV) nel 1944.
Dal 1962 risiede in Svizzera, a Basilea. Quindi a Rotterdam, in Olanda. A Breda e a L’Aja, negli anni 1964-1965, ha modo di proporsi in alcune mostre personali. Nel 1967 Mancuso è di ritorno in terra veneta e si pone sotto la guida del maestro Mario De Biasi. Rivolge molta attenzione anche al disegno, sperimentando tecniche antiche e procedimenti espressivi appresi dai capolavori veneziani degli artisti veneti. Nel 1969 riceve a Belluno il “Primo Premio Città di Belluno” per la pittura.
Espone in Italia Meridionale, a Potenza, a Salerno, a Sydney (Australia) nel 1982 e, l’anno successivo, a Montreal, in Canada.
Si susseguono mostre, premi e riconoscimenti nazionali, fra i quali l’ “Ippocampo d’oro”, primo premio della RAI ad un artista italiano.
L’attenzione di alcuni critici nei confronti dell’arte di Pietro Mancuso si è intensificata negli anni Novanta: Paolo Rizzi e Ottorino Stefano gli hanno dedicato pagine attente e profonde. La sua ricerca artistica è stata accompagnata da nuove esperienze internazionali a New York e, successivamente, alla “Contemporary Art Expo” di Tokio, e poi in Francia ed in Gran Bretagna. Il nuovo ciclo di Mancuso è iniziato a Trieste, con Paolo Rizzi, la cui monografia rimane ancora un testo determinante per la lettura della sua opera.
Così Mario Guderzo descrive l’artista, evidenziando l’impatto emotivo delle sue opere: “Pietro Mancuso non disconosce l'apporto della tradizione: la materia che utilizza e i supporti stessi rivelano il suo amore viscerale per certe atmosfere, per tecniche tramandate fino a noi; è riuscito a realizzare una vera evoluzione della sua pittura, partendo dal desiderio di riconquistare le tradizioni della pittura, dall’arte antica alle avanguardie, ha rilanciato il ruolo dell’arte sia come puro piacere creativo sia come uso liberatorio dei linguaggi espressivi per giungere a profondissimi silenzi che trasmettono ed emozionano più delle parole. Una pittura che è apparizione e contemplazione, manifestazione di qualcosa che ciascuno di noi ha provato e non ha mai dimenticato, solo che non ha tentato di raccontarlo, di rappresentarlo, di scriverlo.
Mancuso è un artista che nel corso della sua formazione ha tenuto conto delle istanze narrative della ricerca realistica italiana, allargando, però, i suoi interessi in tutte le direzioni che il suo temperamento e le sue inclinazioni sentivano come complementari alla costituzione di un proprio linguaggio.
Così la pittura di Mancuso si espande e prorompe in un canto spiegato, libero e genuino. La pennellata aperta, la freschezza dei toni, i colori affascinanti, il fluire delle penombre sembrano accertare che l’artista si nutre di ombre e di luce.
La sua è arte vera, sentita, un’interpretazione figurativa della realtà oggettuale, vivificata da partecipazione e da sentimenti.
Quella di Mancuso è una pittura che parla all’anima, quasi una reminiscenza atavica che suscita in chi la osserva ricordi dimenticati, sensazioni vissute e poi sopite, ma anche misteri ed inquietudini.
L’allusività e la memoria sono i caratteri silenti del suo percorso pittorico, la partenza è sempre quella della realtà, che egli poi sa interpretare con una notevole forza visiva, traducendola nella sua modalità strutturale, con quel ritmo e quella suggestione cromatica che ben gli si riconoscono.
Nel suo continuo indagare tra le possibilità del segno, l’ artista è pervenuto ad una personale preziosità espressiva, di esaltante rimarco timbrico tanto da non lasciare nulla al casuale, ricercando spesso agganci di precisa attinenza simbolica per giungere, a volte, ad arcaiche visioni totemistiche che si dilatano verso rappresentazioni oniriche, tessere dense di misteriose trame e di un prezioso manto cromatico.”
Biografia essenziale
Pietro Mancuso è nato a Valdobbiadene (TV) nel 1944.
Dal 1962 risiede in Svizzera, a Basilea. Quindi a Rotterdam, in Olanda. A Breda e a L’Aja, negli anni 1964-1965, ha modo di proporsi in alcune mostre personali. Nel 1967 Mancuso è di ritorno in terra veneta e si pone sotto la guida del maestro Mario De Biasi. Rivolge molta attenzione anche al disegno, sperimentando tecniche antiche e procedimenti espressivi appresi dai capolavori veneziani degli artisti veneti. Nel 1969 riceve a Belluno il “Primo Premio Città di Belluno” per la pittura.
Espone in Italia Meridionale, a Potenza, a Salerno, a Sydney (Australia) nel 1982 e, l’anno successivo, a Montreal, in Canada.
Si susseguono mostre, premi e riconoscimenti nazionali, fra i quali l’ “Ippocampo d’oro”, primo premio della RAI ad un artista italiano.
L’attenzione di alcuni critici nei confronti dell’arte di Pietro Mancuso si è intensificata negli anni Novanta: Paolo Rizzi e Ottorino Stefano gli hanno dedicato pagine attente e profonde. La sua ricerca artistica è stata accompagnata da nuove esperienze internazionali a New York e, successivamente, alla “Contemporary Art Expo” di Tokio, e poi in Francia ed in Gran Bretagna. Il nuovo ciclo di Mancuso è iniziato a Trieste, con Paolo Rizzi, la cui monografia rimane ancora un testo determinante per la lettura della sua opera.
20
settembre 2008
Pietro Mancuso – Profondissimi silenzi. Opere dal 1988 al 2008
Dal 20 settembre all'undici ottobre 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA MONTELEONE
Palermo, Via Monteleone, 3, (Palermo)
Palermo, Via Monteleone, 3, (Palermo)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 16.00-19.30
Vernissage
20 Settembre 2008, ore 18,30
Autore
Curatore